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L’Africa in Italia: l’opinione degli italiani

Solo una persona italiana su 10 ha la percezione corretta di quante siano le persone africane residenti attualmente in Italia. 7 su 10 riconoscono che la gente di origine africana è soggetta a episodi di razzismo e discriminazione molto spesso (per il 22%) o abbastanza spesso (per il 48%). 

di Giovanni Caprio

(Foto di Amref)

A dirlo è Amref che ha commissionato a Ipsos un’indagine e che pubblica per la prima volta il capitolo L’Africa in Italiaparte di una pubblicazione molto più ampia dal titolo “Africa e Salute: l’opinione degli italiani”. Un’indagine, giunta alla terza edizione e che ha coinvolto un campione di 800 persone

Una presenza, quella africana, sottostimata dal 71% del campione sentito, sovrastimata dal 18%. A prescindere da quanti siano, cioè dalla conoscenza del numero esatto, per il 53% delle persone intervistate le cittadine e i cittadini africani che risiedono in Italia sono comunque troppi. Se però chiediamo su 100 cittadini stranieri quanti sono africani, è un italiano su tre (34%) a sovrastimarne la presenza e solo il 7% dà la risposta esatta (tra 20 e 25). E, per un 53%, comunque poco o nulla integrati nel nostro paese. A precludere l’integrazione per il 41% è il fatto che siano visti esclusivamente come manodopera a basso costo; per il 31% che non abbiano voglia di accettare i nostri usi e costumi e per il 30% che sia il paese a non avere dei programmi adeguati che permettano questa integrazione. C’è poi un 16% che sottolinea come l’integrazione sia difficile perché le persone italiane sono razziste.

L’indagine poi si sofferma sulla discussa tematica della cittadinanza italiana. La legge che la concede piace al 64% di coloro che partecipano al sondaggio. Un 75% è per la concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia o vi arriva entro i 12 anni, frequentando la scuola per almeno 5 anni, il famoso ius scholae o ius culturae bloccato da tempo in parlamento. Sta di fatto che, ancora oggi, più di 3 italiani su 4 (77%) associano il continente africano alla parola “povertà”, poco più di 1 su 2 a “migrazione” (56%) e “malattie” (51%). Il 53% delle persone italiane è convinto che per “sostenere i paesi africani occorrono nuove strategie studiate accuratamente e condivise da tutta l’Europa e dall’Africa”.

La maggior parte (55%) è convinta che dare più soldi non sia “sufficiente per ridurre la povertà dei paesi africani, bisogna lavorare per uno sviluppo sostenibile sia sul piano economico che sociale e ambientale condiviso con i paesi africani stessi”. Perché, “al contrario di ciò che si pensa, l’Africa non è un continente povero. È un continente ricco di risorse che vengono sfruttate male ma che potrebbero farlo prosperare se utilizzate meglio”.

“Prendiamo atto che spesso, nostro malgrado, il linguaggio, addirittura lo sguardo vanno a consolidare un razzismo sistemico, che pervade il nostro Paese” ha affermato Roberta Rughetti, Vicedirettrice di Amref Italia in sede di presentazione del Rapporto. Dobbiamo rimuovere insieme quegli ostacoli che spingono le persone razzializzate e gli afrodiscendenti verso una marginalizzazione, che ha effetti sia nella sfera privata, che in quella sociale. Questa indagine ci aiuta a fotografare alcune idee presenti nella società italiana, e ci sprona ancora di più a promuovere azioni di sensibilizzazioni che favoriscano l’interlocuzione con le persone razzializzate e il protagonismo degli africani. Per contrastare il razzismo antinero, l’afrofobia e ogni forma di discriminazione razziale”.

Qui la Prima parte dell’indagine: Piano Mattei per l’Africa e le Priorità d’Azione;

Qui la Seconda parte dell’indagine: Cambiamento Climatico e Salute.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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