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Verso il domani: Stefano Rodotà la coscienza più lucida del nostro tempo

Se si guarda agli anni si può ormai forse dirlo - ma con ciò che gli americani chiamano "Revenge" e scrivendolo con la maiuscola - un uomo venuto da lontano. Ma molti che rientrano in questa categoria, basti guardare Giorgio Napolitano, dimostrano con i fatti che ciò è, semmai, una marcia in più, e che chi viene da lontano forse proprio per questo è in grado di risolvere questioni assai delicate e gravide cui gl'altri non sono atti.

Sono tante le cose che Rodotà condivide con Napolitano: d'essere un gentiluomo vero, serio e autentico, di avere sempre combattuto per la Costituzione e per i diritti civili e sociali, per l'Europa, e, anzitutto, per l'Italia. Se necessario, nonostante l'età, scende in campo direttamente, in piazza, oppure, cosa che gli è più congeniale, sale in cattedra, negli atenei. Ad esempio per il lavoro - la crociata che Napolitano sta portando avanti dal colle - al fianco magari dell'altrettanto impegnato su questo fronte, Landini. "Fondata sul lavoro", art. 1 della nostra Costituzione, è la tematica su cui ha fortemente puntato il dito Napolitano, è anche il titolo dell'ultimo lavoro di uno dei nostri più autorevoli studiosi di diritto, Gustavo Zagrebelsky, e si mette la basilarità di ciò che questo significhi per la società e lo Stato.

È riferimento principe anche, e da molti anni, per Rodotà, ma lui, e già da molti anni, è andato oltre, ben oltre. A dispetto degli anni forse più che al pari del più giovane e comunque eccellente Zagrebelsky, il nostro è stato capace di cogliere la radicalità dei mutamenti economici e socio politici, già dagli anni de "La vita e le regole", dove la questione centrale è quella che le nuove realtà spesso non direttamente normate, siano illuminate dalla Costituzione e trovino proprio nel riferimento ad essa una doverosa normazione. L'analisi più lucida della nostra realtà, dei nostri tempi, e non solo per quanto concerne la nostra Italia, ma ben oltre, per l'Europa, per il Mediterraneo, la dobbiamo proprio a lui: "Il diritto di avere diritti". La realtà drammatica di decine di milioni di disoccupati in Europa, milioni in Italia, intere generazioni emarginate, il dramma nei Paesi del Mediterraneo, la "Primavera araba", ma anche realtà quali internet e la rete. Un'analisi che forse in qualche modo può affiancarvisi - ma è volta più alla realtà economica - è quella di Loretta Napoleoni con "Economia canaglia".

Similmente ad essa quella del nostro è l'analisi di chi ha una coscienza la cui grande forza trova radice nei valori, lucida, cosciente quanto nessun'altra. Né proclami né slogan, ma le direttive con cui orizzontarsi e muoversi oggi in un impegno forte e vero per il domani, senza illusioni e con serietà.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.57) 31 maggio 2013 19:21

    Filosofo non farci ridere. Rodotà è una personalità politica che si colloca nella più tradizionale storia del trasformismo politico italiano.

    Per anni è vissuto di incarichi rimediati dalla sinistra (PCI, PDS, DS, PD) poi all’improvviso, abbagliato dal miraggio presidenziale, si è prestato (diversamente da altre persone serie) ai giochetti di Grillo e Casaleggio. Oggi che a questi non serve più è stato pure da loro sbeffeggiato.

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