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PD-M5s | L’ultimo passo

Ho appena terminato la lettura della "Amaca" di Michele Serra del 28 aprile, pillola giornalistica di Repubblica con cadenza (quasi) quotidiana scritta da un giornalista che stimo moltissimo. Devo però convenire che, ultimamente, mi capita di non ritrovarmi sempre nelle conclusioni a cui arriva il titolare della rubrica. Come nell'ultimo caso.

L'argomento è "suggerire al PD linee comportamentali dopo il tracollo elettorale del 4 marzo". Questo tema, al quale si sono iscritti in pratica il 110% dei giornalisti italiani, viene approcciato da Serra partendo da bel più lontano: "... Qualcuno ritiene che la liberazione del Pd dal suo passato un po’ troppo incravattato abbia come naturale sbocco l’opposizione...". Nulla di più sbagliato pensando alla vera genesi del PD, che ben poco ha da vedere con il salvataggio tentato da Ochetto dei resti del Partito Comunista Italiano alla Bolognina. Si ritengono invece le tesi pubblicate da Enrico Berlinguer nel 1973 su Rinascita dopo il golpe cileno la corretta genesi, ed a suffragio di questa tesi cito un estratto che si pensa qualificante: "La via democratica al socialismo è una trasformazione progressiva - che in Italia si può realizzare nell’ambito della Costituzione antifascista - dell’intera struttura economica e sociale, dei valori e delle idee guida della nazione, del sistema di potere e del blocco di forze sociali in cui esso si esprime. Quello che è certo è che la generale trasformazione per via democratica che noi vogliamo compiere in Italia, ha bisogno, in tutte le sue fasi, e della forza e del consenso.". 

Nel corpo del pezzo Serra scrive poi: "Sporcarsi le mani con il “populismo”, per giunta mondato delle sue pulsioni fasciste, sovraniste e xenofobe, ben drenate dalla Lega di Matteo Salvini, sarebbe per il Pd un rischio enorme, ma anche un potente segno di vita." Dove sia la pulitura del Movimento 5 Stelle dal fascismo, sovranismo e xenofobia non è dato di sapere, salvo illudersi del totale assorbimento di queste pulsioni negative da parte della Lega. Basti ricordare a suffragio dei dubbi la genesi politica di alcuni dei principali leader pentastellati, le posizioni di Grillo sui cittadini dell'Est accolti in Europa (chiedere alla Bonino gli insulti allora ricevuti), l'adesione alle posizioni di Farage in Europa, e molto altro a seguire, senza entrare nel merito del sovranismo: sembrerebbe pleonastico. Sul "potente segno di vita" temo ci siano poi troppe similitudini con l'umiliazione di Federico IV a Canossa per ritenerlo tale.

In chiusa Serra dichiara: "Ps. Credo che questa sia un’Amaca di minoranza. Ma ci frequentiamo da troppi anni, cari lettori, perché io possa temere il vostro probabile disaccordo, e voi la mia probabile dissonanza. Anche se lo ritengo improbabile, non mi dispiacerebbe che 5S e Pd si incontrassero sulla linea di confine, come i coreani."  

Parlando dell'elettorato, credo di poter convenire la posizione di minoranza nella quale Serra si colloca (l'eventuale consultazione potrà ribadire o meno), molto meno parlando di classe dirigente PD o dei mass media. Fra le due Coree quella del Sud è certamente la più forte: l'economia batte di gran lunga l'atomica. Nel 2013, seppur con una vittoria di Pirro, il PD, anche suo malgrado, si assunse le responsabilità politiche che gli toccavano. Ora, in un'idea di governo con i 5Stelle la posizione PD sarebbe naturalmente subalterna, e questo potrebbe aprire scenari inquietanti per la vita democratica per come ora la conosciamo.

Potrebbe essere un errore limitare i possibili danni derivanti da un eventuale sdoganamento politico del M5S esclusivamente ai prossimi cinque anni: già nel 1994 molti pensarono a Silvio Berlusconi dissolto in pochi mesi, puntualmente smentiti dai vent'anni che seguirono. Ne abbiamo già vissuti troppi di ventenni drammatici.

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