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 Home page > Attualità > Società > Alberoni: il carro trionfale dei nemici della rete

Alberoni: il carro trionfale dei nemici della rete

Dopo Eco e Riotta anche il prof. Francesco Alberoni entra nel carro trionfale dei nemici della rete. Non capisco i giovani, dunque aboliamo i giovani.

La nota di questa mattina, lunedi 23 febbraio, di Francesco Alberoni sul Corriere della Sera, segnala un ulteriore preoccupante ripiegamento del sistema intellettuale italiano, di fronte alla crisi.

Il senso del ragionamento del sociologo passato anche per il consiglio di amministrazione della Rai, è quello di dire, visto che i giovani non ci seguono allora aboliamo i giovani.

Una logica raggelante, ma, purtroppo, non solitaria.
Si ingrossano le fila di chi, di fronte al proprio isolamento, reagisce, chiedendo di abolire il suo interlocutore.

La singolarità del caso Alberoni è data dal fatto che giunge a poche ore dalla celebrazione dei fasti di massa del Festival di Sanremo. La domanda da porre è: chi fra i frequentatori di YouTube o Facebook, o ancora meglio delle mille comunità attive di rete, ed i 14 milioni di spettatori della kermesse di Bonolis è più lontano dalla realtà?

Alberoni lamenta che i giovani si droghino, combinando cocaina e web, mentre gli anziani che si paralizzano davanti alle esibizioni di Iva Zanicchi e Al Bano rappresenterebbero un saldo ancoraggio per la società.

Non siamo molto lontani dalle nostalgie di Gianni Riotta per il buon tempo antico, o ancora, dal disorientamento dei vari leader politici, soprattutto del fronte riformatore, che non comprendano come il paese non li segua.

Siamo ad un cambio di paradigma che non ammette incertezze: cambia la lingua, non il linguaggio.



Pertanto, bisogna mutare i letterati.
Il battistrada del processo è la comunicazione, che non è più servizio accessorio, ma contenuto e forma del modello produttivo, del modo in cui si crea il valore.
E dunque, questa è la domanda, non sarebbe il caso di concedere a questa dimensione la dignità che nel secolo scorso fu accordata al fordismo, alla catena di montaggio?

Non sarebbe il caso di diventare davvero più radicali? Dobbiamo smettere di concedere ascolto e credibilità a chi ancora ci parla di cose irreali, di stupidaggini senza senso: la comunicazione multimediale oggi è il senso comune del pianeta, è l’unico modo in cui un essere umano in Europa o in America o in Cina può sentirsi parte di una comunità.

Il resto è davvero noia. 
Ma l’indignazione non basta: bisogna andare oltre.

Bisogna che le comunità della rete si assumano la responsabilità di superare il proprio orizzonte e si misurino con il compoito di ricostruire un modo di vievere di di svilupparsi.

La crisi economica chiama la rete allo stesso impegno cui, nel 1929, fu chiamata quella straordinaria invenzione che fu appunto l’industria di massa: dare all’umanità un modo di crescere e diffondere la ricchezza.

Dobbiamo dunque creare senso comune: credo che si debba arrivare, anche in Italia, ad una sorte di grande Woodstock della rete, un appuntamento dove operatore, creativi, utenti, e osservatori trovino filoni di ricerca e mettano in comune il proprio sapere. Bisogna arrivare ad un open source delle professionalità.
AgoraVox, mediasenzamediatori.org e tutte le comunità disponibili alla bisogna, potrebbero essere i promotori di questa mobilitazione.

Proviamoci nell’anno del futurismo, per non dover assistere fra qualche anno all’ennesima rievocazione di un evento che ci è passato, inutilmente, fra le mani.

Commenti all'articolo

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 23 febbraio 2009 18:40

     Povero Alberoni, parla della rete come se fosse l’arabo o il cirillico, come se imparare ad usarla, soltanto per chattare o frequentare un social network, richiedesse sforzi inumani accessibili soltanto ai giovani grazie alla plasmabilità tipica dell’età.
    Deve provare una grande difficoltà, lui che sembra saper tutto, e dunque spara contro, demonizza, mischia droga e rete utilizzando argomenti di cui non si capisce alcuna relazione logica.
    Perchè usare la droga dovrebbe condurre ad usare la rete?
    Forse lui dirà io non uso nè la droga nè la rete e dunque chi usa la droga usa la rete.
    E poi la droga cone la rete è figlia del relativismo etico, come hanno detto i preti mettendo in guardia da Facebook.
    Caro professore il suo articolo sembra un paradosso zen; un koan del tipo "più sei intelligente e più sei cretino".
    Ma perchè tanta gente di valore cade in pietose elecubrazioni come queste?
    Perchè invece di disporsi a capire fenomeni epocali si sceglie la via della contrapposizione e della demonizzazione?
    Le risposte possono essere tante ed una di esse è sicuramente quella proposta da Michele Mezza.
    Tuttavia io penso che alla radice del cattivo atteggiamento ci sia la vecchiaia.
    Cioè l’aver raggiunto, grazie allo scorrere inevitabile del tempo, quell’idea sbagliata che non si ha più nulla da imparare che "si sa tutto" e che bisogna parlare o scrivere, anche su cose di cui non si è voluto saper nulla, soltanto per pontificare ed ammaestrare.
    Sono poche le persone anziane che sfuggono a questo atteggiamento, per così dire naturale, ma quelle poche che ci riescono sono un esempio per tutti noi.
    Certamento non lei, professor Alberoni.

  • Di Simona Rinaldi (---.---.---.198) 23 febbraio 2009 22:09

    Sono completamente d’accordo con lei e apprezzo la sua lucidità e consapevolezza..è necessario ed indispensabile da parte di ognuno, assumersi la responsabilità dell’azione e della scelta, mettere in comune la professionalità e la competenza, per "rompere" con questo ritorno di conformismo stoicista e nostalgico e quindi, come accenna lei, potrebbe venirci incontro il Futurismo, la prima stagione...rompere con il passatismo e proporre un metodo globale che interessi tutte le forme del vivere e del pensare..arte, architettura, web, cultura del cibo, magari in chiave ecosostenibile..si può e si deve!..io ci sono!

  • Di marvin (---.---.---.214) 23 febbraio 2009 22:34

    In una società dove il SISTEMA economico-politico-mediatico ha pervaso tutti i neuroni di tutti i cittadini, imbalsamando le coscienze, i sentimenti e la cultura, dove chi non ha potere deve sempre tacere, è arrivato un cataclisma: la RETE.
    In passato per comunicare le proprie idee, gli spazi del confronto e del dibattito erano abbastanza limitati e per farsi ascoltare si doveva percorrere una strada molto faticosa e se non si era inquadrati nel SISTEMA, ci si imbatteva in ostacoli quasi insormontabili.
    Si poteva ricorrerre ai volantini, alle scritte sui muri, alle lettere ai giornali, alle assemblee studentesche e comunque non si poteva raggiungere nenche la centesima parte di quelli che riusciva a fare il SISTEMA.
    La RETE è la grande rivoluzione, se poi l’uso che se ne fa a volte è distorto, non per questo va cancellata.
    Il SISTEMA al quale anche il dott. Alberoni è sicuramente e forzatamente funzionale, altrimenti non sarebbe andato avanti nel mondo della comunicazione, ha portato il mondo alla barbarie di oggi.
    Per uscire fuori dal girone infernale, in cui la società moderna si è cacciata, forse proprio dalla RETE potrebbe arrivare l’unica medicina efficace. Portare alla ribalta le attività della gente semplice e umile, del volontariato, far circolare idee nuove di uomini nuovi non imbalsamati nello spirito e nella mente, tutto questo potrebbe far diventare di nuovo umana questa società disumanizzata.

  • Di Grazia (---.---.---.2) 24 febbraio 2009 10:40

    Ho sentito anche di peggio. Questi cosiddetti uomini di cultura, spiriti liberi e di ampie vedute spesso alla prova dei fatti, cioè una volta privati del pregiudizio collettivo che li eleva sugli altri, appaiono per come sono, degli intolleranti che rispettano solo la loro Verità. Quella degli altri è, per definizione sbagliata, e non esitano ad usare giudizi volgari come quello che chi va in rete è di sicuro un drogato.
    Per non parlare della quantità di informazioni che si possono trovare in rete....non ci si orienta più e si cade nella trappola del potere che le ha messe lì proprio per portarti nella sua tana. Meglio prima quando ce ne erano poche, le loro.
    Concludo con una simpatica citazione di Voltaire dal Dizionario filosofico: ..."per pregiudizio rispetterete un uomo rivestito di certi abiti, che cammina e parla con gravità. I vostri genitori vi hanno detto che dovete inchinarvi di fronte a quell’uomo: lo rispettate prima di sapere se merita il vostro rispetto; crescete in età e in conoscenza, vi accorgete che quell’uomo è un ciarlatano impastato d’orgoglio, d’interesse e di artificio; disprezzate colui che avevate riverito, e il pregiudizio cede al giudizio" 

  • Di pischello (---.---.---.2) 24 febbraio 2009 10:40

     Visto che ci nutriamo solo di canzonette vorrei ricordare al pessimo Alberoni che c’è ne è una di Battisti Mogol che ben si adatta a lui. Per quel che mi ricordo, visto che è un pò vecchiotta dice così: "Come può uno scoglio arginare il mare...".
    Rifletta professore, rifletta.

  • Di Olga Panzini (---.---.---.2) 24 febbraio 2009 23:02

     Voglio rispondergli anche io.

    Caro Alberoni, dove tu dici: "Alcuni di loro hanno incominciato a usare l’eroina, ma non se la iniettano, la fumano. Dicono che gli dà un grande rilassamento, una grande serenità (...) In giro ne trovi quanta ne vuoi, anche su Internet e costa poco». "
    Io ti dico: hai sentito le persone sbagliate, questi tizi che fanno uso di tante sostanze stupefacenti, se ne sono state sempre chiuse nel loro giro vizioso senza guardare al mondo, e quando qualche amico avrà detto loro che Internet va di moda, loro hanno capito che possono trovarvi droga utile per le loro budelle già marce.
     Dove dici: Questi adolescenti quando sono a scuola, in casa, quando si trovano con gli adulti non ascoltano
    Io ti dico: ogni giovane ha difficoltà ad ascoltare un mondo lontano, quello adulto, spesso preoccupato in modo estenuante di problemi della vita attuale, mentre egli sta attento a "salvarsi" da preoccupazioni che hanno sconvolto i suoi e vuole perciò starne lontano anche a costo di avere peggiori preoccupazioni in futuro ( vuoi sapendolo, vuoi senza saperlo...si troveranno qualcosa essendosi affidati ad un istinto di cui tutti hanno usufruito ) dove tu dici: "Comunicano solo all’interno del loro universo adolescenziale con mezzi che gli adulti non possono controllare: sms, Internet, chat, YouTube, altre web-tribù."
     Che altri non possono controllare!? ? ? :D :D ...ma va!!! Forse non ci riesci tu! Guarda al tuo vicino, come si muove e dove va ed imparerai qualcosa in più su di te.
    E poi, scusa, controlla tua sorella!
     dove dici "Coi genitori recitano, e questi non sanno nulla della loro vita reale"
    Meglio un laboratorio domestico che improvvisato, viva la Fantasia!
     Dove: I loro modelli sono i personaggi dello spettacolo, chi va a Il Grande fratello, i calciatori miliardari, i bulli, e perfino chi si distingue su YouTube con qualche filmato da brivido.
     Almeno loro lavorano, si staranno dicendo!! E per il resto dei dissennati, concordo, hanno fatto una brutta fine, sono daccordo. Ma mica siamo dei santi, solo degli umani deboli e nocivi al simile: sennò stavamo già tutti meglio!
     Dove dici: La separazione fra il mondo giovanile e adulto è incominciato negli anni ’60 del secolo scorso con i figli dei fiori, il movimento studentesco, la rivoluzione sessuale. Molti di questi giovani hanno avuto problemi, ma perlomeno avevano radici e ideali.
     - Caro...vuoi vedere la mia vita!!? Sono anni che non frequento persone della mia stessa età, forse il mio compagno, per il resto hanno tutti più anni di me, persino molti anziani hanno regalato molte e molte ore a dialogo intergenerazionale con me....e poi bambini, bambini, bambini! Sei forse geloso? Di non avere tanti incontri diversi con i giovani? Mi dispiace....ma questa cosa resta la unica che questo mondo mi ha offerto, una missione! Alla faccia delle giovani generazioni perse...
    E qualche ideale, dai ce lo siamo permesso anche noi, giovani e meno giovani.
     Dove dici: A volte mi domando se a questi adolescenti non farebbe bene un periodo di moratoria, in cui si chiudano loro YouTube, le chat, le discoteche, si limiti l’uso di Internet e dei cellulari per consentire loro di ricominciare a parlare, di riprendere contatto con le altre generazioni, con i giornali e i libri.
     - perche* privarsi di tanto? Non rinunciamo a nulla, a volte i giovani hanno bisogno di un consiglio su dove rivolgere la loro attenzione, non trovarsi di fronte a meno possibilità di scelta.

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