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Blogger sotto controllo

 Riorganizzazione dell’editoria e obbligo di registrazione dei blog in un Registro. Il controllo governativo arriva anche su Internet e minaccia ancora una volta la libertà di espressione e di pensiero sancita dalla Costituzione.

 Che l’informazione sia controllata in Italia questo è fin troppo evidente. Numerosi sono gli elementi che confutano questa teoria: la Rai è stata completamente lottizzata dai partiti, Mediaset è in mano al premier e gli editori dei quotidiani più famosi sono quasi sempre industriali o politici. All’interno opinioni sempre più distanti dai reali interessi dei cittadini, critica costante e martellante di ogni forma di protesta che prende piede nel Paese e giornalisti col bavaglio sempre più stretto. Sono pochi quelli che riescono ad emergere senza una raccomandazione, al contrario quelli che si dimostrano fedeli alle lobby del potere dirigono trasmissioni televisive e scrivono articoli per conto di importanti giornali. 

In una situazione come quella italiana dove il mainstream mediatico attuale domina il panorama dell’informazione, Internet si è rivelato l’unico vero luogo di confronto e di opinione fra cittadini. Sono sorti siti web di giornalismo partecipativo come AgoraVox o piattaforme per i blog come Blogger, KataWeb etc. Uno scambio di informazioni sempre più fitto che l’attuale sistema mediatico filtra o censura del tutto. Un esempio? Proprio il disegno di legge che sta per mettere un bavaglio anche alla libertà di pensiero sulla Rete. Come? Trasformando l’attività del blogger in prodotto editoriale e anche in impresa (se in questo caso il blogger applica dei banner pubblicitari tramite programmi come AdSense), assoggettando così i blog al controllo dell’Agenzia dell’Entrate.


Già durante il governo Prodi venne presentato alla Camera un disegno di legge, la Levi-Prodi, che prevedeva l’obbligo d’iscrizione per i blog ad un Registro degli operatori di comunicazione. L’art.2 di questa proposta di legge infatti afferma che: "Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso". La legge venne ritirata dopo infuocate polemiche, ma l’attuale governo di centrodestra l’ha resuscitata e passata all’esame della Commissione Cultura della Camera pochi giorni fa. Il suo nome è ddl 1269, su proposta del deputato Ricardo Levi. Chi è gestore di un blog può essere inoltre soggetto al reato di mezzo stampa e di stampa clandestina nel caso in cui non inserisca il proprio dominio web all’interno del Registro. Di recente vi è già stata una condanna per questo tipo di reato

Nonostante la si legga a fondo, la legge presenta tuttavia delle ambiguità E l’ambiguità legislativa, si sa, può degenerare o in autoritarismo o in lassismo. Sarebbe forse meglio lasciare i blogger liberi di pubblicare e di esporre le proprie opinioni. Nella Rete infatti sono gli utenti stessi a svolgere la funzione di controllori. E probabilmente i settantenni che sono al governo questo non lo capiscono.


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