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The Apprentice: “Cielo”, che programmi diseducativi

Messaggi diseducativi che viaggiano ad anni luce dalla realtà mondiali vanno lentamente a permeare e ad illudere le menti di molte persone, prevalentemente giovani in cerca di lavoro. Programmi spazzatura al confine con la fantascienza vengono trasmessi settimanalmente da tutte le televisioni. “Cielo” è il canale numero 26 del digitale terrestre e dal 18 settembre sta trasmettendo un talent show dal titolo “The Apprentice”. Chi arriverà in fondo lavorerà un anno con Briatore con stipendio a sei cifre.

Siamo alla prima edizione del talent show “The Apprentice”, ideato da Mark Burnett per la regia di Giuseppe Bianchi e condotto da Flavio Briatore nei panni del boss indiscusso che ha sempre ragione anche quando ha torto. Si tratta della versione italiana dell’omonimo programma in onda negli States con Donald John Trump, amministratore delegato della Tramp Organization che è una società immobiliare di lusso e comproprietario del complesso “Palm Trump International Hotel and Tower”, insomma uno tra gli uomini più ricchi del mondo.

Il programma dura circa un’ora e vede schierate due squadre di aspiranti uomini o donne d’affari composta di otto elementi ciascuna, che dovranno misurarsi in varie prove: bootcamp e mercato del pesce, acquisti per un hotel, creazione di giocattoli, allestimento di un punto vendita in un outlet, campagna pubblicitaria per un rasoio, allestimento di un vernissage, produzione e vendita di una miscela di caffè e abilità di televenditori. Briatore, affiancato dagli assistenti Patrizia Spinelli e Simone Avogadro di Vigliano, in fase di bootcamp elimina immediatamente due concorrenti. Restano quindi 7 donne e 7 uomini che comporranno la squadra Lux e Il Gruppo. Per ogni gara viene eletto un team leader all’interno di ogni squadra che ha compiti specifici di coordinamento per raggiungere tutti gli obiettivi. Chi vince avrà come premio un momento di svago, chi perde oltre ad un durissimo colloquio con Briatore dovrà subire la perdita di un concorrente.

In 5000 si sono presentati ai provini per 16 eletti in un range di età compreso tra i 25 e i 39 anni. In primo piano ci sono sempre location da sogno, auto lussuose, alberghi da mille e una notte. Lusso a prescindere e ad ogni costo. Situazioni che nella realtà sono privilegio di poche persone fortunate. Talent show che nel nostro Paese stanno diventando come le telenovelas in Sudamerica: la gente sogna ma vive realtà assolutamente diverse. A parte questa cinica circostanza trovo che manchi l’educazione ed il rispetto per il lavoro e per il consumatore. Arrivisti in erba che si sbranano come in un’arena pur di raggiungere l’obiettivo di lavorare con Briatore per 12 mesi.

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Flavio Briatore
Briatore, sei fuori!

Crisi economica a parte, ho l’impressione che si manchi di rispetto a chi svolge un lavoro normale per pochi euro al mese, con orari assurdi, domeniche, Natale, Pasqua, senza lusso o benefit di alcun tipo, magari mangiandosi un panino in piedi o su un banco di lavoro sporco di grasso, col pensiero e lo stress che comunque vada, lo stipendio non basterà. Difficile anche fornire ai figli spiegazioni plausibili. Ma con uno stipendio a 6 cifre, in un anno quante famiglie si potrebbero mantenere? Non si rispettano i figli che studiano e che sanno già che con il solo diploma non saranno nessuno e con la laurea idem, a meno che non si rechino all’estero. Il loro primo stipendio sarà poco più di mille euro nei casi migliori. Perché allora infierire e illudere.

C’è da chiedersi quali messaggi si voglia far passare e dove si voglia arrivare. Si pubblica e si mette in onda di tutto, apparentemente senza alcun filtro, senza morale, senza etica, senza rispetto ne educazione. Un Briatore che fa il padre e padrone e caccia la gente perché è più emotiva di altra come il concorrente Davide cui mancava anche sangue freddo. Oppure Stefano per essere stato troppo poco operativo e per essere finito tre volte tra i peggiori. O ancora Martina per non essere riuscita a concludere nemmeno una vendita. In quanti ci riconosciamo tra queste poche righe? Siamo fatti di carne e i giorni non sono tutti uguali e questo genere di selezione non fa onore al genere umano civile.

Le persone e la realtà sono altra cosa. Gente che si alza alle 4 del mattino, donne che portano i figli a scuola e corrono in fabbrica o in ufficio, uomini che dice sempre si per paura di perdere il lavoro, sempre più precario grazie a qualche giuslavorista, donne che fanno le pulizie negli uffici prima che arrivino i dipendenti, camionisti, tramvieri, infermieri. La vera Italia che lavora e che manda avanti il Paese. Briatore, sei fuori!

I commenti più votati

  • Di Paolo Maria Coniglio (---.---.---.158) 17 ottobre 2012 15:08
    Paolo Maria Coniglio

    Buon giorno, grazie per avere messo un commento. Effettivamente ha centrato l’obiettivo. La mia è pura invidia nel verificare persone come lei, che non riescono a porsi problemi di tipo sociale e civile in programmi televisivi. Avrei gradito che si fosse firmato/a ma anche questo è un segno diseducativo dei tempi. Non delego l’educazione ai media, ma di fatto con i programmi e i vari spot è una coercizione esercitata sulla massa. Mai sentito parlare anche di messaggi subliminali? Bene. Un tempo si chiamava propaganda. Il voler mostrare illudendo la gioventù, percepisco come lei, è semplicemente mostruoso. Sarebbe come se un buon padre di famiglia, la domenica portasse i propri figli di fronte ad una vetrina di una pasticceria a vedere gli altri mangiare le paste. Si tratta solo di coerenza con i tempi. Secondo me avrebbe molto più successo se i concorrenti di "The Apprendice" fossero semplici operai, che da una vita si spaccano la schiena per far quadrare i conti e non 4 avvenenti "rincoglioniti" che a 26 anni si sono venduti l’azienda per spendersi dei soldi e viversi la vita. Ci pensi. Lei è il risultato di questi programmi.

    Paolo Maria Coniglio
  • Di Paolo Maria Coniglio (---.---.---.158) 17 ottobre 2012 15:38
    Paolo Maria Coniglio

    Noto che neppure Lei si firma ma La ringrazio ugualmente. Vedo che la pensiamo allo stesso modo: infatti ciò che Lei definisce "poteri, compresa l’informazione, sono pervasi da una cultura pseudosocialista che mortifica ecc.." risponde alla realtà, infatti Silvio Berlusconi ne è l’esempio pratico, fra testate giornalistiche e tv mi riesce davvero difficile darle torto tanto più che era l’amichetto leccaculo di Craxi e quando Craxi fu in difficoltà gli diede il ben servito, quindi tutto fila. E’ altresì veritiera la Sua affermazione che dice " questa uniformità di pensiero è funzionale al perpetuarsi di vecchie posizioni di privilegio che affondano le radici nello statalismo più becero e si nutrono dell’ignoranza e della passività delle masse" poiché lo stesso Berlusconi ha elargito enormi quantità di danaro alla scuola privata riducendo all’osso i contributi per la scuola pubblica, per permettere e favorire il dilagare dell’ignoranza. Non sono in accordo con Lei quando parla di "lavorare con ambizione e con rispetto" in quanto nel programma "The Apprentice" ho solamente visto gente pugnalarsi alle spalle e farsi lo sgambetto. Persone che non si sono comportate lealmente le une con le altre e questo se mi permette è diseducativo. Forse l’etica del lavoro appartiene ad altri tempi. Il lavoro è collaborazione, reciprocità, confronto, crescita collettiva e partecipazione. E visto che Le ho risposto a tutti i suoi appunti, e Lei non si è neppure firmato, caro signore, l’unico fuori qui è Lei. 

    Buona giornata.

    Paolo Maria Coniglio
  • Di Paolo Maria Coniglio (---.---.---.158) 17 ottobre 2012 18:59
    Paolo Maria Coniglio

    Buona sera Michele e grazie per il commento. Anch’io come lei ho avuto esperienze lavorative allucinanti ed inenarrabili. La meritocrazia, come afferma giustamente non esiste semmai c’è spazio per il campanilismo, nepotismo e altre porcherie simili. Voglio credere e combattere per un modo migliore di essere, di lavorare, di vivere e di pensare. The Apprentice così come altri talent show o Reality show non hanno nulla di positivo da trasmettere anzi contribuiscono a plagiare ed illudere menti in costruzione...

    Auspichiamo a tempi e programmi migliori.

    Paolo Maria Coniglio

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.47) 17 ottobre 2012 12:26

    A me piace,
    parli di diseducazione ma leggo solo invidia.
    E’ semplicemente un programma tv senza alcune pretese; sbagli nel voler delegare l’educazione ai media e a prenderlo a pretesto solo per far le solite lamentele fini a se stesse.

    • Di Paolo Maria Coniglio (---.---.---.158) 17 ottobre 2012 15:08
      Paolo Maria Coniglio

      Buon giorno, grazie per avere messo un commento. Effettivamente ha centrato l’obiettivo. La mia è pura invidia nel verificare persone come lei, che non riescono a porsi problemi di tipo sociale e civile in programmi televisivi. Avrei gradito che si fosse firmato/a ma anche questo è un segno diseducativo dei tempi. Non delego l’educazione ai media, ma di fatto con i programmi e i vari spot è una coercizione esercitata sulla massa. Mai sentito parlare anche di messaggi subliminali? Bene. Un tempo si chiamava propaganda. Il voler mostrare illudendo la gioventù, percepisco come lei, è semplicemente mostruoso. Sarebbe come se un buon padre di famiglia, la domenica portasse i propri figli di fronte ad una vetrina di una pasticceria a vedere gli altri mangiare le paste. Si tratta solo di coerenza con i tempi. Secondo me avrebbe molto più successo se i concorrenti di "The Apprendice" fossero semplici operai, che da una vita si spaccano la schiena per far quadrare i conti e non 4 avvenenti "rincoglioniti" che a 26 anni si sono venduti l’azienda per spendersi dei soldi e viversi la vita. Ci pensi. Lei è il risultato di questi programmi.

      Paolo Maria Coniglio
  • Di (---.---.---.232) 17 ottobre 2012 15:09

    Una delle ragioni , per cui l’Italia non funziona, è che tutti i suoi poteri,compresa l’informazione, sono pervasi da una cultura pseudosocialista che mortifica o vuole mortificare ogni iniziativa che sfugga al politically correct. E’ chiaro che questa uniformità di pensiero è funzionale al perpetuarsi di vecchie posizioni di privilegio che affondano le radici nello statalismo più becero e si nutrono dell’ignoranza e della passività delle masse. Questi pseudo intellettuali vorrebbero caricaturizzare Briatore perchè è la negazione vivente della massificazione a cui vorrebbero relegarci. Un uomo di successo grazie alla sua iniziativa è un uomo libero, mentre questi signori investiti di un autorità da un sistema autoreferenziale, di questo sistema saranno sempre i ben retribuiti servitori. Uomini come Briatore ci ricordano i valori della nostra tradizione: duro lavoro e disciplina. Lavorare con ambizione e con rispetto, questo è il pensiero che traspare dalle parole di questo Maverick. Questo è quello di cui i giovani hanno bisogno. Gioranalisti pennivendoli... Siete fuori ! 

    • Di Paolo Maria Coniglio (---.---.---.158) 17 ottobre 2012 15:38
      Paolo Maria Coniglio

      Noto che neppure Lei si firma ma La ringrazio ugualmente. Vedo che la pensiamo allo stesso modo: infatti ciò che Lei definisce "poteri, compresa l’informazione, sono pervasi da una cultura pseudosocialista che mortifica ecc.." risponde alla realtà, infatti Silvio Berlusconi ne è l’esempio pratico, fra testate giornalistiche e tv mi riesce davvero difficile darle torto tanto più che era l’amichetto leccaculo di Craxi e quando Craxi fu in difficoltà gli diede il ben servito, quindi tutto fila. E’ altresì veritiera la Sua affermazione che dice " questa uniformità di pensiero è funzionale al perpetuarsi di vecchie posizioni di privilegio che affondano le radici nello statalismo più becero e si nutrono dell’ignoranza e della passività delle masse" poiché lo stesso Berlusconi ha elargito enormi quantità di danaro alla scuola privata riducendo all’osso i contributi per la scuola pubblica, per permettere e favorire il dilagare dell’ignoranza. Non sono in accordo con Lei quando parla di "lavorare con ambizione e con rispetto" in quanto nel programma "The Apprentice" ho solamente visto gente pugnalarsi alle spalle e farsi lo sgambetto. Persone che non si sono comportate lealmente le une con le altre e questo se mi permette è diseducativo. Forse l’etica del lavoro appartiene ad altri tempi. Il lavoro è collaborazione, reciprocità, confronto, crescita collettiva e partecipazione. E visto che Le ho risposto a tutti i suoi appunti, e Lei non si è neppure firmato, caro signore, l’unico fuori qui è Lei. 

      Buona giornata.

      Paolo Maria Coniglio
  • Di (---.---.---.126) 17 ottobre 2012 16:57

    Salve,
    ho visto questo programma di sfuggita in un paio di occasioni, ed effettivamente e’ un programma diseducativo, molto patinato (le "locations" sono tutte extra-lusso, tutto e’ lussuoso: i locali, le macchine, i clienti...).
    Mi sembra che abbia come unico scopo quello di mettere tanti polli in un pollaio e vedere come litigano tra loro.
    Mi e’ sembrato un po’ una copia di "Amici", o di "GrandeFratello", programmi altamente diseducativi.
    Pero’ una sola cosa posso dire a difesa di The Apprentice: effettivamente, nel mondo del lavoro (almeno in Italia), la " collaborazione, reciprocità, confronto, crescita collettiva e partecipazione" e’ una vera utopia!
    Parlo, ovviamente, alla luce della mia esperienza lavorativa a Roma come impiegato.
    Ma credo di poter dire di parlare anche a nome di tantissime persone che lamentano, come me, mancanza di meritocrazia, di valorizzazione del capitale umano,..etc...
    Ciao
    Michele
    NB
    Forse come popolo ci meritiamo programmi come questo...

    • Di Paolo Maria Coniglio (---.---.---.158) 17 ottobre 2012 18:59
      Paolo Maria Coniglio

      Buona sera Michele e grazie per il commento. Anch’io come lei ho avuto esperienze lavorative allucinanti ed inenarrabili. La meritocrazia, come afferma giustamente non esiste semmai c’è spazio per il campanilismo, nepotismo e altre porcherie simili. Voglio credere e combattere per un modo migliore di essere, di lavorare, di vivere e di pensare. The Apprentice così come altri talent show o Reality show non hanno nulla di positivo da trasmettere anzi contribuiscono a plagiare ed illudere menti in costruzione...

      Auspichiamo a tempi e programmi migliori.

      Paolo Maria Coniglio
  • Di pint74 (---.---.---.112) 17 ottobre 2012 19:09
    pint74

    Di programmi poco istruttivi o di ,addirittura,spazzatura,ne gira nell’etere...
    Alla gente piace,altrimenti non ne farebbero altri...
    Si gioca ,a mio parere,sull’ingenuità e sulla scarsa cultura dello spettatore,oppure sui sogni,sull’invidia,insomma,chi inventa questi reality conosce lo spettatore medio...
    In un mondo che,a mio parere,è quasi senza morale e che mercifica tutto in nome del profitto cosa si può pretendere?
    PArte della piccola porzione di popolazione straricca di questo mondo guadagna su questo,guadagna sull’ignoranza della gente e fà leva su competività ed individualismo per avere schiavetti servizievoli e disposti a tutto per essere qualcuno.
    I risultati li si può notare in giro...
    Il brutto e che,di anno in anno,le cose sembrano peggiorare.
    Ma questo è un mio parere.
    Tante teste tante idee...
    Chiediamoci,piuttosto,come uscire da questa situazione e cosa possiamo fare in concreto.

  • Di David Asìni (---.---.---.190) 17 ottobre 2012 19:37
    David Asìni

    Il programma e’ indecente; la sola idea di realizzazione e’ indecente. Se solo le persone sapessero chi e’ veramente Briatore, saprebbero guardarlo con altri occhi.

  • Di (---.---.---.11) 17 ottobre 2012 20:44

    Ho lasciato un commento alle 15.09, non era firmato e me ne scuso,; ma prima di firmarmi voglio replicare alla sua filippica che reputo del tutto fuori tema. Ho notato che lei non ha molto in simpatia Berlusconi e ne elenca alcuni tratti salienti della sua carriera e della sua attività. ,Credo che lei abbia ragione in alcune di queste affermazioni e non ho difficoltà a dirle che detesto la politica che quest’uomo ha messo in pratica. Ma Briatore non è Berlusconi, non ha messo le mani nella cosa pubblica, e quindi è estraneo al dissesto socioculturale in atto. Quando ho scritto de pensiero uniforme mi riferivo ailla cultira del politically correct, , all’ esaltazione del pauperismo (degli altri) , che pretende di frenare l’ambizione e la sana competizione ,in nome di un egualitarismo di principio,dal quale sono esentate le elites, che tali sono non in virtù di una loro effettiva superiorità ,ma grazie a dei meccanismi ereditari o clientelari. Briatore è l’esatto opposto di tutto ciò; è il self made man e come tale non appartiene a nessuno.  Sergio Perotti

    • Di Paolo Maria Coniglio (---.---.---.158) 17 ottobre 2012 20:54
      Paolo Maria Coniglio

      Grazie Signor Perotti della Sua replica e la ringrazio. Ho capito il suo punto di vista e lo rispetto anche se non lo condivido. Certo Briatore non è Berlusconi ma rappresenta una certa categoria di persone che mi riesce difficile siano riusciti a costruire un impero in modo "Pulito". Certo grande lavoratore ed imprenditore, ma lo era anche mio nonno, mio padre il mio vicino di casa e non hanno fatto ne milioni, ne miliardi ne tanto meno imperi. Io sono del parere che il nostro Paese abbia indubbiamente uomini capaci e Briatore ne fa parte ma abbiamo bisogno di uomini onesti. Lei ce la metterebbe la mano sul fuoco?


      Buona vita.

      Paolo Maria Coniglio
  • Di (---.---.---.141) 17 ottobre 2012 22:23

    Sono d’accordo con lei sul fatto che l’Italia abbia bisogno di uomini onesti, Quello che non condivido è il pregiudizio che condiziona l’analisi che lei fa di Briatore e del suo operato. Premetto che le mia mano non la metto sul fuoco per nessuno, ma non vedo perchè debba mettere in dubbio a priori la legittimità si ogni impero economico Credo che lei sia in buona fede e pur non conoscendola penso che lei vorrebbe una civiltà con altri fondamenti , e questo posso umanamente condividerlo. Personalmente me ne frego del lusso e del fatuo, e non mi piace l’edonismo, ma con la stessa forza rifiuto la cultura castrante dell’iniziativa indipendente, e del sospetto verso l’impresa privata. Briatore non è certamente un santo , ma non è quello che pretende di essere, The apprentice è un programma televisivo e come tale va giudicato. A me piace, e qui concludo per mancanza si spazio.  Sergio Perotti

    • Di (---.---.---.217) 18 ottobre 2012 17:38

      Signor Perotti, non si tratta di pregiudizi, faccia una ricerca su Briatore magari Le è sfuggito qualcosa. Non ho alcun pregiudizio castrante circa le iniziative indipendenti, tutt’altro. Io stesso in giovane età sono stato un piccolo imprenditore. Proprio per questo motivo Le dico che non è possibile fare fronte a tutta la pressione fiscale e vivere una vita dignitosa in modo onesto. Per tale motivo ho rinunciato a fare il piccolo imprenditore ed ho preferito dormire sonni tranquilli. Sono certo che in Italia abbiamo grandi talenti cui dobbiamo molto e sono altrettanto certo che ci possono essere imprenditori che fanno fortuna. Credo comunque che oltre un certo limite facciamo fatica a parlare di onestà.


      Paolo Maria Coniglio
  • Di (---.---.---.73) 18 ottobre 2012 00:47

    Che poi.. Io non ho ancora capito come Briatore abbia fatto questi soldi. Qualcuno sa rispondermi?

    • Di Paolo Maria Coniglio (---.---.---.217) 18 ottobre 2012 19:33
      Paolo Maria Coniglio

      Buona sera xxx.73, La ringrazio per il commento e mi scuso per il ritardo della risposta ma ho cercato su internet il sunto più veritiero per fornirle la risposta che cerca. Si tratta di un copia incolla spudorato ma sono certo che Lei ed altri commentatori potranno avere forse le idee più chiare. Vado col copia e incolla e buona lettura.


      http://altrimondi.gazzetta.it/2011/02/il-signor-billionaire.html

       Altrimondi di Giorgio Dell’Arti per “Il Fatto Quotidiano”

      LAVORO «L’apparire è il mio lavoro. Che serve poi per possedere» (Flavio Briatore). VIGNE Flavio Briatore, nato a Verzuolo, in provincia di Cuneo, il 12 aprile 1950. Genitori entrambi maestri elementari, due fratelli gemelli, Valter e Maria Rita, rispettivamente agricoltore e insegnante. Valter non è mai entrato al Billionaire: «Meglio la vigna». TRIBULA Flavio, soprannominato “Tribüla”, dal dialetto tribülare, “penare, dibattersi”. STALLE Bocciato due volte all’istituto per geometri, per farlo diplomare il padre lo iscrive a un istituto privato. Titolo della tesina di fine corso: Progetto di costruzione di una stalla. DUTTO Attilio Dutto, muratore diventato ricchissimo grazie alla speculazione edilizia. Alla metà degli anni Settanta Briatore ne diventa il factotum. AFFARI Primo affare di Briatore: convince Dutto a comprare dal torinese Schreiber la Paramatti vernici e, invece di farsi pagare per l’intermediazione, ne diventa socio. Nel 1978, quando Dutto litiga con l’altro socio di maggioranza, Briatore si schiera con lui, ottenendo la promozione a dirigente. Al socio dimissionario subentra Achille Caproni di Taliedo, erede di Giovanni Battista Caproni, fondatore della prima azienda aeronautica d’Italia. Briatore lo ha conosciuto a Milano negli ambienti della Borsa. Nove giorni dopo l’ingresso di Caproni nella Paramatti, il 21 marzo 1979, Dutto esplode nella sua Bmw davanti a casa, causa una bomba collegata all’accensione del motore. Su quell’auto doveva esserci anche Briatore, che si salva grazie a un quarto d’ora di ritardo. Non si scoprirà mai chi ha commissionato l’attentato. La scomparsa del patrimonio di Dutto, trenta miliardi di lire, un altro mistero. ATTICO Briatore si trasferisce a Milano, in un attico in piazza Tricolore, pieno centro. Memorabili le feste a caviale e champagne. Ospiti immancabili Emilio Fede e il conte Caproni. Al Nepentha, discoteca frequentata da vip, conosce una modella californiana non ancora diciottenne, Marcy Schlobohm. FUGA Maggio 1984, gli agenti della Finanza irrompono a casa di Briatore per arrestarlo, ma trovano solo Schlobohm. Lui è scappato a Saint Thomas, nelle Isole Vergini Americane. Le indagini sono partite nel 1982, l’accusa è di avere truffato ricchi giocatori d’azzardo. Per Briatore la condanna definitiva sarà a un anno e due mesi di reclusione. Altri dodici vengono arrestati. BENETTON Sbarcato a Saint Thomas, Briatore diventa il braccio destro di Luciano Benetton, che lo incarica di aprire nuovi negozi sull’isola e a New York. Raggiunto dalla Schlobohm, si sposano. Briatore ottiene così la Green card. Il divorzio, nel 1987. TANTO «Flavio? Sarà un po’ teppista, ma è tanto simpatico» (Luciano Benetton). FORMULA 1 Con l’amnistia del 1989, Briatore rientra in Italia. Benetton gli affida la direzione della sua scuderia di Formula 1. SCHUMACHER Nel 1991 vuole ingaggiare Schumacher e per farlo deve appiedare uno dei suoi piloti. Cerca di convincere Roberto Moreno a fingere una gamba rotta. Di fronte al suo rifiuto, presenta un certificato fasullo per dimostrare che Moreno soffre di depressione, quindi non può correre. Debutta così Schumacher. BILLIONAIRE Nel 1999 fonda il Billionaire. Soci: lui, Dario Mora, detto “Lele”, e Daniela Santanché. Il Billionaire diventa un brand: vengono aperti altri due locali (a Cortina D’Ampezzo e a Montecarlo), e nasce il Billionaire italian couture. Tutto pubblicizzato da Billionaire television (in onda ogni notte su Match Music e su una frequenza Sky), e da Billionaire Magazine. OPTIONAL «Una bella macchina senza l’optional di una bella donna non ha alcun valore» (Briatore).


      Grazie per l’attenzione e buona vita


      Paolo Maria Coniglio

       

  • Di (---.---.---.34) 18 ottobre 2012 11:34

    Buongiorno Sig. Coniglio. Ho letto la sua critica (mi permetto di chiamarla così) con molto interesse, ma la condivido solo parzialmente. Mi spiego meglio. La tv da decenni ci ha abituato al lusso (da Dallas a beautiful fino "reality" lampo come limousine), ma nessuno si è mai lamentato più di tanto. Credo spetti allo spettatore distinguere sogno e realtà. Trovo più sano the apprentice che altri reality (questo è classificato talent show) come per esempio il grande fratello. Ricordo com sgomento un servizio de le iene dove concorrenti vantavano presenze al grande fratello di x giorni e solo per questo ritenevano di essere vip e avere privilegi. Briatore certo non è un santo ed è il tipico arrampicatore ma se è li un motivo ci sarà. Non voglio dire che il mondo deve essere dei furbi nè difendere Briatore. Però sì voglio difendere (almeno in parte) il programma. Qui se hai capacita vai avanti e vieni assunto, mentre oggi basta comparire a x factor per vendere dischi e tanti saluti alla gavetta. E lo dico dal basso del meno di 1000€ al mese che guadagno. Chi ha visto gli speciali e i dietro le quinte sa i motivi delle eliminazioni e non è solo perché tizio non è uno squalo o un terminator del business . Guarda caso tra i finalisti c’è uno che nemmeno è diplomato (altro che lauree) e che tutti i giorni si fa da solo. Non è che allora saper far business non è sinonimo di Maserati, Rolex etc? Non è che forse è uno dei pochi talent show che sono veramente talent? Certo fa molto sogno americano e infatti l’originale arriva da li. Forse il problema è che lei non crede in questo tipo di sogni e valuta on superficialità scelte registiche e di scenografia in quanto anche queste fanno business e ammettiamolo... A noi generazione mille euro il business altrui fa schifo finche non diventa nostro


    Luca
    • Di (---.---.---.217) 18 ottobre 2012 17:54

      Buona sera Luca, grazie per il Suo commento. Il lusso cui eravamo abituati era in qualche modo qualcosa mai inerente lo spreco e si trattava per lo più di famiglie ricche da tempo e non arricchite, come il caso di Briatore. I tempi erano diversi e non c’era la crisi di oggi. Non ho ricordi di bollettini di guerra di persone che si togliessero la vita come in questi terribili giorni. Distinguere la realtà dal sogno per alcune persone è difficilissimo: faccia caso quante persone già alle 5 del mattino rincorrono un "sogno" alle slot machine dentro ai bar. Questo mi mette il terrore non la paura e sono quasi tutti adulti che si mangiano la pensione e lo stipendio così. Pensi gli effetti che possono avere tali programmi sui giovani cui viene sventolato sotto il naso uno stipendio per un anno a sei cifre (100.000) per intenderci, moltiplicato 12 = 1.200.000 €. Quanto ci mette Lei Luca a guadagnare tale cifra? Forse 100 anni? Non Le sembra che ci sia qualcosa che possa urtare il comune senso civile e morale? Poi il fatto che il concorrente non abbia nemmeno un diploma lo si vede e soprattutto si sente. Sarà sicuramente un bravo venditore, ma se si fa un giro per i mercatini rionali capirà che ci sono milioni di talenti per le strade d’Italia. E poi ci tengo a sottolineare a Lei e agli altri gentili commentatori, che ringrazio ancora, che i veri talent show sono le persone come Lei, come me, come tutti gli italiani che percepiscono 1000 euro al mese e riescono in qualche modo a restare magicamente a galla, soprattutto di questi tempi. Noi siamo quelli che mandano avanti il Paese. Vedrà che alla fine vincerà il ragazzo cui è morto il padre per il dissesto economico.

      Grazie ancora Luca per il Suo intervento.

      Paolo Maria Coniglio
  • Di (---.---.---.75) 18 ottobre 2012 16:47

    La tv al giorno d’oggi propone programmi altamente diseducativi. Non voglio però essere il bigotto di turno che mistifica i programmi un po’ più frivoli, divertentie non impegnati. Se la tv fosse fatta solo ed esclusivamente da programmi culturali, di vera informazione, forse non ci sarebbe mai stato un seguito a questo potentissimo mezzo di comunicazione. Il giusto sta nel mezzo. La tristezza della tv di oggi, almeno in Italia, è che i programmi di vera informazione sono numericamente inferiori rispetto a quelli ’disimpegnati’. Non c’è un equilibrio. Ecco quindi che il sottoscritto spesso preme il tasto rosso del telecomando, spegne la tv e se ne va a letto. Ma se il sottoscritto un’altra sera prefeisce guardarsi un programma disimpegnato, avrà l’imbarazzo della scelta, e mi capita. Ma questo non si chiama equilibrio di contenuti e di informazione. Il problema sta per via del dio Audience. Se un programma parla di, che ne so, arte, ingegneria, filosofia, libri, medicina, al 90% chiude baracca e burattini in men che non si dica. Allora certi canali hanno cercato di dare una sorta di spettacolarizzazione a programmi altrimenti scarsamente di successo, penso a Ballarò, Porta A Porta, L’Ultima Parola, Piazza Pulita, Servizio Pubblico, L’Infedele. Tutti programmi di successo (non sto dando un parere su questi programmi ma sulla loro tipologia, che li accomuna), perchè condotti da gente di successo (nel bene e nel male), e di carattere. E’questa a mio parere la giusta via per sbarazzarsi dei vari reality e programmi simili (che devono esserci ma non dovrebbero avere un peso così elevato a livello di programmazione). La colpa di chi è? Ma ovviamente del business, la tv, è un’azienda, e il concetto di informazione vera va spesso a farsi benedire. Servizio Pubblico, l’esempio da seguire seocondo me, quest’anno andrà in onda su LA7, perchè? Ma perchè LA7 sbaraglierà la concorrenza in termini di ascolti, sapete cosa frega a LA7 dei temi discussi da Santoro a Servizio Pubblico? Zero ovviamente. Business, ascolti, questa è la priorità e direi anche che è ovvio, è lo scopo di qualsiasi azienda, si potrà un giorno arrivare ad un ’business etico’? Penso sia un tema importante. Parlando di business (parola abusata nel programma di Briatore), mi riallaccio a The Apprentice. Mi metto nei panni dell’azienda che vuole lanciare un tipo di programma del genere: chi sarà il presentatore? Come realizzare il programma per cercare di incrementare gli ascolti?. Chiamiamo Montezemolo? Agnelli? Della Valle? Non se ne parla. Sono imprenditori seri, non avranno di certo tempo da perdere in un programma televisivo. Prendiamo invece un imprenditore che è un personaggio e può garantire ascolti: Briatore ci azzecca a pennello. Tra l’altro cosa ha da fare Briatore nella vita? Boh. Troviamogli un impiego no? Insomma un qualsiasi imprenditore vero non sprecherebbe tempo prezioso in un reality tv. E qui, la scelta è corretta. Io ho avuto modo di vedere una delle puntate di The Apprentice e sinceramente, lo trovo spassoso. Però, c’è modo e modo di porsi di fronte ad un programma del genere. Intanto non ci vuole un genio per capire che è tutto enfatizzato: Briatore...Il boss, ah ah ah. Briatore che dà insegnamenti di vita lavorativa! Ah ah ah...andatevi a vedere la pagina Wikipedia e vi accorgerete che da Briatore c’è veramente poco, pochissimo da imparare. Questo anni fa era praticamente un delinquente. Ha avuto molta fortuna nella vita, ma qualsiasi persona che comincia come ha cominciato lui, non farà di certo successo, anzi. Bisogna porsi in un certo modo per guardare certi tipi di programmi e se uno si pone nella prospettiva che Briatore è un esempio di vita da seguire, di certo non è una persona intelligente. Io dico "facciamoci 4 risate", consapevole del fatto che Briatore in una scala di esempi da seguire, da 0 a 100 sta molto al di sotto dello zero. 


    • Di (---.---.---.217) 18 ottobre 2012 19:01

      Buona sera xxx.75, io prediligo sempre chi si firma, almeno attribuisco un nome al mio interlocutore. Concordo con Lei anche sul fatto che da Briatore non ci sia molto da imparare. l problema è che lui si sente un boss e lo ha ampiamente dimostrato anche al programma della Bignardi "Le invasioni barbariche" che ho tramutato in "Gli invasati barbarici".Per quanto riguarda i riferimenti che Lei fa a Montezemolo, Agnelli e Della Valle io farei un distinguo preciso: le ricchezze che hanno sono frutto di generazioni, sono ricchi da sempre. Briatore è un arricchito. Anche Riina se guardiamo bene, a parte la location di cui gode ora, è un arricchito. Due modi ben distinti di fare i quattrini nemmeno minimamente paragonabili vero? Tutti e due hanno dei fans, Lei lo sa questo immagino. Con questo ciò che voglio significarle è sempre il messaggio che passa. Per il resto mi faccio volentieri la risata con Lei.

      Grazie per l’intervento e buona vita

      Paolo Maria Coniglio
  • Di (---.---.---.48) 18 ottobre 2012 17:41

    In una democrazia - mediatica - come quella che tutti noi stiamo contribuendo ad alimentare e espandere, esistono e vengono diffusi prodotti culturali (nel senso lato della parola) di ogni tipo. Questo, in linea di massima, è un bene. La censura è il vero nemico.

    Il problema nasce è diventa serio quando la società vede la realtà solo attraverso le "lenti della televisione". Cioè, quando le persone comuni (io sono tra questi), con una vita normalissima, con problemi comuni, incomincia a confrontarsi e copiare i - modelli di plastica dei nuovi eroi -.
    La vita di ognuno di noi non è mai replicabile con uno stampino. La vita è un insieme di circostanze così complesse e numerose che ogni piccola mutazione nei suoi elementi ne cambia completamente il percorso.
    Al contrario, i mass-media hanno imposto un modello di essere umano vincente: bello e snello, ricco, vincente, sicuro e coraggioso.
    L’uomo non-televisivo ha quindi due alternative: o vivere nello sconforto e nella depressione del NON (non sono ricco, non sono bello, non sono snello, non sono coraggioso), oppure pensare che la "diversità umana" è una delle cose più belle della natura, al pari della diversità biologica degli altri esseri viventi.
    Forse non è un caso che i più grandi pensatori della storia siano nati prima dell’avvento
    della televisione. Traevano ispirazione dalla natura e dall’animo umano (complesso e profondo).
    Finché esisterà il telecomando, io rimango ottimista!
    Alfonso Albano
    • Di (---.---.---.217) 18 ottobre 2012 19:15

      Buona sera Alfonso, grazie anche a Lei per il Suo intervento. Concordo con Lei che la censura sia il vero nemico. Anche sul fatto che la vita di ognuno di noi non sia replicabile è corretto anche se solleverei la questione dei giovani: oggi non abbiamo esempi da seguire ne culturali, ne ideologie ne tanto meno politiche. I giovani, in questo senso sono allo sbando. Osservi l’abbigliamento dei giovani, come si muovono, come parlano. Sono tutti uguali, o molto simili. La ritengo un’implosione di personalità adolescenziale che non trova il giusto sbocco. Loro non ne hanno colpa, anzi fa loro onore di riuscire a studiare e muoversi ancora in uno scenario come il nostro di oggi, lo penso e lo dico col cuore in mano e tanta pena. I mass-media, coi modelli da Mulino Bianco o come giustamente Lei descrive, a mio avviso non contribuiscono alla formazione e alla determinazione delle persone. La lente della televisione che Lei indica, non da tutte le persone è utilizzata nel modo corretto. Ciò che ammiro in Lei, Alfonso, è il suo ottimismo. La televisione oggi è diventato l’alibi per fuggire dalla realtà ed immergersi in un paesaggio onirico che sta soffocando la cultura, la riflessione, gli ideali, la politica e sta plagiando le persone, tutte. Ma questo è lo specchio dei tempi, della recessione, della crisi economica e non solo. 


      Buona vita

      Paolo Maria Coniglio
  • Di (---.---.---.148) 18 ottobre 2012 23:46

    A mio modesto parere il programma è valido da un punto di vista del montaggio (ben sintetizzato nelle sue fasi). Briatore "recita" bene la parte del titolare, come pure i relatori delle HR rispondono in toto a quelli reali (il mestiere più difficile è il genitore, il secondo giudicare e valutare persone = per me entrambe dovrebbero essere affrontate con passione più che professione, tuttavia nella realtà ....), e nelle aziende private piccole/medie/grandi alcuni aspetti sono rispondenti (quando c’è da assumersi responsabilità di errori ......). E queste situazioni le viste e vissute sia quando ero apprendista che da quadro direzionale ....... da 6 anni sono libero professionista (dopo 25 da dipendente in aziende private) e la differenza è proprio nella dicitura sottolineata.

    Per me non hai considerato questo punto di vista: propedeutico per chi potrebbe pensare a facilità di carriera a prescindere dai risultati (o se preferisci produttività aziendale) o che la fortuna è stata la dote principale di chi è riuscito ad emergere.
    Non vuole e non deve essere un programma esempio del mondo del lavoro, ma mettere in luce certe circostanze caratterizzanti le aziende private, morale: tra la tanta TV spazzatura questo uno spiraglio di luce rispondente alla realtà la dà.
    Cordialmente,

    Silvio Pioppi
    • Di Paolo Maria Coniglio (---.---.---.178) 19 ottobre 2012 20:22
      Paolo Maria Coniglio

      Buona sera Silvio, non sono in sintonia con Lei. Briatore non recita una parte,è così lui. L’unica nota positiva, e qui mi espongo, del programma è l’analisi corretta che il gruppo di lavoro ha fatto dei finalisti. Ripeto il mio concetto è la mancanza di rispetto per lo stipendio proposto e le tante ma tante famiglie che non arrivano a fine mese. Un commentatore di questo bellissimo forum, ha detto di percepire 1000 euro al mese. Chi vincerà percepirà 1.200.000 euro in un anno, minimo. Al nostro amico ci vogliono 100 anni per guadagnarli!!!! Pensi lei un venditore pagato in questo modo ma dove siamo??? E un medico che salva le vite cosa lo paghiamo allora? Basta con questi messaggi errati e distorsivi della realtà! 


      Grazie per il commento Silvio e buona vita

      Paolo Maria Coniglio
    • Di (---.---.---.148) 20 ottobre 2012 13:07

      Buongiorno Paolo Maria,


      la ringrazio per l’attenzione. Evidentemente la mia scrittura commerciale è poco chiara, ho messo le " virgolette " alla parola "recita" proprio per esprimere il Suo stesso concetto.
      Ho inteso il Suo punto di vista per quanto concerne l’immoralità del premio (sarebbe poi interessante sapere i compiti del vincitore ed i contenuti reali del contratto), mi permetto di rilevare che l’argomento è di una vastità oceanica, la mia vuole essere una testimonianza con tutto il rispetto per chi non ha avuto l’onere e l’onore del mio percorso professionale in aziende private (nb dopo gli studi ho lavorato un anno come facchino c/o una co-operativa, 5 anni in un’ azienda dove nel primo anno ho avuto il piacere di dipendere da una professionista con la P maiuscola, che lasciò l’azienda xchè la stessa non prevedeva possibilità di crescita nonostante gli enormi utili, e questi erano gli anni 80’.....). 
      Provo ad espormi con un concetto esternato più di 20 anni fà: l’unica vera soluzione per debellare il sistema Italia, dal punto di vista sociale, sarebbe quella di appaltare tutto il sistema politico per 5 anni a tecnici esteri nord europei (esempio austriaci) con delega illimitata ....... a distanza di tanto tempo, purtroppo non ho avuto elementi per cambiare idea, anzi, nel geo-marketing penso di vivere in nordafrica.........
      Spero di non essere andato fuori tema e la saluto molto cordialmente.

      Silvio Pioppi
  • Di (---.---.---.193) 19 ottobre 2012 07:31

    Egregio Signor Paolo Coniglio, la ringrazio per la Sua risposta. Ma non mi invidi: il mio ottimismo potrebbe essere il primo segnale di disturbi mentali ancor più gravi. 

    Giusta osservazione sul mondo dei giovani. Sono d’accordo.
    Se mi permette vorrei dare un ulteriore contributo alla discussione. Ho avuto modo di seguire alcune puntate di un programma televisivo sulle reti Mediaset dove adulti (oltre i quarant’anni e passa) si sceglievano una compagna/o offrendo uno spettacolo più vicino alla "fiera del bestiame" che ad un luogo per appuntamenti. Lo stesso programma era poi replicato per i giovani. I comportamenti degli adulti e dei giovani era gli stessi. 
    Quello che mi ha colpito è stato proprio questo: i comportamenti delle persone in televisione sono uguali a prescindere dell’età. Che modello potrebbe offrire mai un adulto che veste come un ragazzino e che si comporta come un ragazzino. Per non parlare poi della paura dell’ultima stagione della vita. Io non ho mai capito perché donne (e anche uomini) abbiano questa fobia così profonda e radicata delle rughe. Tra una ruga e un "viso da alieno", mi tengo la ruga.
    Cordiali saluti
    Alfonso Albano
  • Di (---.---.---.193) 19 ottobre 2012 07:55

    Mi permetto di non condividere il commento del lettore Signor Pioppi. Non sono d’accordo sull’affermazione che nelle aziende private è difficile fare carriera a prescindere dai risultati o dalla fortuna. 

    Le comunità che vivono dentro il perimetro delle organizzazioni aziendali, replicano esattamente gli scambi socio-culturali delle comunità che sono al di fuori di questo perimetro. 
    Il caso (inteso come evento probabilistico) e la natura dei sentimenti umani dominano anche la vita delle organizzazioni economiche. Non averne tenuto conto è stato uno degli errori più gravi delle dottrine economiche ed aziendali. I modelli teorici della - razionalità degli agenti economici - sono miseramente falliti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. 
    Il problema è troppo complesso per poterlo affrontare in due righe ed esula dal contenuto dell’articolo del Sig. Coniglio.
    Cordiali saluti
    Alfonso Albano

    • Di (---.---.---.148) 19 ottobre 2012 10:43

      Buongiorno Sig. Albano,


      la ringrazio per il commento e vorrei essere certo di essermi espresso bene: i risultati e la produttività aziendale sono elementi fondamentali per la carriera aziendale e dovrebbero muovere sia la gratificazione economica che morale. Viceversa la fortuna è una variabile meno determinante (certo aiuta, ci mancherebbe, ma non basta).
      Mi permetto di dirle che il mio più che un commento vuole essere una testimonianza che associa qualche passaggio di vita al programma: condivido che l’argomento è troppo complesso per affrontarlo in poche righe.
      Cordialmente.
      Silvio Pioppi
  • Di (---.---.---.12) 19 ottobre 2012 11:12

    Egregio Sig. Pioppi, forse sono io che sono stato poco chiaro. Sono d’accordo con Lei che - risultati e produttività - sono elementi necessari e facilmente misurabili per "pesare" il successo aziendale. 

    In assenza di misurazioni obiettive, l’emozione prenderebbe il posto della ragione (emozione intesa anche come simpatia). 
    Non è assolutamente immaginabile pensare di valutare le aziende (o le sue risorse umane) senza aver letto, in via preliminare, almeno un documento contabile di quest’ultime. 
    Detto questo, mi riferivo al fatto che una corretta informazione (o rappresentazione di essa) sulla vita degli organismi aziendali, non può non tener conto che il caso o la fortuna (vanno bene entrambe le definizioni) spesso gioca un ruolo determinante.
    Ovviamente, non si può chiedere ad un programma di intrattenimento di approfondire tematiche che coinvolgono diversi ambiti disciplinari (nessuno lo guarderebbe più).
    La Sua testimonianza ha un valore assoluto: viene dall’interno e quindi conosce direttamente la realtà aziendale. 
    Sono dannosi solo i commenti copia/incolla di luoghi comuni e altre banalità.
    Grazie per avermi risposto.
    Cordiali saluti e buon lavoro
    Alfonso Albano
  • Di (---.---.---.115) 19 ottobre 2012 11:21

    A me il programma piace, quei ragazzi non sono delle persone che non hanno mai fatto niente nella vita e che non lo vorranno mai fare. In questo programma ci sono delle persone che meritano di essere lì, sono laureate, hanno fondato un’azienda ecc ecc... Non dico che l’autista di autobus tipo o la cassiera tipo non si facciano il cosidetto "mazzo" per portare a casa lo stipendio ma quelle sono persone che amano lavorare, hanno dimostrato che con l’impegno puoi arrivare in alto (tra i concorrenti c’è anche uno che non ha il diploma) e se ti piace la cosa che fai allora puoi andare lontano. Poi che siano squali che si mangiano l’un l’altro per andare avanti è vero ma non so dove lavorate voi però ma, chi più chi meno, in tutti i posti di lavoro ci sono gli squali.

    Poi che il "boss" lo faccia Briatore può essere condivisibile o meno però penso che se ci fossero più "apprendisti" così e meno furbetti o scansafatiche molte aziende avrebbero una bella accelerazione in avanti.

    Edoardo
  • Di (---.---.---.12) 19 ottobre 2012 11:40

    Egregio Signor Edoardo, mi permette farle una domanda? Secondo il suo parere, per arrivare in alto basta solo l’impegno e l’amore per il proprio lavoro? quanto vale un titolo di studio per fare carriera all’interno di una qualsiasi azienda? quanto incide il caso (probabilità) nella dotazione iniziale delle opportunità lavorative?

    La mia domanda non è provocatoria. Rispetto il suo commento. Sono solo interessato ad ascoltare opinioni altrui per un mio interesse professionale e culturale alla materia.
    Se non mi risponde, non mi offendo.
    Grazie
    Alfonso Albano

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