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Scandalo Lazio: Emma Bonino e il sassolino nella scarpa

Quello che accade in questi giorni nel palazzo romano della Regione Lazio è già abbastanza noto (e ributtante) per doverlo ricordare.

Proprio per i più distratti vale la pena solo dire che una valanga di soldi pubblici, ampiamente aumentati sembra nei due anni di giunta Polverini, è finita nelle tasche di singoli consiglieri regionali a semplice presentazione di un "richiedo e ricevo"; la formuletta magica.

Come siano stati usati questi fondi, che dovrebbero servire per attività politica, è cronaca quotidiana. Siamo in pratica alla declinazione su scala politica regionale del magna-magna vissuto in grande stile dalle cricche, dai furbetti, dai ricostruttori post terremoto, in sintesi dal quel sottobosco di arraffoni che si sono spartiti il denaro pubblico. Nel mentre, le scuole non hanno soldi per la carta igienica, la magistratura non ha fondi per le fotocopie, la polizia non può permettersi di fare il pieno alle volanti e così via.

Ma questa è cronaca nota, da cui la sinistra - nelle vesti sostanzialmente del PD regionale - tenta di uscire “pulita” con le dimissioni in blocco dei propri consiglieri, ma scordandosi di dire che della grande disponibilità di denaro messo in circolo era a conoscenza, ma non ha avuto un bel niente da obiettare fino a che non è scoppiata la “bolla”.

Il botto vero però l’ha fatto l’ex candidata del centrosinistra alle elezioni poi vinte dalla Polverini, la superstar radicale Emma Bonino che, finalmente, può togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

In quelle elezioni la Bonino perse in provincia, ma conquistò Roma e ricordiamoci che le elezioni regionali venivano subito dopo lo sgomento suscitato dal torbido affaire Marrazzo, una catastrofe dal punto di vista mediatico anche se il poveraccio, a parte qualche vizietto personale, non aveva certo rubato niente alla comunità. Mission impossible vincere, ma nonostante il successo nella capitale la candidata già allora ebbe parole poco lusinghiere sull’appoggio che il Partito Democratico le aveva dato durante la campagna elettorale. Più drastica fu Concita De Gregorio arrivata ad affermare che il PD quelle elezioni voleva proprio perderle per fumose strategie da apprendisti stregoni.

Oggi le cose sono più chiare: “Alla luce della “grande spartizione inevitabile” si capisce qualcosa di più sulla sorte della mia candidatura alla Regione Lazio” dice su Repubblica, intervistata proprio dalla De Gregorio, ricordando “La distribuzione di pani e pesci fra tutti i gruppi consiliari del Lazio”.

Quella campagna elettorale fu davvero particolare, per così dire - aggiunge - avevo concentrato la campagna sulla trasparenza. Chiedevo anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati nelle aziende che fanno capo alla Regione. Molti compagni anche del Pd mi dicevano vacci piano con la trasparenza. Spaventi. Non capivo: spavento chi? Dal meccanismo di spartizione unanime ora si capisce meglio che spaventavo tutti: i beneficiati e i beneficiandi”.

Non capiva o, più probabilmente capiva benissimo, già allora, che la sua trasparenza non era granché apprezzata “a tutte le latitudini politiche”.

Tanto che ancora oggi ricorda come “dal Pd romano, molto legato a D’Alema a partire dallo stesso Montino, arrivavano segnali di freddezza di cui conservo tracce. Le dico solo che il comitato elettorale è stato costituito il 2 febbraio, a un mese dal voto”.

Ecco qua i motivi della sconfitta della sinistra in una Regione cruciale per il paese.

La candidata radicale, autocandidatasi e quindi già mal sopportata in partenza dagli strateghi del partito che preferivano menare il can per l'aia, era chiaramente ostacolata dall’anima cattolica dei democratici, Bindi in testa, quella pappa e ciccia con il Sua Eminenza di turno.

L’anima cattolica dei “valori irrinunciabili” della vita e della morale (e poi magari ricordiamoci dell’appoggio aperto, plateale dato dalle gerarchie vaticane e dai sodali pro-life allo sgangherato puttaniere sbertucciato in tutto il mondo).

Ma adesso viene fuori chiaramente che Emma Bonino era ostacolata sottobanco anche dall’ala laica, quella che non vuole “spaventare” nessuno con eccessi di trasparenza.

Poi ci si stupisce e ci si preoccupa per la marea montante dell’antipolitica urlata, schiamazzante e becera, la rivolta del “sono tutti uguali”.

Per fortuna c’è ancora chi due parole sensate le dice: “No, tutti uguali no. Qualcuno ha fatto esplodere lo scandalo, o no? Sono anni che i radicali denunciano. Ma nessuno ascolta, l’assuefazione è ormai endemica”.

I radicali denunciano da anni, ma qualcuno - a sinistra - si ricorda di loro solo per sputare in faccia a Pannella, per accusarli di inesistenti inciuci con Berlusconi (scordandosi che i voltagabbana sono sempre venuti dai banchi della sinistra o dell'IDV) o per esporli alla gogna per il semplice fatto di non essere soldatini agli ordini di qualche furbo generale del partito, come fece la Bindi meno di un anno fa. Curiosamente i più trasparenti fra tutti sono sempre stati accusati di sordide trame occulte, mentre vanno volentieri nel dimenticatoio le continue battaglie di civiltà che hanno reso questo paese un po' più vivibile.

La sinistra deve prima di tutto sturarsi le orecchie. Poi aprire gli occhi. Poi capire che le strategie da retrobottega, i giochini sui numeri, le furbizie da politicanti non portano da nessuna parte se non a diventare sempre più simili ad una destra ignobile e impresentabile.

Sono necessarie due parole: la prima è trasparenza da sostituire all’opacità della politica da sottobanco. La seconda è intelligenza da sostituire a quell’infausta idea di furbizia che il più delle volte si rivela essere solo una grandissima coglioneria. Prego, prendere nota e, prego, voltare pagina.

I commenti più votati

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.166) 24 settembre 2012 13:20
    Sandro kensan

    Nel discorso manca l’attore principale. I politici sono solo delle comparse invece chi comanda sono i voti dei cittadini, persone che sono nello stesso mazzo dei politici che arraffano.

    Se i cittadini fossero come Emma Bonino non si sarebbe bisogno di denunciare i ladri: non sarebbero mai stati eletti. Invece la distanza tra i cittadini votanti e le varie Polverini è molto bassa, sono fatti della stessa pasta.

  • Di (---.---.---.230) 24 settembre 2012 18:43

    la Bonino ha colto il punto chiave: la trasparenza nell’ uso del denaro pubblico.
    La Polverini prima di andarsene e spegnere la luce, dovrebbe almeno tentare di fare approvare una legge sulla trasparenza. Quando uno spende soldi pubblici quello che firma dovrebbe comparire prima in rete ed essere visibile a tutti senza alcuna limitazione o clausole di riservatezza.
    La cosa strana è che noi italiani quando l’ amministratore del condominio spende 1000 euro vogliano sapere tutto e prima, ma invece non pretendiamo di sapere come i politici spendono milioni o miliardi dei nostri soldi. Poi quando lo scandalo scoppia lo trasformiamo in un derby destra-sinistra. Perchè il PD e IDV se ne sono andati senza chiedere una legge sulla trasparenza? Prima non si erano accorti di nulla?
    Per quanto mi riguarda divido i politici in due categorie: quelli a favore della trasparenza e quelli che invece fanno solo finta di volerla. Il resto è fuffa.

  • Di (---.---.---.129) 24 settembre 2012 19:31

    Fabio della Pergola, si...un radicale appunto...Se penso che c’è pieno di gente che pensa che i radicali (altro che casta, pannella campa da 40 anni sulla puttanata della partitocrazia...) siano di sinistra, mi viene da p
    iangere... 

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.63) 24 settembre 2012 20:48
    Fabio Della Pergola

    Caro lettore/lettrice anonimo/a, se sei di sinistra riserva le tue lacrime sullo stato in cui versa la sinistra italiana piuttosto che su cosa pensa la gente dei radicali. Mi pare molto più sensato e molto, molto, molto più adatto alle circostanze.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.63) 24 settembre 2012 20:51
    Fabio Della Pergola

    Anche perché pensare che la sinistra italiana sia ...di sinistra, si direbbe piuttosto azzardato.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.63) 24 settembre 2012 23:38
    Fabio Della Pergola

    Dalla rubrica di lettere del Corriere di oggi lunedì.

    L’esempio dei radicali (di Beppe Bisotto).

    Dopo il caso Fiorito, tutti i partiti annunciano provvedimenti. L’unico atto credibile sarebbe quello di pubblicare rendiconti e bilanci delle somme gestite dai loro gruppi consiliari presso le Regioni, come hanno fatto i radicali nel Lazio.
    Intanto la Polverini si è dimessa; portiamo a casa.
  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.63) 24 settembre 2012 23:48
    Fabio Della Pergola

    E per finire - scanso di equivoci - il comportamento dei consiglieri radicali in Regione sulla pagina del Gruppo Consiliare, qui http://www.radicalilazio.it/sito/no...

  • Di Sandro kensan (---.---.---.133) 25 settembre 2012 17:23
    Sandro kensan

    Ma che senso ha tentare di convincere gli elettori? Secondo me non ha senso. Quelli aspettano che la Polverini si dimetta per votarne uno o una simile alle prossime elezioni regionali. Gli elettori perdono il pelo ma non il vizio.

    Poi questa questione destra o sinistra è ridicola, non viene votato una persona in base agli orientamenti politici ma in base alle sua capacità di attuare intrallazzi come dimostrano gli scandali (che ricordo sono solo la punta dell’iceberg) che hanno coinvolto entrambi gli schieramenti: Ance volendo difendere la sinistra si vede benissimo che quelli lì coprono i disonesti di destra, oppure non denunciano e non fanno alcuna legge che si opponga al malaffare.

    La sinistra sarà pure meno disonesta della destra ma a fare pulizia con le leggi non ci pensano lontanamente. Sparando numeri a caso se la destra è da mettere in galera al 90% la sinistra lo è al 50%. (e gli italiani elettori sono loro complici)

  • Di (---.---.---.42) 27 settembre 2012 06:56

    Sempre uguale della Pergola... incorreggibile.
    Uno sarebbe d’accordo in linea di massima, ma c’è quasi sempre una nota stonata, qualcosa di non vero, nelle cose che dice.
    Mi riferisco alle sue campagne anticristiane, sacrosante (eh! eh!), ma che sempre più evidentemente si rivelano in realtà essere "filo-ebraiche".
    Ma anche a quelle politiche, come questa, bah!?:
    ... " si ricorda di loro solo per sputare in faccia a Pannella, per accusarli di inesistenti inciuci con Berlusconi (scordandosi che i voltagabbana sono sempre venuti dai banchi della sinistra o dell’IDV)"...
    come si fa a dire spudorataggini come questa, "inesistenti inciuci"? Pannella, in nome di che?, ha appoggiato il Governo del nano?
    I radicali sono quattro gatti: che percentuale di voltagabbana compongono Taradash, Capezzone e lo stesso Rutelli? l’ottanta per cento?
    Ma fa’ il piacere, prendi nota innanzi tutto, e fa’ tue le parole che generosamente dispensi agli altri: "la prima è trasparenza da sostituire all’opacità della politica da sottobanco. La seconda è intelligenza da sostituire a quell’infausta idea di furbizia che il più delle volte si rivela essere solo una grandissima coglioneria."
    Saluti

    Giovanni

  • Di (---.---.---.63) 27 settembre 2012 10:40

    Sempre intuilmente acido caro anonimo Giovanni... a partire dalle mie ’campagne anticristiane che si rivelano filo-ebraiche’. Forse non ti è chiaro che sono ateo e non sono ebreo nemmeno di formazione culturale oltre che religiosa. E forse non ti è chiaro che si può parlare delle religioni in termini di critica storico-culturale non solo teologica. In questo senso affronto il cristianesimo che ritengo essere la cultura più devastante per la realtà umana (a partire da peccato originale e sessuofobia fino alla curiosa convinzione che due cellule in divenire costituiscano "persona" giuridicamente riconoscibile) e difendo (ma sarebbe più corretto dire "affermo la realtà", per quello che so e so fare) di una cultura ebraica che mi sembra offra una grande quantità di elementi interessanti, ma che soffre da sempre di una denigrazione fatta di ignobili luoghi comuni originati dalla cultura europea dominante (quindi cristiana o di radici cristiane). Puoi apprezzare oppure leggere altro, ma noto che devo annoverarti curiosamente fra i miei più fedeli lettori, chissà perché.

    Quanto ai radicali, anche in questo caso devo deluderti: sono solo un simpatizzante con origini decisamente di sinistra, anche se trovo che adesso (ma non da ieri) la sinistra italiana sia una cosa semplicemente penosa. E trovo che le grandi battaglie civili dei radicali siano state e siano anche oggi battaglie assolutamente di sinistra, anche se si fa finta di non accorgersene (leggi: divorzio, aborto, carceri, immigrati, diritti civili, trasparenza, contributi silenti eccetera, fino a tutta la gamma dei temi etici, fecondazione assistita, fine vita, accanimento terapeutico, per finire con le prese di posizione internazionale contro la pena di morte, le mutilazioni genitali e così via). Infine la loro posizione sulla laicità dello Stato è unica, nel panorama politico italiano e scusa se è poco. Su molti di questi temi la sinistra italiana spesso è divisa e balbetta e tende a "non dire" proprio quando sarebbe necessario "dire a chiare lettere".

    Per arrivare alla situazione di questi giorni alla Regione Lazio ed alle passate elezioni regionali su cui (pur essendo il tema dell’articolo) stranamente sorvoli.

    FDP, segue...

    • Di (---.---.---.82) 12 dicembre 2012 11:42

      1) Ebraismo e cristianesimo sono della stessa pasta.

      a - Gesù, gli apostoli, etc. non venivano dalla luna, ma erano ebrei sia da un punto di vista culturale che religioso, oltre che di origine. Il Nuovo Testamento è pieno di rimandi all’Antico. Tutte cose che gli stessi cristiani dimenticano.
      b - Gli ebrei come i cristiani hanno spesso predicato bene e razzolato male. Ama il prossimo tuo ...!?... beh lasciamo perdere. Di violenze e atrocità ne è pieno l’Antico Testamento, come la storia della chiesa (passata e presente), e l’Israele di oggi non è da meno. Cristianesimo ed ebraismo, la pasta è la stessa. (senza nulla togliere ai GRANDI ebrei e cristiani che sono esistiti ed esistono tuttora).

      2) Riguardo i radicali. Come a tutti i politici il potere piace anche a loro, infatti la loro bandiera va dove porta il vento. Tra le cosiddette battaglie invece ...

      a - l’eutanasia e l’aborto per malformazioni del feto (eugenetica) ricordano tanto il nazismo. Chi non serve, non è secondo un certo standard, non è come noi venga eliminato. Ovvero razzismo.
      b - tra le battaglie civili o temi etici dei radicali c’è anche la disgustosa difesa della pedofilia, definita semplicemente "preferenza sessuale" e che sarebbe nientemeno che un "diritto" ( http://www.interlex.it/regole/convped.htm ). I sofismi che la "giustificano" sono ancora più vergognosi.

      Non vorrei che il mio intervento fosse considerato acido come quello di Giovanni. Piuttosto credo che tra bianco e nero c’è una varietà di colori e tonalità di essi. Dal punto di vista delle religioni non si può negare che ognuna (ebraismo, cristianesimo, islam, induismo, etc.) ha dato e dà il suo contributo. Errori? Fin troppi! Denigrazioni e luoghi comuni? Ce n’è per tutti e da parte di tutti. Ma buttare ogni cosa mi sembra un po’ ottuso.
      Dal punto di vista politico mi sembra che loro credono di essere i soli nel giusto e gli altri devono tutti adeguarsi al loro pensiero (altri che liberali, liberisti e libertari ... piuttosto liberticidi!), così come c’è chi tende a vederli come "santi" nel panorama politico. Avranno fatto delle cose positive, avranno "svegliato" più di qualcuno, ma attenti a metterli sul piedistallo.
      "Chi troppo in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente"

      Un saluto

      Giuseppe Fusco

      PS: Ricordo che l’anticlericale Bonino si faceva "pubblicità" con una foto insieme a Giovanni Paolo II (che poi non era così diverso da Benedetto XVI).
    • Di (---.---.---.93) 12 dicembre 2012 13:40

      Forse non è chiaro che ebrei e cristiani provengono dallo stesso ambiente ‘etnico’ ma non sono della stessa pasta. Le differenze culturali, che sono religiose ed antropologiche, evidenziano una nettissima differenza fra le due tendenze, l’una rimasta fedele ai princìpi tradizionali, l’altra ampiamente influenzata dalla cultura ellenizzante. Infatti molti criticano l’uso della definizione "cultura giudaico-cristiana" proprio perché affermerebbe un’uguaglianza semplicemente minimizzando o rendendo inesistenti le differenze.

      E se è vero che il Nuovo Testamento è pieno di rimandi all’Antico, è altrettanto indiscutibile che è anche pieno di “interpretazioni” che ne stravolgono spesso il senso (insieme naturalmente alle traduzioni di comodo o semplicemente errate).

      Che poi molti (non solo ebrei e cristiani) predichino bene e razzolino male è pur vero, ma – prima di fare di ogni erba una...pasta – ricordiamoci che negli ultimi duemila anni ci sono stati vittime e carnefici, fino all’ultimo devastante genocidio di settanta anni fa. Se ci si scorda di questo “piccolo” particolare si stabiliscono “uguaglianze” storiche un po’ troppo superficiali.

      Quanto ai radicali: non sono affatto d’accordo che l’aborto di un feto malformato sia equiparabile in qualche modo all’eugenetica nazista che era volta alla formazione di un’umanità “arianizzata”. L’aborto è semplicemente l’interruzione di un processo di sviluppo di un agglomerato cellulare finalizzato ad impedire che venga al mondo un individuo dalla vita breve, dolorosa e spesso incurabile, oppure che la madre soffra di traumi fisici o psichici come conseguenza di un parto non voluto. Non è un caso che la legge di qualsiasi stato, con pochissime eccezioni, ritenga legittima l’interruzione di gravidanza.

      Confesso invece che non conoscevo la posizione un po’ troppo ambigua dei radicali rispetto alla pedofilia che, pur dichiarando che “contestare le forme di questa crociata antipedofila non significa riconoscere il "buon diritto" di qualcuno a intrattenere relazioni sessuali con bambini in tenera età” nei fatti poi fa affermazioni inaccettabili e un riferimento alle esternazioni decisamente criticabili di Vattimo, a cui peraltro fece da contraltare anche uno dei leader della sinistra radicale, Nichi Vendola, in una ormai famosa intervista a Repubblica del 1985.

      Ma così come non si può dire - sulla scorta delle parole di Vendola - che qualsiasi comunista è un pedofilo, altrettanto credo si possa dire dei Radicali.

      In ogni caso concordo che manca, nella dichiarazione dei Radicali, un netto e non ambiguo rifiuto di considerare la pedofilia una pratica legittima o anche semplicemente una “diversa preferenza sessuale”, quando è indiscutibile che sia sempre e solo violenza - fisica o psichica - di un adulto su un minore la cui identità è in formazione.

      La ringrazio quindi della segnalazione. Ma non posso fare a meno di notare che il mio articolo si limitava ad evidenziare solo le recenti esternazioni di Emma Bonino a cui va tuttora la mia stima (nonostante la foto con il Papa) e alle battaglie di civiltà dei Radicali che sul piedestallo, come dice lei, di sicuro ci sono sempre stati meno di tutti gli altri.

      La saluto. FDP

    • Di (---.---.---.82) 12 gennaio 2013 01:20
      Il fatto che il Nuovo Testamento sia pieno di interpretazioni dell’Antico Testamento non indica differenza tra Cristianesimo ed Ebraismo, ma diversità. Lo stesso Ebraismo non è uniforme (c’è di tutto e di più). Far credere il contrario è ideologia (così come quando si fa credere che gli Israeliani e gli Ebrei nel mondo siano tutti d’accordo con la politica criminale governativa e dei grandi interessi).
      I crimini (così come le cose positive) sono in entrambe le parti. Così come le vittime e i carnefici, persecutori e perseguitati.
      La differenza (contraddizione?) è all’interno di ognuna di loro. I princìpi da una parte e le tragiche devianze dall’altra. Il comandamento non uccidere che va a braccetto con la pena di morte, la lapidazione, etc. La stessa "guerra santa" è già presente nel popolo ebraico dell’Antico Testamento. Il perdonare e "chi è senza peccato scagli la prima pietra" che va a braccetto con la persecuzione e l’oppressione.

      Riguardo la non differenza (conseguenzialità?) tra ebraismo e cristianesimo nelle loro forme devastanti suggerisco:

      Karlheinz Deschner, Storia criminale del cristianesimo. Volume I. L’età arcaica. Dalle origini nell’Antico Testamento sino alla morte di S. Agostino (430)

      Sono convinto che la non differenza (conseguenzialità!) tra Ebraismo e Cristianesimo valga anche per la parte migliore di entrambi.

      Riguardo l’aborto confermo quanto detto in precedenza. Il nazismo voleva un’umanità arianizzata e perfetta. La malattia era segno d’imperfezione, inferiorità. Può vivere solo chi è perfetto. Questo è ciò che sta dietro l’aborto (manca solo il termine ariano). Coloro che (magari inconsciamente) pensiamo inferiori e indegni di vivere o "venire al mondo" hanno molto da insegnare a noi "sani". Basterebbe valorizzarli. Ma è più facile sbarazzarsene, prima che il loro sguardo incontri il nostro ... quando possiamo ancora dire (a torto o a ragione) che si tratta di un semplice (?) "agglomerato cellulare".
      Il fatto che la maggioranza degli stati ritenga legittimo l’aborto non è un punto a favore (o contro). In passato (quando la maggioranza degli stati non lo ritenevano legittimo) avrebbero potuto usare lo stesso debole argomento (e forse l’hanno fatto) coloro che erano contrari all’aborto. Le leggi, come le maggioranze, possono cambiare. I radicali sono maestri nel far campagne per cambiare le leggi (giuste o sbagliate che siano).

      Certamente non le farò cambiare idea (non è mia intenzione). Ho espresso il mio punto di vista.

      Cordialmente
      Giuseppe Fusco

      PS: Comprendo che con questi commenti si va un po’ fuori il tema (centrale) dell’articolo, ma credo sia giusto confrontarsi su alcuni punti che vengono fuori nella discussione. E’ forse il rischio e la ricchezza del giornalismo partecipativo (in cui credo!).
      Mi scuso e ringrazio.
    • Di (---.---.---.93) 12 gennaio 2013 09:23

      Il cristianesimo di fonda sulla colpa ontologica. Si chiama amartiocentrismo e certamente qualcuno non sarà d’accordo, ma è quello che io penso (e non solo io). Se il peccato di Adamo diventa ‘peccato originale originante’ si spiega la necessità di una redenzione dallo stesso valore assoluto; la quale a sua volta pretende che l’assoluto si faccia redentore attraverso l’incarnazione, la morte e la resurrezione. Toccare questa consequenzialità significa far crollare l’intera impalcatura dell’ideologia-teologia cristiana.

      Ma di tutto ciò non c’è traccia nell’ebraismo rabbinico che prese il posto (grossomodo anche ideologico) dell’ortodossia farisaica.

      In ciò ebraismo e cristianesimo non sono consequenziali l’uno all’altro, ma viaggiano su piani di differenza radicale, non solo di diversità interna allo stessa cornice complessiva.

      Il peccato originale costituisce una differenza antropologica che separa radicalmente le due storie. E nella Grande Storia degli ultimi duemila anni, non scordiamolo, di sicuro ci sono stati dei persecutori e dei perseguitati, delle vittime e dei carnefici.

      Poi, certo, all’interno del mondo ebraico così come di quello cristiano, ci sono sfumature e contraddizioni, violenza e sopraffazione che vanno a braccetto con dichiarazioni di amore e di bontà. Ipocrisie insomma. Ma questo non può farci scordare che gli ebrei da duemila anni resistono al cristianesimo e alla sua antropologia negativa, pagando un prezzo di sangue altissimo.

      Quindi possiamo certamente tracciare una consequenzialità fra il giudaismo precristiano e il cristianesimo, ma lo dobbiamo fare anche con il giudaismo rabbinico. Entrambi derivano da quel mondo, ma si sono separati duemila anni fa e la loro storia ideologica, culturale, sociale (eccetera) non può essere confusa come fanno quelli che blaterano di tradizione “giudaico-cristiana”. Qualcuno ha definito le due culture dei “falsi gemelli” ed è una definizione che mi sembra più vera.

      Sul resto non insisto, lei non fa differenza tra un essere umano malato (che i nazisti sopprimevano) e un feto abortito. La vita si differenzia da ciò che è vita solo potenziale. Non c’è terreno di confronto possibile, mi pare.

      Un caro saluto

      FDP

  • Di (---.---.---.63) 27 settembre 2012 11:11

    Gli inesistenti inciuci. Leggo su wikipedia che “inciucio” “è di recente entrato a far parte dell’italiano gergale del giornalismo politico per indicare un accordo sottobanco, un compromesso riservato tra fazioni formalmente avversarie, ma che in realtà attuano, anche con mezzi ed intenti poco leciti, una logica di spartizione del potere”.

    Quando i Radicali hanno deciso di appoggiare il governo Berlusconi lo hanno dichiarato apertamente e lo hanno praticato (una volta). Si può non essere d’accordo, io non lo fui, ma dov’è “l’accordo sottobanco” ? e la “spartizione del potere” ? Mi pare che “inciucio” sia termine coniato e confezionato su misura su un noto leader del Partito Democratico (ex PCI), cioè uno che cercava “un compromesso riservato tra fazioni formalmente avversarie”.

    Anche “voltagabbana” è un termine più adatto ad altri, che si dichiaravano di sinistra e poi hanno fatto il salto della quaglia. Come è noto i Radicali nascono da una costola di sinistra del Partito Liberale e aderiscono all’Internazionale Liberale. Hanno cioè una dichiarata e nota origine di destra, come formazione politica e culturale, quindi i voltagabbana sarebbero casomai quelli che, usciti dalla destra, sarebbero approdati a sinistra, non il contrario. Anche se, come ho detto prima, le politiche attuate sono a mio parere indiscutibilmente di sinistra; molto più di sinistra di quello che la sinistra contemporanea pensa e fa. Ed è questo che mi interessa, non quello che agisce un inconsistente Rutelli o un pallone gonfiato come Capezzone, dei quali resteranno solo labilissime, pressoché inesistenti tracce nella storia politica italiana.

    Resta il dichiarato liberismo in campo economico che potrà piacere o non piacere, ma che la sinistra di fatto ha poi praticato una volta al governo. Oppure mi sono perso qualcosa ? Tipo l’applicazione della NEP in Italia negli anni dei governi Prodi ?

    Detto questo, caro anonimo Giovanni, spero di averti spiegato perché e percome scrivo quello che scrivo. Se non ti piace perché non leggi altro ? Niente di meglio da fare ? 

    Quanto ai tuoi suggerimenti finali, prendo nota. Trasparenza: io mi firmo con nome e cognome, tu sei uno che si nasconde nell’anonimato, a che titolo mi vorresti dare lezioni sulla "trasparenza" ? Intelligenza: ci si prova, caro amico, ma sei davvero convinto che il tuo commento sia così tanto più intelligente del mio articolo ?

    Addio, FDP

  • Di Matteo Mainardi (---.---.---.126) 30 settembre 2012 17:13
    Matteo Mainardi

    Anche alle prossime elezioni sarò "costretto" a votare Lista Bonino-Pannella. E non me ne pento proprio!

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