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Sofisticazioni: la finanza e lo strapotere delle banche

La "sofia", nell'antico mondo greco, sorreggeva l'avventura della conoscenza, orientandola verso la ricerca della verità.

Dobbiamo ai sofisti, variegato movimento di pensatori-innovatori, una modulazione della "sofia" talmente duttile, da prestarsi a scopi pragmatico-utilitaristici, fino alla legittimazione delle opinioni più soggettive (soggettivismo). Da qui è discesa la pratica della sofisticazione, con un'ampia gamma di applicazioni, tra cui la più nota (e malfamata) resta quella di tipo alimentare.

Sposto, invece, l'attenzione su un segmento di sofisticazione, particolarmente diffuso in questo periodo, che, nel corso del tempo, ha via via affinato la sua tecnica, sempre nel senso della "adulterazione", intendo la finanziarizzazione dell'economia.

Senza avere la debita conoscenza delle tecniche finanziarie, in maniera solo intuitiva, propendo nel sostenere che la Finanza, fuori della sua normativa di scienza della misurazione, subisce una metamorfosi che la degrada ad aberrante speculazione.

La storia ci ha mostrato il corso evolutivo della finanza, sottolineando il profilo pioneristico-innovativo di certi soggetti, e, nel contempo, il profilo "ributtante", emarginato e "segnato a dito", confinante con l'usura. Nella storia dell'economia se ne sottolinea la funzionalità, sorreggendola con la dettatura di regole utili al suo disciplinamento.

Oggi, da ogni parte, si evidenzia che, negli ultimi decenni, la disciplina è stata disattesa e che la finanza domina, ormai incontrastata, nell'ordine dell'economia globale.

A mio avviso, si può indicare nella comparsa dei "petrodollari" (età della crisi petrolifera degli anni settanta e profondo primo "choc" del "primato occidentale") la fase di avvio di questa svolta.

Traggo dalla dichiarazione di uno dei rappresentanti più tipici del mondo della "finanza evoluta", un trader, richiamato da Guido Carandini in un articolo recente, le parole topiche, a conferma della denuncia sopra fatta. "Di questi tempi nulla è misurabile. Si tratta sempre meno di una questione di denaro e sempre più di un oracolo di Delfi". Se pensiamo che a personaggi come questo, sono affidati i destini dei debiti sovrani di paesi considerati deboli (quindi dell'Italia attuale)... .

E' evidente, con ciò, che si è perso di vista il contatto con la "legge della misurazione".

Sempre Carandini lancia un monito agli europei, indicando il nuovo padrone, che si profila all'orizzonte. Nello stesso tempo in cui le autorità europee rivelano tutta la loro refrattarietà, o forse dobbiamo dire "vischiosità", nell'approntare le correzioni economico-politiche opportune a fronteggiare la situazione. Tra queste potrebbe esserci la tassa sulle transazioni finanziarie (cosiddetta Tobin tax), una possibile, chiara risposta reattiva davanti allo strapotere della speculazione finanziaria.

Invece, si ostenta tutta la propria vulnerabilità, visto che, a distanza di cinque anni dalla deflagrazione della crisi (2008), non si è stati capaci di "regolare" adeguatamente le iniziative (le malfatte) dei colossi bancari, veri responsabili dello stato mondiale attuale.

F. Rampini, su "Repubblica" di qualche giorno fa, mette in dettaglio tale carenza, ricercandone le ragioni e propendendo per trovarla nell'impunità dei personaggi leader di questi colossi bancari, ancor oggi "a piede libero" e pronti ad iniziare nuove pericolose avventure finanziarie (sofisticazioni).

Lo stesso Rampini fa un parallelo con l'epoca dei gangster e non esita a parlare di "gangsterismo" per mano delle grandi banche mondiali.

La nostra "sofia", degenerata in "sofisticheria", fu riportata all' "universale etico" da Socrate, da Platone e da Aristotele, riversandone il frutto nel laboratorio della politica greca.

La finanza, degenerata in speculazione selvaggia, deve essere riportata all'universale attraverso la simbiosi economia e politica, laddove la politica non dimentica mai la sua inderogabile funzione di tecnica del governo della comunità, secondo il segno del bene comune. Tale funzione deve essere "barriera di contenimento" di qualsiasi tentativo di sopraffazione, perpetrato dalla finanza mondiale.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.41) 16 agosto 2012 16:27

    la confusione ulteriore, la menzogna più grande, è che lo strapotere finanziario, ma soprattutto l’economia reale (quella tradizionale, il capitale), indossano la maschera dell’universalismo etico, quello dei diritti umani e della democrazia, in nome del quale si compiono azioni che di etico non hanno nulla: guerre, colonie, sfruttamento industriale. per questo sono scettico su una soluzione che punti a un ritorno dello stato nell’economia, ad una simbiosi economia-politica, perché il rischio è che si "addolcisca" lo stato delle cose senza cambiarne la sostanza. 

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