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Elezioni in Turchia. Curdi per la prima volta in Parlamento: 12,9%, Erdogan -10%

 E' di Selahattin Demirtas, classe 1973, laureato in legge, curdo, la vera vittoria dell'ultima tornata elettorale in Turchia. I deputati da eleggere sono 550, con uno sbarramento assai severo - 10% - e riduttivo della rappresentanza politica eletta peraltro con il proporzionale.
 
E' la prima volta dei curdi in Parlamento e con una percentuale che stacca nettamente la soglia di sbarramento: 12,9%. Selahattin Demirtas è riuscito a convincere oltre i curdi anche lo stesso elettorato turco. Il maggior partito di opposizione, il CHP resta al 25.2 %. Contava invece di prendere oltre il 60% grazie ad una politica via via sempre più distante dall'Erdogan dei primi anni che aveva portato le riforme civili ed economiche della Turchia, e sempre più vicina all'integralismo islamico grazie al quale era riuscito a conservare il potere.
 
E' così che è stata presa la via per l'intransigentismo sulla quale per Recep Tayyip Erdogan democrazia aveva finito con il significare semplicemente che ogni 4 anni si tengono delle elezioni, e che per il resto il "Kratos" ovvero il potere coincideva con la sua persona ed il "demos" ossia il popolo non significava nulla: qualsiasi critica era asfaltata, i giornalisti dissidenti licenziati, i magistrati inquirenti lo stesso oppure trasferiti e degradati.
 
Questa volta invece la via non ha pagato, anche a causa dell'ISIS che ha sempre più svelato il vero volto dell'integralismo islamico, un volto assai lontano da quello dello Spirito della Repubblica fondata da Ata Turk cui connotazione di base è la laicità dello Stato contrariamente alla Sharia (forse bisognerebbe dire presunta Sharia) del Califfato nero.
 
Le ultime boutades elettorali di Erdogan lo collocavano comunque tra i simpatizzanti: "Su Gerusalemme sventolerà di nuovo la bandiera dell'Islam"; o ancora: "il 7 giugno (ossia il giorno del voto) sarà anch'esso Inschallah, ovvero conquista...". Insomma, giù la maschera e altro che laicità dello Stato: sì le donne non debbono necessariamente ancora portare il bourka, ma una nota presentatrice TV è stata licenziata per una semplice scollatura. Il conto però non ha pagato: la maggioranza dei 2/3 necessaria per portare avanti le riforme costituzionali senza referendum per imporre quella che l'opposizione ha giustamente subito definito la dittatura islamica, non solo non è stata raggiunta ma ammontano al 10% i voti persi ed a 71 i deputati. Non c'è più nemmeno la maggioranza per poter governare e per farlo si apre ora il rebus delle alleanze...
 
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