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Bond, Bot, Btp, titoli di Stato: se li comprino i politici!

L’imprenditore toscano Giuliano Melani ha invitato gli italiani a comprare i titoli del debito pubblico, per risollevare il paese, rinunciando possibilmente anche agli interessi.

L’idea è stata subito ripresa da alcuni banchieri, come Corrado Passera di Intesa San Paolo e Antonio Vigni del Montepaschi, che si sono detti disposti da parte dei rispettivi istituti a rinunciare alle commissioni sull’acquisto dei bond all’asta.

Essi confidano nell’orgoglio ed in uno scatto di patriottismo degli italiani, per far cambiare atteggiamento e sentimenti agli stranieri ed ai mercati nei riguardi del nostro Paese.

E, aggiungo io, confidano anche nella scarsa memoria dei cittadini, che per due decenni, da banchieri ed imprenditori disonesti sono stati messi sul lastrico grazie all’acquisto dei bond argentini, e di quelli di aziende fallite, come Cirio e Parmalat, che le banche rifilarono agli ignari risparmiatori, senza che le disposizioni di legge lo prevvedessero o autorizzassero.

Fu un’autentica truffa, da cui la maggior parte dei risparmiatori non ha recuperato nulla, mentre i responsabili l’hanno fatta franca. Sembra forse che solo ora qualche grosso papavero potrebbe rispondere alla giustizia delle proprie azioni a danno dei risparmiatori. Ma la speranza che i colpevoli paghino è poca, mentre i risparmiatori hanno perso tutto.

Allora i cittadini dovrebbero dimostrare senso di responsabilità, comprandosi un debito, che i politici fanno con i nostri soldi e fanno pagare a noi. Loro ci forniscono la corda con la quale ci chiedono di continuare ad impiccarci, mettendo mano anche ai pochi risparmi che ci restano per la sopravvivenza in tempi così calamitosi.

Mentre politici, finanzieri e magnati dovrebbero continuare a godersi lauti stipendi, insopportabili privilegi e sinecura.

E a che servirebbe continuare a far debiti, se non a peggiorare la situazione?

 

 

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