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TV di stato: Stop allo Spot, altrimenti via il canone!

Considerati i programmi che ci propinano quotidianamente tivù pubblica e privata - appiattiti sugli stessi standard di cretineria - delle due l’una: o tolgono la pubblicità dai programmi Rai, oppure aboliscono il canone.

In Francia è già partita la Rivoluzione-Sarkozy che ha decretato la fine della pubblicità nella tv statale, quella con il canone tanto per intenderci. Ed è stato subito un successone: oltre tre milioni di spettatori in più davanti ai teleschermi per l’esordio della tv pubblica senza… “carosello”. E’ stata la rivincita del tele-spettatore che, pur a fronte di un canone, era costretto ad ingurgitare spot, televendite e programmi trash in nome di un Auditel drogato, insensibile alla continua ed inesorabile fuga di spettatori.


Liberati dalla rincorsa all’inserzionista pubblicitario da inzeppare a tutti i costi all’interno di immagini e chiacchiere sempre più idiote, forse i programmi potranno essere più interessanti o semplicemente mantenere un ritmo normale o quantomeno accettabile di cretineria che non sarà più obbligatoria. Una moderazione che potrebbe far bene anche alla tivù privata, quella che vive di pubblicità, libera dall’ansia della concorrenza “sleale” dei network pubblici assistiti. Ma purtroppo questo non è e non sarà mai un nostro problema: la Rai non è la Bbc e nemmeno France 1.

Senza pubblicità o con l’abolizione del canone, mamma Rai, andrebbe in corto circuito, pertanto continuerà imperterrita a scimmiottare la tivù commerciale, quella del premier. Del resto è assai improbabile che Re-Silvio applichi a se stesso quel cospicuo aumento di tasse che Sarkozy ha attribuito alle emittenti commerciali francesi per compensare i mancati introiti pubblicitari della tivù pubblica che finiranno nelle casse del privato!

 

Commenti all'articolo

  • Di Iva testa (---.---.---.59) 19 gennaio 2009 13:42

    No, la RAI non è la BBC. e neanche la TV francese, e neanche la TV pubblica tedesca...Perchè solo in Italia domina gigantesco il conflitto d’interessi che vede la televisione di stato alle prese con tre reti la cui proprietà è del Presidente del consiglio o dei suoi più stretti familiari. Non si possono sotrarre risorse pubblicitarie alla RAI in questo sato di cose, altrimenti la voce pubblica sparirebbe dalla scena.. Bisogna prima riformare per intero l’assetto radiotelevisivo e poi si potrà discutere di spot e di canone.Iva testa

  • Di Alle (---.---.---.19) 19 gennaio 2009 18:45

    Non sono d’accordo. Eliminare gli spot sulla tv pubblica è come dire che le grandi aziende investirebbero tutto sulle tv private e quindi principalmente su Mediaset. Altro che moderazione! E a prezzi stracciati.
    E’ lo stesso motivo che ha fatto gridare allo scandalo molti dei più avveduti "colleghi" francesi.
    Il problema sta, come sempre, da un’altra parte. Serve una riforma che sganci la televisione dalla politica. Punto. E’ questo solo come ultimo estremo tentativo di rianimare il morto. Già, perchè di cadavere si tratta e l’ennesima messa sarà teletrasmessa a breve da San Remo... cheers!

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