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Le banche non concedono mutui ai giovani

Il 24% di chi cerca un mutuo per la prima casa non ha ancora 30 anni, ma meno del 5% dei richiedenti lo ottiene. Tra le ragioni del rifiuto a concedere il finanziamento la mancanza di contratti di lavoro stabili, difficoltà di trovare un garante e indisponibilità di un profilo creditizio affidabile.

È quanto rivela un'indagine diffusa da Mutui.it, comparatore web di mutui che ha analizzato le richieste di finanziamento per acquisto della prima casa compilate negli ultimi mesi.

Nel dettaglio, la richiesta media è di 150.000 euro, pari al 77% del valore dell'immobile che si vorrebbe acquistare; nel 52% dei casi viene preferito il tasso fisso, solo nel 25% quello variabile. Gli under 30, che hanno mediamente 27 anni al momento della compilazione del preventivo, vorrebbero infine che il loro mutuo durasse circa 26 anni.

Non emergono grosse differenze a livello regionale. Se l'età del richiedente e la durata media del mutuo sono pressoché le stesse in tutta Italia, a cambiare sono gli importi che si vorrebbero ricevere; le regioni da cui provengono le domande più ingenti sono Trentino Alto Adige (176.000 euro), Emilia Romagna (173.000 euro), Lazio e Veneto (168.000 euro). Tutte regioni in cui i costi degli immobili sono piuttosto elevati. Emilia Romagna e Veneto sono anche le regioni in cui si vorrebbe finanziare una percentuale maggiore del valore dell'immobile, superiore all'80%. Il fatto che solo il 5% dei richiedenti riceva un mutuo per la prima casa lo ritengo preoccupante, anche se non mi stupisce.

E’ la dimostrazione più evidente delle notevoli difficoltà che i giovani incontrano per entrare in possesso di un’abitazione e quindi anche per abbandonare la casa di famiglia. E’ poi noto che anche se decidono di rivolgersi al mercato degli affitti, si trovano di fronte a richiesti di importi mensili spesso esagerati e comunque che non sono in grado di pagare.

Certo le banche non sono delle associazioni di beneficenza ma, almeno in Italia, sono troppo rigide sia nei rapporti creditizi con i giovani sia in quelli con gli immigrati. E poi andrebbero previste delle agevolazioni pubbliche che facilitino l’accesso al credito da parte dei giovani.

Di fatto attualmente tali agevolazioni non ci sono. E poi ci si lamenta se i giovani sono “bamboccioni”, abbandonano tardi le abitazioni delle proprie famiglie e decidono in pochi di mettere al mondo dei figli. Io mi stupirei se avvenisse il contrario.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.216) 20 settembre 2011 00:11
    Renzo Riva

    Uno si dichiara impotente; l’altro si tocca i coglioni.
    Intanto una sindacatocrazia fa le seguenti porcate:
    .
    Ai vecchi operai vecchi i privilegi.
    Ai giovani stenti, sacrifici e lacrime.
    Quando il sangue dei privilegiati!

    Nelle contrattazioni aziendali è ultimamente è invalso l’uso del mantenimento di istituti quali maggiorazioni per lavoro notturno, domenicale ecc. per i vecchi dipendenti mentre per i nuovi assunti no.
    Per pari qualifica e pari mansione diversi salari che per i giovani significa anche 300 Euri al mese di differenza.
    Ai vecchi i soldi per cambiare spesso l’autovettura o altro; ai giovani nemmeno la possibilità di farsi un mutuo per la casa per mettere su famiglia.
    Innovazione nella contrattazione? Invece di azzerare tutto e ripartire con il mantenimento per i vecchi, sangiusughe dei giovani, dell’anzianità e tfr e per il resto paga pari per qualifica pari.
    Al massimo per certe mansioni gravose o poco appetite si possono prevedere nuovi istituti retributivi.
    C’è la nuova esigenza di un Sindacato Liberale per non arrivare alla bastonatura dei vecchi da parte di giovani con la pazienza esaurita.

    Renzo Riva
    SL - Sindacato Liberale

    =======================================

    Sindacati DELINQUENTI costituiti da delinquenti prezzolati per raggiungere i loro fini DELINQUENZIALI.
    .
    Art. 36.

    Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

    La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

    Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.


    Art. 37.

    La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.

    Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

    La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.

    La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

    Art. 38.

    Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.

    I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.

    Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.

    Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.

    L’assistenza privata è libera.

    Art. 39.

    L’organizzazione sindacale è libera.

    Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.

    È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica.

    I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.

    Art. 40.

    Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano. [6]
    .
    [6] (Nota all’art. 40).
    V. legge 12 giugno 1990, n. 146, recante «Norme sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali» (G.U. 14 giugno 1990, n. 137).

    ==============================================

    I lavoratori odierni hanno bisogno di un
    SINDACATO LIBERALE
    Altrimenti sono fottuti
    dai comunisti, socialisti, cattolici sia destrosi che sinistrosi.
    Tutti in ogni caso delinquenti di loro.
    .
    Ricordi la locuzione "ERGA OMNES"?
    .
    Non si ricordano più nemmeno l’ABC del sindacato.
    .


    MI RIFERISCO ALL’ULTIMO ACCORDO AZIENDALE SOTTOSCRITTO AL GRUPPO FANTONI DI OSOPPO.


    Notizia di oggi: La LIMA http://www.lima.it/
    trasferirà i suoi reparti produttivi da S.Daniele del Friùli a Termini Imerese.
    Probabilmente hanno offerto tanti soldi e consigli che non poteva rifiutare.
    Evviva la libertà d’impresa.

    Mandi,

    Renzo Riva
    C.I.R.N. F-VG – Comitato Italiano Rilancio Nucleare
  • Di Libero Mercato (---.---.---.235) 21 settembre 2011 13:03
    Libero Mercato

    Ricordiamoci che la più grande crisi economica degli ultimi decenni è scaturita dai mutui subprime e dalla facilità con cui le banche americane impacchettavano e vendevano mutui a famiglie e persone senza le adeguate garanzie.... Il rischio di insolvenza è reale e molte banche italiane si trovano in crisi di liquidità sul fronte dei crediti. 

    Certo, un sistema che funziona deve incentivare e aiutare i giovani a rendersi indipendenti, però vorrei sottolineare come l’eccessiva prudenza degli istituti italiani abbia mantenuto fino ad ora una certa solidità nonostante la grave recessione.
    Per adesso nessuna banca italiana è fallita, questo grazie anche ad una gestione prudenziale sul fronte erogazioni. 
    Dev’essere lo Stato ad intervenire con agevolazioni creditizie favorevoli e politiche per la casa verso i soggetti più in difficoltà...ma si sa, al Governo pensano ad organizzare orge e festini. 

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