Per favore... non mordermi sul collo

Allergia ai denti aguzzi? E’ un male di stagione...
Tutt’altro che una novità, in effetti, ci ha travolti inaspettatamente, come una slavina culturale. Si parla del fenomeno "vampiro succhiasangue" che ebbe innumerevoli fan illustri nella letteratura e nel cinema, ma che ormai sembra diventata una chicca per adolescenti in tempesta ormonale. Partiamo dagli esempi che considererei "alti" perchè anche la commedia, il prodotto "da cassetta" o indirizzato alla massa riesce ad essere di ottima qualità: Dal "Dracula di Bram Stocker scritto nel 1897 hanno attinto due registi immensi Friedrich Murnau con il suo Nosferatu del 1922 e Francis Ford Coppola con "Dracula di Bram Stocker" nel 1992, tra gli anni sessanta e settanta Christopher Lee interpretò una serie infinita di film a tema tra cui: "Dracula,il vampiro" "Le spose di Dracula" "Il marchio di Dracula" e il mio preferito: "1972: Dracula colpisce ancora!" Per non parlare delle numerose parodie di cui una un po’ sexy prodotta da Andy Warhol dal titolo "Dracula cerca sangue di vergine...e morì di sete" una delle ultime apparizioni di Vittorio De Sica peraltro,quella di Roman Polanski che ha ispirato il titolo dell’articolo "Per favore non mordermi sul collo" e più recentemente Mel Brooks con il suo Dracula: morto e contento. Non ho dimenticato "Intervista col Vampiro" che già era un film leggermente tendenzioso, sebbene cult, del quale non ho mai compreso bene il messaggio del finale.
La strada è stata spianata in tempi recenti da “Buffy l’ammazzavampiri” serial tv di enorme successo, anche in Italia, che forse non tutti sanno si ispirava ad un film dallo stesso nome del 1992 un flop gargantuesco, con Donald Sutherland e Luke Perry, sì quel Dylan di Beverly Hills.
Come si può facilmente intuire da sempre il mito dell’essere dal canino pungente ha suscitato un certo interesse, ultimamente però le scelte degli autori di letteratura oscura hanno preso la pericolosa tendenza di rivolgersi al pubblico adolescente sfornando storielle d’amore fra umanE e vampiri fascinosi, che sono anche moderni quindi non diventano polvere alla luce del sole ahimè, di famiglie schierate, di integrazione sociale e razzismo provinciale e chiaramente del condivisissimo moto sessuale. E pensare che una volta il pensiero di venire morsi faceva solo una gran paura.
Mi riferisco a Stephenie Meyer e alla sua saga sulla famiglia Cullen. Si è iniziato con Twilight, si continuerà con New Moon, Breaking Dawn e Midnight Sun e poi forse avremmo finito di sorbirci le frasi fatte, dei protagonisti “fatti” la ragazzina diversa che piace al più invidiato del liceo, quello che non calcola nessuno, ma che misteriosamente decide di fossilizzarsi su una in particolare, quella che provoca il mal di testa e gli spasmi fisici. L’amore d’altraparte fa male, se non ti fa quasi ammazzare, se non tormenta la tua famiglia e ti costringe ad espatriare che amore è?

La differenza fra i due esempi di letteratura e di trasporto sugli schermi rimane solo la componente sessuale: Meyer ha puntato sul romanticismo, la scrittrice di True Blood, Charlaine Harris la mette sul sessuale. E nemmeno troppo censurato. Il produttore del telefilm poi ci ha messo del suo irretito dal fatto che sulla HBO ormai è accettabilissimo mostrare il sesso, e allora via ad un’altra infinita serie di sguardi, di mistero, di nudo e di oscurità. Tutto molto originale.

Scritto a quattro mani da madre e figlia “Marked” è la storia di Zoey Montgomery sedicenne americana, nata con una mezzaluna impressa sulla fronte e quindi destinata a diventare vampiro.
Io mi stanco solo a pensarci. Intanto scorrevo le pagine delle notizie culturali e ho letto che Yoko Ono ha esposto gli oggetti insanguinati di John Lennon, abiti in un sacchetto e occhiali da vista, come monito contro la vendita indiscriminata di armi negli Stati Uniti. Questo è true blood, ma chi ci pensa più, il confine tra il mostrabile e il nascondibile è stato valicato ormai da anni così radicalmente che la differenza salta agli occhi a pochi.
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