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Le 4 sorelle del petrolio

Al giorno d'oggi, secondo molte teorie formulate da specialisti in diversi campi, come economisti, scienziati o politologi, il mondo è controllato non dai politici bensì dalle grandi aziende, che operano in diversi campi e detengono il potere di influenzare l'andamento dei mercati. Sono queste grandi aziende che influenzano pesantemente le decisioni che prendono i politici, considerati potenti ma che in realtà non lo sono. 

Parlando di campi d'influenza non è difficile immaginare che il petrolio, il carburante che tiene in vita il nostro sistema economico societario, sia uno degli elementi più preziosi, ma soprattutto più importanti da gestire. Se la gestione del petrolio fosse frazionata fra numerose aziende, evitando un monopolio, nessuna avrebbe un grande potere. Il problema è che a gestire le risorse sono in pochissime. Dal 1950 al 1970 il mercato del petrolio era gestito per più dell'80% da quelle che Enrico Mattei, presidente dell'ENI che si era scagliato contro il monopolio del petrolio ed in seguito morto in circostanze misteriose, aveva chiamato “le 7 sorelle”. Le sette compagnie petrolifere erano d'accordo per decidere il prezzo del greggio a loro piacimento portandole ad ottenere dei guadagni spaventosi e a controllare il cartello del petrolio. “Le 7 sorelle” erano: Texaco, British Petroleum(BP), Gulf Oil, Mobil Oil, Royal Dutch-Shell, Esso e Chevron. Oggi, dopo una serie di fusioni “le 7 sorelle” sono diventate quattro, questo ha reso ancora più monopolistico il mercato petrolifero e, conseguentemente, ha conferito più potere alle sorelle superstiti. Le quattro super compagnie di oggi sono: BP, Shell, Exxon Mobil (nata dalla fusione di Esso e Mobil Oil) e Chevron (che ha inglobato Gulf Oil e Texaco). Queste quattro compagnie, oltre ad esercitare un potere politico determinante per gli equilibri del pianeta, sono, proprio per il loro potere, praticamente intoccabili e non si fanno problemi a macchiarsi di gravi crimini.
 
Nello specifico la Shell, che ha un fatturato annuo di circa 310 miliardi di Euro, è accusata di creare ingenti danni ambientali, distruggendo i mezzi di sostentamento delle popolazioni che vivono in prossimità degli impianti d'estrazione. In più la Shell è accusata di appoggiare, con la fornitura di armi e carburante, il regime militare nigeriano e di aver influito sull'uccisione di civili innocenti, ma scomodi alla compagnia. La Shell è anche tra quelli che hanno guadagnato in seguito alla guerra in Iraq, ottenendo dei contratti di estrazione.
 
La BP, che ha un fatturato annuo di circa 245 miliardi di Euro, ha causato ingenti danni ambientali, vedi la marea nera provocata dalla piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, inoltre è stata accusata da Human Rights Watch di aver addestrato e fornito armi alla polizia militare in Colombia per ottenere protezione da duecento famiglie che hanno visto le loro terre distrutte dopo la costruzione di vari oleodotti. Stessa fine hanno fatto i territori di alcune popolazioni indigene dell'Amazzonia e rischiano di farla altre famiglie in Azerbaijian e Turchia. Anche la BP ha avuto una fetta delle risorse petrolifere dopo la guerra in Iraq.
 
La Exxon Mobil, che ha un fatturato annuo di circa 300 miliardi di Euro, e ha realizzato l'utile più alto della storia, è accusata di provocare disastri ambientali e sostenere regimi corrotti, che perseguitano gli oppositori della compagnia, in Ciad, Camerun, Indonesia, Guinea Equatoriale e Kazakistan. L'azienda ha ottenuto giacimenti petroliferi in seguito alla guerra americana in Iraq e sembra sia coinvolta in un pesante e persistente fenomeno di inquinamento del fiume newyorkese Newton Creek.
 
Ultima, ma non ultima, la Chevron, che ha un fatturato annuo di circa 290 milioni di Euro, è accusata di aver creato disastri ambientali in Ecuador, Nigeria e Angola, in queste ultime due nazioni la major statunitense è in combutta con le dittature locali. La Chevron ha allungato le sue mani, o meglio, i suoi oleodotti in 23 nazioni diverse in tutto il mondo.
 
Queste compagnie sorreggono dittature, forniscono armi, decidono i prezzi, fanno uccidere innocenti, creano disastri ambientali, ma non vengono mai toccate da nessun governo e hanno anche il coraggio di mettere sui loro siti internet la voce “Diritti Umani” oppure “Energia Sostenibile.

Commenti all'articolo

  • Di Riki Bianco (---.---.---.19) 12 ottobre 2010 13:29
    Riki Bianco

    Io più che dire andiamo in bicicletta e usiamo mezzi pubblici o usiamo l’auto il meno possibile non saprei!!
    Inoltre molti governi compreso il nostro anno deciso di trasportare le merci su gomma invece che su rotaia! pensate ai milioni di litri di gasolio!!A tutti i tir che ci sono in autostrada e che ormai intasano tutti gli autogrill e la gente con le auto non riesce più a bersi un caffè!!

    • Di Andrea Ciccolini (---.---.---.249) 12 ottobre 2010 13:51
      Andrea Ciccolini

      Eh, lo so ... per non parlare della benzina che usano gli aerei!

      La questione è grave ma è difficile che per noi cittadini fare qualcosa. Dovrebbero prendere delle decisioni importanti molto più sopra di noi, nei palazzi del potere, ma anche per loro è difficile, visto il potere che hanno queste compagnie. Pensandoci bene ci si sente impotenti. Ma almeno una cosa la possiamo fare, informare e denunciare.
  • Di alessandro tantussi (---.---.---.35) 12 ottobre 2010 20:06
    alessandro tantussi

    boh, forse hai ragione tu in tutto e per tutto, francamente spero di no, così ad occhio mi sembri un tantino eccessivo, ma può darsi che tu abbia ragione. Di certo condivido la critica alla concentrazione del potere nelle mani di pochi: questo di per sé costituisce un rischio perché certamente l’entità del rischio è direttamente proporzionale alla smisurata dimensione delle 4 sorelle ed inversamente proporzionale al numero delle compagnie petrolifere. Solo 4 compagnie e così potenti possono, non è detto che debbano, controllare il mondo più di una come USA, CINA, RUSSIA e per di più senza il minimo controllo democratico. 
    Certo che perfino il teschio... Lo dico a sensazione: mi sembra proprio che tu esageri un po’. Forse un po’ di prudenza sarebbe meglio, così rischi perfino una querela. Comunque l’articolo è scritto bene, L’argomentazione è approfondita anche se non sono in grado di valutare se è fondata al100% spero di non essere un ingenuo. Anzi se devo dire la verità spero proprio che tu sia esagerato, altrimenti hai ragione a dire che siamo tutti a rischio. Comunque mi informo, e ti ringrazio per avermi stimolato a farlo.

    • Di Andrea Ciccolini (---.---.---.140) 13 ottobre 2010 11:10
      Andrea Ciccolini

      Beh, spero anche io di non avere ragione, ma dopo essermi documentato, credo che la situazione sia come l’ho descritta. 

      Devo precisare una cosa, il potere di controllo di cui parlo non appartiene solo alle 4 sorelle ma anche ad altre grandissime compagnie e qualche banca. Ma non è in mano ai governi come, invece, si crede. Certo, secondo me, i governi non sono completamente impotenti, potrebbero fermare questa situazione, ma il problema sta nel fatto che sono dipendenti economicamente dalle grandi compagnie e dalle banche. A questo proposito, per sentire testimonianze dirette ed avere un chiarimento approfondito su questo argomento, ti consiglio di guardare il video/documentario reperibile in rete intitolato "ZEITGEIST:ADDENDUM".
      Il simbolo della Shell modificato a teschio,ovviamente l’intento è provocatorio. Purtroppo io non credo di esagerare e non temo una querela perché tutte le notizie sui crimini commessi delle 4 sorelle sono reperibili su varie pubblicazioni, siti internet e giornali. Troverai tu stesso la conferma alle mie parole informandoti.
      Chiudo ringraziandoti per i complimenti e per aver condiviso i tuoi dubbi, spero di averli chiariti.
  • Di (---.---.---.151) 13 ottobre 2010 11:09

    la malamultinaz.è vergognosa,inibisce le free energy.c è l elettrolisi di acqua per produrre ossidrogeno gassoso con cui alimentare tutto cio che va a combustibili inquinanti.l inventore joe booker è stato ucciso da qualche interesse contrario negli anni 90.ma il suo lavoro NO.trattasi in breve di alimentare una cella da litro con due cilindri coassiali in acciaio 316 microforati,aventi lunghezza 15 cm,e diametri 6 cm e 5,6 cm,tenuti equidistanti ed isolati da due oring agli estremi.la cella che contiene i due cilindri da cui esce superiormente un perno per cilindro da alimentare con corrente a 700 v,350khz,e 0,5ampere/litro h2o,è simile ai contenitori per filtri di acqua da villa monofamigliare.dopo la combustione VAPORE ACQUEO.  fabio        inventore free energy 

  • Di Andrea Ciccolini (---.---.---.140) 13 ottobre 2010 11:19
    Andrea Ciccolini

    Si, sono d’accordo con te, la situazione è vergognosa. Sono molti i casi in cui hanno segato le gambe, in modo più o meno violento, a varie soluzioni di free energy. Spesso queste multinazionali del petrolio tentano anche di farci credere che le energie sostenibili e rinnovabili non sono ancora al livello del petrolio in quanto ad efficienza ed energia prodotta. Ma non è così, esistono migliaia di brevetti simili all’elettrolisi di acqua di cui hai parlato sopra. In più esistono moltissime fonti di energia rinnovabile e pulita che, potenzialmente, potrebbe già essere sfruttata. L’esempio migliore viene dall’energia geotermica che, sfruttata con la tecnologia odierna, ci consentirebbe di avere energia pulita per 4000 anni. 

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.176) 13 ottobre 2010 21:32
    alessandro tantussi

    in questo senso, purtroppo, un altro freno è l’industria automobilistica. Credo che gli enormi investimenti collegati alla industria dei motori endotermici che bruciano idrocarburi costiuisca una barriera alla ricerca, allo sviluppo ed alla distribuzione di eventuali sistemi alternativi, meno inquinanti. E’ incredibile pensare che l’attuale motore a scoppio, nella sua parte essenziale, non è molto diverso da quello pensato da Barsanti & Matteucci nel 1850. Ma di ciò non si può fare una "colpa" solo alle società multinazionali, per un verso è nella natura delle cose. Ciascuno difende i propri interessi, che tra le le altre cose, per un verso sono concentrati in capo alle società ed a chi ne detiene le quote di controllo (generalmente modeste) ma nello stesso tempo diffusi tra la miriade di azionisti anche piccoli i quali aspirano ad un dividendo ed a un trend positivo nei corsi dei titoli. Senza contare gli interessi degli stati che pretendono di percepire dalla vendita dei carburanti accise superiori allo stesso prezzo di fabrica. Anche gli stati potrebbero essere corresponsabili della ricerca, da parte delle multinaziomnali. di economie sul piano dei costi che non potendo essere scaricati sui prezzi pena una riduzione dei consumi (anche in caso di monopolio di un bene essenziale come la benziana o il gas bisogna pur sempre tener conto di una certa l’elasticità della domanda) . ADESSO NON MANDATEMI ACCIDENTI, HO FATTO SOLO DELLE RIFLESSIONI...

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