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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.42) 9 ottobre 2013 22:06

    << Può darsi che io sia molto ingenuo, ma continuo ad attenermi ai fatti, come lei suggeriva. >>

    No, lei continua a girare la testa dall’altra parte di fronte a fatti che non gradisce vedere. Nessuno può obbligarla a fare diversamente, per carità: è suo diritto chiudere gli occhi quando lo desidera. Ma non per questo certi fatti diventano meno reali.

    << 1 - "Territori contesi" è la definizione data dalla diplomazia israeliana, non da me ovviamente, credevo che lo sapesse. >>

    Certo che lo sapevo. Quello che ancora non sapevo è che lei la adottasse come sua.

    << "Territori occupati" è la definizione data da parte palestinese e dalla diplomazia internazionale. >>

    Infatti è quella adottata in base a trattati e convenzioni (antecedenti al conflitto tra sionisti e palestinesi) che fanno parte del Diritto Internazionale. E’ quella alla quale mi attengo.
    Di passaggio: è nota l’ostilità della lobby sionista verso il diritto internazionale, e se ne comprende il motivo.

    [...]
    Mi scusi se taglio l’ennesima riproposizione della versione sionista della storia: ormai stucca.

    << La sua “logica” – che pretende di parlare di ‘pulizia etnica’ - non indica una particolarità palestinese; vale per qualsiasi territorio “finito” su cui insistono popolazioni ad alto tasso demografico.>>

    Esatto: essendo logico (qualcuno direbbe ovvio) è un ragionamento che si applica ad ogni circostanza analoga. E, supportato dai dati che le ho fornito, dimostra un processo reale in atto da quasi mezzo secolo che tende all’espulsione degli arabi dai Territori Occupati e che, inevitabilmente, lascia aperta una sola strada. Dovrebbe farsi un giro, ogni tanto, sul sito di B’Tselem, se non le fa schifo. Documenta la varietà di modi usati dal regime sionista per privare la popolazione araba dei mezzi per vivere e della dignità, oltre che dei diritti civili.

    << in entrambi i campi esiste chi vede il conflitto come territoriale e chi come religioso. Io, ingenuamente, penso che sia un problema palestinese molto più che ebraico e che dipenda in gran parte dalla deriva islamista di gran parte del mondo islamico. Lei forse no, ma il suo uso del termine “lobby sionista” è comunque molto inesatto: più un ebreo è religioso e meno è sionista, dovrebbe saperlo.>>

    Questa è una schematizzazione che si applicava ad una certa fase dei rapporti tra movimento sionista risorgimentale e Diaspora, ma che non si applica più al movimento nazionalista che oggi si fa chiamare sionismo, salvo per frange marginali.

    Il principio dell’eterna unione tra "sangue e terra" può essere fondato laicamente, sostenendo un diritto "storico" del popolo ebraico ad esercitare la sovranità su un certo territorio. Oppure può essere fondato religiosamente sostenendo l’esistenza di un mandato divino che attribuisce il diritto sovrano del popolo ebraico su quel territorio.

    Chi adotta il primo potrebbe affermare sulla base di fonti storiche che "In Giudea Samaria il popolo ebraico non è un occupante straniero", come ha fatto Netanyahu di fronte al Congresso degli Stati Uniti; chi adotta il secondo potrebbe affermare semplicemente: "Questa terra è mia, Dio me l’ha data", come farebbe un colono. Supportato in questo dal sionista cristiano che anela alla fine dei tempi.

    Nazionalismo laico e nazionalismo religioso sono due facce della stessa medaglia: l’uno e l’altro hanno in mente una terra i cui confini coincidono, siano storicamente o religiosamente determinati, e un diritto eterno su di essa in capo al popolo ebraico. 

    Come le ho dimostrato con numeri e logica il processo di colonizzazione dei territori occupati è coerente con entrambi i programmi delle componenti del nazionalismo ebraico, è sostenuto dalla lobby sionista, è il progetto che si sta realizzando.

    I cittadini israeliani ne sono vittima, come la maggioranza della Diaspora. Ma lei continui pure a tenere la testa girata, se crede.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.160) 8 ottobre 2013 10:26

    <<Mancano dati per fare gli “scienziati”.>>

    No, ci sono tutti i dati che servono. Quello che volevo evidenziare è l’esistenza di un processo reale che dura da decenni, che prescinde da chi governa in Israele e da cosa vuole la maggioranza degli israeliani.
    Un processo la cui direzione è opposta rispetto a quella che dovrebbe portare alla soluzione a due Stati e che è sostenuto e protetto, pur senza proclami, dalla lobby sionista internazionale.
    Ho anche evidenziato la compatibilità di tale processo col progetto di restaurazione della Grande Israele biblica.

    Quelli che lei ha elencato sono spunti di discussione utili come alternativa alle discussioni sul calcio: buoni per passare il tempo al bar, oppure per coprire sotto un velo di distrazione i fatti reali che nel frattempo avvengono.

    In ultimo le ricordo che stavolta è lei nella veste di commentatore e che quindi tocca a me fare ramanzine.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.244) 5 ottobre 2013 16:30

    La risposta era diretta al primo commentatore. Qualcosa non ha funzionato.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.244) 5 ottobre 2013 16:30

    << sono almeno quarant’anni che in Israele si dibatte sui temi che lei cita. [...] Ed è un dibattito fra sionisti..>>

    Si, ma mentre qualcuno dibatte avvengono delle cose, cose che avvengono *a prescindere* dal dibattito.
    Lei suggerisce di seguire "il dibattito" e di tralasciare i fatti. Non sono di questo parere: per me i fatti contano più delle parole, dunque declino l’invito.

    Anzi, sa cosa le dico? Le voglio sottoporre un fatto che evidentemente lei, preso dal dibattito, non ha rilevato.
    Ma prima riassumo brevemente le opzioni sul tappeto, con l’avvertenza che non stiamo parlando di pinzillacchere ma del futuro di Israele, dei rapporti futuri tra occidente e mondo arabo e/o islamico, tra occidente e Israele e tra questo e mondo arabo e/o islamico:

    1. soluzione a due Stati. Accordo di pace tra Israele e arabi palestinesi sulla base della costituzione di uno Stato palestinese indipendente e sovrano. A parole tutti, salvo frange marginali, sostengono questa soluzione, che peraltro è quella ritenuta più conforme al diritto internazionale e alle varie risoluzioni ONU.
    Questa soluzione comporta anche la distensione dei rapporti tra Israele e popoli arabi e/o islamici e, di conseguenza, tra questi e occidente. Se gli arabi palestinesi comunicassero Urbi et Orbi di essere soddisfatti del loro nuovo Stato sovrano che motivo avrebbero gli altri arabo islamici di non esserlo? Sulla base di cosa, se non dell’integralismo alla Al Qaeda, altri arabi / islamici potrebbero contraddirli?

    2. soluzione a Stato unico binazionale. Annessione unilaterale da parte di Israele dei Territori Occupati e concessione della piena cittadinanza a tutti gli abitanti. Soluzione non molto popolare in Israele e nemmeno tra i palestinesi.

    3. pulizia etnica dei Territori Occupati e annessione da parte di Israele del territorio liberato. L’espulsione degli arabi palestinesi può avvenire in vari modi: più o meno cruenti, più o meno lunghi.

    4. soluzione sudafricana o di apartheid. I Territori Occupati rimangono indefinitamente sotto occupazione e ai palestinesi viene negata sia la sovranità sia la cittadinanza. Questa soluzione, se accompagnata dalla continua espansione coloniale ebraica nei Territori Occupati, ricade nel caso n.3: pulizia etnica poco cruenta con graduale sostituzione della popolazione araba da parte di coloni ebrei. Comporta tempi lunghi, ma si fa.

    Ora, sarà d’accordo con me, la soluzione n.1 presuppone che rimanga libero e disponibile un territorio sul quale fondare uno Stato palestinese. In sintesi: niente terra quindi niente Stato palestinese e niente soluzione n.1. Tolta dal tappeto la soluzione n.2, che nessuno vuole: alcuni meno di altri, rimane la soluzione n.3, che in presenza di incremento di occupazione comprende la n.4. Ovvio, no?

    La inevitabile conclusione è che l’incremento della colonizzazione della WB comporta il rifiuto della soluzione a due Stati (n.1) e implica l’annessione previa espulsione della popolazione araba (n.3 e n.4).

    Ora, se le riesce, indossi i panni dello scienziato ed esamini questi dati:

    Anno Coloni Incr. PM (anni) Partito
    -------------------------------------------------------------------------------
    1982 21.700 0 M. Begin (1977-1983) Likud
    1983 23.800 +2.100 M. Begin (1977-1983) Likud
    1984 32.600 +8.800 Y. Shamir (1983-1984) Likud
    1985 46.100 +13.500 S. Peres (1984-1986) Labour
    1986 53.400 +7.300 S. Peres (1984-1986) Labour
    1987 60.300 +6.900 Y. Shamir (1986-1992) Likud
    1988 66.300 +6.000 Y. Shamir (1986-1992) Likud
    1989 72.800 +6.500 Y. Shamir (1986-1992) Likud
    1990 81.600 +8.800 Y. Shamir (1986-1992) Likud
    1991 93.600 +12.000 Y. Shamir (1986-1992) Likud
    1992 103.600 +10.000 Y. Shamir (1986-1992) Labour
    1993 114.900 +11.300 Y. Rabin (1992-1995) Labour
    1994 126.800 +11.900 Y. Rabin (1992-1995) Labour
    1995 132.300 +5.500 S. Peres (1995-1996) Labour
    1996 150.200 +17.900 S. Peres (1995-1996) Likud
    1997 156.100 +5.900 B. Netanyahu (1996-1999) Likud
    1998 176.500 +20.400 B. Netanyahu (1996-1999) Likud
    1999 188.100 +11.600 B. Netanyahu (1996-1999) Labour
    2000 203.000 +14.900 E. Barak (1999-2001) Labour
    2001 213.700 +10.700 A. Sharon (2001-2005) Likud
    2002 226.000 +12.300 A. Sharon (2001-2005) Likud
    2003 231.443 +5.443 A. Sharon (2001-2005) Likud

    (nel 1966 i coloni erano n.0; nel 1972 erano n.1.182; nel 1980 17.400 ecc.)

    Pur essendo incompleti questi dati rappresentano un processo reale: nella WB, ogni anno e per 20 anni consecutivi, vi è stato un costante incremento del numero di coloni *a prescindere* da quali forze politiche hanno guidato il governo di Israele. Questo significa una sola cosa: qualcuno o qualcosa alcune decine di anni orsono decise che Israele debba trovarsi nella condizione o di scomparire in uno Stato binazionale (una scelta impossibile) o di annettersi i Territori Occupati previa pulizia etnica degli stessi. E dopo 46 anni: tanti ne sono passati dall’inizio dell’occupazione israeliana del ’67, bisogna riconoscere che le cose sono a buon punto: quel qualcuno o qualcosa ha ormai reso impossibile la soluzione a due Stati, tanta poca terra è rimasta libera. Se avesse seguito meno i dibattiti e più i fatti se ne sarebbe accorto anche lei.

    Mi dica: secondo lei come è stato possibile che carovane di aspiranti coloni abbiano attraversato all’insaputa di tutti (?) la linea di confine più sorvegliata al mondo portandosi al seguito famiglie, vettovaglie, mobilio, materiali edili e, immagino, pure qualche betoniera e qualche ruspa? Ovviamente con l’esercito al seguito: mica si può lasciare i coloni alla mercé delle ire dei palestinesi, no? L’avverto che ho sentito le giustificazioni più buffe e fantasiose al proposito: è difficile che lei possa superarle.

    E cosa ha fatto la lobby sionista di fronte alle proteste degli arabi, dell’ONU, dei paesi europei e di molti altri Paesi del mondo, degli stessi USA, di gran parte delle opinioni pubbliche mondiali, ha difeso Israele? No, perché è convinzione diffusa e accettata che la soluzione a due Stati sarebbe la più opportuna, sicura e vantaggiosa per Israele.
    Ciò che ha difeso è un progetto: annessione dei Territori previa pulizia etnica degli arabi. Guarda caso si tratta di un progetto che trasuda nazionalismo messianico, perfettamente compatibile col sogno della realizzazione della Grande Israele Biblica.

    E’ da notare che, ne sia consapevole o meno, chi contribuisce ad occultare questi fatti contribuisce a quel progetto.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.188) 4 ottobre 2013 23:58

    Penso di aver capito a grandi linee le sue aspirazioni ma, francamente, non mi trovo molto a mio agio con questo suo lessico alla Tolkien.

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