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Libero Mercato

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Libero Mercato è un blog d'ispirazione liberale, specializzato sui temi economici.
Diretto da Elia Banelli, consulente finanziario per Fineco Bank e giornalista pubblicista.

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  • Primo articolo giovedì 09 Settembre 2010
  • Moderatore da giovedì 11 Novembre 2010
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  • Di Libero Mercato (---.---.---.235) 27 ottobre 2011 11:39
    Libero Mercato

    L’articolo è falso e pretestuoso. Addirittura si sostiene la tesi che innalzando di due anni l’età pensionabile si rischia un aumento della mortalità degli ultrasessantacinquenni. Ma che modo è di affrontare il dibattito??? 

    1) Dall’aumento sono escluse le categorie dei lavori così detti "usuranti". 
    2) L’Italia è attualmente uno dei paesi con la migliore qualità della vita nel mondo, con una larga fascia di popolazione di over 65 in buona salute ed addirittura di over 80 con ancora discrete aspettative di vita (Fonti Istat).
    3) La scarsa natalità e la precarietà del lavoro stanno gradualmente invecchiando la popolazione italiana. Sempre secondo l’Istat, se nel 1960 la quota di over 65 era il 14% della popolazione, oggi siamo oltre il 30% ed arriveremo al 2050 con un rapporto 50-50. Questo significa che lo Stato deve mettere mano al portafoglio per mantenere un esercito di pensionati, e la spesa sanitaria in rapporto al Pil aumenterà di almeno 2 punti percentuali (si parla di miliardi di euro, ndr). 
    4) Oggi con il nuovo metodo contributivo di calcolo della pensione, varato con la riforma Dini del 1995, la maggior parte dei giovani lavoratori o di coloro che non abbiano maturato almeno 18 anni di contributi prima del 95 rischiano realmente di trovarsi con pensioni da fame, in media del 30-40% in rapporto all’ultimo stipendio (per i dipendenti pubblici) e meno del 20% per i privati. Lo stesso direttore dell’Inps Mastropasqua mesi fa denunciò le enormi difficoltà dell’Inps per elargire le future pensioni.
    4) L’articolo è ridicolo, perchè la riforma non obbliga chi è già in pensione a tornare a lavorare (???) ma si applica su chi è adesso al lavoro e al massimo allarga le finestre di mobilità di un anno e mezzo. 
    5) Pensare che aumentare di due anni l’età pensionabile sia uno stillicidio, significa non aver compreso affatto il problema, e continuare a difendere uno status quo che ha visto per decenni elargire baby pensioni e assegni in proporzione all’80-90% del proprio reddito.
    Soprattutto restano fuori dalle preoccupazioni dell’autore dell’articolo i milioni di precari e lavoratori dipendenti che avranno notevoli difficoltà nei prossimi decenni a percepire una pensione dignitosa. Spero che almeno lo stesso autore non sia così giovane, altrimenti si dà convinto la zappa sui piedi. 
    6) Aumentare di appena due anni l’età pensionabile, come ci chiede l’Europa e avviene già in molti paesi, è il minimo che si possa fare. Un patto sociale indispensabile per evitare che un esercito di pensionati debba essere mantenuto da un esercito di precari che non avranno mai lo stesso trattamento in futuro. 
  • Di Libero Mercato (---.---.---.235) 29 settembre 2011 11:47
    Libero Mercato

    Dimentica però un particolare importante: ovvero che i titoli di Stato sono collocati anche presso i normali risparmiatori e le famiglie italiane. Quindi è normale che un investitore privato presti i soldi allo Stato per ricevere in cambio un tasso d’interesse. Tutti gli Stati collocano i propri titoli per finanziarsi. 

  • Di Libero Mercato (---.---.---.235) 22 settembre 2011 11:59
    Libero Mercato

    Quindi vuole affermare che avere il monopolio Enel migliora le bollette e la qualità del servizio elettrico??? Abbiamo visto che le tariffe energetiche sono " in proporzione" aumentate molto di meno rispetto ad altri servizi (per esempio l’acqua, che in Italia non gode di un mercato aperto, ma in gran parte pubblico ed a gestione mista). Adesso con l’offerta integrata luce-gas (es. Edison) si può risparmiare qualcosa sulle tariffe rispetto al passato. Vogliamo confrontare le bollette Sip e Telecom degli anni 90 con le tariffe di oggi??? Io mi ricordo che appena 7-8 anni fa avevo un conto Telecom di circa 200 euro e che adesso, cambiando gestore, ne pago circa 120 in meno.... Un conto corrente negli anni 90 primi del 2000 costava circa 100-200 euro, adesso con l’home banking si trovano anche a 12 euro.... 

    Potrei citare centinaia di piccoli esempi "concreti". Ha presente quanto lavoro nelle grandi città offrono i centri commerciali rispetto alle piccole botteghe od ai piccoli negozi? Vogliamo confrontare i prezzi di un grosso supermercato di una grande città con un piccolo alimentare di provincia e vedere anche quanti lavoratori assume uno o l’altro???
    Mi sembra che immersi nelle vostre teorie economiche vi siete dimenticati la realtà oppure siete talmente abituati al sistema attuale che non vi rendete conto di com’era prima. 
    Se poi vogliamo imputare alle liberalizzazioni la mancata crescita industriale dell’Italia negli ultimi anni, allora siamo proprio fuori strada e non teniamo conto del contesto politico ed internazionale, senza considerare che sono proprio le liberalizzazioni fatte male o che sfociano in oligopoli il problema in sè, come avete sottolineato nell’articolo proposto. Per cui c’è un paradosso: lamentate il fallimento delle liberalizzazioni perchè sfociano in oligopoli e ve la prendete con le liberalizzazioni in sè, quando il problema è come vengono fatte. Se in Italia vengono fatte male (ma non sempre come i casi sopra citati) la colpa è del sistema italiano non del modello liberale in sè... E comunque vorrei sapere qual’è la vostra alternativa: un modello sociale dove lo Stato controlla l’economia, la cancellazione del privato ed il monopolio del pubblico??? Come pensate di ridurre il debito e contemporaneamente aumentare crescita, occupazione e mantenere bassa l’inflazione??? Si accettano proposte concrete. 
  • Di Libero Mercato (---.---.---.235) 21 settembre 2011 13:03
    Libero Mercato

    Ricordiamoci che la più grande crisi economica degli ultimi decenni è scaturita dai mutui subprime e dalla facilità con cui le banche americane impacchettavano e vendevano mutui a famiglie e persone senza le adeguate garanzie.... Il rischio di insolvenza è reale e molte banche italiane si trovano in crisi di liquidità sul fronte dei crediti. 

    Certo, un sistema che funziona deve incentivare e aiutare i giovani a rendersi indipendenti, però vorrei sottolineare come l’eccessiva prudenza degli istituti italiani abbia mantenuto fino ad ora una certa solidità nonostante la grave recessione.
    Per adesso nessuna banca italiana è fallita, questo grazie anche ad una gestione prudenziale sul fronte erogazioni. 
    Dev’essere lo Stato ad intervenire con agevolazioni creditizie favorevoli e politiche per la casa verso i soggetti più in difficoltà...ma si sa, al Governo pensano ad organizzare orge e festini. 
  • Di Libero Mercato (---.---.---.235) 31 agosto 2011 16:49
    Libero Mercato

    Volevo aggiungere una precisazione in merito ai contenuti dell’articolo. L’aumento della tassazione dal 12,5% al 20% sulle rendite finanziarie non riguarda le polizze vita a carattere previdenziale (che mantengono l’attuale tassazione all’11%) e le obbligazioni governative (titoli di stato).
    Giusto per una maggiore e corretta informazione.

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