Il governo Meloni discrimina l’immigrazione solo per farsi propaganda elettorale
La vicenda dei centri di rimpatrio aperti in Albania per mandarci i migranti da rispedire nei loro Paesi di origine, anche sapendo che questi Paesi non sono “sicuri”, ha la parvenza di essere l’ennesima propaganda meloniana per raccogliere voti e consensi.
Anche perché identificare una ventina di migranti è un’operazione che può fare benissimo l’Italia, senza pagare un altro Stato affinché si accolli una operazione di facciata che viola il Diritto Internazionale.
Da quando questo esecutivo si è seduto a Palazzo Chigi, l’obiettivo non è stato quello di limitare gli arrivi illegali e aprire la strada a una migrazione ordinata, utile alla crescita economica e demografica di una nazione sull’orlo dell’estinzione, con una popolazione così anziana che tra un poco le pensioni verranno pagate con i baratti. No, l’obiettivo è stato quello di demonizzare un esodo di massa che non puoi risolvere alzando i muri, ostacolando il lavoro delle Ong, chiudendo i porti, "sequestrano" i profugi o mandando una manciata di profughi in Albania.
Sono anni che la destra sta facendo credere agli italiani che sia in atto una “sostituzione etnica”, con i nuovi barbari provenienti dal deserto dei Tartari pronti a sterminare la popolazione italiana a colpi di mannaia, senza sapere che questa gente farebbe volentieri e meno di partire su gommoni pericolanti se non fosse costretta a scappare dalle loro patrie da condizioni di vita proibitive. Una propaganda improntata sulla paura che contrasta con il fenomeno dei milioni di italiani, spagnoli, irlandesi, portoghesi e compagnia bella che per anni si sono trasferiti in pianta stabile negli Stati Uniti, facendo la fortuna di quella nazione e non certo cancellandola dalla cartina geografica. Ma al governo Meloni fa comodo portare avanti una narrazione da invasione aliena per continuare a racimolare voti e preferenze.
E’ evidente che una delle lacune di Giorgia Meloni e del suo governo è l’incapacità di guardare oltre i propri confini e oltre il proprio naso, rimanendo ancorati a una visione nazionalistica che non più ha ragione di esistere in una epoca di globalizzazioni. Una visione arcaica e perniciosa che i media di regime nascondono accuratamente, veicolando il messaggio che la decisione della magistratura italiana di considerare illegali i centri albanesi, perché l’Europa ha detto che i migranti non possono essere rimandati nei loro Paesi lacerati dalle guerre, dalle persecuzioni e dalle violenze, è un dispetto giudiziario nei confronti di un governo la cui unica ideologia è basata sul vittimismo.
Ciò che il governo Meloni finge di non capire è che l’immigrazione può essere una risorsa per una nazione che di questo passo sarà destinata a rimanere un lontano ricordo. Premesso che gli arrivi illegali devono essere fermati, bisognerà rendersi conto che, se non vogliamo sparire dal pianeta, bisognerà promuovere la crescita demografica. E questo si può fare solo in due modi: con le nascite e le migrazioni. Bisognerà quindi smettere di mentire e accettare di gestire un fenomeno che nessuna frontiera potrà mai bloccare. Ricordiamoci che anche noi siamo stati figli di emigrati. Pertanto è opportuno mostrare empatia e creare una politica migratoria che garantisca il futuro del Paese.
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