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 Home page > Attualità > Politica > Il Giornale e nuovi veleni su Di Pietro

Il Giornale e nuovi veleni su Di Pietro

Non sanno più cosa inventarsi. Dopo settimane di calunnie e infuocate campagne di stampa contro Antonio Di Pietro, che intanto nei sondaggi vola oltre il 10%, Il Giornale della famiglia Berlusconi è uscito in edicola con un nuovo sensazionale scoop gettato in pasto ai suoi lettori. Titolo: "le manie hollywoodiane dell’ex ministro".

Si sbatte in prima pagina un "pezzo forte", più importante dei 60.000 licenziamenti annunciati alla Fiat: Di Pietro avrebbe chiesto a Filippo Cecchi Gori di fare un film su di lui, interpretato niente di meno che da Robert De Niro. La firma calibrata è del solito Filippo Facci.

A prescidendere dalla rilevanza della notizia (una semplice battuta di circostanza raccontata a cena tra amici è diversa da un progetto serio, tra l’altro mai andato in porto) l’articolo si indirizza su un binario preciso: la presunta megalomania di Di Pietro.
Si parte da un episodio marginale, per ricordare le solite storie confenzionate ad arte su di lui: la Mercedes ed i 100 milioni di Giancarlo Gorrini, i progetti strategici di Di Pietro per una riforma dei servizi segreti all’indomani di Mani Pulite, i rapporti personali con il costruttore amico Gianni Rizzo. Vicende prive di rilevanza penale, come accertato dalle numerose sentenze di archiviazione e assoluzione "perchè il fatto non sussite", ma senza nemmeno un’ombra di responsabilità morale ed etica, come si evince dalle risposte che lo stesso Di Pietro ha fornito più volte, incalzato dal direttore di Libero Vittorio Feltri, sia sul blog sia sulle pagine de "Il Guastafeste", il libro-intervista con il giornalista Gianni Barbacetto.

E’ comprensibile però che il Popolo delle Libertà e gli house organ berlusconiani si sentano minacciati dalla continua ascesa elettorale dell’Italia dei Valori, un partito che fa vera opposizione e non concede sconti ai continui tentativi d’inciucio del Palazzo.



Per settimane abbiamo ascoltato Capezzone, l’attuale portavoce del Pdl, ripetere su tutti i tg la solita frase come un disco rotto: invitiamo Veltroni a rompere l’alleanza con Di Pietro.

Adesso che le sirene del dialogo sono più vive che mai, sull’imminente riforma della giustizia accompagnata dalla scure sulle intercettazioni, la parola d’ordine del capo è: eliminare le residue voci dissidenti.

Da qui l’infinita campagna di stampa de Il Giornale, che non sa più cosa tirar fuori per screditare l’unico partito senza pregiudicati in Parlamento.


Commenti all'articolo

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 28 gennaio 2009 16:08

    Penso proprio il contrario. Berlusconi ripete con Di Pietro quello che fece con Bertinotti.
    Polemizzando in modo becero lo rafforza. D’altra parte un nemico così è un’assicurazione sulla vita.

  • Di Elia Banelli (---.---.---.59) 28 gennaio 2009 16:22

    Se fosse così non si comprenderebbe la continua campagna diffamatoria dei media ed i continui inviti all’opposizione a rompere il dialogo con lui. E non si capirebbe neanche l’ostruzionismo su Orlando.
    Il paragone con Bertinotti non regge molto, perchè Berlusconi lo ha sempre trattato con affetto, come in un ultima puntata a Porta a Porta con scambio di doni per il "tifoso milanista" e perchè sapeva che il parolaio rosso faceva il suo gioco. Con Di Pietro, che è persona concreta e di sostanza, cade qualsiasi accusa "ideologica" e diventa solo un ostacolo verso le convergenze parallele.
    In realtà se tutta l’opposizione fosse come Di Pietro non ci troveremo un governo così popolare e votato. Se una legge è una porcata ci si oppone, non si strizza l’occhio.
    Basta fare un sondaggio per strada per sapere quante persone sanno cos’è il lodo Alfano (un esempio tra i tanti) ed ecco il cuore del problema: ciò che manca in Italia è una corretta informazione. 

  • Di Enrico (---.---.---.176) 29 gennaio 2009 00:04

    Ormai Di Pietro è il bersaglio numero uno, basta vedere la campagna di demonizzazione a tutto campo partita oggi "rimontando liberamente" le dichiarazioni dell’ex-pm a piazza Farnese, durante la manifestazione anti-mafia (di cui invece non si è sentito praticamente nulla, come non fosse mai esistita)...

  • Di giuseppe (---.---.---.99) 29 gennaio 2009 12:15

    Si, va bene tutto, mi riferisco ai commenti tutti positivi nei confronti di Di Pietro. Ma che lui difende a spada tratta la casta dei magistrati non va bene. Purtroppo chi capita sotto l’occhio della magistratura (mi riferisco ai cittadini comuni) e’ costretto a subire un calvario. I vip e i capitalisti di solito ne escono bene (vedasi TANZI, CRAGNOTTI, CONSORTE, etc...). Quindi una riforma va fatta, questa di adesso non è giusta per i poveracci tanto quelli che hanno il potere politico o finanziario qualsiasi riforma venga fatta hanno le possibilità di uscirne nel mondo migliore. Il difensore deve avere le stesse armi dell’accusa e il PM non deve andare a braccetto con il giudice, lo possono e devono farlo, in quanto questa limitazione è compresa nel loro stipendio.
    Giuseppe

  • Di Elia Banelli (---.---.---.59) 29 gennaio 2009 15:46

    Caro Giuseppe, Di Pietro non difende la "casta dei magistrati" tout court, anche perchè ha dimostrato ultimamente di non risparniare critiche anche al Csm e all’Anm per il modo in cui hanno trattato la vicenda De Magistris e le punizioni alla procura di Salerno.
    Così come non difenderebbe mai un Vittorio Metta. il giudice corrotto da Previti nella sentenza Imi-Sir / Lodo Mondadori.
    Attenzione a quando parliamo di riforma della giustizia per i cittadini.
    Nel ddl non si è parlato di una sola norma che prevede un miglioramento in questa direzione.
    Limitare le intercettazioni, privare di poteri il pm, sottrarre fondi alla giustizia vanno incontro al perfezionamento del sistema?
    Per migliorare la giustizia basterebbero poche semplici accortezze: eliminare un grado di giudizio, allungare i tempi di prescrizione, finanziare di più il settore, spostare di ruolo i giudici militari che non fanno quasi nulla, eliminare e accorpare le piccole procure.
    Ci sono tante riforme che si possono fare in questa direzione, ma nè destra nè sinistra l’hanno mai fatto negli ultimi anni.
    Per quale motivo?
    Azzarderei un’ipotesi: per il clima che si respira in Italia, una giustizia che funziona poco e male conviene a troppe persone.

    P.s. se ti interessa approfondire ti consiglio di leggere "Toghe Rotte" del magistrato Bruno Tinti, edizione Chiarelettere.

    Saluti.

    • Di giuseppe (---.---.---.18) 29 gennaio 2009 23:25

      Cara Elia, il mio commento negativo nei confronti di certa magistratura è dettato dalla mia recente passata attività professionale. Esternamente vediamo il magistrato come persona non influenzabile, ma ti assicuro che se ci lavori accanto non è così. La vicenda De Magistris e i fatti della procura di Salerno hanno dimostrato lo stato in cui versa quasi tutta la magistratura. Questi non è un fatto isolato, molti casi non vengono fuori appunto perchè è una casta molto chiusa. Ricordi i magistrati che accusarono e giudicarono Enzo Tortora, un caso fra i tanti, tutti hanno fatto carriera, nessuna punizione, nessun magistrato che ha preso provvedimenti nei loro confronti. Infine Di Pietro sembra che con le ultime affermazioni sia uscito dal seminato accusando Napolitano di "mafioso", ha dimostrato la sua scarsa obiettività. Meno male che si è dimesso dalla magistratura.
      Giuseppe

    • Di Enrico (---.---.---.90) 1 febbraio 2009 03:02

      La bufala delle dichiarazioni di Di Pietro è stata smentita, video alla mano, su queso stesso sito, stupisce che persino qui, dunque, venga da lei riportata....

    • Di Elia Banelli (---.---.---.59) 2 febbraio 2009 12:05
      Elia Banelli

      Caro Giuseppe, la Procura non ha fatto altro che il suo dovere, avendo competenza territoriale su Catanzaro, emettendo un decreto di perquisizione motivato da 1.300 pagine, per la richiesta del controsequestro degli atti dell’inchiesta Why Not scippata a Luigi De Magistris, che aveva denunciato il sopruso subito.
      Lo stesso decreto è stato confermato dal Tribunale del Riesame (eversivi anche loro?)
      Per cui non c’è stato nessuno scontro e nessuna mancanza di professionalità da parte della Procura di Salerno.
      Invece è stata la Procura di Catanzaro ad emettere un atto illegale, ovvero il "contro-sequestro" degli atti che non le spetta di diritto, non avendone la competenza (su Salerno ce l’ha la procura di Napoli).
      Tirare fuori il caso Tortora non c’entra nulla con la vicenda De MAgistris.
      Sono un cittadino calabrese e conosco le usurpazioni e le truffe che i comitati d’affari composti da politici e imprenditori commettono da anni con i fondi europei e nazionali alle spalle della popolazione.
      Conosco i rapporti tra Saladino e alcuni magistrati locali, i favoritismi, le piccole lobby, le collusione che distruggono la mia bellissima regione.
      De Magistris indagava su tutto questo ed è stato barbaramente mandato via, con motivazioni ridicole e pretestuose, se entriamo nel merito delle accuse.
      Dopo il caso Tortora è stato introdotta la responsabilità civile dei magistrati, per cui un effetto l’ha avuto.
      Ma non si può tirare fuori un fatto di 20 anni fa per giustificare lo sfacelo della giustizia con leggi ad hoc e la museruola imposta a quei pochi bravi pm che fanno bene il loro lavoro, non sono intruppati in correnti e partiti ed indagano le malefatte del potere.
      Questo come cittadino non posso proprio accettarlo.

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