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Annozero - e se domani

Le facce degli indignati in Italia: dalla piazza di Madrid dove in collegamento, gli indignados rivendicano il diritto ad una casa, ad un lavoro ad un futuro.

Ai precari-senza lavoro italiani: i call centeristi di Teleperformance, lasciati a casa perché costano troppo rispetto ai colleghi albanesi.
 
Gli operai dei cantieri di Castellammare, di Fincantieri, che i manager di stato han deciso di chiudere (oggi la strada più breve per risovere le situazioni di crisi).
 
I precari dentro il CNR, i precari dentro l'Istat chiamati a studiare il fenomeno del precariato. I precari dentro il 118, gli ospedali, le scuole. E, infine, i genitori di questa generazione a perdere, preoccupati per i tagli alla scuola (quelli che secondo il ministro Gelmini non esistono), per il futuro nero, per la negazione di una speranza di potere garantire ai figli qualcosa di meglio.
 
Ma prima di afforntare il tema lavoro, nell'anteprima Santoro ha rivolto un appello al presidente del consiglio, dopo il flop diSgarbi (non per troppa cultura, ma perché dentro un contenitore televisivo da "analfabetismo culturale"). Del clima in Rai, con la protesta dei montatori del TG1, con i contratti di Rai 3 che non sono rinnovati.
 
"Caro presidente... o siamo liberi tutti, o non siamo liberi fino in fondo... nemmeno lei, senza Annozero".
 
Come risponderà il Presidente? Da liberale quale lui è? Quello che per non spostare nemmeno una pianta in Rai ha nominato ex dipendenti Mediaset in Rai, direttori di rete e direttori di TG. Quello così liberale che ha telefonato personalmente all'AGCOM per far chiudere Annozero.
 
La questione del lavoro.
Teleperformance ha assunto grazie alla legge Damiano i 3000 circa dipendenti italiani. Oggi, grazie a questo governo che ha concesso le gare al ribasso per gli appalti nei call center. Ribasso che costringe le persone a lavorare con contratti a progetto a 3 euro l'ora. Ci saranno circa 700 esubero ora in Italia, per la fuga in Albania del colosso francese, una delocalizzazione che fa sorgere alcune domande circa la privacy dei nostri dati.
 
Castellammare, la preoccupazione nasce dal fatto che senza Fincantieri non c'è nulla. Senza lavoro come si fa ad andare avanti? Cosa faranno i figli di queste persone, andranno a rubare per non finire falliti come i padri?
 
Bologna, la protesta dei genitori contro i tagli della riforma Gelmini: le ore per il recupero (e chi rimane indietro non può essere recuperato), agli insegnati che vanno in pensione, al materiale per la didattica. Preoccupati del fatto che se le cose continuano così, le nuove generazioni saranno condannate ad un futuro da precari.
 
Ma i problemi dell'Italia sono altri. Nel giorno in cui Berlusconi va al G8 a discotere dei problemi del mondo, indicando nel golpe dei magistrati di sinistra il vero dramma del paese (suscitando il nervosismo dei colleghi Sarkozy e Merkel), in studio ad affrontare il tema l'onorevole Lupi, il presidente Vendola, l'onorevole Tabacci e in collegamento Matteo Salvini.
 
Sostiene Lupi che la rappresentazione fatta dal servizio di Annozero sia stata parziale: è solo una faccia della medaglia. C'è un paese con il problema del precariato, ma non è l'unica realtà: ci sono lavoratori che, assieme alle imprese ogni giorno giocano la loro sfida per il paese.
 
La vera questione, su cui l'onorevole è tornato più volte, è che esistono offerte di lavoro che i giovani non accettano più: ha fatto l'esempio della sua gioventù quando andava vedere le bibite allo stadio.
 
Il problema dei lavoro manuali però, se vogilamo dirla tutta, è che spesso sono sottopagati, in nero: in un mondo che spinge verso la tecnologia, la formazione, la conoscenza, possiamo veramente puntare a lavori dequalificati, pagati poco, che nemmeno garantirebbero un futuro alle persone?
 
Oggi, i lavori con contratto a termine, a progetto, a scandenza, non sono più una parentesi per chi entra nel mondo del lavoro. Interi settori dello stato sono in questa situazione: scuola, università, ospedali. Nei vigili del fuoco, dentro l'Istat, nel cnr.
 
Non è una questione di poca volontà di lavorare, di accettare lavori umili o dequalificati.
 
Come ha raccontato Vendola, c'è uno stridere tra le parole del premier (i ristoranti pieni, il consumo di cosmetici) e le parole della CEI, quando parla di rischio di nuova povertà: "La forza della rivolta al sud è stata accompagnata da una violenza che è il simbolo di una rabbia che c'è nel cuore della gente e che non è più contenibile, Quanto sta avvenendo è come la mano di Dio che ci avverte: prepariamoci alla collera dei poveri".
 
Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e arcivescovo di Campobasso.
 
Oggi i poveri sono gli operai senza lavoro, i precari: persone che stanno vivendo una discesa agli inferi, per una precarizzazione (non solo lavorativa, ma anche della vita personale), che inghiotte tutta una generazione.
 
Si è continuato a ripetere che la precarietà sarebbe stata la benzina per lo sviluppo, ma è in realtà una tragedia sociale.
 
Che ha fatto il governo per Fincantieri? Che sta facendo per la stabilizzazione? Per lo sviluppo, per le imprese (modifica dell'articolo 41 a parte)?
 
Oggi si è rotto l'ascensore sociale, un cardine della nostra costituzione: i precari sono per la maggior parte figli di operai (al 55%).
 
Altro che ministeri al nord, giudici comunisti, o elettori di sinistra senza cervello.
 
Anche Tabacci ha parlato di situazione drammatica, fotografata dall'Istat: la fine dell'ascensore sociale e di padri che non riescono ad immaginare un futuro. In Europa 1 giovane su 2 è occupato, in Italia 1 su 4: come si fa a dire ancora che l'Italia è messa meglio degli altri paesi?
 
Come si può accettare l'uscita di Tremonti di fronte alla platea privilegiata sulla povertà degli italiani?
 
Nel corso della puntata sono c'è stato spazio per sentire i ragazzi a Madrid "i nostri politici sono responsabili di questo": le case che le persone non si possono permettere se non con un mutuo a vita. Le aziende spagnole che fanno profitti alti ma che continuano a licenziare, come Telefonica. Il servizio di Andrea Bianchi a Roma.
 
Marco Travaglio, che ha fatto il suo intervento dal teatro in cui sta facendo il suo nuovo spettacolo "anestesia totale".
 
Un confronto tra parte del giornalismo italiano, quelle delle interviste senza domande, e la rivolta in Spagna.
 
''Sin preguntas no cobertura'': senza domande nessuna copertura giornalistica. E' lo slogan alla base della campagna contro le conferenze stampa senza domande lanciata in Spagna in questi giorni dalle Fape, la Federazione delle Associazioni dei giornalisti spagnoli, e dalle altre strutture della professione.
 
Matteo Salvini, in collegamento da Milano, ha voluto solo parlare dello spostamento dei ministeri: non ci sarebbe nulla di male, se questo avvenisse col federalismo. Il ministero dell'Ambiente a Napoli, quello degli interni a Palermo.
 
Certo, rimane da capire a quali costi, in termini di logistica e di personale. Salvini ha poi fatto una considerazione importante sulle cooperative usate nel settore terziario, dentro le scuole, negli asili.
 
Una situazione di discriminazione per questi lavoratori (spesso pagati poco) rispetto alle persone che sono invece assunte dentro scuole e asili con cui lavorano a fianco.
 
Vedremo, passate le elezioni, come e se si sbottonerà la Lega. Che strada prenderà il federalismo e se la questione dei ministeri ha qualcosa di concreto.
 
E, infine, come ha anche chiesto uno dei troppi precari dentro il CNR a Lupi: "quale è la sua idea del futuro, perchè qui da noi non è percepibile?"

Le vignette di Vauro.
Editoriale di Travaglio.
 

Commenti all'articolo

  • Di Virginia Visani (---.---.---.69) 28 maggio 2011 11:03
    Virginia Visani

    Ho visto anch’io Annozero e mi congratulo con te per l’obiettività del tuo articolo
    Però.... dobbiamo tenere a mente SEMPRE che le due facce della realtà non sono mai presenti in una trasmissione Tv o in un articolo di giornale.
    Qui si è dato spazio alla negatività, altrove si dà spazio al troppo ottimismo. Neppure le spiegazioni di Lupi e il lirismo di Vendola contrapposto al primo, sono in grado di dire e rappresentare il tutto.
    Detta in parole semplici: ognuno tira l’acqa al suo mulino. Teniamolo sempre presente e facciamoci su questo la nostra personale opinione.

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