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Pornosofia. I vecchi tabù della società e la rivincita del sesso

“Pornosofia” è un brillante saggio filosofico sull’universo del porno, uno dei fenomeni popolari più dirompenti e creativi degli ultimi quarant’anni (Simone Regazzoni, Ponte Alle Grazie, 2010).

“Il sesso è sporco solo quando è fatto bene” (Woody Allen).

“Abbiamo davanti agli occhi i vizi altrui, mentre i nostri ci stanno dietro” (Seneca).

Il pop porno è nato nel 1972 e io nel 1970, per cui mi posso considerare un nativo pornografico e il primo regista porno si chiamava Damiano come me (nel suo caso si trattava del cognome). Gerard Rocco Damiano faceva il parrucchiere e dopo aver ascoltato le confessioni delle insoddisfazioni sessuali delle proprie clienti, decise di raccontare una storia con particolari surreali.

Devo quindi ammettere che il mondo del porno mi ha sempre incuriosito molto, ma solo ultimamente il porno è diventato così onnipresente da meritare un’attenzione più scientifica. Infatti sono in pochi a sapere che l’aumento dei tatuaggi e dei piercing tra i giovani ed i meno giovani è dovuto all’influenza degli attori e delle attrici dei film porno. Anche l’immaginario della musica pop è sempre più intimamente collegato all’erotismo e all’industria pornografica. E in molti casi la tv e la cinematografia classica vengono sedotte dalla cultura della “donna-oggetto”. Però il dominio maschile che opera nel pop porno è quasi sempre lo stesso che opera in molte istituzioni.

Regazzoni ha dunque il merito di “legittimare filosoficamente il pop porno rompendo, fin da subito, con la regola non scritta che, in democrazia, vorrebbe relegare il pop porno a “osceno segreto privato” di cui non si può parlare pubblicamente” (p. 13). Per il filosofo “il pop porno non è la degradazione dell’erotismo, bensì la sola forma di “fiction” che ci mette in contatto con il reale dell’atto sessuale” (p. 116). Quindi il porno non è volgare, anche se alcuni registi e attori possono essere molto volgari. Così il neologismo pornosofia “indica che non c’è possibilità di osservazione neutra e distaccata, da parte della filosofia, del pop porno, bensì necessità di partecipazione e contagio” (p . 22), per conoscere più da vicino e al meglio l’oggetto considerato.

Ognuno di noi possiede una filosofia di vita conscia e inconscia che predispone all’azione e Regazzoni ha affermato che “guardare film hard può essere un ottimo pretesto per fare cose perverse come scrivere un libro di filosofia”. E l’oggettivazione del corpo della donna tanto contestato dalla cultura cattolica e femminista può essere di molti tipi e può essere più o meno positiva a seconda di chi guarda. Dopotutto in molti casi viene rappresentata “un’oggettivazione dell’altro come soggetto… un’oggettivazione, vale a dire, che non riduce l’altro a oggetto ma lo usa come soggetto” (p. 43).

Forse la cosa che scandalizza di più i perbenisti è la stupefacente capacità dei film porno di rivelare l’animalità che è in noi e che rivela la semplicità e la “banalità” del sesso al di fuori delle complicazioni mentali amorose più o meno infantilizzanti. Il porno dimostra la centralità della nostra animalità molto meglio di molti trattati scientifici e filosofici. Il sesso è sempre una degradazione dell’uomo a essere animale, anche se nella condizione migliore dell’animalità: l’animalità edonistica umana.

Comunque la filmografia porno “trova il suo luogo privilegiato nella faccia, in particolare nella faccia femminile”. Per questo motivo Regazzoni ha “scelto come immagine di copertina di questo libro la faccia della celebre [urlatrice] e bravissima [cioè maialissima] pornostar statunitense Sasha Grey” (p. 20). Inoltre nel mondo del porno le donne sono le regine della scena e guadagnano molti più soldi degli uomini, anche se sottoposte ad una logica maschile che ha come referente una “donna-oggetto”. Questo succede poiché la pornostar ideale diventa la donna-oggetto che rappresenta la ragazza dei sogni adolescenziale di ogni uomo o la ninfomane affamata di sesso che dice sempre di sì e che è disposta a fare di tutto. Le pornostar rappresentano una minoranza di donne che prediligono una varia e intensa vita sessuale rispetto ad una monotona vita sentimentale (la natura ama la variabilità e le differenziazioni).

Per quanto riguarda le pratiche sessuali presenti nei film hard è meglio sottolineare che le attrici porno che si sottopongo al sesso anale si preparano meticolosamente praticando dei lavaggi interni con dei clisteri (ed utilizzano anche lubrificanti). Ai giovani che volessero intraprendere la pratica del sesso anale per la prima volta consiglio di utilizzare un bel preservativo. E bisogna evitare di passare dal sesso anale al sesso vaginale, poiché c’è la possibilità della diffusione di malattie molto serie (alcune possono portare all’infertilità femminile). Naturalmente si può togliere o cambiare preservativo e fare tutto lo “zapping” che si vuole… Cioè si può cambiare uno dei tre canali carnali senza correre rischi (Storia del preservativo, Odoya, 2010).

D’altra parte le gerarchie prevalentemente maschiliste di molte istituzioni temono il porno perché temono il potere sessuale delle donne che sta rivoluzionando le società e che prima o poi innescherà dei processi relazionali privati molto destabilizzanti per le società islamiche, grazie alle televisioni satellitari. E le masturbazioni filosofiche non riescono a cogliere l’essenzialità dell’anima del porno: il rapporto sessuale esce da ogni regola della società per permettere ai singoli corpi di sperimentare un godimento privato che aumenta il potere e la centralità della mente, che così è in grado di opporsi agli schemi autoritari presenti in ogni società. Per questo motivo anche negli stati scarsamente religiosi come la Cina controllano l’attività sessuale degli studenti universitari.

In genere nei libri di filosofia si parla astrattamente di una cosa senza riportare documentazioni “della cosa stessa e di tutto ciò che ruota intorno ad essa”. In questo caso no. Regazzoni ha preferito raccogliere alcune testimonianze dirette, come quella dell’attrice Alessia Donati che ha dichiarato: “Mi piace, e mi diverto, è puro esibizionismo… I film porno non sono video amatoriali in cui puoi goderti un rapporto mentre vieni ripreso da una telecamera e in cui sei libero di fare ciò che vuoi. Io devo essere sempre concentrata, tenere conto delle luci, delle indicazioni del regista, dell’espressione del mio volto, del modo in cui ansimo… Io non penso che il “facial” sia un atto maschile: è un atto di piacere fatto scaturire dalla donna. In cui è presente anche un gioco di sguardi. Penso che possa essere eccitante anche per le donne. La donna non è passiva in questo atto: riceve lo sperma sul viso, ma poi ci gioca, crea”.

Le dichiarazioni di altri due protagonisti di questo settore possono chiarirci meglio le idee. L’attore e regista Rocco Siffredi ha affermato: “Sento sempre dire che i film porno sono tutti uguali. Non è vero. La differenza è straordinaria quando vedi due che stanno scopando con l’anima, il cuore e la testa… Io e Rosa stiamo insieme da tredici anni, ci siamo sposati, abbiamo avuto due figli, e la prima volta che abbiamo fatto l’amore è stato su un set porno. È stato molto romantico”. Invece la pornostar Moana Pozzi disse: “Sì, anche usando la fica si può essere un’artista. Ed esce fuori questa cosa, dalla persona che è, da quello che dice, che fa. C’è modo e modo di usare la fica, di usare il corpo”.

E ora riporto un mio punto di vista: il porno è l’unico settore dove le prestazioni dei registi e degli attori italiani possono considerarsi tra le migliori al mondo. Ma ancora nel 2010 molte donne italiane considerano dei pervertiti gli uomini che guardano i filmati porno. Ancora una volta le italiane si confermano come le più conservatrici e inesperte nei riguardi delle esigenze di una società moderna. Pure le iraniane nel privato fanno più progressi di loro.

In effetti in molti casi “il movimento antiporno sposa una visione tradizionale [e patriarcale] della sessualità femminile, compresa l’idea che le donne non si godano la pornografia, il sesso casuale, il sesso genitale [orale e anale], oppure il sesso al di fuori di una relazione romantica” (Pat Califia). In realtà i violenti sono coloro che vogliono imporre le loro scelte di vita e che vorrebbero sacrificare le libertà civili di tutti sugli altari delle loro ossessioni.

Però, per capire meglio l’universo femminile, è necessario riportare una considerazione dell’antropologa Carol Vance: “Mostra alcune immagini erotiche a un gruppo di donne [appartenenti a società tradizionali]: un terzo le troverà disgustose, un terzo ridicole e un terzo eccitanti” (tratto da: “Difesa della pornografia” di Nadine Strossen, 2005).

E ora segnalo un sito che rappresenta un notevole esempio di libertà di espressione personale: http://beautifulagony.com. E segnalo alcune delle migliori registe emergenti tra quelle che adottano un’ottica femminile più estetica, più relazionale, più artistica e meno riduzionista:

Erika Lust, giornalista svedese trapiantata a Barcelona (www.erikalust.com);

Ovidie Becht, filosofa francese della medio-alta borghesia (ha scritto “Porno manifesto”, 2003);

Anna Span, artista bisessuale inglese con un master in filosofia (www.annaspansdiary.com).

Queste registe hanno superato il classico stereotipo romantico del cinema tradizionale per affermare la realtà delle donne che amano fare sesso per il piacere del sesso, poiché, come afferma Ovidie, noi donne “in un certo senso siamo un po’ puttane e non ce ne vergognamo affatto”.

Del resto i casting per i film porno sono sempre strapieni di ragazze che vogliono mettersi alla prova e scarsi di uomini in grado di affrontare questa prova da veri duri. E infine vi lascio con una riflessione filosofica post-moderna: “Secondo voi è più perverso togliere un paio di mutande in un reality o mettere un collare di brillanti ad una cagna?”.

Simone Regazzoni è nato a Genova nel 1975 e ha scritto molti saggi. Ha collaborato con l’Università Cattolica di Milano e l’uscita di questo libro ne ha messo in crisi la collaborazione.

P. S. - L’universo accademico italiano si rivela per quel poco che è, ma finalmente c’è qualche filosofo in Italia che dimostra di credere veramente nella libertà intellettuale. E purtroppo bisogna considerare che le attività orientate ad acculturare gli indigeni italiani sono spesso piuttosto controproducenti. Come quelle degli uomini che regalano le collane di perle alle donne troppo porche.

Note – Il primo film porno fu “Gola profonda”, che nel 1972 venne proiettato molte volte a New York e incassò 600 milioni di dollari (tra gli innumerevoli spettatori ci fu anche Jacqueline Kennedy).

Attualmente negli Stati Uniti l’ammontare dei ricavati dell’industria del porno stanno avvicinando quelli dell’industria militare. Questo fenomeno potrebbe dimostrare l’evoluzione pacifica ed edonistica dei rapporti umani. Inoltre l’industria del porno non è mai stata né razzista, né classista.

Al British Museum c’è una sala segreta chiusa al pubblico, chiamata “Cupboard 205”, in cui vengono conservate innumerevoli opere porno e materiale erotico molto diversificato.

Avviso ai porno-viaggiatori: in Cina e in Iran è prevista addirittura la pena di morte per chi partecipa alla produzione o pubblica materiale pornografico. E le punizioni previste per la detenzione di materiale pornografico possono essere molto dure in quasi tutti i paesi islamici.

Commenti all'articolo

  • Di mannucciao (---.---.---.35) 1 settembre 2010 19:22

    Ma bravi, non bastava la pornologia, ci mancava la pornosofia

    Vergogna!

    Vi faccio notare che il comsumo di pornografia provoca una grave forma porno-psicopatologica che si chiama pornodipendenza, che voi sicuramente conoscete bene

    Inoltre, è stato dimostrato che il consumo di pornografia e pedopornografia conduce ad atti di violenza contro donne e bambini

    Le tesi sostenute dal saggio porno-propagandistico in questione sono ffuori dalla realtà

    Vi consiglio di leggere il saggio storico-critico scitto da me medesimo dal titolo PORNO IMPERO

    http://pornoimpero.blogspot.com/201...

    Pornosofi del cazzo!

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.66) 1 settembre 2010 20:01
    Damiano Mazzotti


    Il suo commento si commenta da solo...

    Ma io aggiungo che probabilmente lei è stato educato dal solito vecchio rincitrullito sessuofobico...

    E aggiungo che le donne che si masturbano con o senza vibratori e filmini, raggiungono molto più facilmente l’orgasmo con il loro partner... E la masturbazione può avvenire da single oppure anche mentre hanno una relazione soddisfacente...

    Infatti molte donne possono raggiungere facilmente l’orgasmo da sole e hanno invece più diffivoltà a raggiungerlo con un partner... Storico e no...

    Toccatevi e siate felici...

    Fregatevene di quello che dicono i soliti educatori educati da vecchi educatori ritardati culturali...




  • Di (---.---.---.42) 2 settembre 2010 21:39

    ma vai a farti una sega con un bel film porno

    non parlare che è meglio

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.77) 2 settembre 2010 21:55
    Damiano Mazzotti

    Caro xxxx, pe la tua cultura purtroppo non c’è cura...

    Comunque, grazie, ma non ho bisogno del tuo incoraggiamento... ho già fatto...

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