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Stupro nella Circumvesuviana: l’insostenibile leggerezza della Giustizia

Secondo il tribunale del Riesame, la presunta vittima ha mentito. E' questa la ragione per cui Raffaele Borrelli, Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino meritano la libertà. Nessuno stupro. Nessun abuso sessuale. La 24enne era consenziente.

Eppure qualcosa non torna. Da quanto si è appreso, la ragazza è in cura da tempo presso un CIM - Centro di Salute Mentale - per cercare di uscire dall'anoressia mentale, che l'ha portata a un peso corporeo di 28 chili.

Non basta, perché le è stato anche certificato un disturbo bipolare presso il reparto psichiatrico di Torre del Greco, preso il quale è in cura dal 2016.

Il disturbo bipolare, anche se trattato farmacologicamente, può ugualmente portare chi ne è affetto a comportamenti incontrollati, in special modo per ciò che riguarda i rapporti sessuali che diventano in alcuni casi, più liberi in virtù della patologia. 

Invece la 24enne è stata considerata "inattendibile" dai tre i collegi del Riesame che si sono pronunciati sui ricorsi presentati - in date diverse - dai legali degli indagati.

E se è pur vero che da alcuni filmati si vedono la ragazza e i tre che chiacchierano, fumano insieme per poi entrare nell'ascensore guasto della Circumvesuviana e poi consumare rapporti sessuali, per poi tornare in stazione tranquillamente, resta il fatto che la ragazza - lo dicono i certificati - soffre di una patologia psichiatrica grave. Una patologia che porta a distorcere la realtà, che porta chi ne soffre a vivere su una dimensione diversa, e a percepire le cose in maniera distorta.

Dobbiamo quindi ritenere che nella nostra nazione la psichiatria entri in gioco solo come strategia per scagionare i delinquenti?

Ma ecco che, ora, i magistrati chiedono una perizia psichiatrica sulla 24enne, da affidarsi "a qualificati esperti in scienze psicologiche e neuropsichiatriche che, sulla base della documentazione medica acquisita e di ulteriori indagini ritenute necessarie", ricostruiscano "in modo approfondito il profilo psicopatologico della ragazza e i suoi vissuti" perché, sempre secondo i magistrati "le manifestate perplessità sulla soggettiva attendibilità della dichiarante non comportano di per sé un conseguente giudizio di non veridicità delle sue dichiarazioni". Significa che, tutto sommato, la ragazza potrebbe anche aver detto il vero.

Nel frattempo, però, questa vicenda è stata assimilata in maniera da far ritenere a molti italiani che la Giustizia non stia facendo un buon lavoro. La scarcerazione dei tre presunti violentatori ha scatenato indignazione e proteste. Scagionarli troppo in fretta fa pensare a un'ingiustizia, a superficialità, a poca attenzione nei confronti di chi denuncia.

Verso dove stiamo andando? Verso quali prospettive sociali ci stiamo dirigendo?

reati contro la pèrsona non possono essere risolti con tale rapidità e leggerezza, eppure sta accadendo con sempre maggiore frequenza. Ritengo, anzi, che proprio i reati contro la persona andrebbero urgentemente rivistitati per ciò che riguarda le pene minime, che in alcuni casi andrebbero aumentate, e in altri casi si dovrebbe presupporre la negazione al rito abbreviato che, per legge, rende possibile gli sconti di pena.

Non è così che si combatte la violenza, e parlo in generale, non solo la violenca contro le donne. Perché - lo sappiamo bene - la violenza ha tante facce, ha forme poliedriche, e se le sentenze continueranno a mietere un numero maggiore di vittime, allora significa che siamo tutti in pericolo.

Attendiamo ora gli sviluppi di questa vicenda. Se i giudici verificheranno che è stato uno stupro di gruppo, la vittima sarà stata comunque posta a un'ulteriore violenza. Quella di non esser stata considerata tale, per poi porvi rimedio.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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