Analisi della decima giornata di serie A

L’Inter sfida la Juve, meno 3 al Derby d’Italia. Crollano Napoli e Lazio, Roma: è allarme spogliatoio.
Che Juve-Napoli fosse in realtà solo la prova generale della vera sfida scudetto? Alla luce dei risultati dell’ultima giornata in effetti sembra che l’Inter di Strama sia la vera candidata alla rincorsa nonostante i buoni risultati dei partenopei. I nerazzurri infatti, ieri sera sono stati gli unici a vincere senza troppe difficoltà, la Samp, è vero, non attraversa uno dei momenti migliori, ma i milanesi sono stati capaci di non illudere gli avversari e di rimontare alla grande il gol di Munari con tre reti che fanno iniziare ufficialmente il countdown alla sfida di sabato.
La Juve non può che cominciare ad avere paura perché i cugini di secondo grado sono in piena crescita, il centrocampo pian piano acquista fiducia e l’attacco è tutto da invidiare, anche perché ha tutto ciò che ai bianconeri manca: punte incisive e decisive in grado di dare la svolta per poi cambiare la partita. Per informazioni chiedere a Palacio, Milito e Fantantonio Cassano, l’affare di fine estate. A proposito di attaccanti, ancora una volta la capolista ha trovato difficoltà a decidere una partita facile sulla carta, nulla da criticare date l’eccellente impostazione di manovra e la gestione dei palloni, ma dov’è il tocco decisivo davanti alla porta? Manca la freddezza nella stoccata decisiva, manca una vera prima punta. Insomma il neo è quello della scorsa stagione, che Marotta abbia sbagliato a cercare il top player all’estero quando le soluzioni erano molto più vicine di quanto si pensasse?
A pensarci bene uomini come Destro o Immobile farebbero proprio comodo alla banda di Conte tenendo presente che Gabbiadini è già bianconero. Niente di troppo costoso, niente di troppo irraggiungibile. C’è da dire però, che Immobile è già proprietà dei campioni d’Italia ceduto poi in prestito per fare esperienza e l’affare Destro era saltato all’ultimo, tuttavia nel secondo caso le speranze ci sono ancora, ultimamente infatti si è parlato di un possibile scambio con la Roma a gennaio: Destro andrebbe a Torino al posto di Quagliarella che verrebbe spedito da Zeman. La questione riguarderebbe le caratteristiche di Destro e Osvaldo, troppo simili per giocare insieme, uno dei due finirebbe per marcire in panchina. Talento sprecato, non sia mai, forse meglio schierare titolari entrambi, ma su campi diversi. Tra due mesi ne sapremo sicuramente di più. In attesa di buone nuove tra gli attaccanti, la Juve può stare tranquilla a proposito di centrocampisti, gli occhi infatti sono tutti puntati sul gioiellino classe ’93 cresciuto a Manchester: Paul Pogba è stato il protagonista del match di ieri, perfetto nei passaggi, nei movimenti e nell’essere incisivo, ha personalità e classe, l’eleganza di Vieira e la fisicità di un Balotelli tutt’altro che bad boy. La grinta tuttavia sembra essere la stessa di un Super Mario in giornata, al francese prendere un palo e avere diverse occasioni da gol non è bastato, così ieri sera ha deciso di rimediare all’errore di De Ceglie che manda in gol Taider e all’ultimo inzucca il 2-1 di testa che fa volare la Juve a 28, +4 sull’Inter di un Palacio showman. Tuttavia le gerarchie sono chiare, col ritorno di Marchisio e Vidal, il francesino dovrebbe partire dalla panchina, ormai più uno showroom, su cui Didier Deschamps ha già messo l’occhio, possibile convocazione in nazionale maggiore per un under 21?
Intanto mentre l’Italia attende il derby dello stivale, Napoli e Lazio non gongolano, infatti contro l’Atalanta è arrivato il secondo ko della stagione per gli uomini di Mazzarri sconfitti per 1 a 0. Che succede? Senza Cavani il Napoli soffre troppo per essere una candidata allo scudetto e la sfortuna assiste, ‘’ci hanno condannato gli episodi’’ spiega il tecnico toscano, ‘’la nostra è stata una buona prestazione, ma la palla non voleva entrare. Dovremmo creare di più ma più di questo non posso chiedere, sono comunque contento dela nostra crescita’’. Insomma per questa giornata no Cavani no party, ma neanche l’Atalanta può festeggiare, Colantuono raccomanda i suoi ‘’testa bassa e lavorare’’che sembra essere il motto attuale. Nella parte alta della classifica correre è fondamentale e come non brilla il Napoli anche la Lazio non è Speedy Gonzales anzi, ‘’troppi errori’’ dichiara Petkovic dopo un match che di pari ha proprio tutto: i gol, Glik all’inizio del primo tempo e Mauri all’inizio del secondo, i salvataggi, le parate e le occasioni, il banchetto di Natale sembrava essere stato allestito con due mesi di anticipo per quanto si sono divorati gli attaccanti di entrambe le squadre. I veri protagonisti forse sono gli allenatori, bravi entrambi nel gestire i ritmi e nell’interpretare la partita cambiando modulo se necessario. No Hernanes no party? Possibile, ma la dipendenza non fa mai bene, figuriamoci se da un solo giocatore. Il cammino è ancora lungo, vietato arrendersi.
Se si parla di dipendenza non si può non parlare di Cagliari, questa volta l’ossessione è quella della vittoria, quattro gol per festeggiare la quarta vittoria consecutiva che non arrivava dai tempi di Allegri. Vittima il Siena, ufficialmente in crisi e da oggi in ritiro nella speranza che le cose migliorino, la gara di ieri non ha dato messaggi confortanti, infatti i toscani sono sembrati confusi, di poca personalità e assolutamente incapaci di imporsi, forse risultato del pensiero che un’altra sconfitta doveva essere evitata. Missione fallita. Proprio come il tentativo di imposizione del calcio zemaniano, il ‘’tutti in attacco alla difesa poi ci pensiamo’’ non sembra proprio funzionare, perché l’Olimpico sarà stato anche una piscina, ma le lacune si notano eccome infatti il Parma rimonta il gol di Lamela e fa 3 a 1, rimonta fallita dai giallorossi, la rete del capitano non serve se non a mandare un messaggio ben chiaro ‘’sarà davvero giusto tenere Zeman in panchina?’’ O forse qualcosa non quadra a partire dall’interno dello spogliatoio? E’ proprio il capitano a prendersi la responsabilità di spiegare come le cose vanno effettivamente ‘’la squadra fa il 50% di quello che chiede il mister, è una cosa gravissima. Dobbiamo restare uniti, a un’altra stagione di transizione non voglio neanche pensare’’, allora forse non è l’ideologia di Zeman il vero problema, la prossima gara col Palermo sembra già essere decisiva per il futuro del boemo.
A picco va anche il Pescara contro il Chievo che finalmente porta a casa i tre punti, Perin è sempre il migliore in campo, ecco svelato a chi manca Zeman. Sugli altri campi pareggiano Udinese e Catania (2-2) e Palermo e Milan che ancora non sembra aver trovato la retta via, El Shaarawy guida ancora i suoi, ma potrà fare tutto da solo? I risultati si vedono.
Questo articolo è stato pubblicato quiLasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox