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La legge elettorale, secondo me

Ieri sera, alla tv, ho visto il film “L’uomo dell’anno” con Robin Williams che interpreta un comico eletto presidente degli USA grazie ad uno sbaglio. Si dimette e, nell’intervento in tv, da comico, che chiude il film dice “I politici sono come i pannolini: vanno cambiati spesso e per lo stesso motivo”. La frase mi è sembrata, anche se qualunquista, calzante a pennello all’attuale situazione italiana, col mercato dei peones che fa sembrare il Parlamento un Foro boario. E mi ha stimolato alcune considerazioni su come mi piacerebbe fosse una legge elettorale.

Premetto che considero i politici tutti, dal consigliere di quartiere al Presidente della Repubblica, dei dipendenti pubblici, visto che sono pagati dai cittadini, e pertanto desidero da loro lo stesso comportamento responsabile, nei nostri confronti, che ogni lavoratore ha nei confronti del proprio datore di lavoro.

Comincio:

  1. Reintroduzione delle preferenze.  Basta liste bloccate. Con la regola ferrea che se uno viene eletto deve accettare la nomina e che se, per qualsiasi motivo, non lo fa non può assumere nessuna carica politica, di nessun genere, fino alla prossima legislatura. Questo per evitare che se uno molto benvoluto dalla direzione del partito non viene eletto, ci sarà un motivo se succede, vengano fatti rinunciare tutti quelli che sono prima di lui nella lista e ai quali venga poi dato un posto in un qualsiasi ente pubblico o in qualche consiglio provinciale o regionale come compensazione. Con la regola che piace a me penso nessuno accetterebbe di farsi da parte e potremmo riuscire a cambiare il modo di fare, e la classe politica, in poche legislature. 
  2. Massimo due legislature. Anche non consecutive. Anche se la legislatura dura due giorni. Per qualsiasi carica.
  3. Divieto di cambiare gruppo. Se una persona si mette in lista con uno schieramento e viene eletto rimane con quello fino alla fine della legislatura. Motivo? Non ha nessun motivo di credere che sarebbe stato eletto anche se si fosse presentato in uno schieramento o gruppo diverso. I voti li ha presi presentandosi in quello schieramento del quale ha dichiarato di condividere gli scopi e il programma indi per cui se cambia idea in corso d'opera se ne va a casa, il suo posto lo prende il primo dei non eletti e lui si ripresenta alle prossime elezioni. Così si eliminerebbe anche il mercato dei peones.
  4. Frequenza. Tutti devono partecipare ad almeno il 90% delle sedute. Dal 90% al 60% decurtazione dello stipendio fino al 25%, sotto il 60% dimissioni. Se non le dà il politico ci pensano Parlamento e Senato a farlo d’ufficio. Se fa parte di una commissione deve in ogni caso essere presente a tutte le votazioni in aula. La cosa è possibile con una intelligente programmazione. Basta politici che rubano lo stipendio andando in aula quasi mai.
  5. Eliminazione del voto di fiducia. Basta voti di fiducia, le leggi devono essere tutte discusse e basta scorciatoie. Al limite introdurre un limite condiviso agli emendamenti onde evitare che una discussione duri in eterno.
  6. Eliminazione del voto segreto. Io cittadino che ti ho eletto in base a quanto tu politico hai dichiarato in campagna elettorale devo poter controllare in ogni momento se quello che fai corrisponde a quanto da te promesso. Tutti si devono prendere le proprie responsabilità. TUTTI.
  7. Eliminazione del voto d’astensione. Astenersi, secondo me, significa non avere idee in merito alla questione sulla quale si vota, ed io non accetto che un politico non abbia idee su qualcosa che va ad influenzare la mia vita, o non essere d’accordo con nessuna delle ipotesi al voto, se più di una. Se io cittadino vado a votare, magari turandomi il naso, e scelgo quella opzione che meno mi schifa, tu politico fai lo stesso, altro che astenersi.
  8. Diminuzione del numero di senatori e parlamentari. Un senatore ogni 500.000 cittadini e un onorevole ogni 200.000 sarebbero più che sufficienti. Con 60.000.000 di cittadini ci sarebbero 120 senatori e 300 onorevoli, meno della metà di adesso.
  9. Doppio incarico. Se un politico eletto ha già una carica politica deve scegliere immediatamente quale tenere e rinunciare all’elezione o al posto che ricopre. Basta sindaci, e simili, che sono anche in parlamento, con doppio stipendio, e così via. E se non sceglie il politico la fanno, d’ufficio, il Parlamento e il Senato. Uno stop alla situazione attuale.
  10. Eliminazione delle prebende dei politici. Se il cittadino paga 10 euro per tagliarsi i capelli, 1 euro per il caffè, i biglietti dei treni e degli aerei a prezzo pieno, guadagnando, se gli va bene, circa 1100 euro medi al mese, perché i politici devono avere tutto a prezzo di favore, a spese dei cittadini, loro che guadagnano cifre10 o più volte maggiori?
  11. Aumento degli stipendi. Sì, avete letto bene, io porterei lo stipendio medio a 15000 euro con aumenti legati all’inflazione programmata che scattano all’inizio di ogni legislatura, come i contratti dei lavoratori dipendenti. E nessuna indennità aggiuntiva se si fa parte di una qualsiasi commissione.
  12. Gestione dei collaboratori. Ogni politico deve dichiarare, chi sono e con quale modalità scelti e assunti, i propri collaboratori, che pagherà di tasca propria, senza contributi statali di nessun tipo.
  13. Pensione. I contributi versati da politico si aggiungono a quelli versati da lavoratore e la pensione si calcola sulla somma. Si matura il diritto a 65 anni o con 40 anni di contributi, come i normali lavoratori.
  14. Eliminazione dei rimborsi elettorali. Se ti vuoi mettere in politica fallo a tue spese e non puntando ai rimborsi scippati dalle tasche dei cittadini.
  15. Denuncia dei contributi elettorali. Tutti i contributi elettorali sopra i 50 euro vanno dichiarati.
  16. Ineleggibilità per tutti coloro che hanno un procedimento penale in corso. Dal momento in cui vengono dichiarati inquisiti. Fermo restando la presunzione d'innocenza, nel caso di chi viene a chiedere il mio voto, non l’applico, troppo importante il luogo dove potrebbero andare e non voglio avere il benché minimo dubbio su di lui. Un amico mi fa notare che così si potrebbero troncare delle carriere politiche. Carriere? Mettersi in politica dev’essere una missione non una carriera. Basta coi Fini, Casini, D’Alema e Co. Che sono in politica, pagati dagli italiani, dall’adolescenza.
  17. Immunità parlamentare. Basta. Se esiste il punto 16 non c’è bisogno dell’immunità e se si viene inquisiti durante la legislatura si danno le dimissioni e si risponde alla magistratura.
  18. Tribunale dei ministri. Eliminazione.La legge è uguale per tutti, nessuno escluso. Tutti davanti alla magistratura ordinaria. Capisco che così un giudice potrebbe far cadere il governo o tagliare le gambe ad un politico ma basterebbe creare una commissione indipendente di giuristi che valuti le accuse e decida, alla svelta, l’ammissibilità delle stesse o meno.

Utopico sperare?

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