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Alessandro De Caro

Alessandro De Caro

Giornalista culturale, si interessa da diversi anni di progetti inerenti la letteratura e la musica contemporanea. Ha scritto su riviste letterarie cartacee come In-edito, Alchimie, Torino Sera e su alcune testate musicali. Collabora ai contenuti di siti come The Art Of Hunger e Finzioni occidentali. Segue da tempo la scena letteraria e musicale, oltre che di politica culturale. Come musicista cura il blog Nomos Alpha (recensioni, interviste, festival).

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  • Primo articolo lunedì 10 Ottobre 2010
  • Moderatore da mercoledì 10 Ottobre 2010
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Ultimi commenti

  • Di Alessandro De Caro (---.---.---.177) 10 dicembre 2010 22:43
    Alessandro De Caro

    L’articolo è interessante, e condivido l’entusiasmo per l’utilizzo libertario e anticonformista delle Rete. Ma ho delle perplessità...Dalle affermazioni dell’autore emerge chiaramente, mi sembra, quanto l’unica spinta a pubblicare sul web sia stata di tipo quantitativo più che qualitativo. Mi spiego: ormai da tempo viviamo in una società dove la "letteratura" non viene vista come obiettivo né dallo scrittore né (forse) da parte dei lettori, comunque non dalla maggioranza. Non è una novità, lo so.
    Ormai siamo agli autori che "si pubblicano da soli", quindi, senza che questo fatto abbia la minima rilevanza sul piano dello stile, della qualità letteraria e, per dirla tutta, di quella società editoriale che tuttavia esiste e continuerà a esistere...Ma con quale ruolo? Non difendo gli editori, sia chiaro, io sono semmai un aspirante scrittore come migliaia di altri...Ma mi chiedo che senso abbiano tutti questi libri "gratuiti" anche nel senso di non essere stati pensati per una società che li compra, li giudica e li distribuisce. Il problema è politico, non economico.

    Si chiama consenso sociale e dovrebbe iniziare prima di scrivere, non dopo...a cose fatte.
    Non sarà ben più triste di chi viene appoggiato durante il suo lavoro da un agente letterario e da un pubblico che ne condivide le premesse e non soltanto il "successo" da (finta) pop star? Mi sbaglio? La soddisfazione, forse, ha volti diversi in base a chi scrive: contare le pecore non mi sembra un metro di giudizio valido.

    Si dice che in Italia circa l’85% degli autori esordienti non ha un agente...Cioè in termini economici non accetta alcun intermediario per la sua "compra vendita" letteraria. Bene, eccone uno che, non voleva avere neanche un editore...Salvo poi pubblicare domani sulla carta, di certo ci avrà pensato, lo stratega. Questa è furbizia, non lo metto in dubbio, ma di certo il personaggio non appare né simpatico né memorabile.

  • Di Alessandro De Caro (---.---.---.199) 22 ottobre 2010 20:41
    Alessandro De Caro

    E’ in buona parte vero, purtroppo, che l’editoria italiana naviga soltanto in acque giudicate sicure dal marketing...Con gli effetti deprimenti che conosciamo. Ma siamo anche un Paese che legge poco, troppo poco, perciò spero che iniziative editoriali nuove possano incuriosire un pubblico più ampio.

  • Di Alessandro De Caro (---.---.---.34) 17 ottobre 2010 21:04
    Alessandro De Caro

    Sono stupito che, nell’affrontare un argomento delicato come la pedofilia, si approfitti per accusare, se ho capito bene, l’intera cultura occidentale a cominciare da Socrate di un reato che, in realtà, non è mai- dico mai- stato difeso da coloro che qui sono nominati con tanta superficialità e malafede: Socrate, Freud, Pasolini, Foucault...Condivido con lei la condanna della pedofilia sul piano giuridico e morale, naturalmente, ma attenzione a confondere le carte della morale con quelle della storia; gli argomenti che Lei qui espone- specialmente quelli inerenti Freud e Socrate- mi sembrano moralistici e privi di fondamento storico.
    Nessuna persona in grado di riflettere storicamente confonderebbe l’omosessualità nella civiltà greca con la pedofilia come fatto patologico, nella società moderna, sono teorie che fanno sorridere. Senza coscienza storica, caro signore, non c’è cultura, c’è soltanto ideologia.


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