Tunisia, arrestato avvocato che aveva criticato condanne di massa contro il dissenso

In Tunisia, “paese sicuro” e amico dell’Italia, va sempre peggio: i tribunali continuano a emettere condanne nei confronti di chi critica il presidente Kais Saied e ad arrestare chi contesta quei verdetti.
Ahmed Souad, avvocato ed ex giudice, è stato arrestato il 21 aprile dalla polizia antiterrorismo dopo che aveva definito “una farsa” il verdetto emesso due giorni prima nel cosiddetto “processo ai cospiratori”, di due dei quali aveva assunto la difesa.
In quell’occasione, 40 imputati erano stati condannati a pene da quattro a 74 anni al termine di un procedimento giudicato vergognoso da Amnesty International, per “prove” quali scambi di messaggi con rappresentanti diplomatici stranieri per fissare incontri o altre comunicazioni interne circa la necessità di opporsi pacificamente a ciò che veniva definito il “colpo di stato” del presidente tunisino Saied.
Sei dei condannati, tutti oppositori politici – Jaouhar Ben Mbarek, Khayyam Turki, Issam Chebbi, Ghazi Chaouachi, Ridha Belhaj e Abdelhamid Jelassi – erano stati posti arbitrariamente in carcere sin dal febbraio 2023, quando iniziò l’indagine.
Tra gli altri condannati figurano i noti difensori dei diritti umani Kamel Jendoubi, Ayachi Hammami e Bochra Bel Haj Hmida, così come uomini d’affari e proprietari di mezzi d’informazione privati.
Alla prima udienza del processo, il 4 marzo, agli imputati era stato vietato di essere presenti in aula per motivi di sicurezza e consentito solo di partecipare online, cosa che hanno rifiutato.
Alla successiva udienza del 11 aprile era stato vietato l’ingresso in aula anche ad alcuni giornalisti tunisini e di testate internazionali e ad osservatori della società civile, compresi quelli di Amnesty International.
Ahmed Souab è indagato, ai sensi delle norme antiterrorismo, per “formazione di un’organizzazione terrorista”, “sostegno a un’organizzazione terrorista”, “minaccia di commettere atti di terrorismo” e “diffusione di notizie false”.
Il 23 aprile un giudice della sezione antiterrorismo ha ordinato la sua detenzione preventiva per la durata di sei mesi.
Questa situazione non pare suscitare l’interesse dell’Università La Sapienza, che nel 2021 ha conferito al presidente tunisino un Dottorato honoris causa in Diritto romano, teoria degli ordinamenti e diritto privato del mercato per “il decisivo contributo, scientifico e istituzionale, offerto alla causa del dialogo tra ordinamenti giuridici diversi, di cui il Diritto romano è matrice storica essenziale, fondato sul rispetto reciproco e la valorizzazione dei diritti umani.”
(La foto è tratta dall’account Instagram Legal Agenda Tunisia)
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