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Commento di Rocco Pellegrini

su Alberoni: il carro trionfale dei nemici della rete


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Rocco Pellegrini 23 febbraio 2009 18:40

 Povero Alberoni, parla della rete come se fosse l’arabo o il cirillico, come se imparare ad usarla, soltanto per chattare o frequentare un social network, richiedesse sforzi inumani accessibili soltanto ai giovani grazie alla plasmabilità tipica dell’età.
Deve provare una grande difficoltà, lui che sembra saper tutto, e dunque spara contro, demonizza, mischia droga e rete utilizzando argomenti di cui non si capisce alcuna relazione logica.
Perchè usare la droga dovrebbe condurre ad usare la rete?
Forse lui dirà io non uso nè la droga nè la rete e dunque chi usa la droga usa la rete.
E poi la droga cone la rete è figlia del relativismo etico, come hanno detto i preti mettendo in guardia da Facebook.
Caro professore il suo articolo sembra un paradosso zen; un koan del tipo "più sei intelligente e più sei cretino".
Ma perchè tanta gente di valore cade in pietose elecubrazioni come queste?
Perchè invece di disporsi a capire fenomeni epocali si sceglie la via della contrapposizione e della demonizzazione?
Le risposte possono essere tante ed una di esse è sicuramente quella proposta da Michele Mezza.
Tuttavia io penso che alla radice del cattivo atteggiamento ci sia la vecchiaia.
Cioè l’aver raggiunto, grazie allo scorrere inevitabile del tempo, quell’idea sbagliata che non si ha più nulla da imparare che "si sa tutto" e che bisogna parlare o scrivere, anche su cose di cui non si è voluto saper nulla, soltanto per pontificare ed ammaestrare.
Sono poche le persone anziane che sfuggono a questo atteggiamento, per così dire naturale, ma quelle poche che ci riescono sono un esempio per tutti noi.
Certamento non lei, professor Alberoni.


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