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Medici cubani in Calabria: un esempio di umanesimo rivoluzionario

L’arrivo di altri 50 medici cubani in Calabria rappresenta non solo un’importante risorsa per la disastrata sanità locale, ma anche una testimonianza vivente dell’umanesimo rivoluzionario che da sempre contraddistingue la politica internazionale di Cuba. La loro presenza nelle strutture sanitarie calabresi non è solo un aiuto concreto, ma un simbolo dell’altruismo e dell’internazionalismo che caratterizzano la medicina cubana, forgiata sui principi della solidarietà e della cooperazione.

Da decenni, l’isola caraibica, nonostante il crudele e ingiusto embargo imposto dagli Stati Uniti, ha continuato a inviare i suoi medici nelle aree più disagiate del mondo. Dall’Africa all’America Latina, dall’Asia fino all’Europa, la brigata medica cubana ha portato assistenza sanitaria laddove le politiche neoliberiste hanno abbandonato intere popolazioni alla mercé di sistemi sanitari inefficienti e privatizzati. Anche in Italia, durante la pandemia da Covid-19, il contingente cubano si è distinto per dedizione e professionalità, contribuendo a salvare vite umane nei momenti più critici.
 

 Una Sanità Solidale contro il Cinismo e le Diffamazioni

L’impegno dei medici cubani in Calabria, nonostante la loro dimostrata professionalità e l’apprezzamento della popolazione locale, non è stato esente da attacchi strumentali e diffamazioni. Una minoranza, legata a interessi politici ed economici che mirano a smantellare il servizio sanitario pubblico, ha tentato di screditare il loro operato con accuse infondate e pretestuose. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: senza il loro contributo, la sanità calabrese sarebbe in condizioni ancora più drammatiche, stretta nella morsa della carenza di personale e dell’incuria istituzionale.
Il modello sanitario cubano si basa su un principio semplice ma rivoluzionario: la salute è un diritto universale, non una merce da vendere al miglior offerente. Ed è proprio questa concezione della medicina come missione sociale che ha reso i medici cubani un punto di riferimento mondiale per l’assistenza sanitaria nei contesti di emergenza.



Il Valore dell’Internazionalismo Cubano

L’invio di medici in Calabria non è un caso isolato, ma parte di una più ampia strategia di cooperazione internazionale che Cuba ha sviluppato sin dai tempi della Rivoluzione. La formazione medica nell’isola non mira solo alla preparazione tecnica, ma soprattutto a un’educazione etica che pone al centro il paziente e il suo benessere. Questo approccio umanista, che antepone la salute al profitto, è ciò che rende unica la sanità cubana e che spaventa chi vede nella privatizzazione della salute un’occasione di guadagno.
Nonostante le continue campagne di disinformazione contro Cuba e il blocco economico che soffoca il suo sviluppo, l’isola continua a dare al mondo lezioni di solidarietà. Gli attacchi che subisce, spesso orchestrati dai media occidentali e da governi compiacenti, non fanno altro che confermare quanto sia pericoloso, per il capitalismo sfrenato, un modello alternativo basato sull’inclusione e sulla giustizia sociale.

L’arrivo di altri 50 medici cubani in Calabria è una vittoria per tutti coloro che credono in una sanità pubblica e accessibile. È una dimostrazione concreta di come la solidarietà possa essere più forte degli ostacoli politici e delle campagne diffamatorie. È una conferma che l’umanesimo rivoluzionario, l’internazionalismo e l’altruismo non sono solo parole, ma valori praticati ogni giorno da chi ha scelto di mettere la propria vita al servizio degli altri.
Mentre il mondo continua a essere diviso tra chi difende privilegi e chi lotta per i diritti, Cuba rimane un faro di speranza, un esempio di come sia possibile un’alternativa al sistema dominante. E i medici cubani, con il loro lavoro instancabile in Calabria e nel resto del mondo, ne sono la prova più tangibile.

Commenti all'articolo

  • Di ggv84 (---.---.---.172) 4 aprile 19:53
    ggv84

    Mi spiace, ma su diversi punti devo contraddirla. Ho lavorato per un po’ di tempo con i colleghi cubani e più che umanesimo c’è semplicemente un semisfruttamento dei professionisti sanitari, costretti peraltro a versare al governo cubano la maggioranza dello stipendio versato a questi ultimi.

    A questo poi aggiungiamo che molti di loro non hanno mai imparato la lingua italiana (più volte arrivavano richieste e consulenze digitali scritte in spagnolo... neanche la furbizia di usare un traduttore online), creando spesso problemi anche gravi ("clavicola" confusa con "caviglia"), ulteriore dispendio di tempo e risorse, nonché conseguente sovraffollamento sia del Pronto Soccorso che dei reparti che ricevevano le consulenze.

    A questo aggiungiamo la direttiva del governo cubano che ha inviato a mo’ di promemoria alla Regione Calabria la Risoluzione 168/2010, che prevede severe restrizioni per quanto concerne i diritti umani con tanto di pene carcerarie fino a 8 mesi. Tanto per fare qualche esempio semplice, la suddetta legge prevede l’obbligo di informare il proprio superiore diretto delle relazioni di coppia con cittadini o stranieri, residenti o meno nel Paese di cooperazione e, se fosse il caso, dell’intenzione di sposarsi nel Paese di cooperazione. E non è neanche il più grave dei problemi: https://www.lacnews24.it/cronaca/vietato-innamorarsi-tutte-le-regole-che-il-governo-cubano-impone-ai-medici-in-missione-allestero-nyuxev94 

    Per carità, non è neanche una questione di colore politico, giacché proprio recentemente il governo Trump ha preso provvedimenti similari nei confronti dei lavoratori americani in Cina. Ma quantomeno dovrebbe far riflettere appunto perché qui si va ben oltre l’ideologia.

    Forse sarebbe il caso di informarsi un po’ di più per quanto concerne i risvolti pratici e le ricadute sul territorio, prima di dare adito alle ideologie varie. La scienza è una questione molto più seria dell’ideologia di qualsiasi colore politico (ammesso che esistano ancora le differenze).

    Forse sarò stato io sfortunato ad aver lavorato con i medici cubani più scarsi che abbia mai conosciuto, ma sinceramente  nella mia esperienza  mi son sentito sollevato dall’aver concluso quell’esperienza che in diversi anni di lavoro in Calabria si è rivelata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

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