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Commento di Elia Banelli

su Il Giornale e nuovi veleni su Di Pietro


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Elia Banelli 29 gennaio 2009 15:46

Caro Giuseppe, Di Pietro non difende la "casta dei magistrati" tout court, anche perchè ha dimostrato ultimamente di non risparniare critiche anche al Csm e all’Anm per il modo in cui hanno trattato la vicenda De Magistris e le punizioni alla procura di Salerno.
Così come non difenderebbe mai un Vittorio Metta. il giudice corrotto da Previti nella sentenza Imi-Sir / Lodo Mondadori.
Attenzione a quando parliamo di riforma della giustizia per i cittadini.
Nel ddl non si è parlato di una sola norma che prevede un miglioramento in questa direzione.
Limitare le intercettazioni, privare di poteri il pm, sottrarre fondi alla giustizia vanno incontro al perfezionamento del sistema?
Per migliorare la giustizia basterebbero poche semplici accortezze: eliminare un grado di giudizio, allungare i tempi di prescrizione, finanziare di più il settore, spostare di ruolo i giudici militari che non fanno quasi nulla, eliminare e accorpare le piccole procure.
Ci sono tante riforme che si possono fare in questa direzione, ma nè destra nè sinistra l’hanno mai fatto negli ultimi anni.
Per quale motivo?
Azzarderei un’ipotesi: per il clima che si respira in Italia, una giustizia che funziona poco e male conviene a troppe persone.

P.s. se ti interessa approfondire ti consiglio di leggere "Toghe Rotte" del magistrato Bruno Tinti, edizione Chiarelettere.

Saluti.


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