• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > E’ stato uomo di Pace e di Perestroika: Michail Gorbaciov

E’ stato uomo di Pace e di Perestroika: Michail Gorbaciov

E’ stato anzitutto un uomo di Pace ed il premio per la PaceOtto Hahn è del 1989, dell’anno successivo il Nobel. Ha lasciato spesso la Russia per recarsi con delegazioni in Occidente, in Germania nel 1975, in Italia ha partecipato nel 1984 ai funerali di Enrico Berlinguer Segretario del PCI. Michail Gorbaciov è stato uno dei pilastri russi della Ostpolitik che tanti frutti – a cominciare dalla Pace - ha dato da ambo i lati della “Cortina di Ferro”.

 La svolta vera è però del 1985 con la nomina a Segretario Generale del PCUS, di fatto la massima carica politica del PCUS e dell’Unione Sovietica. Da questa posizione porta avanti con grande impegno la sua nuova concezione politica riformista connotata da due principi che si intrecciano: la “Glasnost” e la “Perestroika”. Entrambe sono volte sia alla politica interna che a quella estera. La “Glasnost”, trasparenza è volta anzitutto contro gli intrighi e la corruzione della mafia di regime ed alla instaurazione di una nuova e più democratica realtà, connotata anzitutto dalla trasparenza.

La “Perestroika”, all’insegna della Glasnost è un programma di grandissimo respiro e di vocazione planetaria, nei suoi criteri ancora oggi valida. Hanno fatto Storia le perole con cui Gorbaciov la ha indicata nella sua stesura in volume: “Ho scritto questo libro con il desiderio di rivolgermi direttamente ai popoli dell’URSS, degli Stati Uniti e di ogni Paese del mondo. Ho incontrato capi di Stato e di Governo e altri leaders di molti Stati e rappresentanti dell’opinione pubblica: tuttavia, lo scopo di questo libro è di parlare senza intermediari ai cittadini di tutto il mondo a proposito delle cose che riguardano tutti noi senza eccezione. Ho scritto questo libro perché ho fiducia nel loro buon senso. Sono convinto che loro, come me, si preoccupano del futuro del nostro pianeta.

E, questa è la cosa più importante.” Poi l’affondo rivoluzionario per la realtà della Guerra Fredda: “Dobbiamo incontrarci e discutere. Dobbiamo affrontare i problemi con uno spirito di cooperazione, non di animosità. Mi rendo conto che non tutti saranno d’accordo con me. E, per la verità, neppure io sono d’accordo con tutto ciò che gli altri hanno da dire sui vari problemi. E ciò rende ancora più importante il dialogo.” Parole valide come non mai ancor di più oggi, anno 2022. In Europa allora, dove a Berlino c’era un muro e dov’era palese che la realtà era dettata da quel muro, tutti ci confrontammo con quel volume, o perlomeno con i suoi concetti. All’epoca risiedevo in Germania e la domanda delle domande che lì, come in Italia, ci si poneva era: Cosa significa di fatto tutto questo, come andrà concretizzandosi? Peggio: i pessimisti insinuavano che si trattasse solo di un bluff. E’ stato così che il 27° Congresso del PCUS nel marzo del 1986 ebbe puntati su di sé i riflettori dei Media di tutto il mondo, specie quelli europei. Si poneva l’altra domanda: il Segretario Generale Michail Gorbaciov avrà la forza di far passare questo grande e fondamentale – non solo per l’ URSS ma per tutti – programma? Il Congresso lo seguirà? I motivi di dubbio e di scetticismo, con le preoccupazioni derivanti per tutti, erano tanti. Michail Gorbaciov riuscì ad avere l’appoggio del Congresso e la “Perestroika” cominciò a tradursi in realtà. Coiminciò a tradursi in realtà anche verso “fuori”, verso gl’altri Paesi, in primis quelli europei, grazie anche all’opera assai significativa ed al ruolo di primo piano che in ciò ebbe il Ministro degli esteri di Michail: Edward Schewardnadse che porse al mondo la nuova direzione di marcia: “Il futuro appartiene alla Libertà”.

Fondamentale è stato anche il sostegno personale a Gorbaciov della più fedelissima dei fedelissimi: sua moglie Raissa. Fu la fine della Guerra Fredda e l’apertura di una nuova era, specie in Europa: nel 1989 cade il muro di Berlino. In Italia trova sfocio quel progetto politico cui si erano impegnati Enrico Berlinguer ed Aldo Moro.

francesco latteri scholten.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità