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Scuola un dramma infinito: le superiori di secondo grado

Riassumo la situazione istruzione, dopo una settimana in cui la lotta per una scuola migliore e quindi per tutti ha avuto meno rilevanza mediatica sia a causa di altre lotte per l’occupazione, sia soprattutto a causa delle lotte di chi il posto non lo perde mai, politici & c. Dal titolo si evince che parlerò delle scuole superiori, sarebbe opportuno che qualcuno riassumesse le criticità dei vari altri ordini di scuola, tanto per capire, oltre al problema drammatico e trasversale dei precari, cosa sta succedendo e cosa devono subire cittadini e studenti... anche quelli che hanno votato l’attuale governo (magari serva loro da lezione!).

Affollamento alunni in classi inadeguate, il che va contro la legge sulla sicurezza che pone come limite massimo per aula 25 allievi, 26 col docente (ma se l'aula è più piccola anche 26 diventano troppi). Già solo in Valsesia dove vivo, in 4 istituti superiori, di piccola e media grandezza, la legge è violata almeno in 16 classi. L'Ufficio Scolastico provinciale è intervenuto in alcuni casi più gravi se le aule sovraffollate sarebbero state ben di più.

Conseguenze:

  • problemi di sicurezza e salute (ad esempio in caso di incendio)

  • problemi di didattica con più probabili dispersioni scolastiche e meno possibilità di attenzione alle problematiche si singoli allievi, anche meno possibilità di recupero e di potenziamento

  • precariato

Che fare?

Il Codacons ha denunciato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e i direttori degli Usr (gli uffici scolastici regionali) a 104 procure per "interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazione delle norme sulla sicurezza delle classi che superano i 25 alunni", seguire queste vicende sarebbe utile, inoltre si occuperà del problema della sicurezza nella scuole anche Cittadinanza attiva, sul sito web dell'associazione è possibile pubblicare le proprie osservazioni e partecipare alla protesta.

Diminuzione di ore di insegnamento:

Nei Licei, taglio consistente tra le altre delle ore di Latino.

Nei Tecnici e Professionali: eliminate le ore di geografia, diminuite le ore di matematica e le materie di indirizzo; diminuzione di ore di laboratorio. Tutto questo è in aperto conflitto con le parole del ministro che promette una migliore formazione scientifica e una maggior vicinanza alla formazione per il lavoro grazie al potenziamento dei laboratori.

Conseguenza: minor tempo scuola e minor preparazione sia culturale che professionali, sia in vista degli studi universitari che dell'inserimento nel mondo del lavoro.

Impossibilità da parte degli Istituti di far fronte ad eventuali supplenze sia perché sono state eliminate tutte le ore a disposizione, sia perché vengono drasticamente diminuite le compresenze.

Conseguenza: classi scoperte, con problemi di sicurezza e di offerta didattica.

Mancanza di Fondi per qualsiasi attività e progetto, anche per attività di recupero e di eccellenza.

Che fare?

I docenti possono informare le famiglie e decidere di sospendere ogni attività al di fuori dell'insegnamento, il caso più eclatante sono le visite di istruzione, ma un docente fa molto di più, soprattutto con allievi in difficoltà, segue le famiglie, sta coi ragazzi al pomeriggio per seguire progetti e concorsi, fa corsi di aggiornamento pagandoseli (caso credo unico tra i professionisti)... ascolta in qualsiasi momento i problemi non solo scolastici degli studenti.

Tutti possono protestare e sostenere la scuola pubblica firmando questa petizione.

Importante è sottolineare che tutto questo e ulteriori futuri disagi (nonché ulteriore precariato scolastico) deriva non tanto da antiche politiche scolastiche, quanto dalle decisioni di risparmiare sulla scuola da parte di questo governo e dal ministro Gelmini.

Ricordiamo che l'Italia è il paese che nel mondo occidentale investe meno sulla scuola e sulla ricerca.

Ricordiamo che ad esempio la Germania (ma nessun altro paese) ha tagliato, pur essendoci la crisi, fondi alla scuola, alla formazione e alla ricerca.

Ricordiamo che non sono diminuiti i fondi alle scuole private.

Ricordiamo che tagliare alla scuola non porta concreti risparmi come testimoniato da numerose ricerche internazionali.

Ricordiamo che tagliare fondi alla scuola vuol dire tagliare fondi ai giovani e al futuro: i nostri figli.

Ricordiamo che se qualche criticità della zona può venir risolta non sarà in virtù di chissà quale miracoloso intervento politico, ma da mediazioni complesse tra diversi enti scolastici.

Non spreco una parola sul luciferino accordo tra Gelmini e La Russa (quanto costa?) per impattugliare gli studenti e far loro sparare con pistole ad aria compressa, è solo un'altra tessera del degrado!

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.55) 1 ottobre 2010 19:20
    Renzo Riva

    Ecco invece una lettera comparsa ieri sul Messaggero Veneto di Udine di tutt’altro tenore rispetto a quanto scrive Patané di una insegnante dell’ITST "Savorgnan di Brazzà" di Lignano Sabbiadoro (UD).

    In primo piano

    Scuola, riorganizzazione e riordino inevitabili

    Ancora un autunno cal­do per la scuola italia­na; ancora manifestazioni e scioperi della fame da parte di precari perché la riforma Gelmini ha causato dei tagli che, a detta di molti, sono indiscriminati, ma che, a ben vede­re, sono in realtà necessari in un contesto di risparmio col­lettivo della spesa pubblica. La Gelmini ha avviato nella scuola un piano di razionalizzazione come in tutti gli altri settori pubblici di servizi, un piano che prevede in tre anni dal 2009 al 2012 un taglio di 87.000 insegnanti e 44.500 bi­delli e impiegati. Sono tagli ne­cessari in quanto l’intento non è solo quello di risparmia­re, ma anche di snellire, di semplificare una macchina scolastica farraginosa che non funziona per renderla più incisiva e moderna; tagli che servono a limitare lo spreco del denaro pubblico che, in questi ultimi anni, si è perso in mille rivoli di sperimenta­zioni e di progetti vari. Basti pensare che nella scuola se­condaria superiore gli istituti tecnici sono stati riordinati da 10 settori e 39 indirizzi di pri­ma in soli 2 settori e 11 indiriz­zi esaustivi tutti i campi del­l’economia e della tecnologia, tagliando i doppioni e lascian­do il meglio delle sperimentazioni. La Riforma Gelmini è la prima riforma organica dai tempi della Legge Gentile che porta nella scuola regole, rigo­re e che ci mette in linea con l’Europa. Non si dimentichi che l’Ocse ha bocciato la scuo­la italiana. Nonostante il siste­ma scolastico italiano fosse molto costoso, i risultati pro­dotti da esso sono stati decisa­mente scarsi in quanto i nostri studenti non reggono il con­fronto con gli altri coetanei e invece di primeggiare nelle varie performance internazio­nali come degni continuatori ed eredi della cultura greco-la­tina, risultano agli ultimi posti dei Paesi dell’area Ocse. Sola eccezione per gli studenti del Nord-Est del Veneto e del Friuli Vg che hanno raggiunto punteggi analoghi a quelli del­la Svezia e Finlandia. Pertan­to un approfondito restyling del sistema scolastico era ine­vitabile vista la situazione di non efficacia. Il precariato è un problema storico. Siamo solidali con i 232.000 precari che aspirano al posto fisso o a una supplenza annuale. La loro si­tuazione è veramente pesante e intollerabile in una società ben organizzata, ma è il frutto della cattiva politica e del cat­tivo sindacato degli ultimi de­cenni che ha perseguito il motto: «Lavorare tutti lavorare di meno». Per molto tempo la scuola italiana è stata conside­rata un ammortizzatore socia­le senza stabilire quanti inse­gnanti fossero davvero neces­sari. Il precariato è stato da sempre, con tutti i governi di sinistra e di destra, l’ossatura della scuola italiana perché con esso lo Stato risparmia. Per anni si sono fatti corsi abi­litanti Ssis o addirittura on-line come Forcom-Pegaso... cor­si che sono serviti solo ad ali­mentare infinite graduatorie di precari divisi in tre fasce e infinite illusioni, ma soprattut­to un mercato per organizzato­ri e docenti universitari. Un vi­le espediente per diminuire i buchi di bilancio delle varie università italiane. Per anni si è giocato sulle spalle dei pre­cari. Per risolvere la situazione del precariato basta bloccare tutti i corsi di abilitazione, di specializzazione e assorbi­re gradualmente i precari abi­litati man mano che si libera­no i posti. In futuro bandi di concorso solo per i posti real­mente disponibili. Ma c’è la vo­lontà governativa di porre fi­ne al precariato? Auspichia­mo che gli 8 miliardi risparmiati con una giusta razionalizzazione siano riutilizzati nella scuola per potenziare il merito, la ricerca, le sicurezza degli edifici scolastici e so­prattutto per avere un corpo docente motivato. La scuola ha bisogno di bravi insegnanti che veramente si identifichi­no come artigiani della cultu­ra e dell’educazione, ma per­ché sia così gli stipendi devo­no essere adeguati a quelli del­l’Europa. I docenti italiani de­vono avere una contrattazio­ne specifica e una carriera le­gata al merito e non solo agli scatti di anzianità. Lottiamo per avere una scuola pubblica di qualità, un decentramento regionale della gestione com­plessiva del sistema scolasti­co con risorse umane finanzia­rie, per una pluralità di scuole e di università di diversi mo­delli pedagogici, per la libertà dei genitori e degli studenti di scegliere la scuola più idonea nel fermo principio che qualsiasi scuola statale, autonoma o paritaria dovrà essere scuola di tutti e per tutti.

    Lauretta luretig
    ITST "
    Savorgan di Brazzà"

    Lignano Sabbiadoro (UD)

  • Di paolo (---.---.---.126) 28 novembre 2010 12:19

    Vedo con molto dispiacere che la scuola superiore italiana declina sempre più inesorabilmente verso il baratro .

    Quando io mi iscrissi all’Istituto tecnico industriale sez. elettrotecnici ,ormai quasi mezzo secolo fa , era una scuola di eccellenza , ha formato periti industriali che poi hanno costituito i quadri tecnici di aziende importanti , altri (come il sottoscritto) hanno proseguito gli studi con un solido background alle spallle .
    Molti anni dopo , un po’ perchè spinto dagli amici in difficoltà con i figli , un po’ perchè curioso di capire come andavano le cose , ho sacrificato molti ritagli di tempo per aiutarli . 
    Ti confesso che ho verificato con mano uno scadimento della qualità imbarazzante, da ricercarsi soprattutto nella scadente offerta didattica . Già gli insegnanti . La mia generazione è proprio quella che ha prodotto i danni peggiori . Ci sono anche ottimi insegnanti ( mi riferisco alle materie scientifiche), ma la gran massa e’ composta da gente demotivata , parcheggiata per raccogliere i contributi pensionistici e impegnata(o disimpegnata) sulla professione .
    In una quinta (dico quinta) di elettronica " l’insegnante" (?) faceva leggere il testo da pagina x a pagina y . Risultato gli studenti "salavano" le ore di lezione perchè , giustamente , le ritenevano inutili.
    Oggi mi chiedo dove sono i periti chimici , elettrotecnici , elettronici (ora anche informatici ) di una volta?
    Da dove attingono le industrie e i laboratori ? 
    Quello che non riesco a capire come sia possibile , con gli strumenti a disposizione oggi , non produrre una scuola superiore di qualità . Io avevo a disposizione un regolo calcolatore di plastica e la mia angoscia quotidiana era cercare in biblioteca qualcosa che mi chiarisse le idee . Oggi accendi il pc e’ hai un mondo di informazioni ai tuoi piedi .
    Insomma , ma che sta succedendo ? Chi è o chi sono i responsabili? Perchè e a chi fa comodo una scuola cosi’ ridotta? 

    ciao - paolo

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