Meglio essere buonisti
La Destra (di cui uno dei cavalli di battaglia risiede nell'intolleranza) vi ricorre molto spesso per denigrare la Sinistra sostenendo che l'eccessivo buonismo è fonte di disordine pubblico e insicurezza.
La Sinistra replica affermando che tolleranza e accoglienza sono aspetti fondamentali di uno Stato di diritto, ma più in generale di un paese civile.
Chi ha ragione?
Ritengo che sia fuori discussione che quanto sostiene la Sinistra corrisponda al vero come appare evidente che la Destra da sempre tende a giustificare la propria esistenza sulla divisione della società in classi agiate e fortunate da una parte e disagiate e indigenti dall'altra, tanto da considerare comunque giusta questa distinzione.
Quindi è chiaro che in quest'ottica, questo schieramento non possa vedere di buon occhio i cosiddetti buonisti assimilandoli automaticamente a individui pronti ad assoggettare il paese al caos permanente e rendendoli corresponsabili di qualsiasi atto di vandalismo o di ribellione all'ordine costituito.
Secondo la logica della Destra è di conseguenza normale che:
- via sia un Nord del mondo ricco a fronte di un Sud povero
- i ricchi meritano ogni attenzione e riguardo perché producono benessere e fanno girare l'economia che conta, mentre poveri e indigenti devono la loro condizione unicamente agli errori commessi nelle loro misere esistenze
- il lavoro, la casa, l'istruzione e i servizi sanitari non siano diritti riconosciuti universalmente ma soltanto a coloro che hanno la capacità finanziaria per poterseli permettere
- chiunque si ribelli a questo ordine costituito venga represso e perseguitato.
Se essere buonista è lottare contro tutte queste ingiustizie e costruire una società accogliente e aperta in cui la condivisione e la solidarietà siano fondamenti di una communità umana, allora sono orgoglioso di esserlo, perché è meglio opporsi che accettare passivamente uno schifo simile.
Yvan Rettore
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