• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Iran e Armenia - Diplomazia tra Monasteri e Gasdotti

Iran e Armenia - Diplomazia tra Monasteri e Gasdotti

In un Caucaso attraversato da tensioni e fratture geopolitiche sempre più profonde, la relazione tra Iran e Armenia si staglia come un raro esempio di cooperazione stabile, profonda e trasversale.

La recente dichiarazione del viceministro degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, circa la pianificazione della visita ufficiale del presidente Masoud Pezeshkian a Yerevan, non è solo un gesto diplomatico, ma un segnale eloquente. I due Paesi rafforzano ogni giorno di più un’alleanza che affonda le radici nella storia e si proietta verso un futuro strategico comune.

Khatibzadeh, intervenuto al forum internazionale “Dialogo Yerevan-2025”, ha sottolineato l’intensificarsi delle relazioni politiche tra Teheran e Yerevan, annunciate da visite reciproche e da ben cinque delegazioni iraniane attese in Armenia questa settimana. Solo pochi giorni fa, il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale armeno Armen Grigoryan si trovava a Teheran per colloqui bilaterali.

“Le consultazioni tra le capitali sono costanti e costruttive”
– Saeed Khatibzadeh

Il viceministro ha inoltre evidenziato come le relazioni economiche siano a un livello elevatissimo. L’introduzione di un tasso di interesse pari a zero per il trasporto merci tra i due Paesi punta ad accelerare una cooperazione commerciale già in forte espansione.

L’Iran ha annunciato investimenti fino a 3 miliardi di dollari in progetti comuni con l’Armenia, focalizzati su infrastrutture critiche: strade, ponti e soprattutto la ricostruzione della linea ferroviaria Yeraskh–Julfa–Meghri–Horadiz. Questa arteria, una volta operativa, ristabilirebbe il collegamento ferroviario diretto tra Armenia, Iran e Russia, nell’ambito del più ampio progetto armeno “Crossroads of Peace”.

Energia e strategia

Sul fronte energetico, è stato esteso fino al 2030 l’accordo “Gas for Electricity”, che prevede il raddoppio delle forniture di gas iraniano verso l’Armenia. Un chiaro segnale della volontà di rendere l’Armenia meno dipendente da Mosca e più connessa all’Iran, soprattutto in un momento in cui Teheran punta a consolidare la propria influenza nella regione.

Ma la collaborazione non si ferma all’economia. Recentemente si sono svolte esercitazioni militari congiunte lungo il confine, ufficialmente in chiave antiterrorismo. Tuttavia, in un contesto di crescente assertività dell’Azerbaigian – sostenuto da Turchia e Israele – il messaggio è chiaro: l’Iran si propone come garante della sicurezza armena.

Khatibzadeh ha inoltre evidenziato lo sviluppo di sinergie nel campo delle tecnologie avanzate, che includono intelligenza artificiale, telecomunicazioni, tecnologie mediche e cyber-sicurezza.

Un legame storico e spirituale

La relazione tra Iran e Armenia non è un fenomeno recente. È una vicinanza culturale che affonda le radici nei secoli. In Iran si trovano alcuni dei monasteri armeni più antichi del mondo, tra cui il monastero di San Taddeo (Qara Kelisa) e quello di San Stepanos, entrambi dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Ogni anno, il pellegrinaggio a San Taddeo richiama fedeli armeni da tutto il mondo, segno tangibile della spiritualità condivisa.

Nel cuore di Yerevan, invece, sorge la Moschea Blu, costruita nel XVIII secolo durante il dominio persiano. Oggi è gestita direttamente dall’ambasciata iraniana. Si tratta dell’unica moschea attiva in Armenia, ma soprattutto di un simbolo vivente del dialogo interreligioso.

Sul piano linguistico, culturale e accademico, Armenia e Iran hanno condiviso per secoli parole, stili, alfabeti e influenze. Le loro biblioteche nazionali collaborano dal 2002, e un programma culturale congiunto per il periodo 2024–2027 prevede iniziative comuni in ambito artistico, scolastico e documentario. Tra gli obiettivi, anche il riconoscimento UNESCO di pratiche culturali condivise, come il pellegrinaggio a San Taddeo.

Teheran tra diplomazia e geopolitica

Ma tutti aspettano la firma del trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian. “Una volta firmato – ha dichiarato Khatibzadeh – saremo finalmente in grado di realizzare molti progetti rimasti in sospeso”. Nel frattempo, l’Iran si propone come interlocutore di pace, senza mai rinunciare al proprio ruolo strategico nel Caucaso.

Mentre l’Armenia cerca nuovi equilibri e l’Iran rafforza la propria presenza nella regione, la loro alleanza, forgiata nella storia e alimentata dalla contingenza, si fa ogni giorno più concreta. Un legame che va ben oltre la politica, e che si misura nelle pietre dei monasteri, nelle cupole delle moschee, nelle parole condivise e nei ponti – materiali e simbolici – che si stanno costruendo.

L’Iran, da sempre critico verso ogni ridisegno delle frontiere che escluda la propria influenza, ha ribadito la volontà di svolgere un ruolo da garante della stabilità regionale. Ma l’equilibrio è fragile, e la corsa alle alleanze è tutt’altro che finita.

In questo scacchiere complicato, l’asse Teheran-Yerevan si consolida giorno dopo giorno.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità