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Yara Gambirasio: a 4 mesi dalla scadenza delle indagini sull’omicidio un altro mistero avvolge il caso

Nessun colpevole ancora per Yara Gambirasio, la ragazzina di Brembate di Sopra (BG), trovata morta in un campo di Chignolo d’Isola il 26 novembre 2010 e, come se l'omicidio non fosse già complicato e ricco di mistero, ecco che, ad un passo dalla scadenza delle indagini, ne arriva un altro custodito nel dna del padre dell'assassino

 
Isolata dietro una marca da bollo appiccicata in una vecchia patente rosa la doppia elica con le informazioni genetiche "per molti punti corrispondente" al codice genetico trovato sugli slip e sui legging della giovane vittima. 
 
L'uomo abitava a Gorno con moglie e due figli ed è morto a 61 anni. La pista del dna è stata una di quelle battute dagli inquirenti e, ad oggi, l'unica ad aver portato i suoi frutti o almeno i semi. 
 
Sia i figli del deceduto sia i parenti lontani vengono sottoposti al prelievo da Gorno, alla Valle Seriana, fino all'hinterland di Bergamo, dove la parentela si è spostata. Ma niente. Nessuno corrisponde alle eliche del dna, a meno che... a meno che non ci sia di mezzo un figlio illegittimo. 
 
Eppure scavando nella vita dell'uomo non risulta nulla. 
 
E per Giorgio Portera ex tenente dei Ris e consulente legale della famiglia Gambirasio il lavoro svolto fino ad ora sarebbe incompleto.
 
Nei giorni scorsi durante un'intervista sosteneva che "il test di paternità è stato fatto in parte. Alcune decine di tracce biologiche che erano state rinvenute sul cadavere della piccola Yara, non sono ancora state analizzate". 
 
Forse, ma intanto si cerca il dna della madre dell'assassino. Il fiato si fa sempre più corto per raggiungere la verità e fare giustizia.
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