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 Home page > Attualità > Politica > Diritti e Piazza Farnese. Dietro il paravento

Diritti e Piazza Farnese. Dietro il paravento

L’apparenza inganna, ciò più che mai vero in Italia con questo governo. Dove andremo a finire se già da oggi di fatto non è più possibile manifestare nelle piazze italiane e l’esercito viene usato per ogni pretesto?

L’idea è questa: dare un’apparenza di democrazia e libertà in un Paese il cui governo sta diventando sempre più autoritario e restrittivo. I diritti garantiti dalla Costituzione rimangono sulla carta, ma nella realtà non vengono applicati. Aumentare il numero dei soldati operanti sul territorio e disporre il divieto di manifestazione davanti ai luoghi di culto, supermercati e centri commerciali (praticamente ovunque), sono assurdità fuori luogo e rappresentano chiare violazioni della Costituzione.

Riguardo l’aumento del numero di militari piazzati nelle città d’Italia, son bastati un paio di stupri avvenuti a Roma per decidere un’ulteriore schieramento di soldati nelle strade. Già vi sono polizia e carabinieri, sicuramente più adatti a compiti di ordine pubblico (visto che sono stati creati per questo). Per di più tanto clamore mediatico, scatenato apposta, su delle vicende che di sicuro i familiari delle vittime che hanno subito le violenze avrebbero preferito evitare che diventassero di dominio pubblico; ma il punto non è questo. Quando avvengono agguati di camorra e di mafia, difficilmente raggiungono gli "onori" della cronaca nazionale e, a meno che non si tratti di vere e proprie carneficine, nessun organo mediatico ne da notizia.

Parliamoci chiaramente: abbiamo ministri e deputati che hanno avuto rapporti con la mafia e con altre organizzazioni criminali, altrimenti non si spiegherebbero i loro rapidi salti di carriera per approdare poi in Parlamento. Ad esempio sul Guardasigilli Angelino Alfano, autore dell’omonimo Lodo, il passato pesa come un macigno, soprattutto se rapportato al presente. E’ divertente infatti leggere le sue dichiarazioni ufficiali, tipo "Mafia debole davanti allo Stato"e poi venire a sapere che ha baciato il boss di Cosa Nostra Croce Napoli alle nozze della figlia. Vi è addirittura un video come prova.



La storia lo insegna: il potere politico, orchestrato dietro le quinte da poteri economici ben più pericolosi, sta mettendo le mani sulla magistratura e sul sistema legislativo. Di fatto, fra fiducia e decreti, il Parlamento non serve più a nulla. Il Ministro della Giustizia poi può decidere a suo piacimento come e dove spostare i magistrati "scomodi". I giudici debbono richiedere il permesso alla Camera per poter procedere all’uso delle intercettazioni contro politici indagati, quando è più che palese che fra di loro si chiudano a riccio e neghino qualsiasi autorizzazione a procedere.

Berlusconi ha trasformato i propri guai giudiziari, spesso molto gravi, in questioni di pubblica emergenza, da risolvere con leggi sulle intercettazioni (e su questo ci sarebbe molto da dire, poichè la disinformazione è stata totale riguardo a ciò) e divisione delle carriere di pm e giudice.

Piazza Farnese è l’ultimo esempio. Poche parole di Di Pietro su Napolitano, "poco arbitro e poco terzo" a suo dire, sono bastate per scatenare un attacco bipartisan in difesa del "valore delle istituzioni" e del Presidente della Repubblica. Napolitano è figlio della stessa scuola politica dei vari Bassolino, Iervolino, De Mita ecc. Che ora ricopra un importante ruolo istituzionale non cambia i dati di fatto. Cosa aspettarsi dunque?

Commenti all'articolo

  • Di dino (---.---.---.130) 29 gennaio 2009 22:01

    `Ho dificoltà da dove sono a seguire il ritmo.
    Ma dato che tuttavia quì nessuno opinò: già per me è chiara la situazione politica, economica, istituzionale e democratica non solo dell’Italia ma della stragrande maggioranza dei Paesi pseudo-democratici.
    Il popolo o i cittadini che non stanno nelle stanze dei bottoni e chi ci stà, tutto questo insieme è come una comedia comico-drammatica, con qulcuno che non si vede scrivendo e dirigendo, poi gli attori e infine noi gli spettatori.

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