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 Home page > Tribuna Libera > USA: difensori di diritti umani all’estero, ma non in patria

USA: difensori di diritti umani all’estero, ma non in patria

Ancora una volta gli Stati Uniti sono scossi da uno scandalo maltrattamenti nel carcere di Guantanamo. Ancora una volta l'immagine che l'America da di sé, collide con gli obiettivi di libertà e rispetto professati al di fuori dei confini nazionali.

Un nuovo scandalo carceri sta scioccando il mondo e gli Stati Uniti. Sono infatti emerse in base a un rapporto sul programma di prigionia della CIA e diffuso dalla commissione dell'Intelligence del Senato USA martedì 9 dicembre, nuovi racconti e denunce sui detenuti nelle carceri americane di Guantanamo a partire dall'11 settembre 2001, quando i terroristi e sospetti terroristi islamici hanno iniziato a venire catturati e spediti nella struttura.

Di nuovo la CIA sembra aver fatto ricorso a pratiche di vera e propria tortura per ottenere informazioni e confessioni dai prigionieri. Tra le modalità di tortura, oltre all'uso di droghe e allucinogeni cui venivano costretti i prigionieri, risaltano il waterboarding in acqua ghiacciata, ossia l'immersione del viso in acqua fino a quasi raggiungere l'annegamento, l'alimentazione rettale... ma nell'ultimo rapporto emergono anche tecniche nuove come l'ascolto ininterrotto di musica ad altissimo volume di brani dei Queen, Metallica, Britney Spears e molti altri.

Secondo quanto dichiarato da alcuni prigionieri, la musica veniva trasmessa 24 ore su 24 per giorni, fino a che le facoltà mentali dei detenuti non arrivavano a cedere e allora iniziava l'interrogatorio (fonte: Adnkronos).

Dal rapporto emerge come l'America che si fa difensore dei diritti umani all'estero, soprattutto in Medio Oriente, calpesti quegli stessi diritti sul suo territorio e talvolta anche nelle stesse carceri mediorientali. Già nel 2006 infatti emersero scandali su torture nel carcere di Bagram, in Afghanistan (ora chiuso).

Fa riflettere anche il fatto che la maggior parte dei carceri di massima sicurezza per terroristi e sospetti terroristi contro l'America, non si trovino sul suolo americano. Guantanamo infatti, la struttura più conosciuta e ormai simbolo di tortura nel mondo, si trova a Cuba, mentre un'altra grande struttura detentiva si trova in Uruguay.

Il presidente Obama ha affermato, nel discorso rilasciato in merito ai fatti accaduti, che le investigazioni del Comitato per l'Intelligence del Senato hanno portato alla luce fatti “contrari ai valori del popolo americano”. Tuttavia secondo il direttore della Cia, John Brennan, quelle stesse tecniche hanno contribuito a salvare delle vite.

Brennan è stato fino ad ora uno degli uomini di fiducia di Obama sia in politica interna nell'ambito della sicurezza nazionale, sia nell'attuazione e nell'elaborazione di strategie di politica estera. Ma le recenti denunce di violazione dei diritti umani potrebbe causare una rottura nei rapporti tra il presidente degli Stati Uniti e il direttore della Cia. La distanza tra la Presidenza e la direzione della Cia è anche indicativa della resistenza che l'agenzia per l'intelligence mostra nei confronti della politica estera di Obama, volta a ridurre il più possibile il rischio di scatenare nuovi focolai di guerra in Iraq, Siria e Afghanistan che posso dilungare la permanenza di soldati americani sui vari territori.

Il carcere di Guantanamo rappresenta inoltre il simbolo della volontà del presidente Obama di affermare i suoi principi e i valori professati all'estero. Sin dall'inizio del suo primo mandato, Obama ha tentato di chiudere la struttura, senza successo finora e difficilmente la situazione cambierà se si considera che i restanti due anni di mandato della sua presidenza sono osteggiati da un Congresso a maggioranza repubblicana, contraria alla chiusura di Guantanamo.

Occorre ricordare che i detenuti in carcere a Guantanamo non sono soltanto terroristi, ma anche semplici sospettati ed alcuni sono detenuti senza aver avuto nessun processo né essere stati accusati di alcun crimine.

Per il momento si temono ritorsioni nei confronti di cittadini americani nel mondo da parte dei terroristi dell'Isis, soprattutto per gli ostaggi e in particolare nei paesi di Iraq, Siria e Afghanistan.

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