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Virginia Visani

Virginia Visani

Virginia Visani, ex inviato speciale per i periodici Rcs-Corriere della Sera, ha curato le pagine di "Italiani nel Mondo" per il quotidiano online Affari Italiani e rubriche Arte e Libri per il quotidiano online TGcom. Interessi: viaggi e società, cultura in genere ( psicologia compresa)

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  • Primo articolo martedì 09 Settembre 2008
  • Moderatore da lunedì 09 Settembre 2008
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Ultimi commenti

  • Di Virginia Visani (---.---.---.192) 3 giugno 2011 17:03
    Virginia Visani

    Annozero di ieri sera è la peggiore puntata di questo programma che io abbia mai visto.
    Non tanto per l’emotività che si è voluta enfatizzare con il servizio su Chernobyl ( alle trovate emotivamente propagandistiche di Santoro siamo abituati) e neppure per la genericità improvvisata dei cosiddetti esperti. Sono rimasta infastidita, (per non dire di peggio) della "tirata", l’ennesima che sentiamo sull’argomento da Celentano a cominciare da "Via Gluck",dalla banalità e superficialità delle argomentazioni. Per esempio "De Magistris che ha capito tutto del carattere generoso dei napoletani e dunque è sicuro di ottenere da loro la raccolta differenziata". Già ma poi se non ci sono gli inceneritori, i rifiuti dove si smaltiscono? Si depositano tutti sulla porta di casa dell’illustre magistrato? Insomma pur di avere un nome che "tira" come quello d Celentano, Santoro non si è accorto che la sua puntata andava rovinosamente verso una deriva, cioè una trasmissione per gonzi.

  • Di Virginia Visani (---.---.---.69) 28 maggio 2011 11:03
    Virginia Visani

    Ho visto anch’io Annozero e mi congratulo con te per l’obiettività del tuo articolo
    Però.... dobbiamo tenere a mente SEMPRE che le due facce della realtà non sono mai presenti in una trasmissione Tv o in un articolo di giornale.
    Qui si è dato spazio alla negatività, altrove si dà spazio al troppo ottimismo. Neppure le spiegazioni di Lupi e il lirismo di Vendola contrapposto al primo, sono in grado di dire e rappresentare il tutto.
    Detta in parole semplici: ognuno tira l’acqa al suo mulino. Teniamolo sempre presente e facciamoci su questo la nostra personale opinione.

  • Di Virginia Visani (---.---.---.5) 23 aprile 2011 16:48
    Virginia Visani

    Forse ti sfugge che l’elezione di Obama non è dovuta al web, o meglio il web ha semplicemente moltiplicato le sue idee e il suo programma. Facebook è servito a raccogliere adesioni ma la vittoria di Obama dipende da infiniti altri fattori: primo fra tutti, il suo curriculum professionale, poi la sua integrità mentale e politica, le sue idee,quasi utopie, che hanno lasciato sognare in un mondo migliore. Non ultimo la realizzazione di un sogno che fu già di Martin Luther King: un Nero al comando della Nazione.
    Insomma la differenza fondamentale tra Obama e Grillo è che il primo incarna (ha incarnato?) il sogno americano. Il secondo è un arruffapopoli

  • Di Virginia Visani (---.---.---.111) 9 marzo 2011 13:06
    Virginia Visani

    Articolo molto interessante. Che la dice lunga su quella che sarà la sorte anche dei nostri media.
    Da troppo tempo le info sono tutte uguali nei nostri Tg e sulla carta stampata. C’è poi un dato fondamentale: nelle guerre, a cominciare dalla guerra in Irak dove i giornalisti erano chiusi dentro un albergo e informavano dal balcone, i giornalisti occidentali non hanno accesso alle notizie che riguARDANO IL MONDO ARABO. dI QUI SI SPIEGA IL SUCCESSO DI aL jAZEERA che al contrario può avere notizie di prima mano. E ovviamente trasmettere quelle che vuole.
    Esempio: qualcuno ci ha capito qualcosa del caos in Libia? E le notizie da Egitto, Tunisia, Oman, Arabia Saudita, sono proprio attendibili?

  • Di Virginia Visani (---.---.---.166) 23 febbraio 2011 16:52
    Virginia Visani

    Rocco,
    Ho cliccato sul link del Guardian: interessantissimo. Due osservazioni: quanto tempo ci vorrà ancora perchè i Media nostrani adottino l’abitudine di informare dati-alla-mano o addirittura traggano spunto dai dati per fare delle inchieste?
    Ho imparato ad appassionarmi al web quando ancora in Italia non si sapeva nemmeno che cosa fosse ( era il 1996 ed ho partecipato ad un seminario tenuto da un’università americana dal titolo:Journalism in the era of Information Technology). Qui a Milano soltanto le grandi aziende potevano collegarsi al web,per es.il Corsera dava a pochi giornalisti che conoscessero la materia la possibilità di collegarsi ad Internet. Ci sono voluti 5 anni perchè fosse possibile per tutti la connessione e la navigazione. Ed ancora l’anno scorso la Rete era vista dalla carta stampata come non attendibile affatto.
    Ora, per quanto il web si velocizzi nel tempo, quanto ci vorrà per cambiare le mentalità dei giornalisti e cioè partire dai dati anzichè dalle opinioni?


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