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Primarie PD | Buona domenica

Domenica 26 febbraio avverrà una tappa importante per il processo democratico del nostro paese: le Primarie del Partito Democratico.

Penso di immaginare la sorpresa di molti, la rabbia di alcuni, l'incomprensione di altri, e posso anche comprendere i diversi stati d'animo, ma credo che la mia premessa non sia del tutto campata in aria; tenterò di dimostrarlo.

Se può sembrare incomprensibile che le Primarie del 26 febbraio 2023 siano qualcosa di diverso dalle precedenti edizioni, sfugge il particolare "Costituente". E' la prima volta che il PD decide di rimettersi in gioco, comprendendo che è proprio nella struttura interna del partito il male oscuro che attanaglia tutta la sinistra italiana. I precedenti congressi hanno sì costruito un partito, ma ancora troppo simile, nel suo funzionamento, a quelli dello scorso secolo. Il PdS era la trasposizione del vecchio PCI, la Margherita alter ego della DC, le briciole che restavano del vecchio PSI migrati a destra o in realtà mai arrivate in doppia cifra. Nel frattempo era entrato il nuovo secolo con una forza dirompente portata da due eventi epocali: la fine della guerra fredda e l'avvento della tecnologia. A questi eventi il capitalismo è stato capace di adeguarsi rapidamente, rispondendo alla caduta del Muro con la globalizzazione e sfruttando al meglio tutte le innovazioni tecnologiche. La politica, non solo la nostra, arranca tuttora dividendosi in buoni e cattivi (a seconda dei punti di vista) e incapace di armarsi della tecnologia necessaria.Se a questo aggiungiamo la crisi finanziaria del 2008, la pandemia e la guerra in Ucraina e oplà, il gioco di restare nel 1900 è fatto: i nuovi ricchi, il divario fra ricchi e poveri (sia persone che stati) che si allarga, il ritorno in Europa di cupi bagliori di guerra.

 Può darsi che l'elettore di destra si rabbui pensando che le Primarie del PD non siano importanti anche per loro, trascurando però che la democrazia si rafforza nella competizione fra le parti e più le parti sono forti più è più rappresentativa sarà la vittoria, ma non solo. Una maggiore competizione può lenire l'erosione dell'astensione, sintomo che nell'elettorato scende la fiducia nel cambiamento. Serve inoltre alla giusta dignità fra le parti ed a riconoscere un avversario, non un nemico. Certo, da battere, ma non con odio, fake news e ritorni al passato.
Da questo punto se il maggior partito di sinistra decide di "ricostituirsi" forse anche la destra necessita di un restyling, tagliando ad esempio i ponti con movimenti estremisti e vecchi richiami al passato, del resto già sconfitto dalla storia. Il restyling, forse (o almeno in parte) è già iniziato con la svolta europeista ed atlantica dell'attuale governo. Vedremo nel futuro.

Ma perché le Primarie del 2023 sono così importanti, si può chiedere sorpreso un elettore di sinistra, ed in parte gli si può dar ragione. Le precedenti edizioni delle Primarie hanno visto la nomina da parte dell'elettorato di segretari di partito regolarmente silurati dalla classe dirigente. Già l'elezione del prossimo segretario è veramente rappresentativa, in quanto Enrico Letta era un "facente funzioni" nominato dalla Direzione. Un secondo punto è in quale contesto siano state indette, cioé dopo una tornata elettorale decisamente deludente. Terzo e forse ultimo che le parti, sembra tutte, abbiano compreso che il nuovo segretario non basta: serve un nuovo segretario ad un nuovo partito con una nuova classe dirigente e una nuova organizzazione interna, insieme ad una nuova proposta agli italiani. In breve un nuovo segretario per un nuovo partito che nascerà dal prossimo Congresso che sarà, appunto, Costituente e tralasciando, per cortesia, nuovi nomi o statuti.
Il futuro è quindi tutto da scrivere. Compito immane certo, ma chi si prenderà l'onore sa già qual'è l'onere.

Buona domenica a tutti.

 

 

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