• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Ambiente > Termovalorizzatori, sì o no?

Termovalorizzatori, sì o no?

La spiegazione che do ogni qualvolta, e succede spesso, qualcuno mi chiede chiarimenti, sull’onda del caso Campania, sui termovalorizzatori che, a differenza degli inceneritori, non effettuano solamente l’incenerimento dei rifiuti, è la seguente:

Il termovalorizzatore è un impianto industriale che incenerisce i rifiuti dei cittadini, rsu (rifiuto solido urbano) e industriali e, sfruttando il calore della combustione presente nei fumi incanalati in una caldaia, trasforma l'acqua contenuta nella stessa in vapore surriscaldato che, inviato a una turbina collegate a un generatore di corrente, produce energia elettrica, parte per autoconsumo e il resto ceduta alla rete ENEL. Il vapore viene poi condensato in acqua e il ciclo ricomincia. In questo modo il consumo d'acqua per il reintregro delle perdite per sfiati o spurghi è minimo. I condensatori raffreddano il vapore usando acqua di fiume, vedi Padova e quasi tutti, o aria, vedi Acerra.

Tutto bene allora? Sì e no. E' indubbio che la soluzione migliore in assoluto sarebbe una raccolta differenziata spinta, impianti di compostaggio, riciclare carta e plastica, il vetro dividendolo in bianco e colorato, recupero dei metalli, maggiormente ferro e alluminio, e così via, ma purtroppo questo, in grande parte dell'Italia, è ancora un'utopia. Ricordando che non tutto si può riciclare, di questa massa di materiale che ne facciamo? 

Restano le discariche e i termovalorizzatori.

Per le prime è sempre più difficile da trovare il posto per nuove, sempre con la fiducia/speranza che vengano realizzate a regola d'arte e seguite giornalmente da addetti al controllo del recupero del percolato, il liquido che si forma con la decomposizione dei rifiuti, da inviare ai depuratori attrezzati, non come in Campania recentemente. Il tutto per evitare di inquinare le falde acquifere e l'ambiente circostante. Restano i termovalorizzatori che, oltre a produrre energia elettrica e, in molti casi, teleriscaldamento, riducono i rifiuti in ceneri che corrispondono, contando anche i reagenti usati per il trattamento di depurazione dei fumi, calce idrata, carboni attivi e bicarbonato di sodio, a circa 1/3 della massa iniziale. In massa e non in volume perché 300 tonnellate di rifiuti corrispondono a circa 30 camion grandi della nettezza urbana, quelli a tre assi che svuotano i cassonetti da soli, ma a 3 bilici di ceneri, oltretutto ceneri più compatte e che perciò, dopo il trattamento di inerzializzazione che subiscono, occupano in discarica 1/10 del volume dei rifiuti dai quali provengono, e così la discarica durerebbe 10 volte di più, e non producono percolato. 

Questo senza fare come in Germania dove le ceneri della combustione, non dei reagenti, dopo il trattamento di inerzializzazione, possono essere usate per fare il fondo delle strade, fondo sopra il quale vengono posti i 10 cm circa di asfalto. In Italia possono invece essere mischiate al cemento.

Questo per quanto riguarda le polveri, per i fumi il discorso cambia. La combustione scinde le molecole che compongono i materiali bruciati nei loro componenti base perciò si ha la formazione di, acido cloridrico, dei vari tipi di ossidi di azoto, di vapore acqueo, di anidride carbonica e di biossido di zolfo. Questi i principali.

Tutti questi inquinanti vengono abbattuti tramite i reagenti prima detti, calce idrata, carboni attivi e bicarbonato di sodio, che vengono nebulizzati dentro ai filtri a maniche, enormi scatole di metallo contenenti centinaia di gabbie sulle quali sono infilate dei cilindri, maniche, di goretex. I reagenti, soffiati divisi, calce e carboni in un filtro e bicarbonato e carboni nel successivo, si attaccano alle maniche e i fumi che provengono dalla camera di combustione, forno, dopo avere attraversato la caldaia, le attraversano provocando l’unione delle molecole degli inquinanti coi reagenti. I fumi escono da un filtro ed entrano nell'altro terminando il processo di depurazione. All'uscita dal secondo filtro vengono ulteriormente riscaldati, tramite uno scambiatore di calore a vapore, ed entrano in un reattore denox dove, tramite una soluzione ammoniacale, vengono abbattuti drasticamente tutti gli ossidi di azoto ed eventuali diossine,(da non dimenticare che anche facendo una grigliata con legna si producono diossine). I fumi poi, raffreddati tramite un altro scambiatore di calore, vengono inviati al camino.

Tutti i processi sono seguiti in continuo da un sisteme di monitoraggio e da operatori patentati che tengono sotto controllo tutti i parametri ed intervengono in caso di anomalie.

Tutti i dati sulle emissioni vengono comunicati in continuo ed in tempo reale all'ARPA, l'agenzia regionale per l'ambiente, che ordina il blocco dell'impianto in qualsiasi momento riscontri che l'impianto ha esaurito la dotazione annua di 60 ore totali di sforamento dei limiti di legge. In poche parole un impianto che nel mese di gennaio funzioni talmente male da bruciarsi tutte le 60 ore concesse deve chiudere tutto e ripartire solo dopo 11 mesi, il gennaio successivo.

I valori limite per le emissioni sono fissati dal D.Lgs. 133/2005, in Mg/NM3 in medie giornaliere e semiorarie, e sono:

Polveri 10 30

COT ( carbonio organico totale)  10 20

HCl ( acido cloridrico )  10  60

HF ( acido fluoridrico ) 1 4

SO2 ( biossido di zolfo ) 50 200 

NOx ( ossidi di azoto )                   200  400 

Queste le medie dell'impianto nell'ultima giornata che ho lavorato:

Polveri 0.7 0.6

COT ( carbonio organico totale) 0.5  0.6

HCl ( acido cloridrico )  0.9 0.4

HF ( acido fluoridrico ) 0.1 0.1

SO2 ( biossido di zolfo ) 0.3 0.3

NOx ( ossidi di azoto)         81.7  73.7

Con questo non voglio dire che dal camino esca aria pura ma che questi impianti, condotti come si deve come nella quasi totalità dei casi, non siano il male assoluto come qualcuno vorrebbe far credere e come la gente, di fronte al silenzio delle istituzioni e dei gestori, viene portata a credere e che, secondo me, e non solo perchè è il mio lavoro, i termovalorizzatori serviranno sempre, in combinazione con le discariche, eliminando i rifiuti che noi tutti produciamo. Perchè dei rifiuti che ce ne facciamo se nessuno vuole discariche e termovalorizzatori? Li mandiamo all'estero, tanto paga lo Stato? Ma lo Stato non siamo noi tutti?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.41) 1 marzo 2011 10:31

    i rifiuti possono essere una vera miniera d’oro. Basterebbe che le istituzioni si informassero su quello che oggi la tecnologia ci può permettere. Seganlo questo post:
     
    http://maurip.blogspot.com/2011/01/...

  • Di Mauro Miccolis (---.---.---.6) 1 marzo 2011 11:26
    Mauro Miccolis

    Non sono assolutamente d’accordo con l’affermazione,del tutto arbitraria e non argomentata, dell’autore circa la possibilità di riciclare tutti i rifiuti.Numerose comunità in tutto il mondo hanno già cominciato ad inseguire l’obiettivi Rifiuti Zero,sviluppando una serie di iniziative che favoriscono alternative alla gestione classica dei rifiuti, vietando il conferimento in discarica, tassando la produzione dei rifiuti e prevedendo incentivi a favore di chi ricicla o sviluppando strutture in cui viene attuato il recupero delle risorse: tali strutture dovrebbero permettere il compostaggio dei rifiuti organici puliti, il recupero dei materiali riciclabili, e nel caso di impianti molto grandi per grandi città, dovrebbero sorgere, nei pressi di queste strutture di recupero, delle industrie con il compito di recuperare il “valore aggiunto” di questi materiali ed

    utilizzare quello che viene recuperato per produrre nuovi prodotti per la comunità.
    Il primo passo con cui una comunità può cominciare la strada verso “Rifiuti Zero” consiste nella la separazione alla fonte dei rifiuti, poiché i rifiuti si creano mescolando i prodotti.
    È perciò importante organizzare dei sistemi di raccolta che permettano la separazione dei
    materiali, con un numero variabile di contenitori per dividere le varie tipologie di rifiuti. In ogni caso, è fondamentale che siano separati fin dall’inizio gli scarti organici alla fonte, poiché è il materiale organico quello che causa molti dei problemi delle discariche, generando metano ed altri acidi organici che possono sciogliere metalli nei rifiuti facendoli arrivare nelle acque di profondità In primo luogo, bisogna separare le cose che si possono riutilizzare. Le cose riutilizzabili sono solo una piccola frazione dei rifiuti ma quella di maggior valore. Ci sono molti esempi nel mondo di sistemi per riutilizzare gli oggetti passandoli da un proprietario all’altro: vendite di beneficenza, negozi di risparmio gestiti o come servizi per la comunità o per profitto.
    In secondo luogo, troviamo le cose che si possono riciclare, che permettono una riduzione dell’uso di risorse vergini, rimettendo in circolo materiali già utilizzati. È importante che i materiali riciclati siano separati da altri materiali che potrebbero “contaminarli”, in modo da permetterne la riutilizzazione da parte delle industrie che si occupano professionalmente di riciclaggio. Si trovano poi le cose che possono essere compostate. Dopo la separazione alla fonte, il compostaggio è la fase più importante nella strategia Rifiuti Zero di una comunità, perché, come detto, è il materiale organico nelle discariche che crea problemi. I materiali biodegradabili vengono compostati in modo da poter con sicurezza tornare all’ambiente alla fine della vita utile del prodotto contribuendo a ricostruire il suolo consumato: è l’applicazione pratica del ciclo biologico della Natura. È importante poi separare le sostanze tossiche, che sono solo l’1-2% dei rifiuti domestici ma non possono essere ignorate perché possono minacciare altri aspetti di Rifiuti Zero. Questi materiali devono essere identificati e resi visibili. Alcune comunità hanno organizzato dei sistemi di recupero e raccolta dei materiali pericolosi. Alcune sostanze sono così intrattabili che dovrebbe essere messo in discussione il loro ruolo, obbligando le industrie a riprendere gli oggetti che li contengono. Infine, la parte residuale. Dopo aver separato alla fonte i materiali ed aver isolato quelli riciclabili, riutilizzabili, compostabili, inviandole a diversi impianti, resterà un’ultima frazione di cose residue,
    cioè gli articoli che non possono essere riciclati, recuperati o compostati.
    Tali prodotti, che non potendo essere recuperati o compostati rappresentano uno spreco di risorse, molte delle quali non rinnovabili, dovrebbero finire in impianti di screening. In questi impianti, questi prodotti dovrebbero essere studiati, per far capire alle industrie che devono seguire processi produttivi per evitare questa frazione in futuro,è questo il vero fulcro attorno a cui ruota tutta la strategia “Rifiuti Zero”, è il punto in cui la comunità deve in qualche modo parlare all’industria: se un prodotto non può essere riutilizzato, riciclato o in qualche modo compostato, allora non andrebbe prodotto.
    Molti di queste iniziative hanno un impatto sull’economia della comunità: è certamente meglio
    spendere il denaro dei contribuenti per recuperare risorse, piuttosto che per liberarsi dei rifiuti. In questo modo cambia anche il ruolo degli amministratori locali quando i materiali di scarto vengono trattati come risorse che accrescono la comunità, piuttosto che come passività (rifiuti). Invece di gestire delle passività, le politiche degli amministratori locali promuovono l’innovazione da parte degli imprenditori, massimizzando la consegna di flussi di risorse pulite verso le imprese locali. Mano a mano che i materiali in precedenza considerati rifiuti acquistano valore, i principi dei Rifiuti Zero aiuteranno le economie locali a diventare più autosufficienti e a creare opportunità per una aumentata partecipazione civica e per posti di lavoro sostenibili.
    • Di fulviob55 (---.---.---.128) 1 marzo 2011 13:54


      Il mio articolo verte sul provare a spiegare , abbastanza semplicemente, com’è fatto un termovalorizzatore e su come avvengono i processi di depurazione fumi e ceneri.
      Forse ho interpretato male il Suo commento ma mi pare Lei si sia fermato su di una frase senza leggere tutto l’articoloe e che non dica niente di più di quanto detto da me.
      Il concetto di "Rifiuti zero" mi sembra lo stesso di "Raccolta differenziata spinta", magari spinto ai limiti estremi ma sempre quello.
      Lei dice:.. "Dopo aver separato alla fonte i materiali ed aver isolato quelli riciclabili, riutilizzabili, compostabili, inviandole a diversi impianti, resterà un’ultima frazione di cose residue,cioè gli articoli che non possono essere riciclati, recuperati o compostati."..Non è lo stesso che dico io nel terzo paragrafo?
      Le posso garantire che all’impianto dove lavoro arrivano, giornalmente, bilici provenienti dagli impianti di compostaggio e riciclo carichi di scarti non riciclabili e del residuo di compostaggio.
      Per quanto riguarda le ricadute sull’economia locale, esse ci sono, e ci sarebbero sempre, se gli impianti fossero tutti di proprietà dei comuni che potrebbero così destinare gli utili, provenienti dalla vendita dell’energia elettrica prodotta, al ribasso della TARSU, la tassa sui rifiuti, e a finanziare servizi migliori per la loro comunità. Come succede nei casi d’impianti , in toto o in parte, non pubblici.
      Sono d’accordo che sarebbe bellissimo poter riciclare tutto, sarebbe meraviglioso riuscire a non produrre rifiuti, ma, ad oggi, è un’utopia. Speriamo nel futuro di riuscirci.
      Cordialmente.

  • Di Mauro Miccolis (---.---.---.6) 1 marzo 2011 15:19
    Mauro Miccolis

    No, quello che scrivo io non è la stessa cosa, di quello che dice lei; la minima frazione di rifiuti che rimarrebbe adesso sparirebbe in futuro, se per legge le industrie smettessero di fabbricare prodotti non interamente riciclabili;gli inceneritori sono classificati dalle normative europee come industria insalubre di prima classe.Non esistono al mondo tecnologie in grado di produrre dei filtri arginanti le emissioni nocive degli inceneritori, oltretutto necessitanti di vicine ed insane discariche, inevitabilmente destinate anche ai residui della combustione (ceneri) da trattare come rifiuti speciali. Se lei afferma il contrario è un bugiardo, si legga i risultati delle ricerche dell’ISDE.Le diossine prodotte dalle incenerizioni dei rifiuti, unitamente alla vaporizzazione dei metalli non possono considerarsi come realmente volatili, in virtu’ del principio della Termodinamica enunciato da Lavoisier, secondo il quale in natura nulla si crea e nulla si distrugge. Per questo motivo il particolato e le diossine prodotti da questi ecomostri, finiscono per ricadere sui territori vicini ed entrare inevitabilmente nella catena alimentare, con incalcolabili conseguenze dannose. “incenerire i rifiuti resta una follia che le generazioni future non ci perdoneranno”.

    • Di fulviob55 (---.---.---.128) 1 marzo 2011 18:09

      ...gli inceneritori sono classificati dalle normative europee come industria insalubre di prima classe.
      E come mai se ne costruiscono continuamente? In Germania ne hanno costruito uno apposta per incenerire le ecoballe della Campania, a Vienna è in pieno centro cittadino e nessuno ci trova da ridire.
      Ho scritto che le cenri...dopo il processo di inerzializzazione che subiscono, occupano in discarica...a allora bugiardo perchè?
      Direi di restare coi piedi per terra: se un problema ce l’ho adesso lo devo risolvere adesso, con quello che ho adesso.
      Sono d’accordo che il futuro si costruisce a partire dall’oggi, ma i problemi odierni non posso rimandarli al futuro chè arriveranno ingigantiti, vedi il problema Campania che è stato rimandato per anni.
      Ho anche scritto che dal camino non esce aria pura ma, per favore, smettiamola coi proclami che puntano a spaventare la gente, già abbondantemente spaventata dal silenzio delle istituzioni.

    • Di Mauro Miccolis (---.---.---.6) 1 marzo 2011 19:12
      Mauro Miccolis
      Ammesso che fosse vero (e non lo è) che in Europa se ne costruiscono in grandi quantità (è vero invece il contrario e specie in Germania dopo gli scandali dei polli e il latte alla diossina) non sarebbe una buona motivazione per costruirli a casa nostra.
      Se il mio vicino di casa si droga, se tutti i miei vicini di casa si drogano o fumano, questa non è una buona motivazione per iniziare a drogarmi.
      Incenerire i rifiti è dannoso per la salute, per questo motivo la comunità economica europea classifica gli impianti come industria insalubre di prima classe: perchè particolarmente aggressiva sull’ambiente e le persone. 
      Se lei afferma, che con i filtri dei nuovi impianti di incenerizione, elimina l’emissione di sostanze velenose, lei afferma una falsità; chi af
    • Di Mauro Miccolis (---.---.---.6) 1 marzo 2011 19:15
      Mauro Miccolis
      Ammesso che fosse vero (e non lo è) che in Europa se ne costruiscono in grandi quantità (è vero invece il contrario e specie in Germania dopo gli scandali dei polli e il latte alla diossina) non sarebbe una buona motivazione per costruirli a casa nostra.
      Se il mio vicino di casa si droga, se tutti i miei vicini di casa si drogano o fumano, questa non è una buona motivazione per iniziare a drogarmi.
      Incenerire i rifiti è dannoso per la salute, per questo motivo la comunità economica europea classifica gli impianti come industria insalubre di prima classe: perchè particolarmente aggressiva sull’ambiente e le persone. 
      Se lei afferma, che con i filtri dei nuovi impianti di incenerizione, elimina l’emissione di sostanze velenose, lei afferma una falsità; chi afferma falsità è un bugiardo.
      Se vuole rimanere con i piedi per terra e risolvere i problemi affianchi all’incenerizione dei rifiuti la raccolta differenziata, si promuovano i centri di riciclo, si attui una politica che nel giro di pochi anni soppianti l’incenerizione dei rifiuti, che ripeto è altamente velenosa.
      Non faccio nessun proclama, sono un Ingegnere, ed ho una formazione tale da comprendere la pericolosità di quest’impianti, che ripeto, il mondo civilizzato sta abbandonando.
  • Di (---.---.---.100) 1 marzo 2011 17:09

    NO ALL’INCENERIMENTO!!!!!!!

    L’ articolo si basa su principi del tutto errati e fuorvianti:
    Il termine termovalorizzatore non esiste, l’Italia è già stata condannata dall’Europa perchè il termine esatto è inceneritore, infatti l’inceneritore non valorizza un bel nulla perchè trasforma i materiali da potenzialmente non tossici e non nocivi in fumi e ceneri tossiche e nocive, inoltre non produce energia ma la consuma e la distrugge. L’energia per produrre gli stessi materiali inceneriti è maggiore di quella residuale prodotta dall’inceneritore, pertanto l’inceneritore non produce energia ma la spreca, inoltre per far funzionare l’inceneritore ci vuole molta energia, infatti il suo rendimento è molto basso a regime è una macchina a rendimento negativo.
    L’inceneritore non riduce i rifiuti ma li aumenta infatti per ogni tonnellata di rifiuti inceneriti si devono utilizzare altrettante quantità di materiali aggiunti per far funzionare l’inceneritore, di conseguenza si avrà il doppio dei rifiuti in ingresso trasformati in ceneri e fumi tossici.
    Per far funzionare un inceneritore occorrono enormi quantità di acqua, pertanto oltre ad essere uno spreco di energia è anche un enorme spreco idrico.
    L’inceneritore non sostituisce le discariche in quanto le ceneri devono essere smaltite in discariche per rifiuti speciali tossiche e nocive oltre alle tonnellate di polveri depositate sui terreni circostanti e respirate dai cittadini anche a lunghe distanze.
    Per sostenere economicamente un inceneritore si ha la necessità di farlo funzionare per tanti anni con notevoli quantità di rifiuti, pertanto è incompatibile con l’incremento della raccolta differenziata e il riutilizzo dei materiali, un inceneritore incentiva la produzione dei rifiuti.

    Il costo di un inceneritore è insostenibile economicamente, costa mediamente 60 milioni d’euro, pertanto se non fosse finanziato con i soldi pubblici sarebbe un sistema imprenditoriale fallimentare, infatti negli USA sono falliti e da oltre 15 anni non si costruiscono inceneritori, città come SAN FRANCISCO ha oltre il 70% di raccolta differenziata e va verso i rifiuti 0 senza discariche o inceneritori.
    Dal punto di vista legislativo l’incenerimento in Italia non rispetta la progressività degli strumenti per la gestione dei rifiuti infatti l’incenerimento se pur previsto è l’ultima fase della gestione rifiuti, dopo il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata previste per legge, dopo le politiche di riduzione dei rifiuti, dopo il riciclo e riutilizzo dei materiali, alla fine se rimane qualcosa( 10% secondo i sistemi attuali) si può incenerire o smaltire in discarica oppure utilizzare altri sistemi diversi, pertanto non si può invertire il sistema ( prima l’incenerimento e dopo la raccolta differenziata) perchè è illegale, inoltre le quantità residuali dei rifiuti non riciclabili non richiederebbe pochissimi inceneritori in tutta Italia e che possono essere sostituiti dallo smaltimento in discarica o da altri sistemi non impattanti e non inquinanti come la produzione di sabbia sintetica per l’edilizia.
     I dati esposti dall’articolo sono diversi dalla realtà infatti sono dati pubblicati dagli stessi inceneritoristi che effettuano anche il monitoraggio, i software dei monitoraggi si possono modificare perchè il controllore ed il controllato è lo stesso soggetto come prevede la legge, inoltre la maggior quantità di polveri tossiche emesse dall’inceneritore non sono rilevabili dalle stazioni di monitoraggio inquanto sono molto piccole, dovute alle temerature molto alte dei forni, infatti non sono visibili all’occhio umano, apparentemente non si vede nulla dalla ciminiera in realtà escono tonnellate di particolato molto sottile con un numero di particelle elevatissimo pericolosissime per l’uomo e l’ambiente.ì, infatti, in molti casi, le conseguenze sono state rilevate anche da studi scientifici, con aumenti di neoplasie e malattie cardiovascolari in base alla distanza dall’inceneritore, 435 studi scientifici francesi hanno dimostrato la pericolosità degli inceneritori, in Italia ci sono dati allarmanti di tumori nei bambini ( il doppio della media Europea)

  • Di (---.---.---.100) 1 marzo 2011 17:18

    (Articolo precedente con una correzione)

    NO ALL’INCENERIMENTO!!!!!!!

    L’ articolo si basa su principi del tutto errati e fuorvianti:
    Il termine termovalorizzatore non esiste, l’Italia è già stata condannata dall’Europa perchè il termine esatto è inceneritore, infatti l’inceneritore non valorizza un bel nulla perchè trasforma i materiali da potenzialmente non tossici e non nocivi in fumi e ceneri tossiche e nocive, inoltre non produce energia ma la consuma e la distrugge. L’energia per produrre gli stessi materiali inceneriti è maggiore di quella residuale prodotta dall’inceneritore, pertanto l’inceneritore non produce energia ma la spreca, inoltre per far funzionare l’inceneritore ci vuole molta energia, infatti il suo rendimento è molto basso a regime è una macchina a rendimento negativo.
    L’inceneritore non riduce i rifiuti ma li aumenta infatti per ogni tonnellata di rifiuti inceneriti si devono utilizzare altrettante quantità di materiali aggiunti per far funzionare l’inceneritore, di conseguenza si avrà il doppio dei rifiuti in ingresso trasformati in ceneri e fumi tossici.
    Per far funzionare un inceneritore occorrono enormi quantità di acqua, pertanto oltre ad essere uno spreco di energia è anche un enorme spreco idrico.
    L’inceneritore non sostituisce le discariche in quanto le ceneri devono essere smaltite in discariche per rifiuti speciali tossiche e nocive oltre alle tonnellate di polveri depositate sui terreni circostanti e respirate dai cittadini anche a lunghe distanze.
    Per sostenere economicamente un inceneritore si ha la necessità di farlo funzionare per tanti anni con notevoli quantità di rifiuti, pertanto è incompatibile con l’incremento della raccolta differenziata e il riutilizzo dei materiali, un inceneritore incentiva la produzione dei rifiuti.

    Il costo di un inceneritore è insostenibile economicamente, costa mediamente 60 milioni d’euro, pertanto se non fosse finanziato con i soldi pubblici sarebbe un sistema imprenditoriale fallimentare, infatti negli USA sono falliti e da oltre 15 anni non si costruiscono inceneritori, città come SAN FRANCISCO ha oltre il 70% di raccolta differenziata e va verso i rifiuti 0 senza discariche o inceneritori.
    Dal punto di vista legislativo l’incenerimento in Italia non rispetta la progressività degli strumenti per la gestione dei rifiuti infatti l’incenerimento se pur previsto è l’ultima fase della gestione rifiuti, dopo il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata previste per legge, dopo le politiche di riduzione dei rifiuti, dopo il riciclo e riutilizzo dei materiali, alla fine se rimane qualcosa( 10% secondo i sistemi attuali) si può incenerire o smaltire in discarica oppure utilizzare altri sistemi diversi, pertanto non si può invertire il sistema ( prima l’incenerimento e dopo la raccolta differenziata) perchè è illegale, inoltre le quantità residuali dei rifiuti non riciclabili richiederebbe pochissimi inceneritori in tutta Italia e che possono essere sostituiti dallo smaltimento in discarica o da altri sistemi non impattanti e non inquinanti come la produzione di sabbia sintetica per l’edilizia.
     I dati esposti dall’articolo sono diversi dalla realtà infatti sono dati pubblicati dagli stessi inceneritoristi che effettuano anche il monitoraggio, i software dei monitoraggi si possono modificare perchè il controllore ed il controllato è lo stesso soggetto come prevede la legge, inoltre la maggior quantità di polveri tossiche emesse dall’inceneritore non sono rilevabili dalle stazioni di monitoraggio inquanto sono molto piccole, dovute alle temperature molto alte dei forni, infatti non sono visibili all’occhio umano, apparentemente non si vede nulla dalla ciminiera in realtà escono tonnellate di particolato molto sottile con un numero di particelle elevatissimo pericolosissime per l’uomo e l’ambiente.ì, infatti, in molti casi, le conseguenze sono state rilevate anche da studi scientifici, con aumenti di neoplasie e malattie cardiovascolari in base alla distanza dall’inceneritore, 435 studi scientifici francesi hanno dimostrato la pericolosità degli inceneritori, in Italia ci sono dati allarmanti di tumori nei bambini ( il doppio della media Europea)

    F.DINICOLI

    • Di fulviob55 (---.---.---.128) 1 marzo 2011 19:04

      Il termine inceneritore indicava l’impianto che bruciava i rifiuti e basta, il termovalorizzatore invece valorizza l’energia termica contenuta nei fumi per creare vapore da utilizzare per il teleriscaldamento, vedi Brescia e Ferrara, ed energia elettrica tramite turbine collegate a generatori. Se l’italia è stata condannata per un problema di nome il succo del discorso non cambia, il secondo è l’evoluzione del primo.

      Mi piacerebbe sapere da dove ha tratto il dato secondo il quale ci vogliono tanti materiali quanti i rifiuti bruciati per il funzionamento, quali materiali, i reagenti per il trattamento dei fumi e dell’acqua? Mi spiace per Lei ma il tutto è basato sulla quantità d’inquinanti prodotti e perciò dalla qualità dei rifiuti. Assolutamente non è un dato fisso.

      Enormi quantità d’acqua per fare che? Il raffreddamento dei condensatori avviene con acqua di fiume che ritorna immediatamente al fiume nell’identica quantità in ingresso come in uscita, per fare vapore viene utilizzata acqua demineralizzata, creata da impianti ad osmosi partendo dalla potabile, vapore che viene condensato dopo avere lavorato in turbina, ritornando così acqua nella quasi identica quantità iniziale. Un impianto come quello dove lavoro brucia 300 ton. di rifiuti al giorno, produce 240 MWatt di energia elettrica, quella che servirebbe per 3300 famiglie circa, usando una quantità teorica di acqua di 1200 M3 , teorica perchè il reintegro reale è di 4 M3 al giorno. Dové lo spreco?

      Dire che il costo di un impianto sia insostenibile è una sciocchezza, dove lavoro è costato circa 100 Mil., spese di gestione circa 6 Mil. annui e ricavi di circa 35 Mil. Hai voglia a pagare il mutuo.

      Non mi pare di aver detto di fare impianti a rotta di collo e di non fare la differenziata, anzi il contrario auspicando una differenziata spinta, alla tedesca, con il vetro diviso per colore.

      Chi sono gli inceneritoristi, i proprietari degli impianti o i lavoratori? In entrambi i casi è una dichiarazione stupida e offensiva, tutti abbiamo famiglia, io ho due figli, e dire quello che Lei scrive equivale a chiamarci criminali inquinatori,oltretutto gratuitamente, visto che il monitoraggio è effettuato da sistemi sotto il diretto e continuo, minuto per minuto, controllo dell’ARPA. Amenochè non si voglia affermere che nell’ ARPA ci sono persone che modificano i dati a seconda delle esigenze degli impianti.

      Ho anche scritto che dal camino non esce aria pulita, come dagli scarichi delle macchine e dai camini delle abitazioni.

      Non metto in dubbio la veridicità dei 435 studi francesi ma, cercando in rete, se ne possono trovare altrettanti che dicono il contrario. E allora qual’è la verità? Io sono convinto di quello che ho scritto, come sono convinto di non avere la soluzione assoluta e mi piacerebbe che anche chi interagisce con me si comportasse allo stesso modo.

      Cordialmente.

  • Di (---.---.---.210) 1 marzo 2011 18:16
    Caro amico, permettimi di fare alcune precisazioni a quello che scrivi:

    - a proposito delle ceneri: "la discarica durerebbe 10 volte di più, e non producono percolato". La discarica di destinazione delle ceneri dei termovalorizzatori non è una comune discarica, ma una costosa e pericolosa discarica per rifiuti speciali, per rifiuti tossici. è la peggiore delle discariche esistenti. I cosiddetti termovalorizzatori sono in grado di trasformare rifiuti innocui (e potenzialmente in grado di generare filiere economicamente vantaggiose) in rifiuti tossici in grado di inquinare pesantemente terreni e falde acquifere, visto che nessuna discarica al mondo resta impermeabile in eterno.

    - a proposito degli inquinanti: "si ha la formazione di, acido cloridrico, dei vari tipi di ossidi di azoto, di vapore acqueo, di anidride carbonica e di biossido di zolfo. Questi i principali." No. I principali si chiamano particolato (in varie forme), diossine, IPA, PCB e, soprattutto, metalli pesanti cancerogeni. Sono questi che causano l’eccesso di patologie gravi in chi abita nei dintorni di un inceneritore, come dimostrato da numerosi studi epidemiologici internazionali.
    Tutto questo senza considerare la formazione di particolato secondario causato dall’interazione tra "acido cloridrico, vari tipi di ossidi di azoto, vapore acqueo, anidride carbonica e biossido di zolfo" e le emissioni di altra origine presenti nella zona in cui si trovano questi impianti (quasi sempre collocati in zone già precedentemente inquinate)

    - a proposito dei "filtri a maniche". I filtri a maniche (peraltro considerati "best available technology) non sono in grado di trattenere le UFP, le particelle ultrafini, quelle in assoluto più dannose per la salute umana. O meglio, le trattengono solo quando sono sporchi, intasati ed è il momento di ripulirli per evitare blocchi dell’impianto.

    - "da non dimenticare che anche facendo una grigliata con legna si producono diossine". Non ho mai visto nessuno fare grigliate con materiali plastici, nè nessuno incenerire su una griglia domestica circa 90.000 tonnellate di rifiuti, come avviene negli inceneritori. Anche in questo caso, quello che non si dice è che questo tipo di microinquinanti (oltre alle diossine, PCB e metalli pesanti) non sono biodegradabili. Dunque si accumulano progressivamente con il tempo (in progressione geometrica) nel suolo ed entrano inevitabilmente nella catena alimentare, raggiungendo inevitabilmente e SEMPRE (solo questione di tempo) la dose letale per gli organismi

    Caro amico, alla tua domanda ("Inceneritori si o no ?") non ho dunque nessuna difficoltà a rispondere NO, per i motivi che ho riportato e per decine di altri che non ho riportato per motivi di spazio. La domanda giusta sarebbe: legalità si o no ? perchè invece di invocare gli inceneritori non si pretende con uguale solerzia il rispetto di ciò che la legge prevede in merito alla raccolta differenziata ? perchè non si cerca per una volta di preferire il diritto alla salute e ad un ambiente salubre al profitto privato ?
  • Di Mauro Miccolis (---.---.---.6) 1 marzo 2011 19:09
    Mauro Miccolis
    Ammesso che fosse vero (e non lo è) che in Europa se ne costruiscono in grandi quantità (è vero invece il contrario e specie in Germania dopo gli scandali dei polli e il latte alla diossina) non sarebbe una buona motivazione per costruirli a casa nostra.
    Se il mio vicino di casa si droga, se tutti i miei vicini di casa si drogano o fumano, questa non è una buona motivazione per iniziare a drogarmi.
    Incenerire i rifiti è dannoso per la salute, per questo motivo la comunità economica europea classifica gli impianti come industria insalubre di prima classe: perchè particolarmente aggressiva sull’ambiente e le persone. 
    Se lei afferma, che con i filtri dei nuovi impianti di incenerizione, elimina l’emissione di sostanze velenose, lei afferma una falsità; chi afferma falsità è un bugiardo.
    Se vuole rimanere con i piedi per terra e risolvere i problemi affianchi all’incenerizione dei rifiuti la raccolta differenziata, si promuovano i centri di riciclo, si attui una politica che nel giro di pochi anni soppianti l’incenerizione dei rifiuti, che ripeto è altamente velenosa.
    Non faccio nessun proclama, sono un Ingegnere, ed ho una formazione tale da comprendere la pericolosità di quest’impianti, che ripeto, il mondo civilizzato sta abbandonando.
    • Di fulviob55 (---.---.---.128) 1 marzo 2011 19:29

      Non mi sembra di aver mai affermato che i filtri eliminino l’emissione di sostanze inquinanti ma che le riducono drasticamente, come anche la tabella inerente dove lavoro dice chiaramente. O anche Lei pensa che i report delle emissioni si possono taroccare liberamente?
      Mi sembrava fosse chiaro che il mio scritto non è un proclama alla costruzione di nuovi impianti, ma mi rendo conto che il titolo può essere fuorviante. Ho detto espressamente che la soluzione è la differenziata spinta ma, in attesa che ciò avvenga in tutto il paese, dei rifiuti che continuiamo a produrre che ne facciamo?

    • Di Mauro Miccolis (---.---.---.6) 2 marzo 2011 00:50
      Mauro Miccolis

      Le ho già risposto nel post precedente sul cosa fare per gestire i rifiuti. Deve pianificare una migrazione da una politica di smaltimento (incenerizione) all’altra (rifiuti zero). E’ ovvio che non può spegnere l’interruttore oggi e domani partire con la differenziata.

  • Di vitoa66 (---.---.---.4) 2 marzo 2011 00:31

    il sig. fulviob55 scrive: <Dire che il costo di un impianto sia insostenibile è una sciocchezza, dove lavoro è costato circa 100 Mil., spese di gestione circa 6 Mil. annui e ricavi di circa 35 Mil. Hai voglia a pagare il mutuo.>

    Vorrei fare delle osservazioni in merito.
    Caro sig. fulviob55 ci dovrebbe anche dire chi ha finanziato i 100 milioni per la costruzione dell’inceneritore, e poi deve anche dire che la quasi totalità dei 35 milioni di ricavi è da imputarsi al fatto che ogni KWh prodotto dall’impianto viene pagato dalla collettività quasi 4 volte il suo costo normale. Infatti è solo questo che spinge gli industriali a fare enormi pressioni affinchè la differenziata non decolli e l’unica via, alternativa alle discariche, risulti l’incenerimento.
    I certificati verdi e gli incentivi, che pesano sulla bolletta di tutti noi, solo in Italia vengono concessi anche a chi produce energia bruciando i rifiuti alla stessa maniera in cui vengono concessi a chi invece produce energia dal sole e dal vento. Se togliessero ogni forma di incentivazione a questi impianti che la legge definisce "insalubri di prima classe", nessun gruppo industriale investirebbe un centesimo, sono investimenti a perdere.
    Caro sig. fulviob55 sarei molto curioso di conoscere la percentuale di differenziata della zona dove sorge l’inceneritore in cui lavora, sicuramente è bassissima. infatti se prendiamo come esempio Brescia, dove c’è l’inceneritore più grande d’italia, la percentuale di differenziata si attesta intorno al 40%, ben lontano dagli obiettivi posti dalla legge che prevedeva già per il 2009 il raggiungimento del 50% ed il 60% per il 2011.
    Si è chiesto il motivo? Semplice i rifiuti servono per far funzionare l’inceneritore, meno rifiuti si bruciano e meno l’inceneritore guadagna, tanto che quello di Brescia è costretto a prendere i rifiuti quasi dell’intera regione. 
    il costo di quello di Brescia? 300 milioni a fronte di soli 80 occupati, se i 300 milioni fossero stati investiti nella differenziata e nel riciclo e riuso si sarebbero creati almeno 1000 posti di lavoro e anche di più. 
    l’inceneritore non è la soluzione al problema dei rifiuti, non elimina le discariche, anzi necessita di quelle per rifiuti speciali perchè le ceneri sono tossiche.
    non è neanche la soluzione immediata perchè per realizzarne uno ci vogliono circa 8 anni (considerando anche i tempi burocratici per le autorizzazioni), mentre per raggiungere percentuali elevate di differenziata bastano pochi mesi.
    Un esempio su tutti il comune di San Pancrazio Salentino che è passato dal 7% di febbraio al 76% di novembre 2010, senza bruciare niente, facendo risparmiare i contribuenti e senza immettere nell’ambiente neanche una nanoparticella, senza fare quindi ammalare nessuno. 



  • Di (---.---.---.159) 2 marzo 2011 02:01

    @fulviob55

    Sig. Fulvio Lei non può arrampicarsi sugli specchi ma deve essere onesto intellettualmente:

    L’Europa ha condannato l’Italia non perchè non gli piaceva il termine termovalorizzatore ma perchè, definire un inceneritore valorizzatore di qualcosa, è una truffa per prendere in giro i cittadini, infatti nella lingua italiana non esiste, come non esiste nelle leggi di riferimento. L’energia termica non è una valorizzazione ma la conseguenza dello spreco di energia dovuta alla distruzione dei materiali come precedentemente esposto.

    La proporzione delle sostanze da aggiungere ai rifiuti da incenerire la può verificare in qualsiasi progetto, mediamente i rifiuti in uscita, dopo la combustione, sono il doppio di quelli in ingresso trasformati in ceneri, particolato e gas.

    Per l’acqua, lei presuppone che nel progetto di un inceneritore sia previsto un fiume, ciò non è assolutamente vero, quanti inceneritori non utilizzano l’acqua dei fiumi ma l’acqua potabile?inoltre non ho mai visto un’acqua che non evapora a temperature di 1200 gradi come quella dei forni utilizzati per gli inceneritori. Lei vuole fare giochi di prestigio che non appartengono alle leggi della fisica e della chimica.

    I suoi dati economici non sono validi perchè non dimostrano la sostenibilità dell’impianto, mi spiego meglio se una persona fa un rapina in banca e compra con quei soldi un bene ad un prezzo esorbitante non vuol dire che quel bene è sostenibile economicamente.
    Nel caso dell’inceneritore se non ci fossero gli incentivi statali Cip 6( con condanne della comunità europea) nessun imprenditore avrebbe il coraggio di spendere 100 milioni d’euro, in questo caso ..hai voglia... a consegnare i libri contabili in tribunale. E’ troppo facile definirsi imprenditori miliardari con i soldi degli altri....i nostri...

    In Germania come in tutti paesi Europei( negli Usa non si costruiscono da decenni)si sta abbandonando l’incenerimento dei rifiuti, in Italia, con dati di malattie neoplastiche, cardiovascolari ecc allarmanti, si vuole continuare a far ammalare la gente per far arricchire gruppi industriali, con i soldi pubblici.

    Non riesco a distinguere il livello di criminalità o se ci sono criminali nel settore, io personalmente non difenderei un sistema del genere, anche se guadagno un piatto di lenticchie.... Lei omette di dire che il sistema dell’incenerimento è gestito e monitorato dal privato, i dati pubblicati sono depositati dall’impresa e non dall’arpa.
    L’arpa fa dei controlli a campione o in caso di sgnalazioni da parte dei cittadini. Se ci sono degli illeciti, rilevati casualmente dall’Arpa deve intervenire l’attività giudiziaria con i suoi lunghi tempi...inoltre l’Arpa è sottodimensionata e senza strumenti rispetto al gran numero d’impianti, pertanto, l’impresa fa quello che vuole. La maggior quantità del particolato non è misurabile dalle stazioni di monitoraggio a norma di legge perchè il particolato è molto fine e finissimo non può essere captato dai filtri dellle stazioni monitoraggio tarate per le PM10 e alcune anche per le PM2,5, e il resto dove va ? nei polmoni,nel sangue e nel cibo...

    Dai camini delle abitazioni non esce la merda degli inceneritori perchè utilizzano gas metano, mentre dalle auto escono le PM10 che sono particelle molto meno dannose delle PM2,5,PM01,PM0,01 emesse dai forni ad alte temperatore degli inceneritori.

    I 435 studi scientifici francesi e quelli Italiani sono stati pubblicati come l’aumento delle neoplasie dei bambini è come altre malattie dovute all’inquinamento,invece mi sa dire dove sono altrettanti studi che dicono il contrario o forse si riferisce all’ignorante in materia di Veronesi? quello del nucleare, ogm ecc...?

    VUOLE UN CONSIGLIO? SI OCCUPI D’ALTRO PER IL BENE DELLA COLLETTIVITA’

  • Di Alex (---.---.---.215) 2 marzo 2011 09:15

    E’ un peccato vedere come spiegazioni a confutazione dell’articolo iniziale, che può essere provocatorio, tendenzioso e se vogliamo persino errato, ma che disegna una realtà com’è al momento, che spiega come gli addetti ai lavori intendono un inceneritore, perchè così è stato presentato loro, considerando che non sono tutti laureati e dottori, vengano poi esposte arricchite da attacchi personali e netti cali di educazione e tono generale da persone, che per loro stessa dichiarazione, sono a loro volta laureati e dottori.


    Qui si fa a chi alza di più la voce e chi è più aggressivo, con il risultato, e lo dico da lettore disinteressato, che delle ottime motivazioni, che in certi casi presentano anche valide alternative al problema (quanto realizzabili su larga scala è ancora da valutare tuttavia e a loro volta non supportate da dati di carattere economico rilevanti, se vogliamo fare i puntigliosi), perdano di forza comunicativa e risultino fastidiose per il lettore a causa dell’inadeguatezza come relatore di colui che presenta la risposta. E non parlo di contenuti, ma di modo, comprese le regole minime su internet sulle lettere maiuscole e sullo spam, che equivalgono ad una corretta ortografia.

    Non entro quindi nel merito dei contenuti dell’articolo, non è il mio campo di studi e non mi sento nella posizione di commentare costruttivamente e in maniera tecnica, visto che tra l’altro, a quanto pare, si è evidenziata la tendenza elitaria dove se un individuo ha conoscenze tecniche specifiche ha il diritto di parlare, altrimenti può starsene zitto. Solo che per la stessa tendenza, visto che il mio campo di studi è il linguaggio, suggerirei ad un paio di persone di dotarsi di un P.R. prima di scrivere, perchè se vogliono davvero difendere le loro idee e non si chiamano Silvio Berlusconi a cui tutto è, evidentemente e tristemente permesso, dovrebbero prima imparare a relazionarsi con una terza parte in maniera equilibrata.

    In realtà, tuttavia, sono ben felice di vedere opinioni contrastanti che si relazionano tra loro, come sono contento di vedere persone con bagagli culturali, esperienze di vita e lavorative differenti prendere parte alle discussioni, perchè è questo che ci fa combattere contro la più grande piaga italiana, l’ignoranza e il disinteresse. Però in questo caso invece che premiare il diverso che ha avuto il coraggio di aprire in dibattito, partendo da una posizione di svantaggio, potremmo così dire, visto che l’esito dei commenti era quantomeno scontato, gli è persino stato consigliato, gridando, di dedicarsi ad altro per un bene superiore.

    Lascio, riguardo al tema dell’articolo, due domande che mi sono posto:
    - Perchè invece di parlare di Zero Rifiuti così veemente, non ci si chiede perchè nella maggior parte dei comuni non è presente un piano funzionale di raccolta differenziata minima e soprattutto, prima di pensare ad un passo drastico, per quanto fantastico come Zero Rifiuti, le nostre menti nazionali non si sforzano di risolvere problemi più basilari, come appunto una differenziata base, ma diffusa su tutto il territorio?

    - Ancora crediamo che siano possibili campagne idealiste basate sul sacrificio degli interessi privati? In Italia? Se vogliamo iniziare a smuovere le cose, cerchiamo di entrare nell’ottica che si, dal piccolo si può arrivare al grande, ma che inizialmente dei compromessi sono il modo migliore per entrare nella partita "Devi far parte dell’ingranaggio, perchè riesca il piano di sabotaggio"
  • Di (---.---.---.48) 2 marzo 2011 13:30

    Dottor Alex le discussioni non sono tesi di laurea ma opinioni, critiche e possibili soluzioni, trovare il pelo nell’uovo nella forma o nell’ortografia mi sembra inopportuno e del tutto insignificante, i professorini lasciamoli stare...i titoli anche...

    La discussione non è una corsa per vincere un premio , non ci sono diversi o posizioni di svantaggio, è stato posto un problema e ognuno espone quello che ritiene più opportuno, il consiglio lo ribadisco ....

    Le risposte alle sue domande sono ovvie. Le discariche e gli inceneritori ricevono ogni anno milioni d’euro di soldi pubblici ( imprese private e multinazionali). Un politico per una competizione elettorale può ricevere molti soldi dai contributi privati, inoltre consulenti e società del settore, molte volte, diventano dirigenti pubblici, o nel peggiori dei casi lavorano per conto della pubblica amministrazione per redigere i vari piani degli enti locali. Le sponsorizzazioni ufficiali o occulte in vari settori sono tante....
    Per questo non voglio dire che il tutto sia illegale ma è un sistema marcio che determina quello che Lei ingenuamente si chiede.

    I post precedenti non fanno riferimento a campagne idealiste ma a progetti e dati reali già realizzati. Rifiuti0 vuol dire rispettare la legge, se non si raggiungono percentuali di rifiuti 0 si avranno basse percentuali di smaltimento che potranno essere rifiuti10 o 20%, pertanto cosa c’è di idealismo in tutto questo? Lei parla di compromessi ma quali, non esistono compromessi nella scelta di fare ammalare milioni di persone, si deve imporre e rispettare un sistema che fu legiferato già dal decreto Ronchi molti anni fa, quanti decenni devono ancora trascorrere?

    La soluzione ptrebbe essere quella di eliminare ogni tipo di finanziamento pubblico nel settore rifiuti ed energia, trasferire il controllo e la gestione dei rifiuti esclusivamente agli Enti Pubblici, escludendo le imprese private. Le discariche e gli inceneritori di rifiuti urbani ed industriali non possono essere affidati ad imprese private o multinazionali soprattutto in Italia.

    Saluti

  • Di (---.---.---.84) 2 marzo 2011 16:19

    Fulviob55, prima hai scritto: "...Un impianto come quello dove lavoro brucia 300 ton. di rifiuti al giorno, produce 240 MWatt di energia elettrica...". Un rendimento quasi da carbone, 1tonn. per 1MWe. Com’è possibile un potere calorifico così alto?
    A Manfredonia, l’inceneritore di Marcegaglia, brucerà 370 tonn al giorno di CDR, con un resa elettrica di 14MW.

    Matteo

    • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.165) 2 marzo 2011 17:14

      @fulviob55

      Non è possibile che un impianto che brucia 300 ton/giorno di rifiuti produca 240 MWatt di energia elettrica.
      Forse lei voleva scrivere 24 MWatt e le è scappato uno zero in più.
      Ma probabilmente anche 24 MW è una cifra molto ottimistica corrispondente ad una resa energetica dell’impianto del 50%, mentre in realtà un inceneritore non arriva nemmeno al 30%, per cui la cifra vera si attesta attorno a 15 MW, anzichè 240 MW.
      15 MW bastano si e no per 5.000 famiglie.

      L’inceneritore di Marcegaglia invece è fin troppo onesto con solo 14 MW di potenza per 370 ton/giorno di rifiuti, al punto da fare impressione e ipotizzare di non avviarlo mai o di chiuderlo subito dopo il collaudo per la marea di soldi che farà perdere alla popolazione.
      Infatti, stando così le cose, la resa energetica dell’impianto Marcegaglia è si e no del 22%, da fare veramente raccapriccio !

      Saluti
      Vito Enzo Salatino

    • Di fulviob55 (---.---.---.124) 4 marzo 2011 16:12

      Signori Vito Enzo e Matteo,
      confermo quanto da me scritto e integro:

      300 ton./die bruciate, 240 MW/die prodotti.
      Caldaia Ruths, 51.15 t/h di vapore surriscaldato a 45 barg - 400°C.
      Turbina Franco Tosi spa con un alternatore sincrono da 11.2 MW/h.

    • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.165) 4 marzo 2011 17:07

      @Fulviob55

      Guardi che qualcuno le sta passando dei dati incredibili.
      Si faccia mostrare un documento ufficiale su carta intestata e lo trasmetta quì, da cui risulti che il suo impianto che brucia 300 ton / giorno di rifiuti genera 240 MegaWatt di potenza.
      Non è tecnicamente possibile.
      Avremmo finalmente trovato la pietra filososfale alchemica e la soluzione a tutti i problemi energetici, cioè la conversione della c...a in oro.

      Saluti
      Vito Enzo Salatino

    • Di (---.---.---.179) 5 marzo 2011 17:43

      Sig. Vito Enzo, penso che Lei continui a confondere i MW orari con i giornalieri.
      ...300 ton. al giorno di rifiuti per 240 MW, al giorno, prodotti.
      Anche per l’impianto della Marcegaglia si parla di MW orari, può esserne certo.

      Cordialmente

    • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.165) 5 marzo 2011 19:00

      @Fulviob55

      Quando lei scrive 240 MW significa 240 Megawatt, che una misura di potenza dell’impianto,
      Se lei vuole invece esprimere l’energia prodotta dall’impianto deve usare unità di misura dell’energia e non della potenza. 
      L’unità di misura dell’energia prodotta è il KWatt.h (chilowattora) o i suoi multipli o sottomultipli. 
      Allora lei deve scrivere 240 MegaWatt.h/giorno o MWh/giorno, che è l’energia prodotta in un giorno e che non ha niente a che vedere con la potenza di 240 MW.
      Facendo la conversione per individuare le caratteristiche di potenza del suo impianto che produce 240 MWh/giorno, si ottiene una potenza del suo impianto di 10 MW e non 240 MW.

      Stando così le cose, veramente lei ha in mano un impianto che fa pena, visto che sviluppa una potenza di soli 10 MW per 300 ton/giorno bruciate, mentre, con una resa scadentissima, del 30% dovrebbe poter sviluppare almeno 15 MW di potenza.
      In realtà con la potenza di 10 MW il suo impianto ha una resa ridicola del 20%, e questa resa dimostra che il suo impianto continua a produrre sterco (scusi il termine) anzichè l’oro sperato. 

      Saluti
      Vito Enzo Salatino

  • Di Renzo Riva (---.---.---.214) 3 marzo 2011 23:45
    Renzo Riva

    http://www.agoravox.it/La-raccolta-differenziata-Una.html

    Dissento da lei fulvio55 per la parte della raccolta differenziata spinta.
    Concordo invece su tutto il resto.
    Non si lasci fuorviare dai grillini che parlano solo per sentito dire e infatuati da Paul Connett.
    Poi per quanto dice Salatino è da capire cosa brucia nella tonnellata in considerazione: plastiche? Plastiche e carta? Solo carta?
    Le ecoballe che pagando profumatamente esportiamo in Germania non sono a norma ma ai tedeschi fanno comodo lo stesso anche se sono più umide del consentito.
    Poi loro da bravi commercianti ci vendono pure l’energia elettrica prodotta dai loro termovalorizzatori.

    [email protected]

    • Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.165) 4 marzo 2011 16:36

      @Renzo Riva.

      non ho capito bene la sua osservazione.
      Per i calcoli che ho fatto ho considerato un potere calorifico dei rifiuti di 3.500 Kcal / Kg (pari a 14.500 KJoule / Kg o 4,06 KWh(t) / Kg), che è il valore che utilizzano tutti nei calcoli energetici per rifiuti miscelati di varia natura.
      Si potrebbe utilizzare anche un valore più alto di 4.000 Kcal / Kg, che potrebbe valere per rifiuti selezionati con elevata componente cellulosica, ma sarebbe una eccessiva meraviglia per il termovalorizzatore-inceneritore della Marcegaglia.

      Per qunto riguarda le ecoballe, che sono circa 7 milioni, per ca. 7 milioni di ton sparpagliate a destra e a sinistra nel napoletano, sono ancora tutte lì e non in Germania, che giustamente rifiuta di trattare una simile schifezza decomposta, alterata chimicamente, tossica e mummificata, batteriologicamente inaccettabile e non manipolabile, se non in ambiente sterilizzato, a causa di gravissimi rischi di epidemie, malattie e tumori.
      In Germania può andare solo rifiuto decente, non chimicamente decomposto e in putrefazione.
      Un simile letamaio è smaltibile solo con un impianto di preparazione speciale (forse il THOR del CNR) in ambiente chiuso sterilizzato, e con un impianto carbon neutral e senza emissioni all’esterno Waste to Liquid Fuel / Biomass to Liquid Fuel secondo la direttiva 2009/28 E.U.

      Vito Enzo Salatino
       

  • Di (---.---.---.223) 4 marzo 2011 09:11
    @Renzo RivaL’EUROPA SMANTELLA GLI INCENERITORI http://ricerca.repubblica.it/repubb...

    Sig. Renzo se non vuol credere ai Grillini vada a San Francisco con circa 800.000 abitanti, hanno percentuali altissime di raccolta diferenziata e riciclo dei rifiuti al punto di non aver più bisogno nè discariche nè inceneritori, negli Stati Uniti sono decenni che non si costruiscono inceneritori perchè è preistoria industriale inquinante.

    Le ecoballe non sono a norma perchè qualcuno ha truffato e non è andato ancora in galera, i tedeschi non hanno più rifiuti da bruciare perchè fanno la raccolta differenziata, pertanto sono costretti ad importare monnezza per far funzionare i loro ferrivecchi, infatti li stanno chiudento e stanno abbandonando l’incenerimento è l’energia la producono dal sole

    L’Italia produce più energia di quella utilizzata dagli Italiani pertanto la esporta all’estero in determinate ore della giornata come altre Nazioni, sono normali scambi commerciali...., se l’Italia importa energia è solo per convenienza economica delle aziende energetiche ma non per una necessità .

    Saluti
    F.DINICOLI

  • Di Renzo Riva (---.---.---.8) 4 marzo 2011 14:01
    Renzo Riva

    @ F. Dinicoli

    Ma sa almeno di cosa parla?

    http://ecospiragli.wordpress.com/2011/02/26/the-new-italian-dream-4-reattori-epr/#comment-37

    Cara Anna,
    Parto dalla considerazione che tu (spero di non travalicare col tu diretto) abbia a cuore le sorti tua e dell’intera umanità oggi presente nonché quella delle future generazioni.
    Penso non ti dispiaccia di poter avere a disposizione energia elettrica economica (purtroppo non in Italia) ed abbondante, grazie anche all’importazione del 13% del nostro fabbisogno che, altrimenti, non saremmo in grado di produrre se non a costi proibitivi a causa dell’attuale mix dei carburanti utilizzati, sbilanciati sugli idrocarburi per oltre lo 80%.

    L’ Italia dopo aver incentivato a piene mani le FER oggi ha questo mix energetico:

    Il totale produzione anno 2008 è stato pari 311,2 TWh
    di cui in percentuale

    Fossili______________________80,75%
    Nucleare_____________________0,00%
    Rinnovabili___________________18,70%
    Da rifiuti non rinnovabili___________0,55%

    Totale______________________100%

    di cui fra le Rinnovabili sul totale prodotto di 311,2 TWh

    Idraulica_________13,37%
    Eolica____________1,57%
    Biomasse__________1,90%
    Fotovoltaica________0,08%
    Geotermica_________1,77%

    Totale____________18,69%

    Taccio sui costi che hanno sostenuto per la tecnologia eolica – max. anni 20 – e per quella fotovoltaica – max. anni 20÷25.

    Inoltre importiamo circa il 29 TWh da elettronucleare pari a circa il 13% dei nostri consumi ovvero 311,2+28,8= 340 TWh

    Ecco il motivo per cui dico che l’Italia non è mai uscita dal nucleare!

    La tua coscienza è tranquilla sapendo che nell’anno di grazia 2011 un terzo dell’umanità non conosce ancora l’energia elettrica?
    Se per loro pensi sia un bene sarebbe ora che anche tu ti unissi a loro per condividere i vantaggi di cui godono.

  • Di (---.---.---.179) 4 marzo 2011 15:24

    @Renzo Riva

    Egregio Sig. Riva spero che Lei non abbia interessi particolare per promuovere centrali atomiche ed inceneritori pericolosi per la salute pubblica, le discussioni se sono viziate non sono credibili, pertanto, quando pubblica i dati non deve essere parziale, altrimenti oltre a non sapere quello che parla fa disinformazione per difendere i suoi interessi.

    Lei mi sa dire quanta energia può produrre l’Italia? ebbene può produrre con i suoi impianti il 20 o 30% in più dell’energia che serve agli Italiani, quindi, non abbiamo assolutamente bisogno di energia nucleare nè prodotta in Italia e neanche quella importata.

    Per correttezza dovrebbe pubblicare oltre all’energia che importa l’Italia anche quella che esporta in Francia, in Svizzera, in Spagna o in altre nazioni Europee, pertanto, dovrebbe pubblicare non l’energia che l’Italia importa ma il bilancio tra quella importata e quella esportata.

    La ragione per la quale s’importa energia è per ingrassare i fatturati delle aziende energetiche italiane dato che nelle bollette dei cittadini non è specificato l’origine dell’energia che riceve e paga sempre il massimo, invece le aziende energetiche possono spegnere le centrali Italiane per guadagnare di più ed importare energia che costa meno all’impresa e non al cittadino, ma l’energia che compra dall’estero non è che costi meno produrla anzi costa molto di più di quella prodotta in Italia, la convenienza è solo surrogata dal mercato, cioè le centrali nucleari hanno uno svantaggio di dover produrre energia anche quando non serve perchè non si possono spegnere le centrali atomiche e l’energia deve per forza essere utilizzata, pertanto la svendono a prezzi più bassi per convincere le imprese energetiche Italiane a spegnere le proprie centrali ed importare quella nucleare potendo guadagnare di più, è come comprare ai saldi. In realtà il costo dell’energia nucleare ha un costo sicuramente maggiore di tutte le oltre fonti compreso il fotovoltaico, oltre a dover considerare i costi esterni sanitari ed ambientali, infatti le centrali nucleari Francesi sono finanziate dallo Stato, nessuno considera nel costo dell’energia i milioni d’euro che sborsa lo Stato o i costi di smaltimento che al momento sono infiniti non quantificabili, non esistono al mondo siti di stoccaggio sicuri e permanenti( per migliaia di anni).

    Cordiali Saluti
    F.DINICOLI

  • Di (---.---.---.40) 4 marzo 2011 21:32

    Domanda all’autore dell’articolo: ma prima di scrivere certe assurdità, hai provato a riflettere che può esistere gente che ha parlato con diversi lavoratori di diversi inceneritori che ti raccontano tutta la verità, che poi corrisponde, guarda caso, all’esatto contrario di ciò che racconti tu nel tuo articolo delirante e totalmente falso?

    P.S.: Perchè ho la presunzione di dire che queste persone dicono il vero e tu il falso? Basta sentirli raccontare che continuano, numerosi, ad ammalarsi e morire delle peggiori malattie, guarda caso tutte molto simili. 

    • Di fulviob55 (---.---.---.179) 5 marzo 2011 19:09

      Delirante e totalmente falso? Perchè? Perchè descrivo, in modo semplice, com’è fatto e come funziona un termovalorizzatore? In nessun punto dell’articolo trova un qualsiasi invito alla costruzione di nuovi impianti, trova invece un’ ammissione che la raccolta differenziata spinta è la soluzione ma che, al momento, la situazione italiana in merito è quella che è.
      Non metto in dubbio Lei abbia parlato con lavoratori di diversi impianti e che abbia ricevuto anche dichiarazini negative, dubito però che ...sentirli raccontare che continuano, numerosi, ad ammalarsi e morire delle peggiori malattie.. corrisponda a realtà. A leggere quello che scrive sembra ci sia una strage continua. Pur se anche un solo morto per causa di questi impianti è troppo.
      Mi capisca, non sto dicendo che dai camini esca aria pura, nè che non ci siano polluzioni che possono arrecare danno alla salute ma, dopo 16 anni di lavoro non ho ancora, per fortuna nostra, visto nessun collega ammalarsi o, peggio, morire ....delle peggiori malattie. 
      Questo non toglie che il probleme esista ma, secondo me, smettiamola di vedere questi impianti come il male assoluto e la causa di tutte le malattie.
      Poi ognuno resta della propria opinione, il bella della democrazia è proprio questo, discutere pur se in disaccordo.
      Cordialmente.

  • Di paolo (---.---.---.67) 5 marzo 2011 14:00

    Ho l’impressione , al di la del fatto se i dati sono giusti o meno ,che si sia confusa potenza con l’energia prodotta x anno. Meglio dire MW con MW ora .Ricordiamoci che 1W = 1J/sec .


    Una centrale termonucleare da 1GW produce 8.760.000 MWh( MW x ore per anno) e occorrono circa 300 ton di combustibile fissile grezzo .
    Una centrale tradizionale da 1GW (ipotetica) a petrolio richiederebbe 2.200.000 ton di petrolio circa , lasciampo perdere i rendimenti per approssimazione .
    E il tuo termovalorizzatore produce 240 x 8760 = 2.102.400 MWh con 108.000 ton /anno di rifiuti ? 
    Sarà meglio che rivedi i tuoi dati.

    • Di (---.---.---.179) 5 marzo 2011 17:36

      Lei ha interpretato, sbagliando, la produzione giornaliera con quella oraria.
      Io ho scritto ...300 ton. al giorno e 240 MW..., mi sembra ovvio che se parlo di tonnellate giornaliere non posso poi parlare di MW orari.
      Infatti nel post di risposta ai Sigg. Salatino, che ancora non mi crede, e Matteo, dico chiaramente che la turbina produce 11.2 MW/h, che moltiplicati per 8520 ore di funzionamento annuo, 355 giorni, al netto dei periodi di fermo per manutenzione, fanno 85.200 MW, 85.2 GW, annui prodotti.

      Cordialmente.

  • Di paolo (---.---.---.67) 5 marzo 2011 18:13

    Quindi , se ho capito bene , sono 240 MWh (ossia 10 MW x 24 ore) . Quindi stavamo parlando di energia prodotta in un giorno .Potenza nominale 10MW x 24 ore di produzione . In un’anno fanno circa 85 GWh . 

    Allora ,per favore si esprima correttamente con le unità di misura senza mettere la barra tra W ed h ,perchè cosi’ genera confusione come difatti è successo (e come avevo segnalato).
    E indichi l’energia prodotta in GWh , altrimenti si scambia energia con potenza nominale istantanea,come infatti è successo e come avevo segnalato .Aiuti il lettore . 
    Comunque adesso ci siamo .Le cose tornano.

  • Di paolo (---.---.---.67) 6 marzo 2011 11:37

    Mi sono dimenticato di complimentarmi con fuviob55 per la descrizione tecnica puntuale e chiara di come è fatto ,come si gestisce e qual’è la qualità certificata di un moderno termovalorizzatore .

    Purtroppo neanche il fatto che a parlare sia un’operatore tecnico ben conoscitore della materia , smuove minimamente dalle loro posizioni i " talebans ecologisti " . Con Dinicoli ,su altro post ,mi sono dovuto già confrontare a proposito di nucleare . Nell’occasione sono riemersi tutti i falsi pregiudizi sul nucleare e le storielle che determinati siti "ambientalisti " diffondono a piene mani in rete . Nessuno di loro si preoccupa minimamente di sapere se anche dietro questi "ambientalisti " ci sono o meno interessi particolari . Siamo ancora a Chernobyl e al video del vitello con due cervelli o la gallina con tre zampe .
    Per loro le malformazioni genetiche hanno tutte un comun denominatore : il nucleare .
    Io ,diversamente da chi non ha apprezzato , la ringrazio per il contributo di chiarezza -saluti 
  • Di Renzo Riva (---.---.---.107) 6 marzo 2011 17:32
    Renzo Riva

    Rispondo al commento del 4 marzo 15:24

    del Sig. Dinicoli.

    Eccome se ho interessi nell’elettronucleare.
    Ogni kWh prodotto di elettronucleare fa risparmiare sulla bolletta energetica e quindi anche sulla mia.

    di Paolo
    ti ringrazio per la pazienza di Giobbe e spero tu continui a scrivere, anche fino allo sfinimento, perché altrimenti saranno guai seri per il Paese se lasciamo il passo agli ecotalebani dell’energia.

  • Di (---.---.---.154) 6 marzo 2011 18:32

    @Renzo Riva

    Infatti, dopo 25 anni, i cittadini Italiani stanno sborsando nelle loro bollette miliardi d’euro per smaltire le scorie nucleari, nonostante non si è risolto ancora nulla, con evidenti rischi per la popolazione, infatti i Francesi sono costretti a far funzionare le centrali nucleari oltre il tempo previsto perchè non hanno i soldi per smantellarle e per smaltire le scorie, inoltre sono costretti a vendere i progetti obsoleti e rischiosi agli Italiani ..., infatti gli Stati Uniti sono decenni che hanno abbandonato il nuclearepertanto l’unico risparmio è non costruire le centrali nucleari.
    Saluti
    F.DINICOLI

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares