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 Home page > Tribuna Libera > Razzisti? Lasciamoli nelle valli recintate delle loro menti

Razzisti? Lasciamoli nelle valli recintate delle loro menti

Sono personalmente convinto che l'Italia sia ben migliore del Paese che appare sui social attraverso l'asfissiante propaganda salviniana.

In quella dimensione, infatti si riduce ad una terra in cui prevalgono o comunque dilagano odio, cattiveria, risentimenti che sfociano in pesanti esternazioni razziste e xenofobe.

Ovviamente non stiamo parlando in questo caso né di persone intelligenti e ancor meno di individui capaci di buon senso.

Si tratta infatti soltanto di una massa di ignoranti ulteriormente rimbecilliti dai social e capaci di esistere soltanto in quanto pecore di un gregge dominato da fanatici.

Chiedere a questi individui di ragionare con la propria testa è davvero come sperare che un giorno possa gelare all'Equatore.

E quindi è perfettamente inutile, oltre che uno spreco enorme di tempo e di energie dar loro retta o cercare di ragionarci, perché davanti a te ti trovi soltanto un muro di vera e propria stupidità e cattiveria.

Sì, perché alla fine della fiera, incapaci come sono di argomentare le loro posizioni, giungono immancabilmente ad offendere e a denigrare chi non la pensa come loro.

L'Italia non corrisponde né può ridursi a diventare un simile cesso.

Ci siamo sempre contraddistinti per la nostra gioia di vivere, per il calore della nostra accoglienze e per la nostra capacità innata nell'adeguarci ad ogni novità e cambiamento meglio e più velocemente di qualsiasi altro popolo al mondo.

Dimostriamo di esserlo ancora uscendo dalle squallide logiche dei social, conoscendo chi ancora non conosciamo, parlando anziché stando anche fuori casa col naso perennemente piegato sullo schermo di uno smartphone e creiamo rete tra chi vuole essere davvero un essere umano, perché comunque vada noi siamo dentro il motore della Storia e non sarà certo qualche buzzurro chiuso nelle valli recintate della propria mente che potrà fermarlo.

Yvan Rettore

Questo articolo è stato pubblicato qui

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