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Smontare l’ideologia neo fascista è facile come bere un bicchiere d’acqua

La prima cosa da dire guardando il fascismo come movimento storico sicuramente di forte entità, è che di per sè non presentava un chiaro ideale. Il fascismo nasce come una aggregazione di mutilati, soldati dimenticati, irridentisti, nazionalisti, socialisti interventisti e, manco a dirlo, borghesi (tra cui inizialmente alcuni ebrei).
Per cui non c’è niente da smontare a livello storico, visto che il fascismo è un movimento che si afferma come tutto e il suo contrario, lasciando ora messaggi nazionalisti e razzisti, ora socialisti e populisti.

La necessità di smontare l’ideologia dei neo fascisti, dei giovani che vanno in pellegrinaggio alla tomba di Mussolini, gli stessi che agitano bandiere con la croce celtica o roba del genere, viene proprio dal fatto di contestarne le frasi comuni, i modi di dire, che si sono sostituiti all’ideale, lasciando dietro al luogo comune un niente imprecisato (proprio perchè mai affrontato storicamente).

Per cui potrebbe essere utile smontare ad una ad una queste frasi comuni, questi modi di dire e pensare (o non pensare), con la speranza che qualche parola arrivi più in là del muro immaginario che ci divide. Sono ben accetti tutti i suggerimenti, su frasi che avete sentito dire, non mi tirerò indietro a smontarle, ci mancherebbe.


"Gli extracomunitari ci rubano il lavoro".

Se rubano il lavoro significa innanzitutto che il lavoro c’è. Dicono che lavorano loro perché si fanno sfruttare e che per questo i datori di lavoro preferiscono loro agli italiani. E’ da vedere se effettivamente gli italiani farebbero o meno quei lavori, ed in caso affermativo, pongo io una domanda: dov’è lo stato? Al governo momentaneamente c’è la destra, per cui, se non ci pensa lei, visto che la guardate con favore, non vedo proprio chi dovrebbe risolvere il problema.


"L’Italia è una grande nazione che deve risorgere".

Il sogno di un’Italia forte che si faccia intendere a livello internazionale è vecchio quanto l’Italia stessa forse, e prende le mosse dall’impero romano, per quanto riguarda la grandezza a livello militare e storico, e dal rinascimento per il livello culturale. Lo stesso ventennio rappresenta per alcuni una era d’oro, dove l’Italia era una potenza e non aveva niente da invidiare alle altre nazioni. Da sommare a tutto questo c’è la convinzione che gli italiani siano il popolo migliore che esista. In sordina è semplicissimo rispondere: l’Italia non è mai contata nulla a livello militare e sulla carta molte di più sono le defiance che le vittorie. Sognare si può sognare, per carità, ma sarà il caso di farlo guardando avanti e non indietro. Gli stessi italiani, anche nel ventennio, come nella prima guerra mondiale, sono stati i primi a boicottarsi (basta pensare a Caporetto o alla spedizione in Grecia). Infine, l’Italia esiste da appena un secolo e mezzo, e in così poco tempo quante volete che siano mai state le sue gesta?

"Mussolini si è fatto prendere da Hitler, non era razzista, e fino alle leggi razziali il fascismo era una gran cosa".

Mussolini non apprezzava Hitler, verissimo, è da dire, infatti, preparandosi al loro primo incontro, disse "Vado a trovare quel nano baffuto". Mussolini si ritrovò a percorrere la strada isnieme a Hitler per motivi di politica internazionale: la guerra imperialista e il voltafaccia di Francia e Inghilterra (con le quali fino a quel momento aveva avuto larghe intese). Ma che fino a quel momento, fino al 1936, il fascismo fosse bello è tutto da ridere, o da piangere. Sognare quel periodo significa sognare un paese in cui non esista libertà di stampa, parola, voto, culto, opinione, associazione. Regole ferree, che inquadrano l’individuo e la sua vita dalla nascita in tutti i campi, compreso il vestire, poca meritocrazia, fortissima burocrazia e vassallaggio tra i potenti. Se volete vivere in un posto così, createvelo lontano da me, se potete, grazie.

Avete qualche domanda o frase da aggiungere? Sicuro che ce ne siano, aspetto, e mi propongo di smontarle accuratamente tutte, una per una.

Facile come bere un bicchiere di acqua, lo assicuro.

Commenti all'articolo

  • Di Gloria Esposito (---.---.---.71) 30 dicembre 2008 13:54

    Basta leggere un libro di storia per capire che il fascismo ha perso su tutta la linea.Ogni idea del fascismo ha provocato qualche fallimento (es banale la "battaglia del grano" e le bonifiche che hanno si migliorato lo stato dei terreni insalubri ma che non hanno portato a null’altro visto che quegli appezzamenti non sono diventati produttivi a causa dello strapotere dei consorzi).Un po’ di cultura in piu’fa sempre bene,in particolare in quest’Italia dove tutto puo’ essere manipolato ad uso e consumo dei politici di turno.
    Un articolo con uno spunto davvero interessante.
    Saluti

  • Di DD (---.---.---.216) 30 dicembre 2008 20:28

     Certo hai ragione. Spero solo non si voglia dimostrare la superiorità del comunismo, sistema che ha perso tanto quanto il fascismo. Non sto qua a parlare di questo mq aggiungo solo una cosa.
    Il Nuovo Ordine Mondiale che sempre più si sta delineando chiaramente, condotto da coloro che noi giudichiamo i fascisti del nostro tempo, non è altro che il progetto più emblematico di un sistema comunista. Tutti uguali, niente differenze tra persone, etnie, gruppi ecc, tutti che vivono nella stessa fottutissima maniera. 
    Brrrr. Ho i brividi. Faremmo meglio a cominciare a smetterla di parlare di fascismo e comnismo. Lasciamo da parte le parole e i concetti vecchi. Guardiamo la direzione da prendere. 
    Un piccolo passo alla volta...

  • Di mabo (---.---.---.135) 31 dicembre 2008 00:22

    Sono sostanzialmente daccordo con le tue affermazioni anzi vorrei spingermi oltre e parlare di NEONULLA perchè chi fa riferimento alla "ideologia" fascista per rivendicare atteggiamenti ,di volta in volta ,razzisti, xenofobi, omofobi, maschilisti ecc.. non sa quel che dice ma ciò che è peggio non capisce quel che pensa. Questo è terreno di coltura ideale per creare consenso attraverso cui si gestisce il potere senza limiti. Se l’ignoranza raggiuge il potere diventiamo tutti più poveri e la povertà aumenterà a dismisura.

  • Di Baffone (---.---.---.14) 31 dicembre 2008 06:44

    Al potere c’è la destra? E allora?
    IL fascismo non è nè destra nè sinistra, è una terza via....
    E’ vero che ci rubano il lavoro, alcuni magari gli italiani non si "abbasserebbero" a farli, ma gli extracomuinitari si fanno sottopagare...nel mio "mondo" vedo alcun i di loro pagari 4,50€ l’ora.................ma ti rendi conto...riciards.......
    Magari prima di scrivere sarebbe bene vivere la vita nel mondo vero, quello fuori dalle redazioni...

  • Di Riciard (---.---.---.31) 31 dicembre 2008 18:04
    Riciard

    Per prima cosa, per quanto io adori scrivere e lo abbia sempre fatto, purtroppo il mio lavoro nulla ha a che vedere con lo scrivere, è un lavoro pratico, e nessuna redazione, purtroppo, mi ha mai chiesto di collaborare in senso lavorativo. Questo per far capire che vivo nel mondo vero, purtroppo, e che alcuni dei sottopagati sono stati anche miei colleghi.
    Ciò che dico è che non è colpa loro se sono disposti, vista la fame, il bisogno di mandare fondi a casa o altro, a lavorare per pochi soldi.

  • Di Avv. Michele Antonio Giliberti (---.---.---.221) 1 gennaio 2009 21:24

    Prima di smontare l’idea fascista bisognerebbe conoscerla! Chi ha scritto quest’articolo ha chiaramente poca contezza dell’argomento. Non potete pretendere di smontare un’idea che nelle nostre scuole non è mai stata studiata se non su testi disonesti e arraffazzonati con qualche brandello di storia! Assolutamente scadente in questo articolo è l’approccio ad un argomento sul quale sono stati scritti fiumi di inchiostro dal fior fiore della storiografia nazionale e internazionale! In conclusione prima di scrivere certe banalità sarebbe il caso di leggere ed informarsi prima, o comunque avere un minimo di cognizione delle cose!

    • Di Antonio D’Oria (---.---.---.10) 10 gennaio 2010 15:51

      Rendici edotti, ti ringrazieremo. Sono banalità le idee ripetute e accettate per pregiudizio e senza motivazioni. Insomma, quelle che scrivi tu, e te lo dimostrerò.
      Tu non hai motivato nulla, hai solo offeso libri e autori liquidando il tutto in poche righe. Perfetto stile fascista.
      Il fascismo non ti permette di avere idee diverse da quelle imposte dai testi di regime, raffazzonati (non ’arraffazzonati’ come scrivi tu) e con tanta retorica e poca storia. Se si scrive come scrivi tu si fa presto a ’scrivere fiumi d’inchiostro’ (ma che luogo comune... e poi parli di banalità!). Magari un po’ di onesta analisi dei contenuti non guasterebbe.
      Adesso ti spiego perché non hai scritto nulla e lo hai scritto male.
      Lo stile sembra quello di uno studente delle medie inferiori: inultilmente alla ricerca di aggettivi e faticosamente inerpicato su qualche relativa che inventi un nesso logico tra le asserzioni, nesso che, nel senso, non c’è.
      1)’Prima di smontare l’idea fascista bisognerebbe conoscerla!’
      Frase comune, come ’prima di criticare, devi sapere di cosa parli’. Bene, vale per qualunque cosa. Ma qui l’autore mi sembra che sapesse di cosa parlava
      2)’Chi ha scritto quest’articolo ha chiaramente poca contezza dell’argomento.’
       Chiaramente intendevi conoscenza, sarà un refuso di una correzione.
      In ogni caso vedi il punto 1) o dimostra il contrario. L’autore ha sempre scritto con cognizione di causa.
      3) ’Non potete pretendere di smontare un’idea che nelle nostre scuole non è mai stata studiata se non su testi disonesti e arraffazzonati con qualche brandello di storia!’
      Qui non c’è nessuna pretesa di smontare: si sostiene che l’ideologia fascista non sta in piedi già di suo, per contraddizioni evidenti anche storiche.
      Comunque, tu sostieni che è colpa dei testi scolastici che mentono. E’ un’opinione? No. Le opinioni si fondano su ragionamenti. Questa è una presa di posizione. Ti inviterei a leggere ’Apologia della storia’ di Marc Bloch, dedicato all’amico Febvre. Persone che hanno dedicato la vita alla ricerca storica: non a riscrivere i fatti, ma a scoprire come sono andate le cose.
      Peccato che Marc Bloch non abbia potuto scrivere come è andata, perché lui nella seconda guerra mondiale è morto in progionia. Per fortuna tu sai che riferimenti darci per recuperare le informazioni perdute.
      3)’Assolutamente scadente in questo articolo è l’approccio ad un argomento sul quale sono stati scritti fiumi di inchiostro....’ Suona retorico, ma fa anche sorridere nella sua, uso un eufemismo, semplicità. Ritorno a dirlo: ancora non hai detto cosa vuoi dire o chi vuoi citare. Ti abbuffi e ci abbuffi col nulla.
      4) ’In conclusione prima di scrivere certe banalità sarebbe il caso di leggere ed informarsi prima, o comunque avere un minimo di cognizione delle cose!’
      Adesso lo vedi che le banalità sono le tue?

  • Di Avv. Michele Antonio Giliberti (---.---.---.221) 1 gennaio 2009 21:32

    Se volete ve ne mando un pezzo alla volta di storia, intanto leggete questo e ditemi se non è una vera e propria profezia:

    <<…….la crisi è penetrata così profondamente nel sistema
    che è diventata una crisi del sistema.
    (…) Oggi possiamo affermare che il modo di produzione
    capitalistica è superato e con esso la teoria del liberismo
    economico che l’ha illustrato ed apologizzato. Le stesse
    dimensioni dell’ impresa superano la possibilità dell’uomo;
    prima era lo spirito che aveva dominato la materia, ora è
    la materia che piega e soggioga lo spirito.
    Giunto a questa fase il supercapitalismo trae la sua giustificazione da questa utopia: l’utopia dei consumi illimitati.
    L’ideale del supercapitalismo sarebbe la standardizzazione del genere umano dalla culla alla bara. Il supercapitalismo
    vorrebbe che tutti gli uomini nascessero della stessa lunghezza,in modo che si potessero fare delle culle standardizzate;vorrebbe che i bambini desiderassero gli stessi giocattoli,che gli uomini andassero vestiti della stessa divisa,che leggessero tutti lo stesso libro(….)
    Oggi noi seppelliamo il liberismo economico. Noi abbiamo
    respinto la teoria dell’uomo economico, la teoria liberale,e
    ci siamo inalberati tutte le volte che abbiamo sentito dire
    che il lavoro è una merce.
    L’uomo economico non esiste, esiste l’Uomo integrale che è politico, che è economico,che è religioso che è guerriero.>>
    Benito Mussolini, scritti da “Dottrina del Fascismo”,
    14- X1- 1933, vol. V111, pag.259 sgg.

    Ecco cominciate dall’opera omnia, dalla fonte diretta. Un pò lunghetta più di quranta volumi. Studiare gente, studiare non cazzeggiare! Questa italietta vi ha insegnato la superficialità, cercate di andare oltre.......
  • Di Riciard (---.---.---.3) 2 gennaio 2009 23:28
    Riciard

    Suppongo, quindi, che l’ateneo universitario di Firenze, con tutta la sua bella sezione di Storia Contemporanea, inventi cazzate per riparare l’uomo comune da una verità che in pochi possedete. E in quanto a studio, credimi, non mi sono mai e poi mai tirato indietro.
    E quindi il caro Mussolini sarebbe stato contro il capitalismo, un vero socialista, nevvero?
    Perchè lo ricordiamo, a torso nudo a falciare il grano assieme ai contadini, lui sì che sapeva come mostrarsi in pubblico.

    Ma vogliamo pensare un attimo a quelle parole che tu riporti... voglio dire, come fate a pensare che il fascismo non volesse un uomo standardizzato? Lasciamo pure da parte il capitalismo, in un angolo, e ditemi, forse il fascismo non aveva previsto un cammino dalla culla alla bara per tutti gli italiani?
    Mi sto sbagliando?
    Non scherziamo, si parla di vita donata intergralmente alla patria come concetto, dal giovane balilla in poi, una cultura incentrata su valori predeterminati e prestabiliti, in nessuna misura contestabili.
    O forse che la storia, come sempre, la fa il vincitore, per cui il grande duce sia stato completamente travisato?

    Ma fatemi il piacere...

  • Di Avv. Michele Antonio Giliberti (---.---.---.221) 3 gennaio 2009 16:17

    Ti ha risposto uno che lo cosceva bene S.E. il Cavaliere Benito Mussolini , uno che fu barbaramente ucciso assieme a lui e che decise di seguirlo fino al martirio inferto dall’odio comunista. Nicola Bombacci lui si comunista!

  • Di Avv. Michele Antonio Giliberti (---.---.---.221) 3 gennaio 2009 19:21

    Le parole magiche sono: socializzazione, corporativismo, autosufficienza economica! A patto che se ne conosca il significato e il percorso dottrinale attraverso il quale il fascismo ovvero il socialismo nazionale vi giunse e tento’ di applicarle riuscendovi in parte!

  • Di Riciard (---.---.---.212) 5 gennaio 2009 18:37

    L’autarchia sarebbe, quindi, tra le tue parole magiche. L’autosussistenza, insomma.
    Certo è che credere nell’autarchia in mondo che è impostato esclusivamente sulla globalizzazione risulta alquanto strano, se non altro. Le nostre stesse industrie sono improntate come le maggiori major degli stati uniti, dedite al profitto, ricavando lo stesso grazie a manodopera a bassissimo costo nei paesi del terzo mondo.
    Che socializzazione, o socialismo, possa essere una parola magica, cic redo anch’io.
    Ci credo nel senso di riscoprire un bene comune che è alla base della res publica, nella misura in cui si possa riuscire a capire che tutti siamo utili piccoli meccanismi che devono funzionare all’unisono per produrre il bene comune. Quanto meno utopistico, che si capisca in Italia, da sempre, anche nel ventennio, paese dedito al chi primo arriva meglio alloggia.

    E che comunque la Repubblica di Salò davvero si ispirasse a questi valori, perdonami, non ci credo. E’ solo e solamente una impalcatura retta da un fantoccio oramai senza potere alcuno, che cercava disperatamente consensi per poter mandare al macello ulteriori giovanissime vittime.
    Lo so benissimo che parte della destra di oggi, quella che si definisce sociale, e con la quale talvolta ho anche punti di incontro, si ispira a molti dei "valori" della repubblica di Salò, ma credo ugualmente che siano in gran parte parole al vento, gettate lì da chi era sconfitto e ricercava nel suo passato appigli, quelli stessi che lo avevano portato al potere, gli stessi che poi aveva rinnegato.

    In fondo la dottrina di Marx non è nemmeno così lontana da quello di cui parli, anche perchè non ha un esito, voglio dire, non riesce a teorizzare la "dittatura del proletariato" (come si esercita? chi la esercita?), ammesso che questa si debba verificare con il potere nelle mani di un solo uomo... e così via...

  • Di Avv. Michele Antonio Giliberti (---.---.---.221) 5 gennaio 2009 19:58

    Bene cominciamo ad intenderci e vedo che cominciamo ad andare oltre quei luoghi comuni di cui tu stesso sei stato artefice nell’articolo surriportato. Condivido anch’io qualche tua affermazione di quest’ultimo commento. La tua visione delle cose è però contaminata da posizioni parigiane dettate da chiare influenze ideologiche. Prova a sgombrare la mete da concetti come destra e sinistra e vedrai che non siamo poi così lontani da un’analisi seria degli eventi e delle idee di quell’epoca che tutt’erano fuorchè riducibili ad un contenitore definibile di "destra". Utopia? Non credo! Quella parte di cose attuate dal socialismo nazionale comprendeva e comprnde tutt’ora: otto ore, previdenza sociale, infortuni sul lavoro, colonie estive per i figli degli operai, mense, asili aziendali ecc. ecc. Quante di queste cose riuscirà il supercapitalismo odierno e la globalizzazione a garantire ai lavoratori? Mi sa che il saldo è nettamente negativo.Saluti!

  • Di Riciard (---.---.---.212) 6 gennaio 2009 00:57

    Beh, non so se davvero ci intendiamo.
    Innanzitutto ritorno all’origine, ai miei "qualunquismi". Ovvio che lo siano, lo sono le stesse idee che critico nell’articolo, ovvero le idee neofasciste dei ragazzi e ragazzini che non sanno davvero un accidente su ciò che è stato e pretendono di fondare accuse, recriminare pretese, senza nemmeno una valida coperta a coprire le spalle.
    Per questo sono stato qualunquista, perchè quelle idee lo sono.

    Per quanto riguarda nuovamente la destra sociale, o la repubblica di Salò, a mio avviso sono parole. Niente di veramente sociale crede nella discriminazione dell’uomo perchè non autoctono (non sto parlando di razzismo, ma di discriminazione, cosa che è sotto gli occhi di tutti, persino in Toscana), non alimenta l’industria bellica e nemmeno gli introiti privati di chicchessia.

    Continuo a pensare che il fascismo sia stato davvero, come il suo stesso simbolo, un fascio di cose messe assieme senza troppa cautela e che solo agli sgoccioli si sia dato il tutto per tutto, il fiato alle trombe, come per cercare di salvare il salvabile. Ma niente era da salvare. Nemmeno la faccia abbiamo salvato, pretendendo a fine guerra un posto tra i vincitori.
    E dopo la colonizzazione americana e il piano marshall.
    Ma ugualmente non posso pensare alla glorificazione di una nazione che non merita nemmeno il due di picche, in cui dopo venti anni di dittatura e un bel po’ di tempo alle spalle di monarchia la gente vota e udite udite, vota per la monarchia. Ovvio che i servizi segreti statunitensi ci hanno fatto per una volta un bel favore boicottando il vero esito della votazione...

  • Di Avv. Michele Antonio Giliberti (---.---.---.178) 6 gennaio 2009 13:09

    Sei un sofista, cambi le carte in tavola con dei sillogismi che vanno bene in filosofia ma non nella realtà! A scanso di equivoci ti riporto una lettera di uno di quei "qualunquisti" di cui tu parli. Secondo me potrebbe essere rivelatrice di una profondità e sensibilità certamente superiore a certa "cultura" antifascista da avanspettacolo di questa repubblica nata dalla resistenza e poggiata sull’odio sparso a piene mani perchè certa teppa continui a dominare il popolo italiano:

    LETTERA APERTA AD UN COMPAGNO ANTIFASCISTA Caro compagno antifascista,
    premetto che per me la parola fascista non è un’offesa, se non mi definisco tale è solo perché la legge me lo vieta. Mi sento vicino a quel periodo storico perché sono convinto che in quell’esperienza politica, culturale, istituzionale e sociale possiamo trovare quegli elementi utili, anzi indispensabili, per avviare un serio dibattito su un nuovo modello di società e di sviluppo economico, basato sulla vera giustizia sociale e alternativo al sistema liberalcapitalista.
    Aggiungo, a scanso d’equivoci, che con quei giovinastri con la testa rasata (oltre che vuota) che sfogano le loro frustrazioni contro gli immigrati e negli stadi, che dipingono svastiche sulle pareti delle città, che del fascismo hanno assimilato solo gli aspetti folcloristici e il mito della violenza, noi non abbiamo nulla a che spartire come, penso, tu abbia poco a che vedere con quelle teste calde che frequentano i centri sociali e che sfasciano le vetrine alle manifestazioni. Sono entrambi il prodotto di questa società malata.
    Ciò premesso vengo al dunque: ci troviamo su sponde politicamente opposte, a dividerci sono il giudizio sulla storia e il modello di società cui aspiriamo, ma io non ti considero un nemico. Anzi, ti ammiro perché hai il coraggio delle tue idee, non rinunci a nulla dei tuoi simboli e della tua storia, a differenza dei tanti, tantissimi politici che non hanno esitato un attimo a disconoscere il loro passato e a gettare alle ortiche i loro ideali per accostarsi al potere.
    Il mio nemico non sei tu, compagno antifascista, il mio nemico si chiama Berlusconi che distribuisce soldi alle banche e promesse ai lavoratori; il mio nemico è l’America quando invade Paesi sovrani per gestire le loro risorse naturali e spianare la strada alle multinazionali con l’aiuto della scodinzolante Europa; il mio nemico è lo Stato d’Israele che ghettizza il popolo Palestinese dopo averlo cacciato dalla sua terra; il mio nemico si chiama indifferenza, che pervade la nostra gioventù; il mio nemico si chiama povertà delle famiglie, sempre più indebitate; il mio nemico si chiama violenza, sempre più diffusa. Il mio nemico non sei tu, compagno antifascista, il mio nemico è il capitalismo, un’ideologia ottocentesca vecchia e superata che tuttavia governa il mondo, un’ideologia falsamente ammantata di libertà, democrazia e modernità, ma che in realtà affama i popoli, genera conflitti, distrugge l’ambiente e appiattisce le civiltà.
    Un’ideologia che tutto omologa in nome del libero mercato.
    Caro compagno antifascista, sono sempre meno i giovani sinceramente impegnati a costruire un futuro migliore, nel tuo come nel mio schieramento, non sprechiamo le poche energie di cui disponiamo per batterci tra noi in nome di un anacronistico e patetico anticomunismo e antifascismo. Questo sbaglio lo abbiamo già fatto una volta, negli anni settanta. In quegli anni ci siamo pesantemente confrontati, e mentre noi ce le suonavamo di santa ragione il potere democristiano se la rideva e continuava a coltivare i suoi interessi.
    Rimani delle tue idee come io rimango delle mie, ma non ricadiamo nello stesso errore, non facciamo l’ennesimo regalo a Berlusconi, Fini e Veltroni.
    Non ti chiedo un patto d’alleanza, siamo troppo diversi, ti chiedo solo reciproco rispetto.
    Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.

    Con ciò mi congedo da te, felice di aver scambiato idee che chi legge saprà valutare e rispettare, mai censurare o vietare per legge! Cordiali saluti forzanovisti!


  • Di (---.---.---.227) 22 settembre 2013 10:09

    Vige oggi una damnatio memoriae sul fascismo che non permette un sereno confronto a proposito delle cose buone e cattive fatte da quella classe dirigente.

  • Di Vitruvio (---.---.---.135) 5 febbraio 2016 05:43

    E’ decisamente difficile fare un confronto con un indottrinamento che parte da " l’unico fascista buono è quello morto". Sarebbe bello avere un sereno confronto, così da lasciar capire quanto difficile possa diventare ingollare l’acqua del bicchiere di cui parli. Dovresti partire da ciò che il Fascismo ha dato, rispetto a ciò che c’era prima; tanto per citarti in una situazione, dici che il Fascismo non è libertà di parola o di pensiero... e sei convinto che "prima", con il Re, lo fosse? Il Fascismo è stato un grande passo avanti nella qualità della vita di un popolo, I 20 anni prima della guerra ne sono una dimostrazione, acclamata a livello mondiale, e non solo da Fascisti. Se travisi a tuo uso e consumo il contesto storico, stiamo parlando d’aria fritta. Il Fascismo in Abissinia a liberato i Neri dalla schiavitù e li ha resi uomini liberi... ora è xenofobo? Il voler proteggere i nostri confini, la nostra patria è xenofobia per chi, come te, ha bisogno di credere di non aver buttato la vita convinto dell’idea sbagliata. 

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