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La Madonna di Fatima alla Porta di Brandenburgo: Consacrazione della Germania e dell’Europa

Il Sacro simulacro della Madonna di Fatima ha attraversato la Porta di Brandenburgo, presenti il Nunzio e oltre 40.000 fedeli

Berlino. Ha avuto luogo ieri, vigilia del 105° anniversario dell’ultima apparizione di Fatima (13 Ottobre 1917) la celebrazione per la Pace e la Consacrazione della Germania e dell’Europa al Cuore Immacolato di Maria con oltre 40.000 partecipanti e collegamento diretto con oltre 800 centri di preghiera mariana sparsi per tutta la Germania. Presente il Nunzio Apostolico per la Germania S.E. l’Arcivescovo Nikola Eterovic che ha portato anche il saluto di sua Santità Papa Francesco. La celebrazione ha avuto inizio alle 17.00 con la celebrazione della Santa Messa nella vicina chiesa di San Clemente al termine della quale i celebranti, preceduti dal Crocifisso, si sono avviati, con il Santo simulacro della Madonna di Fatima, in processione con fiaccolata e recita del Santo Rosario alla volta della Porta di Brandenburgo. Ci si è arrestati quindi davanti alla Porta, il cui accesso era impedito a seguito del Muro eretto dopo la seconda guerra mondiale e reso di nuovo fruibile con la caduta del Muro nel 1989. Qui si è ricordato il ruolo di primissimo piano nella Storia del Novecento avuto dalle apparizioni di Fatima: dalla predizione della seconda guerra mondiale alla prima clamorosa sconfitta di un Adolf Hitler sino ad allora rampante, ad El Alamein, ad una sola settimana dalla prima consacrazione della Russia fatta da Papa Pio XII; la successiva sconfitta di Stalingrado; la cessazione delle persecuzioni dei cristiani in Unione Sovietica ad opera di Josif Stalin; la sconfitta nazista e la cessazione della guerra, fino all’ascesa al soglio pontificio di Karol Wojtyla e quella del cattolico credente Michail Gorbaciov alla segreteria del PCUS; la Perestroika; la caduta del muro; la nuova fruibilità del passaggio della Porta, da allora simbolo di Unità e Pace; l’attraversamento della Porta da parte di San Giovanni Paolo II insieme al Cancelliere Helmut Kohl ed il discorso tenuto dal Pontefice che, tra la commozione generale, è stato riletto per intero:

Cari Berlinesi, signore e signori!

(…) Fin dall’inizio desideravo sinceramente, durante questa visita pastorale in Germania, venire qui a Berlino. Naturalmente, in primo luogo, volevo incontrare i fedeli di questa Arcidiocesi, che, come tutti i Berlinesi, hanno dovuto sopportare la dolorosa divisione della loro città per decenni e ciononostante non si sono fatti fuorviare e, con profondo senso di solidarietà e di affetto, hanno sperimentato che la forza della violenza e della coercizione, dei muri e dei fili spinati, non ha potuto lacerare i cuori degli uomini. In nessun altro luogo come in questo, durante la violenta divisione del vostro Paese, il desiderio di unità si è collegato così tanto a una opera di edificazione. La Porta di Brandeburgo è stata occupata da due dittature tedesche. Ai dittatori nazionalsocialisti serviva da imponente scenario per le parate e le fiaccolate ed è stata murata dai tiranni comunisti. Poiché avevano paura della libertà, gli ideologi trasformarono una porta in un muro. Proprio in questo punto di Berlino, simultaneamente punto di congiunzione d’Europa e punto di divisione innaturale tra Est e Ovest, proprio in questo punto si è manifestato a tutto il mondo il volto spietato del comunismo, al quale risultano sospetti i desideri umani di libertà e di pace. Esso teme però soprattutto la libertà dello spirito, che dittatori bruni e rossi volevano murare. Gli uomini erano divisi tra loro da muri e confini micidiali. E in questa situazione la Porta di Brandeburgo, nel novembre del 1989, è stata testimone del fatto che gli uomini si sono liberati dal giogo dell’oppressione spezzandolo. La Porta chiusa di Brandeburgo era lì come simbolo della divisione; quando infine fu aperta, divenne simbolo dell’unità e segno del fatto che era stata finalmente realizzata l’aspirazione della Legge fondamentale al raggiungimento dell’unità e della libertà della Germania nella libera autodeterminazione. E così si può dire a ragione: la Porta di Brandeburgo è diventata la Porta della libertà. In questo luogo così permeato di Storia mi sento spinto a rivolgere un urgente appello per la libertà a tutti voi qui presenti, al popolo tedesco, all’Europa, anch’essa chiamata all’unità nella libertà, a tutti gli uomini di buona volontà. Possa questo appello raggiungere anche quei popoli ai quali fino ad oggi è stato negato il diritto all’autodeterminazione, ai non pochi popoli - sono di fatto molti - ai quali non sono garantite le libertà fondamentali della persona: la libertà di fede, di coscienza e la libertà politica.

L’uomo è chiamato alla libertà.

Libertà non significa diritto all’arbitrio. La libertà non è un "lasciapassare"! Chi trasforma la libertà in un lasciapassare le ha già inferto un colpo mortale. L’uomo libero è tenuto alla verità, altrimenti la sua libertà non è più concreta di un bel sogno, che si dissolve al risveglio. L’uomo non deve la propria esistenza a se stesso, ma è una creatura di Dio; non è padrone della propria vita e di quella altrui; se vuole essere uomo nella verità, deve udire e ascoltare. La sua libera creatività si sviluppa in modo efficace e duraturo solo se si basa come su incrollabile fondamento sulla verità, che è stata data all’uomo. Allora l’uomo potrà realizzarsi, anzi potrà superare se stesso. Non c’è libertà senza verità.

L’uomo è chiamato alla libertà.

L’idea della libertà può essere trasformata in realtà di vita laddove gli uomini insieme ne sono convinti e pervasi, nella consapevolezza dell’unicità e della dignità dell’uomo e della sua responsabilità al cospetto di Dio e dell’umanità. Solo dove insieme ci si fa garanti della libertà e si combatte per essa in solidarietà, essa viene acquisita e rimane inalterata. La libertà del singolo non va separata dalla libertà degli altri, di tutti gli altri uomini. Laddove gli uomini restringono lo sguardo al proprio campo vitale e non sono più disposti a impegnarsi per gli altri anche senza vantaggi personali, lì la libertà è in pericolo. La libertà vissuta, invece, nella solidarietà produce un impegno per la giustizia nell’ambito politico e sociale e fa volgere lo sguardo verso di essa. Non c’è libertà senza solidarietà.

L’uomo è chiamato alla libertà.

La libertà è un bene molto prezioso, che ha un alto prezzo. Richiede nobiltà d’animo e questa implica spirito di sacrificio; richiede vigilanza e coraggio contro le forze che la minacciano, dall’interno e dall’esterno. Animati dallo spirito di sacrificio, molti uomini nella vita di tutti i giorni sono pronti con naturalezza alla rinuncia, nella famiglia o fra gli amici. Si sacrificano per la libertà coloro che per la sua difesa dalle minacce interne o esterne accettano svantaggi, che quindi vengono risparmiati agli altri, fino a rischiare la propria vita. Nessuno può esimersi dalla sua responsabilità personale verso la libertà. Non c’è libertà senza sacrificio.

L’uomo è chiamato alla libertà.

Berlino è una città profondamente vitale e sotto molteplici aspetti creativa. Nella sua ben visibile internazionalità si incontrano molteplici tradizioni e forme di vita. Berlino è una apprezzata città di cultura e d’arte, di cinema e di musei, un luogo di scambio e di trasmissione culturale. Ritengo molto importante la forza espressiva di queste forme della cultura umana, essendo essa la capacità di portare avanti e di concretizzare con le nostre forze la creazione divina. Esorto perciò tutti gli artisti e gli scienziati a usare i loro talenti per edificare una vasta "civiltà dell’amore", come io, sull’esempio del mio predecessore Paolo VI, l’ho chiamata talvolta, una civiltà "fondata sui valori universali della pace, della solidarietà, della giustizia e della libertà. E l’"anima" della civiltà dell’amore è la cultura della libertà: la libertà degli individui e delle nazioni, vissuta in una solidarietà e responsabilità oblative" ( Discorso all’Assemblea Generale dell’ONU, n. 18, 5.10.1995). Quando si è fatta l’esperienza dell’amore, si è fatta anche l’esperienza della libertà. Nell’amore l’uomo supera se stesso, abbandona se stesso, perché il suo interesse è per l’altro, perché vuole che la vita dell’altro si realizzi. Crollano così le barriere dell’egocentrismo e si prova la gioia dell’impegno comune volto a fini superiori. Rispettate l’inviolabile dignità di ogni singolo uomo, dal primo istante della sua esistenza terrena fino all’ultimo respiro! Ricordatevi sempre del riconoscimento che la vostra Legge fondamentale antepone a tutte le altre dichiarazioni: la dignità dell’uomo è inviolabile! Liberatevi per una libertà nella responsabilità! Aprite le porte a Dio! La nuova casa Europa, della quale parliamo, ha bisogno di una Berlino libera e di una Germania libera. Ha soprattutto bisogno di aria per respirare, di finestre aperte, attraverso le quali lo spirito della pace e della libertà possa entrare. L’Europa ha quindi bisogno, non da ultimo, di uomini convinti che aprano le porte, di uomini che tutelino la libertà mediante la solidarietà e la responsabilità. Non solo la Germania, ma anche tutta l’Europa ha bisogno per questo del contributo indispensabile dei cristiani. Esorto tutti i Berlinesi e tutti i tedeschi, ai quali sono grato per la pacifica rivoluzione dello spirito che ha portato all’apertura della Porta di Brandeburgo: non spegnete lo Spirito! Tenete aperta questa porta, per voi e per tutti gli uomini! Tenetela aperta con lo spirito dell’amore, della giustizia e della pace! Tenete aperta la porta con l’apertura dei vostri cuori! Non c’è libertà senza amore.

L’uomo è chiamato alla libertà.

Annuncio a tutti voi che mi ascoltate: la pienezza e la compiutezza di questa libertà ha un nome: Gesù Cristo. È colui che ha detto di sé: io sono la porta. In lui l’uomo ha accesso alla pienezza della libertà e della vita. È colui che rende l’uomo veramente libero, poiché dissipa le tenebre dal cuore degli uomini e rivela la verità. Compie il suo cammino come nostro fratello e realizza la sua solidarietà con noi donando la sua vita per noi. In tal modo ci libera dal peccato e dalla morte. Fa sì che riconosciamo nel prossimo il suo volto, il volto del vero fratello. Ci mostra il volto del Padre e diventa per tutti il vincolo dell’amore.

Cristo è il nostro Salvatore, è la nostra libertà.

La giornata volge al termine. Ma nei nostri cuori serbiamo la luce, della quale abbiamo potuto gioire oggi. Rimaniamo uniti nella speranza che ci anima. Prima del mio ritorno a Roma vi invito di cuore ad un nuovo incontro nella Città Eterna in occasione del grande Giubileo dell’anno 2000.

Dio benedica Berlino, Dio protegga la Germania!” (San Giovanni Paolo II).

Il corteo ha quindi proseguito per il vicino monumento commemorativo sovietico dove si è proceduto alla Consacrazione della Russia ed anche dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria riprendendo letteralmente Papa Francesco:

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te.

Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.

Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani.

Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo.

Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune.

Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!

Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità.

Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza. Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione.

In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.

Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3).

Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità.

Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.

Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.

Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.

Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.

Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.

Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.

Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.

Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.

Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.

Regina della pace, ottieni al mondo la pace.

Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese.

Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata. Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27).

Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia.

In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.

Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina.

Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà.

A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.

Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”.

Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.” (Papa Francesco)m

 

francesco latteri scholten

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Truman Burbank (---.---.---.8) 17 ottobre 2022 12:51
    Truman Burbank

    Ottimo il ricordare l’anniversario dell’ultima apparizione di Fatima, che in Italia mi pare sia stato poco ricordato.

    C’è però una celebrazione della caduta del Muro di Berlino che oggi mi appare molto appannata. A distanza di tempo si è visto che la caduta era funzionale a una strategia di guerra della NATO, che voleva distruggere ogni opposizione all’Impero americano.

    All’epoca il Vaticano era visto dalla NATO come un utile alleato, oggi lo è molto meno.

    E il modo in cui cadde il muro in prospettiva non ha portato ad un mondo più giusto e nemmeno più pacifico.

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