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Il due giugno di Napoli, solidarietà con il popolo palestinese per porre fine al genocidio

Appello al sindaco di Napoli, al governatore della Campania, ai rettori delle Università: “Interrompete ogni rapporto con il governo israeliano”. Al governo italiano: “non venga rinnovato il memorandum militare Italia – Israele”

di Daniele Pallotta

“Sanzioni da comminare subito al governo israeliano, rottura degli accordi militari, politici e di ricerca accademica, fine della vendita di armi da parte del governo italiano al governo israeliano, impedire che il memorandum di intesa militare tra Italia ed Israele venga rinnovato l’ 8 giugno di quest’ anno”: sono le richieste che con forza sono state, il due giugno, ancora una volta urlate dal corteo promosso dal “Comitato Pace e Disarmo – Campania”, che a Napoli ha attraversato le vie del quartiere Vomero, partendo da piazza Vanvitelli per arrivare a piazza degli Artisti.

Dopo la decisione dei governatori delle Regioni Puglia ed Emilia – Romagna e Puglia di interrompere ogni tipo di relazione istituzionale con il governo israeliano e con qualsiasi soggetto ad esso legato, gli attivisti scesi in piazza a Napoli portano la stessa istanza anche al sindaco di Napoli, al presidente della Regione Campania ed ai rettori delle Università campane.

La professoressa Souzan Fatayer, di origine palestinese, diventa la voce straziante di un popolo: “Quante persone devono morire?! Dobbiamo aspettare la morte di tutto il popolo palestinese? Il popolo Palestinese ha diritto di vivere!” e lancia un appello: “pressiamo il governo italiano affinché interrompa ogni rapporto diplomatico e dichiari il governo di Israele colpevole di terrorismo contro il popolo palestinese.”

Padre Zanotelli sostiene che il boicottaggio commerciale e l’ embargo economico siano strumenti efficaci ed attuabili nel breve tempo che i governi occidentali potrebbero adottare il prima possibile per mettere in difficoltà il governo israeliano.

Nel corso del corteo alcune persone hanno simulato di essere vittime dei bombardamenti mostrando foto delle persone morte in Palestina e si sono tenuti minuti di silenzio in memoria delle vittime del genocidio.

 

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