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Caso Tridico: i grillini firmano decreti a loro insaputa...

Scoppia un caso, tra i troppi che si verificano in italia ormai da anni: a Pasquale Tridico, Presidente dell’Inps, viene più che raddoppiato lo stipendio. Passa dai precedenti 62.000 euro (lordi) a 150.000 euro (lordi).

 

 

Le opposizioni chiedono le dimissioni immediate di Pasquale Tridico. Persino il M5S ora sostiene le sue dimissioni.

Stride parecchio un tale aumento di stipendio in un momento simile, e in considerazione del periodo storico in cui stiamo vivendo: cassa integrazione e altri sostegni economici in troppi casi non sono ancora stati erogati.

Da parte del Movimento5Stelle scatta il ridicolo balletto del “Non ne sapevamo nulla“, balla gigantesca dal momento che l’adeguamento degli stipendi, tra cui quello di Tridico, era previsto dal marzo 2019 perché inserito nel decreto di riforma degli enti di previdenza in tema di riforma della governance di Inps e Inail, quando a presiedere il Ministero del Lavoro era Luigi Di Maio, che ora tenta di sfilarsi dalle responsabilità come un’anguilla.

All’art. 25 del suddetto decreto ecco cosa si legge:

f) “il comma 11 e’ sostituito dal seguente: «11. Gli emolumenti rispettivamente del Presidente e dei componenti del consiglio di amministrazione di INPS e INAIL sono definiti senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Ai predetti fini, ferme restando le misure di contenimento della medesima spesa già previste dalla legislazione vigente, ciascun Istituto definisce entro il 30 aprile 2019, ulteriori interventi di riduzione strutturale delle proprie spese di funzionamento. Le predette misure sono sottoposte alla verifica del collegio dei sindaci dei rispettivi enti previdenziali e comunicate ai Ministeri vigilanti.».

Per ciò che riguarda la decorrenza, il decreto interministeriale, quello che lo scorso 7 agosto ha reso ufficiale questo tsunami ed è stato firmato dal Ministro del lavoro Nunzia Catalfo e dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, prevede che essa parta “Dalla data di nomina del presidente, del vicepresidente e dei consiglieri

E’ questo il passaggio importante, perché va in netto contrasto con quanto scritto all’interno della legge n. 75 del 1999, che all’articolo 3 stabilisce chiaramente che gli amministratori debbano essere pagati dal momento dell’insediamento e non a decorrere dalla nomina. E nello scandalo che ora avviluppa l’ente e il suo presidente, c’è anche il discorso della retroattività, ora negata pubblicamente.

Ecco cosa recita l’articolo in questione:

Art. 3.1. La durata in carica degli organi degli enti pubblici di previdenza ed assistenza di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 479, si intende decorrente dalla data di effettivo insediamento.

Da parte dell’Inps la replica è stata immediata: attraverso una nota l’ente fa sapere che “Il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze 7 agosto 2020, a seguito della ricostituzione del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto ha fissato la misura dei compensi nei confronti del Presidente, del Vice Presidente e dei Consiglieri di Amministrazione, come previsto dall’art. 3, comma 11, del decreto legislativo n. 479/1994“.

Vai a capire se davvero hanno messo in atto i dettami normativi: se il garante è lo stesso ente oggetto di scandalo, come può il contribuente fidarsi ciecamente?

Ma ecco che arriva il bello: chi ha firmato il decreto e quando? Luigi Di Maio, che all’epoca era Ministro del lavoro e delle politiche sociali, e l’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria il 19 Marzo 2019.

Cosa dichiara Di Maio intervistato dai giornalisti durante una tappa del suo tour in Campania? “Su questo chiederò chiarimenti nelle prossime ore“. Chi ha firmato il decreto deve “Chiedere chiarimenti nelle prossime ore”… Li leggono i decreti che firmano? Se la risposta fosse negativa ciò apparirebbe quasi al pari di una scusante…

E il premier Conte, che ha dichiarato? “Non ero informato“…

Insomma, dopo i ministri che hanno scoperto di essere proprietari di appartamento “a loro insaputa” scopriamo i ministri che firmano decreti a loro insaputa…

E’ vero: il potere logora chi non ce l’ha…(Frase del politico francese Charles Maurice de Tayllerand, ripresa un paio di secoli dopo da Giulio Andreotti)

RIFERIMENTI:

Decreto 14 Marzo 2019: https://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/normative/Documents/2019/DI-14032019.pdf

DECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 1994, n. 479  https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1994-08-01&atto.codiceRedazionale=094G0516

Legge 25 marzo 1999, n. 75https://www.camera.it/parlam/leggi/99075L.htm

INPS: Piano della performance 2020/2022: https://www.inps.it/docallegatiNP/Mig/file_AT/Mig/Amministrazione_trasparente/documenti/performance/piano_performance_2020.pdf

Il caso Tridico e le dichiarazioni di Di Maio e Conte su Ansa: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/09/26/nuova-bufera-su-tridico.-centrodestra-via-subito-_7ec2f047-3fd6-4c4f-81ec-e66d257c944a.html 

Foto: Wikipedia

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Antonello Laiso (---.---.---.252) 30 settembre 2020 20:29

    Il 15 luglio 2019 il Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo della Presidenza del Consiglio ha avviato l’iter per la determinazione dei compensi del Presidente e degli altri componenti del Cda dei due enti, Inps ,Inail sulla base di una Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 gennaio 2001 che fissa i criteri e gli indicatori da assumere a riferimento a tal fine; direttiva che dal 2001 detta le regole per la fissazione dei compensi degli Organi di tutte le Amministrazioni pubbliche, suggerendo l’utilizzo di un apposito software per determinare i compensi per il Cda sulla base del bilancio dell’Istituto e del numero di dipendenti. Tale software restituiva un compenso per il Presidente Inps e per il Cda molto più elevato: per il Presidente di 240 mila euro, pari al compenso dei dirigenti centrali dell’Inps, e ai vertici di amministrazioni simili.

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