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Razzismo: sono meridionale ma...

Molti dei commenti giornalistici seguiti all'omicidio di una ragazzina di quindici anni pugnalata e poi bruciata viva dal suo fidanzato la scorsa settimana in Calabria, hanno portato alla ribalta la persistenza, in Italia, di tutta una serie di pregiudizi e stereotipi razzisti verso il Sud.

Seppur denegata dal persistente mito secondo il quale "gli italiani non sono razzisti" infatti, esiste una storia del razzismo italiano, in cui uno spazio non trascurabile occupa - insieme all'antigiudaismo cattolico, antisemitismo e leggi razziali del '38, colonialismo - il razzismo antimeridionale. L'Italia infatti, quando giunge (in ritardo rispetto ad altri paesi europei) sullo scacchiere coloniale, può vantare già una lunga tradizione di “razzismo interno”, che aveva trovato il suo culmine nella cosiddetta “guerra al brigantaggio”, che come ci ricorda lo storico Angelo Del Boca “fu anche 'una guerra coloniale', che anticipò, per le inaudite violenze e il disprezzo per gli avversari, quelle combattute in seguito in Africa. Non fu forse il generale d'armata Enrico Cialdini, luogotenente di re Vittorio Emanuele II a Napoli, a dichiarare: 'Questa è Africa! Altro che Italia! I beduini, a riscontro di questi cafoni, sono latte e miele'?”. Questa storia ha lasciato le sue tracce.

La cronaca degli ultimi anni è piena di episodi inquietanti, che testimoniano la persistenza di un immaginario razzista che si traduce in molteplici forme: dal ragazzino di origini napoletane angariato dai compagni di scuola in provincia di Treviso fino a meditare il suicidio, ai commenti che riconducevano l'omicido di Sarah Scazzi a una presunta "cultura meridionale", ad una delle campagne pubblicitarie dell’operatore telefonico Italiacom in cui alcuni uomini siciliani venivano rappresentati facendo ricorso ad alcuni dei classici stereotipi razzisti anti-meridionali...

Ma nei commenti all'omicidio di Fabiana Luzzi è possibile cogliere un ulteriore aspetto: la maggioranza degli articoli sono scritti da persone, uomini e donne, che si dichiarano meridionali prima di prendere le distanze da una certa cultura, descritta di volta in volta come barbara, arrettata, oppressiva. Sembra quasi che il dichiararsi meridionali serva a testimoniare l'autenticità di quanto si afferma o forse ad allontanare ogni sospetto di razzismo.

Per chi ha letto Fanon invece - e soprattutto le pagine che egli dedica ai meccanismi dell’oppressione e dell’alienazione degli oppressi, che "dipendono" in modo ambiguo e contraddittorio dai loro oppressori e in cui la dominazione è possibile solo se l’oppresso finisce per identificarsi con chi lo disumanizza, prendendo le distanze dagli altri colonizzati, credendo di "emanciparsi" -, questo aspetto acquista un senso inquietante.

 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.205) 6 giugno 2013 08:51

    Vincenza , d’accordo sul fatto che il razzismo è odioso e va sempre condannato , ma non ti sembra che definire " stereotipi ...e pregiudizi razzisti verso il Sud " sia un po’ troppo generico e carente di autocritica ?


    Ritieni che le popolazioni meridionali abbiano qualche responsabilità per questa generica immagine negativa ,o pensi che tutti i toscani ,gli emiliani ,i lombardi etc.. siano tutti dei citrulli come Borghezio ,ovvero razzistelli rintronati che non hanno di meglio che prendersela col napoletano di turno?

    Un famoso comico napoletano ,ironizzando sul razzismo del Nord ,chiosava " -non sono io razzista ,sei tu che sei napoletano .." .
    Ovviamente sto scherzando -ciao

  • Di (---.---.---.141) 6 giugno 2013 14:32

    Ciao Paola, anzitutto grazie del commento che mi da la possibilità di riflettere meglio su quanto ho scritto
    Però temo di non aver capito bene cosa intendi quanto dici che è "carente di autocritica"
    Comunque io non penso che "le popolazioni meridionali" come scrivi , abbiano responsabilità per questa immagine negativa (che per me però in alcuni casi non è solo un’immagine negativa ma è vero e proprio razzismo), la "colpa" del razzismo non è mai di chi lo subisce ma di chi lo crea ...
    Ma mi colpisce che alcuni/e meridionali (emigrati al nord) contribuiscano con i loro discorsi a rafforzare l’idea di un sud barbaro e arretrato (così come emerge da alcuni degli articoli che ho segnalato)
    Poi certo bisogna fare attenzione a non generalizzare e spero di non averlo fatto
    Ma non so se ho risposto alle questioni che ponevi con il tuo commento ... Ciao
    Marginalia

    • Di paolo (---.---.---.205) 9 giugno 2013 23:42

      La mancanza di autocritica sta nella premessa dell’articolo ,ovvero definire stereotipi razzisti ciò che viene percepito come immagine negativa del Sud .

      L’immagine del Sud si è consolidata su modelli sociali negativi posti in essere da decenni, non è quindi una percezione astratta .Poi sulle responsabilità storiche generali si potrebbe aprire un capitolo a parte ma :

      Mafia , camorra , ’ndrangheta ,sacra corona unita ,anonima sequestri , arretratezza culturale (incredibile il commento di chi vantava i fasti del passato ), clericalismo , clientelismo politico e relative pessime amministrazioni della cosa pubblica etc.....

      Sono questi i motori che hanno costruito una immagine che non è soltanto negativa per un toscano od un piemontese , ma per l’intera comunità mondiale .Altro che stereotipo.

      Nella cinematografia universale ,il linguaggio della malavita è il siciliano o il campano .

      Tuttavia ho conoscenza diretta di come molti meridionali ne siano assolutamente consapevoli e stiano adoperandosi per rovesciare questa immagine negativa .Strada lunga e difficile ma non impossibile .
      Il primo passo è quello di non negare le cause che l’hanno prodotta con una sorta di alibi autoassolutorio, ovvero imputarla al razzismo degli altri .Qui il razzismo non c’entra nulla , a parte l’imbecille leghista di turno.
      ciao

    • Di (---.---.---.184) 10 giugno 2013 17:56

      Il razzismo si basa su una categoria mentale, che è la generalizzazione.

      Si prende una caratteristica negativa, attribuibile a pochi o comunque a non tutti, e la si collega alla "razza", facendola diventare un’etichetta.

      Per fare un esempio sgradevole: si incontra in un mezzo pubblico un extracomunitario che vive miseramente e non ha la possibilità di lavarsi con sistematicità, emanando un cattivo odore? Lo scatto mentale razzista è "I negri puzzano". Si legge sui giornali che un extracomunitario ha tentato di rapinare un italiano - e già questo sottolineare le differenti nazionalità è indice di razzismo perché consiste in un sensazionalismo che va al di là della notizia (è importante sapere la nazionalità del ladro e del derubato?) - e automaticamente tutti gli albanesi diventano ladri, e tutti gli italiani brave persone derubate.

      Ci sarebbe da chiedersi cosa prevederebbe la generalizzazione se una banda di albanesi andasse a rubare in una villa al sud. Quale sarebbe lo stereotipo vincente? Ladri contro camorra? Scontro di mafie internazionali?

      Dagli stereotipi, Paolo, non si salva nessuno.

      A seguirli, quelli del nord non pagano le tasse. Nessuno, perché se si va a leggere un giornale, scopri che in Veneto si evadono le tasse, quindi sono tutti evasori fiscali. Quelli del nord sono ignoranti, perché hanno un tasso medio di scolarizzazione più basso che al sud (potendo accedere più facilmente al lavoro, parcheggiano in meno all’università)... del resto stanno lì a santificare l’acqua sacra del Po, sentendosi discendenti di Braveheart, uno si chiede cosa facessero alle elementari, quando la maestra cercava di insegnare un po’ di storia. Quelli del nord sono egoisti, pensano solo ai fatti propri. E se la tirano e se la cantano, perché sono i soli che ce l’hanno duro, come diceva qualcuno, si sentono i migliori, gli eletti. Peccato che se dovessero competere a livello internazionale, senza evasione fiscale, in tanti chiuderebbero bottega. E che se li si va a paragonare a cittadini di altri stati europei, in base a vari indici tipici della sociologia, sarebbero ben perdenti. Quelli del nord si sentono migliori perché esiste il sud, o meglio lo stereotipo del sud, a rassicurarli. Ma esiste anche la germania o la svizzera, la francia... strano paragonarsi alla terronia. Quellli del nord sono tutti integralisti cattolici, al sud mica c’è il radicamento territoriale della chiesa cattolica che c’è in Veneto?

      Quelli del nord sono razzisti. E contestami questo stereotipo a questo punto. smiley

      Il punto è: che senso ha ragionare così?

      Anche perché poi, se si va a vedere con attenzione, scopri che i rifiuti tossici sversati illegalmente nell’agro casertano provengono dalle regioni del nord. E chi ci faceva affari con le mafie, Topolino e Paperino? E chi era al governo coi rappresentanti di una certa sicilia, se non la lega nord, o ci siamo scordati le vecchie coalizioni di governo?

      Dai, Paolo, è meglio parlare di immagini del sud e modelli sociali negativi posti in essere da decenni. E’ come affermare che è così e basta, non è colpa dei razzisti se i napoletani sono napoletani.

      Magari un giorno riesci a capire che noi italiani abbiamo un senso civico nullo, a prescindere dalla latitudine e longitudine.

      E che la gente del sud la Mafia, la camorra e tutte le belle organizzazioni che hai tirato in ballo... le subisce, senza alcun aiuto da quelli come te che accomunano decine di centinaia di migliaia di cittadini onesti a dei malfattori. Perché il bello di essere costretti a convivere con la camorra è che dopo che ti hanno bruciato il negozio perché sei una persona onesta, non ricevi neanche la minima solidarietà: per tutti tu sei un camorrista perché sei nato in una provincia italiana piuttosto che un’altra.

      "Tuttavia ho conoscenza diretta di come molti meridionali ne siano assolutamente consapevoli e stiano adoperandosi per rovesciare questa immagine negativa .Strada lunga e difficile ma non impossibile ."

      E questo è un altro stereotipo: tu conosci qualcuno che si vuole affrancare.

      Sveglia Paolo: la mafia è ovunque, anche nel tuo quartiere. E’ in parlamento, nelle istituzioni, in tutti i posti chiave, e più passa il tempo e più certe cose vengono fuori. Cerca di realizzare cosa significhi e ti renderai conto che non esiste regione italiana che sia immune. Il che vuol dire liberarsi da certi rassicuranti pregiudizi e vedere la propria storia con occhio disincantato.

      Se credi che la mafia sia confinata a sud di Roma sei uguale al siciliano che dice che la mafia non esiste. E’ radicata anche dalle tue parti.

    • Di (---.---.---.19) 10 giugno 2013 18:03

      Ciao
      sono d’accordo con gli argomenti che usi nel rispondere a Paolo
      Dobbiamo davvero fare uno sforzo enorme per evitare di riprodurre - anche inconsapevolmente - il razzismo
      Grazie
      Marginalia

    • Di (---.---.---.184) 10 giugno 2013 18:11

      Ah, dimenticavo il pezzo forte della generalizzazione: che ha fine ha fatto la lega nord, quella che gridava "roma ladrona" e cercava di aizzare contro i terroni, tutti ladri, disonesti e scansafatiche? 


      Certi stereotipi razzisti sono stati rilanciati per anni per mire politiche precise, i risultati si sono visti.

      Sai cosa? I dipendenti pubblici - che il razzismo vigente identifica con il sud italia - sono i soli che sicuramente pagano le tasse. Categoria vituperata come causa di tutti i mali del paese, ma di sicuro pagano le tasse. Ci sarebbe da chiedersi quali sprechi abbiano permesso tutti gli appalti per l’esternalizzazione di servizi della pubblica amministrazione e se il taglio di pubblico, delegando al privato lo svolgimento di essi, abbia portato ad una riduzione dei costi tipica dei paesi con una sana economia concorrenziale, o a sprechi tipici della repubblica fondata sulle bustarelle che siamo. Perché se ha portato a sprechi, forse si arriva ad intuire che tutta questa propaganda contro il pubblico, lo statalismo sanguisuga e approfittatore, è servita solo a smantellare uno status quo che non permetteva di "magnarci sopra", come invece sta avvenendo oggi. Nuove nicchie di mercato disponibili ad appalti truccati e solito malcostume.

      Il razzismo è generalizzazione, Paolo. E’ cercare differenze invece di tratti in comune. Vedere un cittadino di Trapani non come un Italiano, ma come uno nato sotto un altro campanile. E stabilire che tutti i cittadini di Trapani sono come quello che hai incontrato e ti ha fatto un brutto effetto, a differenza di quel padovano tanto simpatico. E ovviamente i padovani sono tutti come quest’ultimo.

      Siamo tutte mele nello stesso paniere chiamato italia. Se vai a vedere c’è del marciume ovunque, come del buono ovunque.
    • Di (---.---.---.19) 10 giugno 2013 18:28

      Pensavo di riprendere i commenti a questo articolo (appena ne trovo il tempo) nel mio blog
      Tu ultimo/a commentatore/commetatrice preferisce restare anonimo/a?
      Marginalia

    • Di (---.---.---.246) 16 giugno 2013 01:02

      Ciao, chiedo scusa ma ho riletto l’articolo solo oggi, sono quello che ha inserito i precedenti commenti.

      Marco
  • Di (---.---.---.146) 7 giugno 2013 14:25

    Beh, un brigante dell’epoca avrebbe risposto a Cialdini che se ne potuto stare tranquillamente a casa sua, non è che i Savoia abbiano portato tutto questo benessere nel meridione. E poi, diciamola tutta, pecunia non olet e i conti del regno di Sardegna non erano così floridi.


    Parafrasando un vecchio motto, quando al nord vivevano ancora sugli alberi, al sud avevamo i filosofi.

    Ma lasciando perdere la storia e arriviamo ai pregiudizi. 

    E’ assolutamente vero. Un "pregiudizio" abbastanza diffuso al sud riguardo il razzismo settentrionale è che i peggiori sono proprio gli emigrati, che devono dimostrare di essere integrati (o sentono di doverlo dimostrare) estremizzando e rinnegando la loro origine, come se essere nati a sud di Roma fosse una specie di peccato originale da cui ripulirsi e stigmatizzare.

    Io credo che il razzismo non sia causato da comportamenti ma abbia più una base psicologica, di educazione, di abitudine. Il sud Italia, per la sua posizione geografica, è entrato in contatto, nel corso di secoli di storia, con molte culture, non fosse altro che per le varie dominazioni che si sono succedute. Noi del sud siamo un po’ spuri (con l’eccezione di qualche popolazione che ha vissuto in modo abbastanza segretato perché dimorava in luoghi poco accessibili). E proprio perché siamo un coacervo di tante culture, abituati a vederne di ogni, tendenzialmente non abbiamo mai visto l’altro necessariamente come un pericolo, il diverso come un possibile nemico. Abbiamo una matrice identitaria più allargata rispetto al nord, dove il campanilismo ha fatto storia anche notevole. Non credo sia un caso che il razzismo si sia sviluppato più al nord che al sud, e non perché quelli del sud fossero necessariamente scimmie, ma per una questione di abitudine a confrontarsi col diverso. Non parlo di meriti, non è che noi del sud siamo buoni e quelli del nord cattivi, sia chiaro, ma di situazioni di fatto che si sono create in secoli di storia e hanno portato a reazioni differenti di fronte alla stessa situazione potenzialmente stressante (?).

    E non credo che sia un caso che il razzismo verso i meridionali sia andato scemando quando l’Italia è stata "invasa" dagli extracomunitari. Lì la differenza culturale è ancora più netta e si è scoperto che, nonostante tutto, anche i terroni sono italiani, sempre terroni per carità, ma meglio di questi .... e qui ci potete mettere tutte le popolazioni e relative denominazioni razziste usualmente utilizzate.

    C’è però da dire che il razzismo ha preso piede anche nelle regioni del sud, storicamente più accoglienti. La tv fa danni, e la cultura e le matrici identitarie, le mire politiche, passano per il tubo catodico.
  • Di (---.---.---.64) 28 marzo 2014 02:39

    Credo che le spiegazioni storiche c’entrino in parte , penso invece che se invertissimo le cose , cioè , fosse stato il sud a subire una moltitudine di immigrati del nord , i merdionali avrebbero reagito in modo decisamente meno civile di quanto fatto negli ultimi decenni dalle popolazioni del nord.Poi che al sud ci sia meno campanilismo e razzismo è una falsità assoluta , basta andare in Puglia e vedere , o in Basilicata , dove se per caso un napoletano o un barese apre un negozio , gli autotoctoni non ci pensano nemmeno lontanamente ad entrarci...queste cose al nord ( almeno in Lombardia) non succedono !

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