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Il rapporto della Caritas che sancisce il disastro economico del governo Meloni

L’Italia di Giorgia Meloni sta tornando a essere l’Italietta degli anni Cinquanta, quella in cui se possedevi un motorino scassato eri pure ricco. A dirlo è un rapporto della Caritas che parla di quasi sei milioni di persone in povertà assoluta e di un aumento delle persone costrette a ricorrere ai servizi sociali per non morire di fame. 

Meloni si dondola nella sua propaganda, seduta sulla poltrona vellutata di Palazzo Chigi dove è facile perdere il contatto con la vita quotidiana. Parla di una nazione che viaggia a gonfie vele, di una crescita record, di una situazione economica sfavillante, ma la realtà la “schiaffeggia” e la sbeffeggia. I dati sono impietosi: l'Italia è il settimo Paese europeo per incidenza di persone a rischio povertà o esclusione sociale, davanti a noi ci sono solo Bulgaria, Romania, Grecia, Spagna, Lettonia e Lituania. 

Chi pensa che questa debacle riguardi solo i disoccupati che in una nazione sviluppata nemmeno dovrebbero esserci, sbaglia. E anche di grosso. Il rapporto della Caritas narra che il lavoro non rappresenta più una panacea contro la povertà, perché in Italia il venti per cento dei lavoratori italiani hanno un reddito troppo basso per vivere in modo adeguato. Un problema che ha causato una perdita del potere di acquisto degli italiani del nove per cento: un dato peggiore tra tutti i Paesi del G20.

La povertà economica, la precarietà occupazionale, gli stipendi contatti con il contagocce hanno inevitabilmente avuto ripercussioni anche sulla spesa sanitaria. La Caritas dice che sei milioni di italiani, ovvero il dieci per cento del Malpaese, hanno rinunciato a curarsi. Chi può permetterselo si reca nelle cliniche private, chi non può permetterselo ha tre alternative: mettersi in liste d’attesa caratterizzate da tempi biblici, curarsi da solo o affidarsi alla Divina Provvidenza con i suoi miracoli.

I numeri elencati smontano il racconto da Paese dei Balocchi raccontato da Giorgia Meloni ai media genuflessi. I dati della Caritas dicono che qui le cose vanno in senso contrario a quanto decantato da una premier che al governo ci sta per grazie ricevuta e non per chissà quali meriti e competenze. Una capa del governo che anziché sconfiggere la povertà l’ha promossa, cancellando i sussidi per i disoccupati, affossando il salario minimo per i lavoratori e tagliato il welfare e la sanità pubblica. E tutto questo sta succedendo mentre il governo riesce a trovare miliardi per aumentare le spese militari. Un disastro davanti al quale chi dice che questo governo sta facendo bene è perché, evidentemente, ha la pancia sazia e le tasche piene. 

Foto Governo.it

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