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La realtà della Russia di Putin

Oggi tanti, pur prendendo le distanze dal leader russo che ha spedito migliaia di carri armati a invadere un paese sovrano, attribuiscono tutta o gran parte della responsabilità all'espansione della Nato verso est.

Cosa che indubbiamente c'è stata, così come c'erano state a suo tempo le promesse occidentali a Gorbaciov che ciò non sarebbe avvenuto. Quindi questa lettura non è radicalmente sbagliata, non è propaganda di notizie completamente inventate. Non sono "fake news". E alcuni analisti, anche americani, mettevano in guardia da questa prassi politica, già in tempi non sospetti.
 
Ed è credibile e comprensibile che questo non sia affatto piaciuto, nonostante sia la libera scelta di uno stato sovrano, alla dirigenza russa. Così come non piacque a Kennedy che i missili russi fossero installati a Cuba, uno stato sovrano anch'esso.
 
Con la differenza che là i missili c'erano davvero. Qui, in Ucraina, invece no. Non ce ne sono. Si invade, si bombarda e si uccide sulla base dell'idea che forse un domani, chissà... potrebbero esserci.
 
Anche se parlare di "accerchiamento" della Russia, come spesso si legge, cioè di un paese enorme, che si sviluppa su due continenti, dal mar Batico al Pacifico, con migliaia di chilometri di confini con molti paesi dalla Finlandia fino alla Cina, è palesemente un termine propagandistico che ha ben poco a che vedere con la realtà, geografica e geopolitica, della Russia contemporanea.
Basterebbe citare il rapporto, oggi piuttosto amichevole (o quantomeno non ostile), con la Cina per liquidare come inappropriato il termine "accerchiamento".
 
Che però ha una valenza ideologica perché è il termine (insieme con "talassocrazia" - il dominio dei mari da parte delle potenze occidentali) usato da Alexandr Dugin, il "filosofo di Putin", per lamentare l'assedio cui la Russia sarebbe sottoposta fin dall'Ottocento e per contrapporgli un progetto "terrestre": l'Eurasia, un progetto geopolitico, imperniato sulla centralità di Mosca, che dovrebbe coprire un'area da "Lisbona a Vladivostock".
 
Per chiarire: fu una "corrente di pensiero diffusa fra gli intellettuali russi emigrati dopo la sconfitta delle armate bianche (1921). Sostenitori dell’inconciliabilità di Russia ed Europa, preconizzavano la crisi dell’Europa e l’egemonia culturale dell’Asia" (cfr. Enciclopedia Treccani https://www.treccani.it/enciclopedi...). Parliamo quindi di un progetto nato in contrapposizione alla vittoria bolscevica, che oggi, coerentemente, è un progetto politico sostenuto da ambienti dell'estrema destra, anche europea. In Italia la rivista "Eurasia" è stata fondata e diretta da Claudio Mutti, un noto estremista della destra extraparlamentare degli anni '70, fra i primi aderenti alle tendenze rossobrune (il movimento nazimaoista Lotta di popolo) di quegli anni.
 
Poi c'è la memoria che si ricorda anche della promessa fatta dai russi all'Ucraina, al momento della loro "restituzione" delle testate atomiche dislocate in Ucraina, quando l'URSS si dissolse, di rispettare i confini dello stato indipendente. Promessa che, lo vediamo in questi giorni, non è stata mantenuta.
 
I bugiardi sono numerosi in politica, questa è cosa nota. Tantopiù in politica estera. Ricordarsi di qualcuno, ma non di tutti, non fa un buon servizio alla comprensione della realtà. Che, come sempre, presenta sfaccettature diverse e molti diversi elementi da approfondire.
 
Come, ad esempio, la sequenza di giornalisti russi, critici verso il loro governo, ammazzati (cfr. su wikipedia un elenco impressionante alla voce "Giornalisti uccisi in Russia") o in galera. O dei dissidenti politici, ammazzati o in galera. Chi si ricorda più di Anna Politkovskaja o di Alexandr Litvinenko?
 
Anche in Occidente "succedono" a volta queste cose. Ma, ammettiamolo, in Russia sembra essere uno sport nazionale più che qualche caso di cronaca.
 
Infine c'è la prassi - condivisa da certe iniziative occidentali che conosciamo bene - di mandare carri armati a invadere i paesi che non piacciono. Come fece l'URSS con i paesi "fratelli" che sgarravano. In epoca sovietica, certo. Ma proseguita da Putin. Non ci si ricorda più della fine che ha fatto la Cecenia? Anche lì, come sempre, fra molte ambiguità, dall'una e dall'altra parte. Ma con lo stesso finale di Budapest o Praga di decenni prima. L'occupazione e il "ristabilimento" dell'ordine. Ma qui l'adesione della Cecenia alla Nato non era stata nemmeno ventilata.
 
Quando Alexandr Dugin, il "filosofo di Putin", dichiarava nel 1997 che «uno stato ucraino non ha alcun significato geopolitico. Non ha alcuna rilevanza culturale, specificità etnica o peculiarità geografica», viene spontaneo chiedersi se questa negazione dell'identità nazionale ucraina, solo sei anni dopo la dichiarazione d'indipendenza, non sia la vera ragione - simile a quella cecena e prima ancora a quello che accadde a Budapest nel 1956 o a Praga nel 1968 - di quello che accade oggi a Kiev.
 
Sarebbe stata sufficiente una "finlandizzazione" dell'Ucraina per impedire l'invasione? Non lo sappiamo e, purtroppo, non lo sapremo mai. Ma con le premesse che abbiamo visto c'è da dubitarne. E, in ogni caso, si può invadere una nazione libera, massacrando e distruggendo, solo sulla base del sospetto sulle sue intenzioni politiche future?
 
La lettura, tutta antioccidentalista, che si legge talvolta, in ambienti di sinistra prevalentemente,che attribuisce ogni responsabilità all'allargamento della Nato a est, sembra rispondere a una logica da guerra fredda, come se la Russia di oggi fosse ancora l'URSS di trent'anni fa o più. Questo è uno strabismo incomprensibile, nonostante certe somiglianze di superficie.
 
La Russia di oggi non ha ereditato solo la prassi totalitaria e aggressiva della Russia sovietica. Ma ha elaborato anche un progetto di "superamento" di quell'esperienza (disastrosa per tanti motivi, economici, politici, sociali e umani, come ben sappiamo).
 
Un superamento che non si è caratterizzato per un movimento evolutivo verso una maggior democrazia, una maggiore libertà e un'uguaglianza più vera da quanto proposto nell'occidente liberale (o, tantopiù, nella realtà sovietica).
 
Al contrario, la Russia di oggi ha proposto un superamento "per annullamento" dell'esperienza sovietica da cui proviene, che l'ha condotta a riproporre la realtà precedente la rivoluzione del 1917. Non solo nei simboli - la bandiera, lo stemma con l'aquila zarista, l'unione di amorosi sensi con la Chiesa ortodossa - ma anche nella pratica. Nel 2016 Putin affidò la gestione dell'economia russa al cosiddetto "club "Stolypin", chiamato così in onore del primo ministro di epoca zarista Pëtr Arkad'evič Stolypin, cosa che definisce l'architettura politico-ideologica del putinismo meglio di ogni altra cosa.
 
L'opposizione del mondo occidentale - e dei paesi dell'ex area comunista che si sono resi indipendenti a partire dal 1991 - al regime neozarista non è interpretabile con le stesse chiavi interpretative dello scontro fra il mondo "libero" (liberale e liberista) e quello animato dall'idea socialista, per quanto manipolata e distrutta dal sovietismo. È altra cosa. E forse molto più pericolosa perché se il comunismo sovietico era la manifestazione di una malattia che aveva ucciso l'anima di un movimento socialista egualitario e utopistico profondamente umano, il nuovo progetto della russia putiniana è il delirio - in senso proprio della psicopatologia - di riproporre il fantasma di ciò che la storia ha seppellito ormai da tempo.
 
Un delirio che è definibile più esattamente come reazione antidemocratica e antisocialista nello stesso tempo. Una reazione teologico-filosofica che rifiuta lucidamente, riproponendo un passato antiilluminista, ogni velleità di evoluzione umana e politica.
 
Alla conferenza stampa https://ugotramballi.blog.ilsole24o... del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, «la corrispondente dell’agenzia russa Interfax ha chiesto se l’Alleanza avrebbe formato una nuova coalizione “per fermare Hitler”. “Putin”, si è subito corretta».
 
Mai lapsus fu più chiarificatore.
 
Qui un mio articolo precedente su Dugin https://www.agoravox.it/Heidegger-D...

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.49) 2 marzo 2022 10:58

    Il tuo impegno è ammirevole ma, permettimi, manca quel quid di ricostruzione storico politica che fa la differenza. Premesso che chi muove le mani per primo ha sempre torto a prescindere, bisogna dire chi è il comico da cabaret che, con quattro amici al bar, ha preso in mano l’Ucraina, sulla base del successo nei suoi spettacoli popolareschi e spinto e foraggiato dall’atlantismo bombarolo. Come prima mossa ha dichiarato la lingua russa, insegnata nelle scuole assieme all’ucraino, lingua straniera ( almeno 1/3 della popolazione sono russofoni), poi per otto anni ha bombardato il Donbass, facendo 14.000 vittime (anche li ci sono donne e bambini), senza una voce dissonante che si sollevasse dagli azzerbinati europei. Infine, non contento, il comico ( e prendevamo in giro i grillini!!) ha ammiccato alla NATO che, da quella organizzazione imperialista che è, non si è di certo smarcata (anzi). Il sogno, od ossessione USA chiamala come ti pare, di mettere i missili a Mosca non solo non ha indotto gli azzerbinati europei a prendere una posizione critica, tutt’altro, hanno anche loro foraggiato il comico che ora strepita help, salvateci (mi). Il nostro premier burletta che, mostra finalmente di che pasta è fatta, è l’unico nel mondo che ha fatto votare (pochissime le voci dissonanti dal messia) la fornitura diretta di armi alla resistenza Ucraina che ci pone, come collaboranti bellici (?!). Dimmi te!.

    Ora io non ho nessuna ammirazione per Putin che considero alla stregua di un Bush qualsiasi però un pò più intelligente, ma porca miseria, studiarsi un pò di storia su cosa è l’Ucraina e cosa rappresenta per i Russi, dovrebbe essere il minimo sindacale.

    Ma non è finita. Adesso insorgono tutte le teste di rapa che vogliono per Putin un processo internazionale per crimini di guerra. Gli stessi che hanno bombardato, sterminato e bruciato al forno mezzo mondo. 

    Purtroppo i disastri accadono quando i cretini si coalizzano e diventano soverchianti. Ma in fondo al tunnel c’è il non ritorno.

    ciao

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.250) 2 marzo 2022 11:26
    Fabio Della Pergola

    Caro Paolo, il Il tuo impegno è ammirevole ma, permettimi, manca quel quid di ricostruzione storico politica ESATTA che fa la differenza.

    Il presidente ucraino che citi, con prevedibile sarcasmo, ha iniziato la sua carriera politica nel 2018. Candidatosi alle elezioni del 2019, le ha vinte con un ampio margine di voti (73%). diventando presidente del paese il 21 aprile 2019.

    Come abbia potuto bombardare il Donbass per otto anni, essendo al potere da meno di tre, è un problema su cui mi sono rotto la testa senza riuscire a trovare una soluzione.

    Oltretutto, come è noto (wikipedia è utile per queste semplici informazioni di base) il nostro è di famiglia ebraica di MADRELINGUA RUSSA.

    Che l’Ucraina abbia avuto la mano pesante in Donbass è noto (anche se le 14mila vittime conteggiate sono "su ambo i fronti" non solo fra i filorussi), ma incolpare di tutto il povero comico e i suoi quattro amici al bar mi sembra un po’ ingeneroso.

    La Nato: come è noto molti paesi dell’est europeo hanno subito un’occupazione militare russa per mezzo secolo circa. Pensare che non abbiano accumulato nel tempo un certo risentimento antirusso sarebbe davvero un’ingenuità. E a chi si potrebbe mai rivolgere questo risentimento antirusso nel mentre la Russia si risolleva dalla sua catastrofe post-sovietica e torna ad essere un forza, militare se non economica, di tutto rispetto? Davvero è così stupefacente che abbiano chiesto, e ottenuto, l’adesione a un sistema di mutuo soccorso militare nato proprio per contrastare la Russia (di epoca sovietica, ma perché no? – anche di epoca neo-postzarrista?). Per l’Ucraina il discorso però è un po’ diverso, posto che il paese NON fa parte della Nato, NON ospita soldati della Nato, NON ha dislocati sul suo territorio missili Nato e, nonostante tutti questi NON viene aggredito in modo così brutale. Solo come opera di prevenzione? Ah. Allora anche Bush jr aveva ragione ad attaccare di nuovo l’Iraq, come azione preventiva. O no? Saluti.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.250) 2 marzo 2022 13:12
      Fabio Della Pergola

      Aggiungo che Il programma elettorale di Zelenskyy affermava (nel 2018-19) che il governo avrebbe dovuto fissare l’obiettivo di presentare domanda per un piano d’azione per l’adesione alla NATO nel 2024 e che avrebbe proposto di tenere referendum in merito. Referendum che peraltro non è stato indetto, al momento. Dopodiché la richiesta di adesione, ammesso che fosse sancita dal referendum e ratificata dal Parlamento, avrebbe dovuto iniziare l’iter dei colloqui con ciascun membro dell’Alleanza atlantica per convincerli, tutti, di avere le caratteristiche politiche e sociali che permettano l’adesione del paese. Se TUTTI – è richiesta l’unanimità – a loro insindacabile giudizio, avessero dato luce verde sarebbe iniziato il programma di adesione vero e proprio. Siamo molto lontani da quel processo.

  • Di paolo (---.---.---.49) 2 marzo 2022 15:40

    A parte il fatto che dal 2018 a bombardare il Donbass è proprio il comico e il suo predecessore è assolutamente solidale con lui, per capire cosa sta succedendo basta confrontare la cartina dell’Europa in chiave NATO. Mi chiedo come può uno sano di mente pensare di configurare l’Ucraina come paese NATO che, notoriamente, è nata solo in chiave militare antirussa. Il fatto dei tempi poi è relativo, Puntin capisce che vogliono mettere i missili a 4 minuti da Mosca. Passi per i baltici che vanno bene per il baccalà, ma l’Ucraina è altra cosa. Insomma cosa frulla nella testa di questo nazionalista ( qualcuno lo definisce pure fascistoide) ucraino ? Cosa c’è dietro, i dollari ? Era cosi’ difficile mantenere una sorta di equidistanza, magari lucrando da entrambe le parti? Una sorta di Svizzera ,toh ! Tra l’altro Putin ha già detto che un conto è far parte della UE e un conto aprire alla NATO (ora o poi non importa, Zelensky ha esattamente questa intenzione).

    Ma nulla mi dici sul nostro uomo del destino che ci amministra come se fosse ancora alla BCE. Purtroppo gli azzerbinati europei vogliono essere più realisti del re, che mette le sanzioni da oltreoceano e poi non ne paga il conto, anzi ha il suo tornaconto. 

    Risentimento antirusso ? Ma guarda che in questo momento sono proprio i russi ad essere risentiti per le iniziative di questo signore e relativo circondario eterodiretto da Washington. 

    ciao

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.250) 2 marzo 2022 15:56
    Fabio Della Pergola

    A parte che il "comico" (ma se tu sei diventato un estimatore di Beppe Grillo, com’è che ti fa tanto ridere il fatto che il presidente ucraino fosse un comico?) si è trovato una situazione già devastata da almeno cinque anni di reciproche violenze, scaturite da una pretesa di scissione di due provincie da uno stato nazionale sovrano (a che titolo?). E che non poteva certo risolverla in quattro e quattr’otto viste le continue violazioni degli accordi di Minsk (1 e 2) da parte di entrambi, e l’aumento delle vittime di entrambi i fronti. E la pretesa russa di avere il diritto di inviare soldati propri a occupare territori altrui e combattere contro l’esercito regolare di uno stato sovrano. A parte tutto ciò, che già dal 2014 si configurava come una pesante intromissione russa, cioè di uno stato estero, negli affari interni di uno stato sovrano, per quale ragione l’Ucraina non avrebbe dovuto nemmeno pensare di procurarsi alleanze forti visto quello che succedeva già da tempo all’interno dei proprio confini internazionalmente riconosciuti? Detto questo, che non è poco, l’idea di volere appartenere alla Nato non è meccanicamente sovrapponibile all’appartenenza de facto alla Nato. Quello che è in atto, brutalmente, è un processo alle intenzioni. Logica che, traslata nel tempo e nello spazio, darebbe oggi ragione al prode Bush nel suo intento aggressivo di ammazzare Saddam Hussein e di distruggere il suo paese. Ragionamenti del cazzo, proprio, scusa la franchezza.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.250) 2 marzo 2022 16:02
    Fabio Della Pergola

    P. s. l’uomo del destino di casa nostra, governa con l’appoggio di un governo composto da LeU, PD, M5S, Italia Viva, Calenda, Bonino, Forza Italia e Lega. Più varie ed eventuali che mi sono dimenticato. Evidentemente non te ne sei accorto...

  • Di paolo (---.---.---.49) 3 marzo 2022 08:20

    Mai stato un estimatore di Beppe Grillo (testimoniano i miei articoli AgoraVox dal 2011 su tutte le cazzate che uscivano dalla sua bocca ) anzi proponevo al M5S ( che sostengo tuttora malgrado tutto e obtorto collo) di affrancarsi da questo citrullo perché li avrebbe portati in fondo al barile. Detto fatto.

    Dici giusto, paragonare Iraq e Ucraina è proprio un ragionamento del cazzo; dai una occhiata alla cartina e vai a rileggerti un pò di storia. Ciò detto esiste il diritto dei popoli alla loro autodeterminazione e se il Donbass (russofono, discriminato oltre che bombardato) vuole essere russo e non ucraino penso che qualche ragione devono averla.

    Adesso c’è solo da sperare che questa guerra schifosissima finisca al più presto. Come ti dicevo l’alternativa è il buio totale. E’ fastidiosa questa retorica propagandistica che l’Ucraina sta difendendo " i nostri valori fondanti ", che rimbalza su tutti i media del pensiero unico ogni tre per due, puzza di una ipocrisia insopportabile.

    Prendo atto che tu consideri il governo Draghi una cosa seria e questa classe politica di sfigati espressione della volontà popolare, visto che governa chi ha perso le elezioni solo grazie al ribaltone presidenziale.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.250) 3 marzo 2022 12:07
    Fabio Della Pergola

    Appunto, sostieni un movimento il cui padre-padrone è un ex-comico e ti permetti di perculare un governante ex-comico chiuso in un bunker in attesa che vengano a bombardarlo. Chi ti capisce è bravo.

    Poi mi inviti a studiare un po’ di storia e non hai nemmeno capito che non esiste qui un diritto alla "autodeterminazione dei popoli" dal momento che i separatisti del Donbass non sono un popolo in quanto russofoni, quasi tutta l’Ucraina è in percentuali variabili russofona. Proprio come il suo presidente, il deriso ex-comico.

    Gli indipendentisti vogliono la scissione per motivi politici essendo filo-russi, e contrastano la maggioranza filo-occidentale del paese e del governo. Non perché popolo "altro" dalla maggioranza del paese. E una scissione indipendentista per motivi politici vedi le intemperanze della Lega di un tempo non è contemplata in nessun codice di diritto costituzionale, nazionale o internazionale che sia.

  • Di paolo (---.---.---.49) 3 marzo 2022 13:59

    L’Ucraina è un accrocchio post URSS e non una nazione. Come tale è stata disegnata dopo la caduta dell’URSS e con l’impegno che non avrebbe mai portato al confine russo la NATO ( leggi USA ). 

    Comunque grazie per lo scambio di opinioni. Il mio augurio è che questa storia finisca al più presto ma temo che invece non sarà cosi’.

    chiudo  ciao

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.250) 3 marzo 2022 19:25
    Fabio Della Pergola

    L’Ucraina ha avuto la sua prima indipendenza come Repubblica popolare ucraina con capitale Kiev nel 1918. Poi l’ha ottenuta di nuovo, in accordo con la Russia nel 1991. Più di trent’anni fa. Dire che è una nazione che "storicamente non esiste" è la ripetizione acritica della narrazione putiniana. Roba da allocchi.

  • Di paolo (---.---.---.49) 4 marzo 2022 06:23

    Buon giorno, ma allora proprio non mi fai chiudere. Ti stimo e ti voglio bene ma sei rimasto il radicale che conosco (nel bene e nel male). Tutte le analisi (non mie ma di studiosi di equilibri geopolitici) confermano che la causa scatenante nella testa di Putin è lo sfrenato atlantismo bombarolo imperialista in chiave NATO, ovvero USA + azzerbinati, degli ultimi venti anni ( ti risparmio l’elenco). 

    A proposito vatti a rileggere gli accordi del 1991 e fai la tara con quello che è successo dopo, poi dimmi chi è questo Zelensky e il suo circondario nazionalista (per non dire fascistoide).

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.250) 4 marzo 2022 13:27
      Fabio Della Pergola

      Caro Paolo, devi essere rimasto indietro. Oppure ascolti solo quelli che ti raccontano quello che ti piace sentire... in realtà già da tempo, da anni, gli analisti più accorti hanno notato il crescente disinteresse degli Usa per il confine orientale dell’Europa. Guardano preoccupati alla Cina, si chiedono come contrapporsi alla Cina, come contenere la Cina, cosa fare nel caso la Cina volesse espandersi, ad esempio, sbarcando a Taiwan. Dell’Ucraina non gliene frega una mazza assoluta, agli Usa. Tantopiù nei quattro anni di Trump, amicone di Putin, e in questo anno o poco più di Biden. Che, non a caso, tiene un profilo molto moderato di fronte alle intemperanze di Putin. Se gli Usa sono disinteressati, puoi stare certo che l’allargamento a est della Nato sia stato delegato agli europei. Che NON hanno alcun interesse di infastidire Putin, essendo in ampia misura dipendenti dal suo gas. Né la Germania,né l’Italia, né la Francia si sono mai espresse, negli ultimi anni, a favore di un’adesione dell’Ucraina nella Nato. E l’accettazione di un paese terzo può essere accolta solo se i paesi membri danno parere favorevole all’UNANIMITA’, secondo l’art. 10 del Trattato fondativo della Nato. L’Ucraina lo chiede, certo, come è suo diritto (e come era ovvio visti i timori di un’invasione, che la realtà ha prontamente confermato), ma pensare che la responsabilità nel conflitto stia in un presunto ingresso della Ucraina nella Nato (e viceversa) significa non avere capito niente, ma proprio niente niente, della realtà attuale.

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.13) 4 marzo 2022 10:31
    Enzo Salvà

    Bello scambio di idee che non tengono granché conto del fatto che la questione è aperta da tempo e che non è possibile che le diverse intelligence non avessero informato i vari governi di quanto sarebbe successo. Con il senno di poi: queste informazioni erano anche state pubblicate, a disposizione del pubblico, certamente edulcorate e superficiali. Questo però non ha fatto recedere nessuno, tutti sono rimasti sulle loro posizioni anche e soprattutto gli ucraini.

    Bene, ora c’è una guerra, forze sproporzionate sul terreno, noi forniamo armi per indebolire quelli che, volendo, potrebbero radere al suolo rapidamente le città. Nel frattempo gli ucraini, ogni giorno di più, sono destinati ad essere carne da macello e tutto questo perché? Per l’adesione a NATO e UE? Per l’autonomia del Donbass (nel caso prendano ad esempio l’autonomia del Sudtirolo)?

    Ma fatemi il piacere!

    Nel frattempo, bandiere al vento, orgogliosi uomini in armi fanno crepare quelli che definiscono popolo fratello o sono proprio fratelli. Vorrei fare notare che noi occidentali abbiamo spesso accusato coloro che abbiamo attaccato per “portare democrazia” di tenere in ostaggio la popolazione. Per questo motivo i nostri bombardamenti con “bombe intelligenti” avevano, purtroppo, “effetti collaterali”. Ma non per colpa nostra, ovviamente, noi siamo democratici, brava gente …..!! Un giorno dopo l’altro la popolazione ucraina sarà sempre più ostaggio. Voglio proprio vedere che effetto avranno i corridoi umanitari.

    Signori scusate: tra Russia, Ucraina, USA, UE, NATO, il più pulito è coperto di cumuli di rogna.

    E noi tutti siamo impastati di ipocrisia.

    Un Saluto

    Es.

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