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Prostituzione: sodalizio tra mafia albanese e ’ndrangheta (terza parte)

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Come scrissi nella prima parte di questa inchiesta, la mafia albanese non poteva ramificarsi e fare affari qui in Italia se non avesse avuto l'apporto della criminalità organizzata nostrana.

Il maggiore referente è la 'ndrangheta sia perché hanno una struttura simile, stessa alleanza d sangue, pochi pentiti (della mafia albanese finora nessuno) e sia perché la mafia calabrese ha il primato del cartello della droga sudamericana e certamente non disdegnano quella proveniente dai paesi Balcanici.

Una delle prime inchieste dove emerge questo rapporto è il "Progetto Girasole" e si scoprì che elementi della 'ndrangheta e in forma minore anche della camorra stabilirono un sodalizio con la criminalità albanese per il traffico di prostitute, armi e droghe. E operavano principalmente nelle zone del centro e sud Italia, ovvero l'Umbria, Il Lazio, la Campania e ovviamente la Calabria.

Ma anche nel nord non si scherza e già dagli anni 70, con la 'ndrina di Coco Trovato ci furono accordi con gli albanesi per inserirli nel narcotraffico lombardo e in cambio i mafiosi albanesi venivano e vengono tuttora utilizzati come serial Killer.



Ma il patto scellerato sottoscritto dai boss dell'Albania e i mammasantissima della 'ndragheta è contenuto nell'inchiesta denominata non a caso "Harem". Scattò nel 2005 e gli indagati furono ben centotredici e racconta di imprese di una vera e propria holding criminale specializzata nella tratta delle schiave, sfruttamento della prostituzione, traffico di armi e stupefacenti e anche forza lavoro affidati ai cosiddetti "capolari"!

Sarebbero state centinaia le ragazze, di nazionalità moldava, albanese, ucraina e romena, ridotte in schiavitù e fatte prostituire in Calabria e in altre regioni sotto il controllo dei componenti albanesi dell'organizzazione, con il beneplacito della 'ndrangheta, che in cambio avrebbe ricevuto droga e armi. I casi accertati di riduzione in schiavitù, e contestati formalmente in altrettanti capi d'imputazione, sono una quarantina. Il processo è tuttora in corso.

Il quadro che è emerge è chiarissimo. A Perugia ad esempio c'è il controllo del territorio da parte della 'ndrangheta. La mafia albanese è molto presente e ha la libertà di spacciare e procurare donne da schiavizzare. Attenzione, le donne non vengono utilizzate solo per la strada ma anche nei Night Club Infatti attraverso l'inchiesta sulla cosiddetta Banda degli ex pentiti di Salvatore Menzo, si evince che erano dediti anche allo sfruttamento della prostituzione e la loro base, sempre secondo l'inchiesta, sarebbe il il famoso Night Club Kristall di Perugia. E le nazionalità delle donne provengono ovviamente sempre dai paesi dell'est.

Ma la presenza della mafia albanese è anche molto radicata in Abruzzo, e lo possiamo apprendere dal dossier redatto da Libera:

"Dagli anni 90 in poi le famiglie d’Albania hanno assunto un peso rilevante lungo tutta la costa adriatica. Messe da parte le carrette del mare, gestiscono ormai in solitudine il traffiking, cioè l’immigrazione clandestina via terra dai Balcani e dai paesi dell’Est, soprattutto di donne da avviare alla prostituzione. Canali che vengono sfruttati anche per i traffici di droga, di qualunque tipo e in grande stile, sfruttando anche gli scali marittimi lungo la costa. E in Abruzzo - tra Pescara, Teramo e Chieti - le basi operative degli albanesi sono numerose ed efficienti. Clan molto simili alle ‘ndrine calabresi: nuclei familiari, struttura orizzontale, controllo asfissiante. "

 

Fino adesso ho parlato della prostituzione per strada. Ma come ho già anticipato, esiste anche quella "di alto borgo". Ora chiamate escort. Attenzione, parlo sempre di chi è costretta, schiavizzata e purtroppo queste mafie reclutano queste povere ragazze anche per i ricchi. Un giro d'affari enormi. Al prossimo capito, parlerò di questo.

Continua.

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