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Sette, propaganda e disinformazione. Due culti cinesi nella guerra psicologica

Dal Falun Gong alla Chiesa del Dio Onnipotente, passando per think tank italiani, ballerini sfruttati e denaro opaco: un'indagine sui culti religiosi cinesi che, tra diritti violati e operazioni ideologiche, muovono milioni e influenzano la geopolitica globale

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Figura 3
- Manifesto pubblicitario di SHen Yun

Una macchina di disinformazione globale

Nel 2019, un’inchiesta dell’emittente NBC News ha acceso i riflettori su una realtà poco conosciuta al grande pubblico ma estremamente influente nell’ecosistema mediatico della destra americana: il giornale The Epoch Times. Secondo l’indagine, il quotidiano risultava essere, dopo il comitato elettorale ufficiale, il maggiore finanziatore pubblicitario della campagna di Donald Trump.

Apparentemente una testata d’informazione, The Epoch Times è in realtà molto più di un semplice giornale. Dietro le sue pubblicazioni si cela il movimento religioso cinese Falun Gong, noto per la sua ostilità al Partito Comunista Cinese, dal quale è duramente perseguitato. Il giornale – che pubblica in decine di lingue e ha sedi in tutto il mondo – si è trasformato negli ultimi anni in una delle più potenti piattaforme mediatiche della destra estrema internazionale, sostenendo attivamente cause, candidati e teorie cospirative.

Durante le elezioni presidenziali americane del 2020, The Epoch Times è stato tra i principali diffusori di contenuti falsi relativi a presunti brogli elettorali, contribuendo a rafforzare la narrativa del “furto” dell’elezione ai danni di Trump. Non solo: il giornale ha anche amplificato QAnon, la teoria cospirativa infondata secondo cui un’élite satanista e pedofila governerebbe il mondo, e Trump ne sarebbe il messianico antagonista.

Nel 2020, The New York Times ha definito The Epoch Times una vera e propria macchina di disinformazione su scala globale. Secondo Media Matters for America, organizzazione di monitoraggio dei media statunitensi, l’obiettivo della testata non è il profitto, bensì la conduzione di un’operazione d’influenza a lungo termine, volta a promuovere sentimenti anti-cinesi e destabilizzare la fiducia nelle istituzioni democratiche occidentali.

Il giornale pubblica oggi in 36 paesi, sotto l’egida di una rete internazionale di organizzazioni non profit, formalmente indipendenti ma in realtà riconducibili all’universo Falun Gong. I finanziamenti dietro questo vasto apparato, tuttavia, rimangono opachi. Nonostante l’ampiezza delle sue campagne pubblicitarie e dei suoi investimenti, non è chiaro da dove provengano le risorse economiche che sostengono le sue attività.

Un’idea delle sue potenzialità finanziarie l’ha offerta Steve Bannon, ex stratega di Trump e figura chiave della Nuova Destra americana, che ha collaborato con il movimento nella realizzazione di un documentario per New Tang Dynasty TV (NTD), altro organo mediatico legato al Falun Gong. In un’intervista, Bannon ha dichiarato di avere avuto l’impressione che i suoi interlocutori disponessero di “risorse illimitate”.

In un’epoca in cui le linee tra informazione, propaganda e fede si fanno sempre più sfumate, capire chi paga per dire cosa diventa essenziale per difendere l’integrità del dibattito pubblico.

Tra intelligence, criptofondi e opacità finanziarie

Le frequenti illazioni fatte negli anni, quindi non solo durante la presidenza Trump, circa un legame tra il culto cinese e la CIA in funzione anti-cinese si appoggiano a notizie sporadicamente filtrate e riportate dalla stampa. Già nel 2010, infatti, il Washington Post dava notizia di un finanziamento di 1,5 milioni di dollari da parte del Dipartimento di Stato americano al Global internet freedom consortium, con sede negli USA, ma legato al movimento spirituale Falun Gong. Molto più recentemente, nel 2021, i media americani hanno parlato di un sovvenzionamento da parte del Dipartimento di Stato ad un team di elaborazione di software di proprietà di Falun Gong. Stranamente, vi è coinvolto proprio Steve Bannon.

Nel giugno 2024, il direttore finanziario di Epoch Times, Weidong Guan, è stato arrestato per presunto coinvolgimento in un programma pluriennale di riciclaggio di denaro che coinvolgeva almeno 67 milioni di dollari in fondi acquisiti illegalmente. Secondo l’atto d’accusa, Guan avrebbe utilizzato una piattaforma di criptovalute per acquistare carte prepagate con fondi illeciti, tra cui sussidi di disoccupazione, approfittando di un prezzo ribassato. Un particolare curioso è che, all’indomani dell’arresto del direttore finanziario, il leader spirituale del Falun Gong, Li Hongzhi, ha pubblicato due articoli in evidenza sulla homepage di Epoch Times, rivolgendosi in modo apparentemente diretto alla dirigenza della testata.

«Pensavate che fosse difficile combattere la persecuzione del PCC senza fondi, e volevate raccogliere denaro per questa causa; pensavate che il governo degli Stati Uniti sarebbe stato comprensivo se qualcosa non fosse stato gestito nel modo giusto», scrive Li in un articolo pubblicato il 5 giugno . «Ma questo era un vostro pensiero».

Il fondatore del movimento sembra voler prendere le distanze dai vertici del quotidiano, che avrebbero orchestrato la truffa senza il suo coinvolgimento diretto. Li però richiama, tradendola, la missione principale della pubblicazione – denunciare la persecuzione del Falun Gong in Cina – e accenna alla presunta convinzione della dirigenza che eventuali illeciti sarebbero stati tollerati, in nome della causa.

Resta però una domanda aperta: su quale presunto tacito accordo si fondava l’idea che un’operazione di riciclaggio condotta da una setta cinese potesse contare sulla comprensione del governo americano? L’inchiesta aperta nel distretto di New York ha inevitabilmente sollevato interrogativi e imbarazzi.

Stazioni di Polizia segrete e rete informativa

Per comprendere come avviene un'opera di influenza, riporto qui un fatto piccolo (ma forse nemmeno poi così piccolo) ma estremamente significativo dal punto di vista della rilevanza politica internazionale: nel 2022, i principali quotidiani internazionali, ma soprattutto italiani e canadesi, hanno pubblicato una notizia allarmante sulla proliferazione di stazioni di polizia segrete cinesi sparse per il mondo, incaricate di monitorare i connazionali all'estero. L'allarme si basa su un rapporto dell'organizzazione non governativa Safeguard Defenders con sede a Madrid, il cui personaggio principale è Peter Dahlin, co-fondatore dell'organizzazione insieme a Michael Caster. È bastata una rapida ricerca su Google per scoprire che Dahlin scrive per Epoch Times (Figura 72).

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Figura 1
- scheda del fondatore di Safeguard Defenders sul giornale The Epoch times

Figura 1 (dal sito di Epoch Times)

Ciò significa che la questione delle stazioni di polizia cinesi è un falso? Non possiamo dirlo. Potrebbe benissimo essere vero, almeno per quanto ne sa una persona esterna a certe dinamiche di intelligence. Che il governo cinese impieghi pratiche opache e sistemi di controllo extraterritoriali non è improbabile. Tuttavia, è opportuno sottolineare che agenzie e organismi nazionali e sovranazionali agiscono sulla base di informazioni provenienti anche da organizzazioni legate a un culto che è stato descritto come una macchina di disinformazione su scala mondiale. La validità delle denunce non dovrebbe dipendere da fonti compromesse o da attori ideologicamente motivati, poiché questo inquina il discorso pubblico e fornisce al governo di Pechino una scusa per etichettare ogni accusa come propaganda nemica. 

Ballando con le sette

Un altro culto cinese è però venuto alla ribalta scalzando il Falun Gong. Si tratta della Chiesa del Dio Onnipotente, o Lampo d'Oriente, definita il movimento religioso più perseguitato nel mondo. Anche di questo culto sono ignoti i finanziamenti, che devono essere ben maggiori di quelli di Falun Gong, perchè questo movimento che venera in una donna cinese la reincarnazione di Gesù Cristo è noto per una intensa produzione artistica che include film, canzoni, balletti, musical, show vari in quantità sbalorditiva e di ottima qualità esecutiva.

Non è chiaro dove la Chiesa del Dio Onnipotente, un culto minoritario e perseguitato, trovi le enormi somme di denaro necessarie a produrre una tale quantità di materiale artistico, realizzato con grande professionalità (tra l’altro tradotta in quasi tutte le lingue del mondo, in cui è doppiato con eguale professionalità). Si tratta di un impegno immane di figure come registi, attori, sceneggiatori, scenografi, autori, ballerini, coreografi, costumisti, cantanti, traduttori, doppiatori, cameramen, montatori, ecc. Il denaro necessario è enorme e l’organizzazione complessa: difficoltà logistiche, teatri di posa, prove, le ore di pratica incompatibili con l’attività quotidiana di un non professionista, ecc…

Video - Uno delle migliaia di balletti e musical prodotti dalla Chiesa di Dio Onnipotente (da YouTube)

E' interessante che anche Falun Gong mostri interesse per la danza. Infatti questo culto New Age possiede addirittura una compagnia di danza che è in costante tour per il mondo, Shen Yun. La compagnia è accusata di promuovere le dottrine del culto e visioni reazionarie, contro l'evoluzione e la scienza in generale. Nel 2024 Il New York Times ha pubblicato una inchiesta in cui si dimostra che Shen Yun ha accumulato ingenti ricchezze sfruttando i ballerini, sottpagandoli e mostrando nessuna attenzione al loro benessere ed alla loro salute. Una ex ballerina ha poi intentato una causa per accuse di lavoro forzato e tratta di esseri umani presso il tribunale federale di White Plains (New York). Secondo la causa, Shen Yun instillerebbe l'obbedienza nei suoi ballerini attraverso la confisca dei loro passaporti, escludendoli dai media esterni, minacciandoli di denunciarli come spie del governo cinese, e altre umiliazioni, tra cui le sessioni di critica pubblica.

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Figura 2
- Un balletto della Chiesa del dio Onnipotente

Figura 2 - (dal sito di Shen Yun)

Crociati dell'inganno: il sostegno delle reti integraliste occidentali

Una delle star dei film della Chiesa del Dio Onnipotente è Li Yanli, che il 3 Novembre del 2023 ha inscenato un tentativo di suicidio all'aeroporto di Madrid per non farsi rimpatriare in Cina. Benché si trattasse di una aderente ad un culto molto lontano dal cattolicesimo, a sostenere la sua causa è stato un vasto fronte dell'estremismo cattolico che è riuscito a raccogliere oltre 60mila firme da sottoporre ai magistrati per una petizione al fine di conceder l'asilo politico all'attrice. Di quel vasto fronte faceva parte l'associazione “Abogados Cristianos”, una lobby ultracattolica, strettamente connessa col partito di estrema destra Vox ma anche con lobbies fondamantaliste quali a CitizenGoHazteOir o ElYanque, di cui HazteOir sembra essere solo una organizzazione-schermo. 

Nel 2021 Wikileaks ha pubblicato "The Intolerance Network", composto da 17.000 documenti che illustrano i rapporti tra CitizenGO, HazteOir, il partito di estrema destra Vox e la organizazzione occulta El Yunque. Quest'ultima è una società segreta messicana di estrema destra organizzata come un corpo paramilitare e che ha come obiettivo il ripristino del Regno di Cristo. In pratica, il medesimo programma di Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), l'organizzazione tradizionalista cattolica fondata da Plinio Correra de Oliveira. De Oliveira sosteneva che il cristianesimo avesse subito un drammatico declino spirituale a partire dal XV secolo, a causa della diffusione dell'egualitarismo sociale e del liberalismo morale, che avevano posto fine alla rettitudine che aveva caratterizzato la società medievale. 

De Oliveira era il fautore di un programma per la "restaurazione dell'ordine", che veniva descritto come un ritorno a una

civiltà cristiana, austera e gerarchica, fondamentalmente sacra, antiegualitaria e antiliberale.

La TFP è rimasta fedele a questo obiettivo partecipando attivamente agli sforzi delle forze reazionarie per deporre i presidenti eletti democraticamente in America Latina, a partire dai colpi di stato in Brasile nel 1964 a quello di Pinochet in Cile nel 1973. Margareth Power scrive che la TFP ha mantenuto una "relazione di reciproco sostegno" con la dittatura di Pinochet per diciassette anni, giustificando la violazione dei diritti umani con la necessità primaria di combattere il comunismo. 

Penny Lernoux sottolinea che le azioni della TFP erano in linea con gli obiettivi della statunitense Central Intelligence Agency (CIA) , che non solo ha sostenuto il colpo di stato, ma sembra addirittura aver finanziato la TFP per il suo lavoro contro la democrazia in Cile (pagina 297). Ci sono persino resoconti di campi di addestramento di arti marziali a Rio de Janeiro per membri della TFP, dell'esercito e della polizia.

In quegli anni, la TFP strinse legami con la World Anti-Communist League (WACL) che, secondo Benjamin A. Cowan , era "un'organizzazione segreta e spesso discutibile le cui attività nella seconda metà del XX secolo spaziavano dalla diffusione del panico al sostegno palese o occulto al terrorismo di destra" (pagina 156). Il quinto congresso della WACL, tenutosi a Manila nel 1971, fu ospitato dal dittatore Ferdinand Marcos e vi parteciparono le delegazioni brasiliana e argentina della TFP (Power, op.cit., p. 98).

Negli anni '80, la TFP estese ulteriormente la sua portata co-fondando l' International Policy Forum del teorico della Nuova Destra statunitense Paul Weyrich.

E' quindi interessante leggere quanto scritto nel rapporto "Crociati odierni in Europa", prodotto per il European Parliamentary Forum for Sexual & Reproductive Rights, circa la situazione spagnola:

[...] nel 2003 è apparsa una nuova organizzazione chiamata Hazte Oir che sembra avere molte caratteristiche spesso associate a TFP, comprendenti: mobilitazione di base combinata con raccolta fondi, molteplicità di branding, sensibilizzazione dei giovani, gli stessi contatti statunitensi, intensi contatti con altre organizzazioni di TFP e, infine, pressioni tradizionaliste sulla Chiesa Cattolica. Diverge dalle caratteristiche di TFP principalmente nel suo marchio e, seppure di ispirazione cattolica, Hazte Oir non è in nessun modo un movimento religioso, e non ci sono riferimenti a Corrêa de Oliveira. Hazte Oir (letteralmente, “fatti sentire“) svolge un ruolo di “cane da guardia” nella vita politica spagnola e ha lanciato una piattaforma di mobilitazione sociale CitizenGo che sembrerebbe essere una versione digitale del 21° secolo della tecniche di corrispondenza diretta in cui TFP è stata pioniere negli anni ‘70. Hazte Oir potrebbe essere la reincarnazione di TFP-Covadonga (nome della filiale spagnola di TFP, ndr) in un diverso contesto in cui ci sono limiti su come può mostrare apertamente le sue affiliazioni in Spagna. Che Hazte Oir faccia formalmente parte della famiglia TFP o no, comunque condivide molte delle caratteristiche delle organizzazioni TFP e occupa la stessa nicchia. (neretto mio)

Del resto, esponenti di un'altra organizzazione strettamente collegata con TFP, per il tramite di Alleanza Cattolica  , cioè il Centro Studi Nuove Religioni (CESNUR), fanno esplicite apologie a CitizenGo, definita anche "benemerita organizzazione.

Fondata nel 1968 e ispirata al pensiero tradizionalista di Correa de Oliveira, Alleanza Cattolica è un’associazione che ha avuto tra le sue figure più rilevanti l’avvocato Massimo Introvigne, che ne è stato a lungo il leader. È proprio quest’ultimo, nel 1988, a dare vita al Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR), un’organizzazione che si presenta come centro di ricerca indipendente sui cosiddetti “nuovi movimenti religiosi”, dichiarandosi estranea a qualsiasi legame confessionale.

Nel corso degli anni, il CESNUR si è affermato come uno degli attori principali nella difesa della “libertà religiosa”, intervenendo sistematicamente in difesa dei culti quando questi sono oggetto di critiche. Il centro – insieme ad alcune ONG a esso collegate – sostiene che anche i gruppi religiosi controversi, spesso etichettati come “sette”, andrebbero tutelati da quella che definisce una forma di “panico morale”, alimentato da un presunto “movimento anti-sette” ostile alla libertà di credo.

In questo contesto, la posizione del CESNUR si distingue per una netta negazione dell’esistenza della manipolazione mentale, spesso rigettata come concetto pseudo-scientifico. Una visione che, a ben vedere, richiama le tesi sostenute dalla Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP) – l’organizzazione fondata dallo stesso de Oliveira – negli anni Ottanta, quando fu essa stessa accusata di pratiche settarie. All’epoca, TFP pubblicò un pamphlet intitolato Brainwashing: A Myth Exploited by the New 'Therapeutic Inquisition', in cui si sosteneva che il lavaggio del cervello fosse un’invenzione di psichiatri e comunisti, utilizzata per colpire i movimenti religiosi non convenzionali.

Una linea, questa, che secondo alcuni osservatori non si limita a difendere la libertà religiosa, ma sottende obiettivi più ampi. Jeffrey M. Bale, esperto internazionale di estremismo e operazioni politiche segrete presso il Middlebury Institute of International Studies, non esita a parlare apertamente di un’agenda “sub rosa” da parte del CESNUR. Dietro una retorica apparentemente liberale, Bale intravede una campagna più ampia contro la laicità, condotta da quello che definisce un “attivista cattolico di destra” – riferimento al direttore del centro.

Nonostante queste critiche, in Italia il CESNUR continua a godere di largo prestigio, esercitando di fatto un monopolio sul discorso pubblico relativo ai nuovi movimenti religiosi. Un ruolo che, almeno nel panorama nazionale, sembra restare immune da contestazioni.

La fonte che sapeva troppo

Molte delle informazioni disponibili in Occidente sulle persecuzioni religiose in Cina, in particolare contro la Chiesa del Dio Onnipotente, provengono da una fonte italiana: Bitter Winter, una rivista quotidiana multilingue diretta da Massimo Introvigne e pubblicata dal CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni. Nonostante sia difficile reperire notizie dalla Cina – e non siano chiari nemmeno i finanziamenti del progetto – Bitter Winter è diventata una delle fonti principali per il Dipartimento di Stato americano, che la cita ripetutamente nei suoi report sulla libertà religiosa. Nel rapporto del 2021, ad esempio, la testata torinese è stata citata ben 85 volte, un primato di cui Introvigne si è, giustamente, pubblicamente vantato.

A chi ha sollevato dubbi sul fatto che una rivista italiana possa disporre di informazioni più dettagliate dei servizi segreti americani, Introvigne ha risposto candidamente che la sua rivista ne sa effettivamente più della CIA perché i cittadini cinesi sono disposti a parlare con i suoi redattori piuttosto che con le agenzie a cui la rivista le riferirà comunque in seguito.

Tuttavia, questa presunta capacità di intelligence non ha impedito al CESNUR di incorrere in clamorosi scivoloni. Uno dei più imbarazzanti riguarda il caso di Oleg Maltsev, sedicente scienziato ucraino e leader di un’organizzazione con sede a Odessa, con cui il think tank torinese ha stretto stretti rapporti. Dopo essere stato criticato da gruppi anti-sette in Russia e Ucraina, Maltsev ha ricevuto pieno sostegno da parte del CESNUR, secondo un copione ormai rodato: un culto accusato di abusi, un’accusa bollata come “panico morale” e una riabilitazione attraverso conferenze, scambi di visite e persino un numero monografico della rivista accademica del centro.

Nel 2018, Maltsev è stato celebrato come “scienziato” degno della massima attenzione, mentre lui stesso descriveva Introvigne come “una stella che brilla nel cielo di Odessa”. Nel 2016, lo studioso italiano era stato ospite in Ucraina per parlare delle “discriminazioni subite” dall’organizzazione di Maltsev. Ma dietro la facciata, i servizi di sicurezza ucraini avevano cominciato a indagare.

Nel 2024, l’intero impianto è crollato: Oleg Maltsev e il suo braccio destro, il giornalista Konstantin Slobodyanyuk, sono stati arrestati con accuse gravissime, tra cui estorsione, manipolazione di mezzi informatici, e soprattutto alto tradimento sotto legge marziale. Secondo l’intelligence ucraina, l’organizzazione di Maltsev era una cellula spionistica filorussa, composta da 23 membri con compiti ben definiti: assalto, ricognizione, comunicazioni e persino un cecchino. Il tutto, operante a favore della Russia nel pieno del conflitto con l’Ucraina.

Una beffa, se si considera che per anni gli stessi ambienti vicini al CESNUR hanno accusato i movimenti anti-sette di legami con Mosca.

La vicenda ha gettato una ridicola ombra anche su alcune figure che continuano a sostenere Maltsev. Willy Fautré, direttore dell’ONG Human Rights Without Frontiers, ha firmato un articolo di difesa in cui si ipotizza che il presunto complotto contro il leader ucraino sia stato ordito da scuole di arti marziali, preoccupate dalla disciplina da lui “inventata”. L’articolo è stato pubblicato su The European Times, una testata già segnalata per i suoi legami con Scientology.

Non è la prima volta che il CESNUR si trova al centro di controversie per la sua propensione ad assolvere qualunque gruppo religioso alternativo. Nel 2019, in occasione del Salone del Libro di Torino, il centro torinese assegnò i premi FIRMA (Festival Internazionale delle religioni, musica e arti) – pensati per onorare promotori del dialogo interreligioso – a varie personalità, tra cui Greg Mitchell, lobbista ufficiale della Chiesa di Scientology, e Naasón Joaquín García, leader della Chiesa Luz del Mundo. Poche settimane dopo aver ricevuto il riconoscimento come “paladino dei diritti umani”, García fu arrestato a Los Angeles con accuse gravissime: traffico di esseri umani, abuso su minori e produzione di materiale pedopornografico. Il processo si è chiuso con un patteggiamento e una condanna a 17 anni di carcere.

L’apologetica incondizionata di qualunque “nuovo movimento religioso” – purché in conflitto con l’“establishment laico” o con le organizzazioni anti-sette – sembra essere una costante dell’approccio del CESNUR. Ma alla luce di episodi come quello di Maltsev, viene da chiedersi dove finisca la libertà religiosa e dove inizi una rischiosa cecità ideologica.

Fra "splatter", disinformazione e propaganda

Uno degli orrori più discussi a proposito della Cina contemporanea riguarda il presunto prelievo forzato di organi da prigionieri di coscienza, in particolare da membri del Falun Gong e della Chiesa di Dio Onnipotente. Accuse gravi, che chiamano in causa direttamente il Partito Comunista Cinese, ma che – come spesso accade – si intrecciano con dinamiche ideologiche, opacità informative e attivismi tutt’altro che neutrali.

Già nel 2017, il Washington Post sottolineava come non vi fossero prove credibili a sostegno delle stime secondo cui la Cina eseguirebbe tra i 60.000 e i 100.000 trapianti all’anno. Le analisi dell’azienda statunitense Quintiles IMS – basate sul consumo interno di immunosoppressori – sembravano confermare i numeri ufficiali cinesi. E nel 2018, anche il Foreign Office britannico prese le distanze da queste accuse: “Le prove presentate non sono sufficienti a sostenerle”, dichiarò il sottosegretario Mark Field. Una posizione condivisa anche dal governo australiano.

Eppure, a rilanciare con forza queste denunce è stato il China Tribunal- Independent Tribunal into Forced Organ Harvesting from Prisoners of Conscience in China,, un tribunale non governativo istituito da ETAC (International Coalition to End Transplant Abuse in China), che ha concluso che il prelievo forzato di organi è una realtà sistemica. Tuttavia, l’indipendenza del tribunale è stata messa in discussione: molti suoi membri hanno stretti legami con l’Epoch Times, organo d’informazione legato al movimento Falun Gong. L'ETAC è chiaramente un'organizzazione di facciata del Falun Gong. Questo non è un dettaglio da poco, considerando che la battaglia del Falun Gong contro Pechino è anche mediatica.

Naturalmente, ciò non significa che i risultati e le conclusioni di questo tribunale siano necessariamente falsi, ma di certo lo è la sua vantata indipendenza. Il problema è che è proprio alle sentenze di questo tribunale che Bitter Winter fa riferimento nei suoi articoli sull'argomento. Ricordiamo che Bitter Winter è la principale fonte di informazioni sulla Cina per il Dipartimento di Stato americano. 

Al fianco del tribunale, anche la controversa organizzazione DAFOH (Doctors Against Forced Organ Harvesting), elogiata su Bitter Winter come “eccellente” e “ben nota”. Anche in questo caso, però, spuntano i legami con il Falun Gong, come evidenziato da documenti pubblici come quelli del Western Sydney Local Health District.

Che diffondere affermazioni non provate o esagerate sia controproducente proprio per la causa dei difensori dei diritti umani è espresso, per esempio, proprio dalla Transplantation Society (TTS). La TTS ha dichiarato chiaramente nell'American Journal of Transplantation (AJT) che "Doctors Against Forced Organ Harvesting (DAFOH) stanno perpetuando un'affermazione non provata di 100.000 trapianti all'anno in Cina" e che il loro appello per una moratoria completa delle interazioni con gli specialisti cinesi dei trapianti è esattamente in contrasto con le esigenze della comunità cinese di oggi", perché questo è "dare 'ossigeno' agli oppositori del cambiamento in Cina prendendo di mira coloro che stanno cercando di portare avanti le riforme". Si può leggere qui.

In Italia, l’eco di Bitter Winter è arrivato fino ai tribunali. Secondo quanto scrive lo stesso Introvigne su scrive lo stesso Introvigne sul sito di HRWF, l'organizzazione belga presieduta da Willy Fautrè - cioè l'autore dell'articolo sulla rivista di Scientology in cui difendeva Oleg Maltslev con l'argomento dell'invidia dei maestri di arti marziali - , sono sempre più numerosi i fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente (CAG) che trovano asilo in Italia proprio grazie alla pubblicazione del CESNUR. In una sentenza del giugno 2023, la corte ha riconosciuto “il più alto livello di protezione” a una donna a cui era stato inizialmente negato l’asilo nel 2018. La corte, secondo Introvigne, sarebbe stata in precedenza influenzata dalla propaganda cinese. Ma resta l’anomalia: com’è possibile che numerosi membri di una setta perseguitata in Cina riescano a lasciare il Paese con regolare passaporto? Secondo Bitter Winter, la corruzione diffusa in Cina lo renderebbe possibile. Un'affermazione basata su… Bitter Winter, lo studio di un sociologo del CESNUR e i rapporti del Dipartimento di Stato USA, che – come detto – si basano anch’essi su Bitter Winter. Un cortocircuito informativo. 

Bitter Winter non si limita a informare l'Occidente sulla persecuzione delle minoranze spirituali da parte della Cina, ma si batte anche energicamente contro la "narrazione anti-sette" promossa da organizzazioni che presumibilmente sono legate ai governi di Francia, Russia e Cina. Un'altra cospirazione che i redattori portano avanti con un certo vigore è quello dell' origine artificiale del coronavirus, che sarebbe fuggito da un laboratorio cinese.

Sarà forse una coincidenza, ma uno studio recente condotto dall'Università di Urbino ha dimostrato che la maggior parte dei nodi della rete di disinformazione sulla pandemia di Covid 19 in Italia portano direttamente al sito web della Chiesa di Dio Onnipotente.

Sia chiaro che quanto evidenziato non comporta negare le violazioni dei diritti umani da parte del Partito Comunista Cinese, né sminuire le persecuzioni reali subite da minoranze spirituali e dissidenti. Tuttavia, proprio l’esistenza di tali abusi rende particolarmente efficace — e pericolosa — la strumentalizzazione in chiave propagandistica di accuse grottesche da parte di altri attori. Proprio per evitare queste strumentalizzazioni, la denuncia delle violazioni dei diritti umani dovrebbe fondarsi su un’informazione credibile e indipendente — non sulla manipolazione orchestrata da organizzazioni con agende occulte, legami settari e scarsa trasparenza.

Certamente, qualche dubbio sull'attendibilità di Bitter Winter, se il Dipartimento di Stato non ne ha, è stato invece espresso da fonti che non hanno alcun legame con il governo cinese, che potrebbe avere un vantaggio nello screditare la rivista. Ad esempio, da una pubblicazione protestante coreana e dal sito web BZBriefs , affiliato a China Source, un "ministero" cristiano senza scopo di lucro con sede negli Stati Uniti che cerca proprio di ridurre la pressione del PCC sulle chiese cristiane. Questi critici ipotizzano un collegamento tra Bitter Winter e la Chiesa di Dio Onnipotente. Va detto che in seguito China Source ha rettificato la sua affermazione, pubblicando di aver capito, grazie a colloqui privati con Bitter Winter, che la rivista non ha alcun legame con la Chiesa di Dio Onnipotente. 

Tuttavia, nessuno osa ipotizzare a chi sia a sua volta collegata questa chiesa.

Sappiamo soltanto che le persecuzioni del PCC, vere e presunte, sono assolutamente utili a dimostrare l'empietà del governo Cinese. C'è però un piccolo problema: è difficile sapere cosa sta succedendo in Cina. Ma questo non sembra essere un problema per Bitter Winter. La rivista è un utile megafono della persecuzione. Se non esistesse, i servizi segreti americani avrebbero dovuto inventarla.

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