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Il Movimento 5 Stelle ed il "rigore" a fasi alterne

La metamorfosi (illogica) del Movimento 5 Stelle ha qualcosa di straordinario

Dall'ossessione quotidiana del rigorismo fiscale (riduzione di indennità e stipendi, rendicontazione pedissequiosa di ogni attività, attacchi contro la Casta degli sprechi e del debito pubblico) all'esaltazione ideologica di un paese che ha gli stessi vizi (anche peggiori) del nostro passato, che dopo aver ottenuto lauti prestiti dalla vituperata e terrorista Unione Europea (che quando si trattò di incassare forse tanto tirannica non era...) nel 2012 ha ricevuto uno "sconticino" di circa 100 miliardi di euro e tutt'oggi paga un tasso d'interesse sul proprio debito in media del 2%, quasi come fosse un paese scandinavo.
Eppure nel parlamento europeo i grillini siedono sul fronte opposto di Syriza, con quel Nigel Farage "liberista" radicale ed ex uomo di finanza britannica.
 
L'elenco delle contraddizioni sarebbe ancora lungo ma è meglio fermarsi qui, anche se si fatica molto a seguire un ragionamento politico in cui non si ravvede nulla di concreto, coerente ed omogeneo, ma solo il patetico tentativo di "raccattare" consenso ovunque possa germogliare, ovviamente sempre nell'ottica della "protesta" e del "contro qualcosa o qualcuno" e quasi mai con un serio progetto di "governo".
 
Dopo che per anni da sinistra il "nemico" è stato raffigurato nell'America capitalista e guerrafondaia, adesso il nuovo bersaglio dei populismi (di destra, di sinistra, di tutti gli schieramenti) è una presunta Europa filonazista che schiaccerebbe i più deboli per favorire banche e massoni di ogni ordine e grado.

Va da sè che ogni paese sovrano ha la responsabilità del suo bilancio pubblico, di decidere le manovre economiche come è stato fatto in diversi paesi (Spagna, Portogallo e Irlanda hanno subito tutte la cura della Troika, ma facendo riforme diverse tra loro, a seconda delle caratteristiche economiche e fiscali dei singoli territori, ed adesso vedono un graduale recupero del tasso di occupazione ed una crescita media del Pil superiore all'1%).
 
Non si comprende perché un maggiore rigore fiscale, ovvero non aumentare in maniera eccessiva il proprio debito, non spendere sempre più di quanto si guadagna, non sprecare il denaro pubblico, rilanciate e favorire la crescita e l'occupazione in maniera naturale e non "drogandola" con l'assistenzialismo di Stato, debbano essere interpretati come una Tirannia dall'alto.
Sono in realtà concetti economici basilari che qualsiasi Stato moderno ed avanzato dovrebbe avere come Stella Polare.
 
Invece siamo al paradosso di un'opposizione tremendamente rigorista e austera in casa propria (fino al limite della pignoleria) e incredibilmente solidale e ragionevole con coloro che nel passato hanno commesso errori peggiori dei nostri e mostrano anche una (scarsa) volontà di rimediare.
Il tutto solo per l'ansia di avere "un nemico comune e ben riconoscibile" che serva finalmente a nascondere ed alleviare le nostre responsabilità.
 
Foto: Luca/Flickr

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