“Contro i fascismi di ogni colore”
Il paradosso di questo 25 aprile (questo più di altri, a parere di chi scrive) è sentire e osservare gli intellettuali o pretendenti tali rifuggire il fascismo con la netta (anche se non sempre espressamente dichiarata) convinzione che esso possa provenire solo dal pensiero della destra o delle destre, a seconda di come si concepiscano le posizioni politiche.
Inverosimile è poi il negazionismo -e per una volta la parola viene usata non a sproposito- di coloro che negano che fascismo possa e anzi debba essere definito tutto ciò che è accaduto nel mondo dal primo “lock down” ad oggi.
Infantile e surreale è pensare che la tirannia o il fascismo si presenti alla nostra porta con la camicia nera e somministrandoci l’olio di ricino. Il fascismo degli ultimi anni è già stato molto efficacemente definito “democratura”. Una dittatura che si insinua tra le maglie della democrazia per simulare accondiscendenza e imporre il proprio potere in modo impercettibile. Perché è così che ormai da anni si stanno restringendo le zone di libertà faticosamente guadagnate e rivendicate in Italia ogni 25 aprile.
Pensate a ciò che è accaduto durante la “pandemia”. Si è fatto credere che l’unico valore, non negoziabile, che la civiltà riconosce fosse la sopravvivenza biologica del singolo e in nome di questa è stato imposto ogni genere di sacrificio, limitando tutte le altre dimensioni dell'esistenza.
In tutto questo, il dissenso è stato ampiamente ed espressamente perseguitato e combattuto.
E i governi in carica, due, non erano di destra.
Le strategie di comunicazione si sono organizzate militarmente per isolare chi portava visioni e quesiti fuori dal pensiero comune, o manifestava il proposito di non omologarsi alla volontà generale in nome di valori che, fino al giorno prima, erano condivisi da tutti, se non addirittura considerati fondamentali.
Il violento scontro ideologico ha avuto come risultato una crescita della radicalità delle posizioni, un’assoluta mancanza di dialogo e un incremento delle tensioni sociali, il tutto funzionale per permettere e legittimare forme di repressione in nome della presunta necessità di mantenere “ordine” e “coesione sociale”.
I due Governi che si sono susseguiti alla guida del Paese hanno rispolverato il “paternalismo di stato”, basato sulla paura e sul puro istinto di sopravvivenza biologica.
Complici di tutto questo, i cosiddetti intellettuali politicizzati hanno discriminato, isolato e sbeffeggiato chiunque abbia rifiutato i ricatti di Stato.
Come ci si sente a essersi fatti manipolare e terrorizzare per finalità di controllo sociale? Come diceva Twain: “…è molto più facile ingannare la gente che convincerla di essere stata ingannata”, ma in questo caso una presa di coscienza è doverosa e vitale.
Chi rimane nell’ipnosi per conformismo o paura di prendere atto della realtà crea le condizioni per i moderni totalitarismi.
Per la lotta contro ogni fascismo, buon 25 aprile a tutti.
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